Endoscopia Urologica:
problematiche di disinfezione e sterilizzazione



A.S.L. 17 - Ospedale S.S. Annunziata - Savigliano
Divisione di Urologia - Primario: Dott. Gabriele Fontana
I.P. BORGE C. - I.P. BUSSO L. - I.P. CRAVERO M.G.




Mai nella storia del progresso scientifico si è avuta una rivoluzione tecnologica così rapida come nel campo dell'Endoscopia, che in breve tempo ha raggiunto importanti obiettivi non solo di semplice diagnostica ma anche di terapia chirurgica, in alcuni casi radicale, con il minimo di invasività.
L'Endoscopia ha impiegato materiali metallici, plastici, conduttori di isolanti, per non escludere nessuna delle tecniche di conduzione della luce, della visione, diretta ottica e attraverso fibre di vetro, fino alla ricostruzione elettronica delle immagini con tecniche sofisticate di alta definizione.
La chirurgia Endoscopica a sua volta ha coinvolto una serie di tecnologie complementari: il laser, gli ultrasuoni, l'impiego del calore, della luce, del suono, delle alte frequenze dei sistemi misti elettrici, elettroidraulici, fotoacustici e balistici.
La diffusione oramai routinaria della pratica Endoscopica nell'Urologia, è stata accompagnata dall'esigenza sempre maggiore di utilizzare procedure affidabili e standardizzate di disinfezione e sterilizzazione.
Si assiste così oggi, alla continua evoluzione tecnica nella costruzione di apparecchi relativamente protetti di processi di colonizzazione, e ad una consapevolezza maggiore dei problemi associati alla disinfezione che ha portato anche all'introduzione di macchine automatiche utilizzabili sia per detergere che per disinfettare.
Eventuali contaminazioni degli strumenti possono infatti causare infezioni sia per trasmissione di microrganismi patogeni da un paziente ad un altro, sia per trasmissione diretta accidentale da un paziente ad un operatore, specie nel caso di patogeni molto resistenti, come per esempio il virus HBV.
Patogeni a parte, è anche possibile la colonizzazione dell'endoscopio di microrganismi opportunisti che possono determinare infezioni in pazienti immunocompressi. Stando alle segnalazioni, l'incidenza di infezioni da manovre endoscopiche è limitata: una indagine retrospettiva condotta negli USA (1989 - 1992) ha indicato 17 casi di infezioni su circa 200.000 interventi endoscopici; è chiaro tuttavia che l'eventuale trasmissione di patogeni quali HBV, anche in numero limitato di casi, rappresenta un evento di notevole gravità.
Da indagini parallele alla precedente svolte tramite questionario in USA, AUSTRALIA ed EUROPA tra il 1989 ed il 1990 per sondare la sensibilizzazione del problema da parte degli operatori, si è rilevato l'uso abbastanza generalizzato di composti a base di GLUTARALDEIDE, ma con diverse procedure di applicazione, che talora possono comprometterne l'efficacia.
Questi studi confermano, come lavori precedenti avevano già dimostrato, che tra le possibili cause di infezione trasmessa tramite endoscopia non vi è soltanto l'omessa pulizia/disinfezione degli strumenti, ma ancora peggio l'impiego di prodotti inefficaci, l'insufficienza dei tempi di esposizione o l'uso di disinfettanti/sterilizzanti a concentrazioni inadeguate.
Quindi dagli studi presi in considerazione emerge una sostanziale concordanza tra i vari autori, nel definire alcuni punti fondamentali:
La disinfezione/sterilizzazione deve essere eseguita da operatori adeguatamente preparati.
E' necessaria la scelta mirata del disinfettante.
Il prodotto deve essere conservato in maniera adeguata
.
E' fondamentale una accurata pulizia preliminare dell'endoscopio accompagnata da corretta detersione e asciugatura.
Si deve procedere all'immersione dello strumento nella soluzione disinfettante avendo particolare cura che essa fluisca attraverso tutti i suoi canali.
Lasciare agire per sufficiente tempo il disinfettante senza scendere mai al di sotto dei tempi minimi indicati dalle singole ditte farmaceutiche.
Attualmente per tutti quegli strumentari non autoclavabili, non monouso e soprattutto così costosi da non poter permettere ad una endoscopia urologica di averne un numero sufficiente per poterne usare uno per ogni paziente di ogni singola seduta, i composti più usati, in quanto più efficaci, nella disinfezione/sterilizzazione sono a base di GLUTARALDEIDE, anche se essi presentano degli inconvenienti notevoli per chi li manipola, in quanto dotati di notevole potere irritante e tossico.
Solo ultimamente sta prendendo piede un nuovo preparato disinfettante "il sistema perossidico biodegradabile", comunemente chiamato "VIRKON R" che è stato presentato come dotato di buona attività, di minor tempo di azione e soprattutto di ottima maneggevolezza per il personale utilizzatore.
Ultimo ma non ultimo resta l'E.T.O. con tutti i suoi problemi.




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