Il CAVANDOLI

La signora Valentina Cavandoli, direttrice della “Casa del Sole” di Torino, per intrattenere i fanciulli affidati alle sue cure, ideò, negli anni ’20, un particolare e semplice sistema di annodatura dei fili, derivante dal macramè, che da lei prese nome.

I bambini, aiutati dalle maestre, confezionavano borsette, segnalibri, rivestimenti di scatole, puntaspilli ecc. che venivano in seguito venduti a scopo benefico.

Il cavandoli si sviluppò solamente nell’area torinese e, decaduto con l’avvento della seconda guerra mondiale, venne completamente dimenticato.

L’esecuzione del cavandoli prevede l’impiego di fili in due colori, uno per il fondo uno per il soggetto: inoltre il fondo presenta nodi orizzontali ed il soggetto verticali a causa di un diverso avvolgimento dei fili.

Il tessuto che si ottiene è compatto e robusto.

I disegni possono essere trattai da schemi per il punto croce bicolore tenendo presente che, durante la lavorazione, le figure subiscono una leggera deformazione nel senso dell’altezza.

email: ilricamo@libero.it

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