LA FESTA DELLA BRUNA

E' sera. Tardi. Il cavaliere stanco, ha posato il suo elmo e la sua corazza, lucidi e troppo caldi per questo 2 luglio che sta per terminare.

Che giornata particolare, questa per la città! Ci si sveglia all'alba con i vocii ed i fischietti di tanti giovani (e non) che si accingono a partecipare alla Processione dei Pastori, un'occasione per ritrovarsi a correre, tenendosi per mano, per le strade dei rioni, percorse da spari, insieme ad un gruppetto di fedeli in preghiera.

A mezzogiorno ci saranno quasi tutti: l'Arcivescovo e i vari Monsignori, i Cavalieri, la banda, le forze dell'ordine, il piccolo extracomunitario con i suoi accendini da mille lire, il venditore ambulante di palloncini colorati, che attraverseranno la città in un corteo lento e festoso; sotto il sole cocente attendono il suo passaggio i tanti turisti incuriositi da questa manifestazione così fuori dal normale e i Materani stessi, finalmente "scovati" dalle loro case, con il vestito nuovo fatto apposta per la festa, così come accadeva alle generazioni passate quando si lasciava il lavoro dei campi per questo importante appuntamento da non perdere.

Alcuni anziani, sin dal mattino presto, hanno posizionato le loro sedie lungo il percorso del corteo per assicurarsi un posto in prima fila, possibilmente all'ombra di un albero, altri, nell'attesa hanno trovato un Po' di riposo sul muretto vicino al palco dell'orchestra che, illuminato a giorno, ha ospitato gruppi di musicanti, i quali, con i loro lucidi ottoni e brani tratti da opere più o meno famose, hanno allietato queste serate di festa.

Per le strade sono sempre più sbiaditi i colori delle figure disegnate pazientemente dai madonnari, che durante il loro lavoro hanno tanto attratto l'attenzione dei bambini. Ed ecco arrivare il corteo; al suo passaggio, da quel balcone in cui è steso un lenzuolo tutto ricamato, una signora lancia dei petali di fiori, quale gentile contributo ai colori e ai sapori della festa. E nell'aria le voci di commento per quella cavalla tanto bella, strigliata e spazzolata per questi suoi momenti di gloria, per quel cavallo assetato che poco si adatta ai velluti e a quel frastuono così diverso dal clima della sua amata stalla, e l'odore sgradevole dei loro bisogni liberamente mollati per strada.

Nel pomeriggio il gruppo si ricompone, e questa volta siamo al completo: c'è anche il carro trionfale, costruito col paziente lavoro di mesi da parte di alcuni cartapestai materani, raffigurante ogni anno un episodio diverso tratto dalle Sacre Scritture: Angeli più o meno grandi, vasi di fiori e cornici formano una coreografia suggestiva e sempre diversa nelle forme e nei colori. Quattro coppie di muli, guidati sapientemente da un auriga, lo traineranno per le vie della città con lo stesso corteo della mattina. Stavolta lo scenario è diverso: non più il sole ad illuminare la manifestazione, ma un'imponente "illuminazione" che, all'accensione, non può non provocare una esclamazione di meraviglia (è sempre la stessa da anni) da parte di tutti.

La festa sta per raggiungere il suo momento culminante; l'attesa si fa sentire sempre più fra la gente che affolla piazza Vittorio Veneto e tutte le strade che vi convergono; alcuni ragazzi, per vedere bene tutto lo spettacolo, si sono appollaiati sulle finestre di un edificio adiacente la piazza. In lontananza si vedono arrivare alcuni cavalieri che hanno deciso di staccarsi dal gruppo per tornare a casa, ... ed ecco che si sente, quasi impercettibile, il rumore delle ruote del carro sui lastroni di pietra .. è sempre più vicino ..eccolo in lontananza .. si avvicina ..è sempre più veloce .. è intatto. Tra la folla si apre un varco .. il carro è quasi al centro della piazza .. ed ecco i primi "devastatori" riescono a rompere la barriera umana di protezione per salire sul carro, rischiare i stracciarsi la pelle con i chiodi ed i pezzi di legno con cui questo è stato costruito, avere la meglio su altri ragazzi che sono riusciti a salire, formando una montagna di uomini aggrappati tra di loro, ed accaparrarsi un angioletto, un vaso di fiori, un pezzo di cornice, il braccio di un Santo o, se tutto va bene una delle grandi statue per intero, da mostrare come trofeo agli amici, nei giorni appresso.

Il tutto è durato pochi secondi, ed ecco che il carro è rimasto spoglio, uno scheletro che servirà per il prossimo anno e per il momento è trasportato via..... E' tardi , è passata la mezzanotte, ma ancora la città è in fermento: si attendono i fuochi d'artificio, l'ultima nota di colore in questa giornata faticosa e noi, affascinati da uno spettacolo tanto bello quanto effimero, ci dimentichiamo della bella cavalla strigliata e spazzolata dal suo cavaliere fiero e dei suoi velluti colorati, delle Madonne disegnate per strada, dei musicanti che abbiamo visto sudare e poi riposarsi un po', sapendo che ritroveremo tutto, uguale, l'anno prossimo.

LILIANA PAOLICELLI