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L'Ottuplice

Come il sentiero o la via per arrivare in vetta ad una montagna ha necessità di molteplici attenzioni, regole e fermezza di intenti, così in egual modo per conoscere se stessi, perfezionarsi, superare la vita, si può dedurre la necessità della costante applicazione di otto rettitudini.

Da ciò il nome di ottuplice sentiero, otto regole di vita per migliorare se stessi e perciò poter affrontare nuovi orizzonti.

L'Ottuplice nasce, come definizione nel mondo odierno, dal pensiero e dall'azione Buddista, ciò non significa che altre esperienze di gruppi tribù o razze non abbiano avuto eguali intenzioni, sia prima che dopo l'esperienza Buddista, bisogna essere privi di preconcetti, vedere e capire.

Quello che realmente possiamo attribuire all'esperienza evolutiva Buddista è la visione poetica delle otto intenzioni raccolte in un sentiero, da ciò nasce la nominazione di ottuplice sentiero.

Questo fatto solletico il nostro senso estetico, e così da buoni e irriducibili romani abbiamo colto l'occasione per apprezzare, far proprio e riconoscere ad altri la precisione, la profondità e la beltà con cui così profondamente hanno saputo esprimersi per aiutare l'uomo nel suo difficile cammino.

 

CC

 

La Regola

Retto Pensiero

 Obiettività, discernimento, amore per la verità.

Pensiero indipendente dagli influssi esterni e dalla proprie emozioni., rivolto soltanto a oggetti importanti.

 Ascoltare con silenzio interiore la parola del prossimo, perché essa susciti in noi il pensiero corrispondente a quanto di reale ed obiettivo c’è nel pensiero di esso.

 

Retto Giudizio

Non agire sconsideratamente, senza aver prima giudicato della necessità dell’azione.

Allontanare dell’animo l’agire spensierato, il fare sensa senso.

Essere interiormente gravi e fermi.

Essere nel decidere, e quindi nel retto giudizio, indipendenti da simpatie e antipatie.

 

Retta Parola

Soppesare quello che si sta per dire, evitando le parole senza senso e le parole inutili.

Non perdere il filo del discorso, se si divaga tornare al punto di partenza

Sollevare ad importanza qualunque elemento del discorso.

 

Retta Azione

Considerare ponderatamente il fine e le conseguenze delle proprie azioni, qualunque cosa si intraprenda, poiché le nostre azioni non si esauriscono non si esauriscono nel fine immediato che esse perseguono, ma si ripercuotono nell’universale.

Agire sempre e comunque nel senso del raggiungimento del bene comune.

 

Retta Visione

Vivere in armonia di natura e spirito, dando ad ognuno di essi, equilibratamente, ciò che ambedue richiedono

 Evitare disordine, fretta e pigrizia.

Non permettere che una retta visione delle cose venga sopraffatta dal rumore esterno

Ricordare in ogni momento che la vita è uno strumento per la propria elevazione.

 

Retta Abitudine

Abituarsi a non tralasciare nulla di ciò che si può realmente compiere e a non intraprendere nulla che sia al di là delle nostre forze.

Abituarsi a considerare le proprie azioni, anche se minime, in rapporto ai massimi fini

 

Retta Memoria

Tendere ad imparare dalla vita facendone restar traccia nella memoria. Far tesoro di tutte le esperienze compiute. Rammentare gli errori compiuti allo scopo di agire meglio la volta seguente.

Avere memoria, considerandole con distacco, delle azioni del prossimo come se fossero lo specchio delle nostre, onde eventualmente correggerle in noi stessi ai fini di una universale comunione, evitando di biasimarle negli altri.

 

Retta Contemplazione

Guardare entro di se di tanto in tanto.

Immergersi nella contemplazione degli elementi fondamentali della propria esistenza, proponendoseli e controllandoli.

Contemplare i fini da raggiungere, onde orientare in tale senso la propria esistenza, senza perdersi nella contemplazione delle proprie eventuali disfatte.

 

 

 

 

 

 

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