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Ricordo
che quando ero piccolo pagavo £. 10 ad un mio amico per farmi percorrere a
bordo del suo kart a pedali una discesetta vicino casa mia.
3
discese 30 lire!!
5
discese 50 lire!!………dipendeva solo dalla mia disponibilità economica.
Ne
è passata di acqua sotto i ponti e di asfalto sotto le ruote e, nonostante
l’agognata “indipendenza economica” mi permise molti anni fa acquistare
un kart a motore, non avrei mai immaginato che un giorno avrei avuto la
possibilità di guidare una machina da corsa.
Conoscete
Henry Morrogh? Sono sicuro di si.
Irlandese
purosangue, titolare della omonima Scuola Piloti, patron del Challenge Formula
Ford, vero talent scout, un ex pilota, un veterano, un uomo di grosso
spessore.
Ebbene,
Mr. Henry ha avuto l’idea di avvicinare il mondo del karting a quello
dell’automobilismo portando alcune delle sue Van Diemen motorizzate Ford
1600 cc. su una pista laziale, dando così la possibilità (a mio avviso a
buon mercato) a molti kartisti di cimentarsi alla guida delle sue monoposto.
Tra
quei kartisti, un giorno, c’ero anch’io.
Era
il 15 luglio, la temperatura della pista altissima, quella dell’atmosfera
impossibile, quella dell’abitacolo da girone dantesco; eppure era l’ultima
cosa a cui pensavo.
Solamente
con la diversità dei movimenti che devi compiere tra il “salire” sul kart
o “calarti” nell’abitacolo di una monoposto ti rendi conto che stai
accingendoti a compiere qualcosa di straordinario.
Il
meccanico ti stringe le cinture così forte che non ce la fai a respirare; la
leva del cambio è corta e l’inserimento delle marce duro. Tutto è ridotto
all’essenziale, tutto molto spartano ma tutto così
MALEDETTAMENTE BELLO!!!
Mi
trovo talmente infilato nell’abitacolo che mi sembra di vedere solo ruote ed
il bello è che le vedo ai lati destro e sinistro, alte. Realizzo dopo un
attimo che effettivamente sono seduto a pochi centimetri dal suolo.
CONTATTO,
START, ROMBO………… DIO
ESISTE !!!!
Riesco
a partire senza far spegnere il motore ma devo fare un po’ di gioco di
frizione. Ho l’impressione che le monoposto siano state accuratamente
ritardate. Ma questo non ditelo al buon Henry!
Dopo
mezzo giro sono padrone del cambio, del grip, della frizione; dopo due giri mi
sento già un pilota.
Alla
fine delle due sessioni ho l’onore di ricevere i complimenti di Morrogh.
Sono soddisfatto e appagato.
Non
è più impossibile provare l’ebbrezza di pilotare una macchina da corsa e
questo grazie a lui: HENRY MORROGH.
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