Battesimo su una monoposto

 

 

di Claudio Del Bianco

 

 

.

Ricordo che quando ero piccolo pagavo £. 10 ad un mio amico per farmi percorrere a bordo del suo kart a pedali una discesetta vicino casa mia.

3 discese 30 lire!!

5 discese 50 lire!!………dipendeva solo dalla mia disponibilità economica.

Ne è passata di acqua sotto i ponti e di asfalto sotto le ruote e, nonostante l’agognata “indipendenza economica” mi permise molti anni fa acquistare un kart a motore, non avrei mai immaginato che un giorno avrei avuto la possibilità di guidare una machina da corsa.

Conoscete Henry Morrogh? Sono sicuro di si.

Irlandese purosangue, titolare della omonima Scuola Piloti, patron del Challenge Formula Ford, vero talent scout, un ex pilota, un veterano, un uomo di grosso spessore.

Ebbene, Mr. Henry ha avuto l’idea di avvicinare il mondo del karting a quello dell’automobilismo portando alcune delle sue Van Diemen motorizzate Ford 1600 cc. su una pista laziale, dando così la possibilità (a mio avviso a buon mercato) a molti kartisti di cimentarsi alla guida delle sue monoposto.

Tra quei kartisti, un giorno, c’ero anch’io.

Era il 15 luglio, la temperatura della pista altissima, quella dell’atmosfera impossibile, quella dell’abitacolo da girone dantesco; eppure era l’ultima cosa a cui pensavo.

Solamente con la diversità dei movimenti che devi compiere tra il “salire” sul kart o “calarti” nell’abitacolo di una monoposto ti rendi conto che stai accingendoti a compiere qualcosa di straordinario.

Il meccanico ti stringe le cinture così forte che non ce la fai a respirare; la leva del cambio è corta e l’inserimento delle marce duro. Tutto è ridotto all’essenziale, tutto molto spartano ma tutto così 

MALEDETTAMENTE  BELLO!!!

 

Mi trovo talmente infilato nell’abitacolo che mi sembra di vedere solo ruote ed il bello è che le vedo ai lati destro e sinistro, alte. Realizzo dopo un attimo che effettivamente sono seduto a pochi centimetri dal suolo.

CONTATTO, START, ROMBO…………  DIO ESISTE !!!!

Riesco a partire senza far spegnere il motore ma devo fare un po’ di gioco di frizione. Ho l’impressione che le monoposto siano state accuratamente ritardate. Ma questo non ditelo al buon Henry!

Dopo mezzo giro sono padrone del cambio, del grip, della frizione; dopo due giri mi sento già un pilota.

Alla fine delle due sessioni ho l’onore di ricevere i complimenti di Morrogh. Sono soddisfatto e appagato.

Non è più impossibile provare l’ebbrezza di pilotare una macchina da corsa e questo grazie a lui: HENRY MORROGH.