.
16
febbraio, una zona d’ombra, un buco nero di 106 giorni spazzati via da 3,5,
Kg di fegato, molta determinazione e una dose abbondante di incoscienza.Era il
2 novembre quando si schiantò con la vespa su quel pullman del Cotral,
l’intervento che ha subito è durato 4 ore e ½ ed il chirurgo che l’ha
operato all’Ospedale Sandro Pertini di Roma forse era stanco o forse deve
aver confuso una delicata operazione con un lavoretto di bricolage da svolgere
nel box di casa il cui esito certamente non
pone a rischio la corretta deambulazione di un essere umano.
UN CANE!
Dovrà
rioperarsi ed avere molta pazienza; per ora cammina con le stampelle, se il
suo incedere si puo' ancora dire camminare... Fa pena!.
Ci
troviamo, io e un mio amico, sulla pista Executive di Ponte Galeria (RM),
l’impianto è tutto per noi, non c’è nessuno e dobbiamo rodare un motore.
Piedone
in mattinata doveva sottoporsi all’ennesima visita ortopedica ma aveva detto
che ci avrebbe raggiunto.
Regolarmente
giriamo e inanelliamo, dalle 11 alle 12,30, una trentina di giri quando ecco
che mio fratello Piedone, come aveva promesso, arriva.
Lo
stomaco è triste e la pausa pranzo è obbligatoria. Menù: un panino
all’olio (Shell 2 T) con salame che puzza di degrippante, un secondo panino
al formaggio con basso contenuto di grassi schifosamente reintegrato col
grasso speciale ad alta viscosità rimasto appiccicato alle mani, panettone
senza canditi confezionato nel precedente millennio sporzionato a mano.
QUANT’E’ BELLO IL KARTING!!
Appagati
e satolli ci riavviciniamo al mezzo.
“Ma il
rodaggio l’avete finito?” ci chiede Piedone.
Gli
diciamo che ancora una ventina di giri non gli avrebbero fatto male e allora
lui ci dice che se l’aiutiamo a salire ci penserà lui.
“Ma
sicuro? Le vibrazioni, gli scossoni!!” Non ci sente. Ho capito che è venuto
per girare.
Lo
caliamo di peso nel kart. Si infila il casco ed immediatamente gli si appanna
la visiera, segno che già ha il respiro corto per l’emozione. Chiaro, sono
106 giorni che aspetta questo momento ed è emozionato come se fosse la prima
trombata.
Gli
raccomando di tenersi lontano dai cordoli perchè sono alti e....”se li
prendi fai il frullato!”.
Lo
spingiamo in due badando a non alzare troppo il kart per evitargli l’urto
nel momento del rilascio a terra. Leggera spintarella ed è in moto.
L’unica
mia preoccupazione era la prima frenata. Eh già, la gamba azzoppata è la
sinistra, quella che ti permette di prendere le dovute distanze dalle balle di
fieno e la rete di reconzione: quella del freno!
Anche se
non sta tirando, la prima staccata già mi tranquillizza un po’.
Il primo
mezzo giro di pista l’ha fatto con il pugno alzato in segno di vittoria
guidando pericolosamente con una mano (provateci voi!).
Compie
il primo giro come si deve fare quando si effettua un rodaggio, tira dove può,
accoppia e rilascia dolcemente. Quando ripassa davanti a noi ha ancora la
visiera aperta, segno inequivocabile di emozione e di tensione non
controllata, poi prende confidenza, scalda le gomme, chiude la visiera e
guardandolo non diresti che è uno che gira con le stampelle.
7 giri
ed esce, già parla di smagrire gli alti e di stringere l’avantreno di mezzo
cm. perchè scivola troppo: è rientrato nel pazzo mondo dei piloti,.... forse
non ne è mai uscito!
18.02.2000
CLAUDIO DEL BIANCO
|