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Era festa
qui in Italia, era il 25 aprile del 2001, neanche il più appassionato e
nostalgico dei tuoi fans poteva immaginare che tu stessi lavorando.
Sembrava
un 25 aprile guastato, a detta del telegiornale, solo da qualche piccolo
incidente scaturito dalla diversa ideologia politica di qualche scalmanato. Ma
la scure vera, quella tagliente, quella che fa male è giunta quando mi
accingevo, a fine giornata, a gustarmi la partita amichevole Italia – Sud
Africa.
Bruno
Pizzul dava la notizia che il pilota Michele Alboreto era morto in un
incidente avvenuto durante una sessione di prove libere su un circuito della
Germania dell’ Est.
Non è
possibile, ma che dice, perché??
Guardare
la partita? Al diavolo Pizzul, Trapattoni, Montella !!!
Dal salone
di casa mia mi sono ritrovato, con un balzo, indietro di 16 anni, alla Tosa,
insieme agli altri pazzi fissati della staccata oltre il limite.
Il ruggito
di quei 700 CV prodotti da quel 12 cilindri, che ancora ci manca, ripagava la
fatica ed il prezzo sempre più caro della trasferta.
Un pilota
italiano sulla Ferrari! Si potevano anche digerire le micidiali piadine
acquistate nei pressi del Santerno.
Sei il
legittimo titolare di un enorme privilegio: l’ultimo pilota ingaggiato dal
Drake, ti avevo messo in un angolino, potenzialmente, tanto quanto
assurdamente, avresti potuto raccontarmi di quanto era difficile trattare col
grande burbero dagli occhiali scuri o di quando sentivi tutti tuoi i toni di
paternale rimprovero di colui che dandoti fiducia t’aveva consegnato alla
celebrità, al popolo delle rosse.
Avresti potuto
raccontarmi di quanto è bello vestirsi di rosso, della sensazione stupenda di
dover controllare l’orgoglio di rappresentare un sogno.
Sarebbe stato
interessante sentirti ammettere di aver perso un mondiale per ... mancanza di
cattiveria, così come sarebbe stato interessante farti confessare che a volte
il tuo bolide rosso era difficile da guidare come un camion.
Sei sparito d’un
tratto da quell’angolino, non potrò mai chiederti più nulla, dovrò
accontentarmi dei ricordi che, in quanto tali, sono sempre maledetti, come
maledetto è quel circuito, unico testimone, che t’ha visto andar via, senza
telecamere, senza clamore, con la stessa eleganza che t’ha sempre
contraddistinto.
Addio
PILOTA dallo dallo smoking rosso!
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