Era verso mezzogiorno, il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra. L'immane dramma si conclude: Cristo muore sulla croce. Ma lunga è la via che lo porterà al Golgota, aspro il dolore, le ferite sono profonde. La passione di Gesù rivive ogni anno nei riti della Settimana Santa a Barile,alle pendici del Vulture. Diversi sono i tempi e le forme. E nella diversità sfilano i protagonisti, autentici verosimili fantastici, sono i figli di una terra antica, rinnovano l'atto di fede e vestono i panni delle Sacre Rappresentazioni, preparandosi con amore struggente al grande giorno.
Tre bambine di bianco vestite, ornate vistosamente di braccialetti, collane, ori: sono le tre Marie, reggono croci bianche guarnite con fiori d'arancio, che tutte le giovani coppie di sposi offrono volentieri per la cerimonia. Sul sinistro stendardo svetta una spugna, servirà a dissetare amaramente le labbra di Gesù morente. Il vessillo avanza alla testa di 33 ragazze, simboleggianti gli anni del figlio di Dio, e ciascuna sostiene un vassoio per mostrare gli oggetti della Passione, martello e chiodi, scala, spugna, il gallo che cantò 3 volte prima che Pietro rinnegasse il Signore, la corona di spine, le 30 monete d'argento, prezzo infame del tradimento di Giuda. Procede Anna con i 4 Sacerdoti del Sinedrio. Fra i soldati romani avanza Cristo alla colonna, percosso e fustigato, è coperto, da tutti sconosciuto, si sottopone a grandi sofferenze. Alle sue spalle Barabba e giudici si confondono con i soldati romani, ciascuno regge il capo di una fune con cui è legato Gesù.
Con solennità avanza Marta, statuaria, gli occhi fissi al suolo: è accompagnata da ragazze in abiti scuri e sandali, facendo sfoggio di monili aurei. Ad ognuna un cero. La solennità della Sacra Rappresentazione si interrompe: ecco la Zingara: colei che secondo la tradizione lucana, fornirà i chiodi rozzamente forgiati per la Crocifissione; li esibisce in un panierino insieme a martello e tenaglie. Si pavoneggia altezzosa e sprezzante, quasi di sfida, nella pettorina riccamente agghindata di monili aurei, mangia confetti e ne dispensa alla folla, e getta per terra ceci e confetti che serba nelle cocche del grembiule. Al suo fianco la Zingarella: entrambe incrociano passi di scherno, scortate a vista dai carabinieri per vigilare sui preziosi che il popolo solidale e partecipe mette a disposizione per un pomeriggio di passione e di morte.
Sulla via del dolore lo segue disperata l'Addolorata: è la ragazza più virtuosa del paese, si è nutrita di pane e acqua per tre giorni per rendersi degna di indossare i panni santi della Madre di Cristo.
Contrasta in tanto rigore di tragedia, il Moro, senza precisa identità, a zonzo tra i processionanti insieme al Moretto giocando a palla: disinteresse pagano al cospetto dell'umanità cristiana partecipe della Passione.
Il mesto corteo, intanto, si avvicina al Golgota, nel silenzio struggente del popolo che segue Gesù nell'atto finale della crocifissione. Gli occhi vorrebbero essere ciechi, le orecchie sorde, sono gli attimi tremendi, gli ultimi sulla via del Calvario, si alza il ritmo martellante dei chiodi che si conficcano nella carne di Cristo. Accanto gli sono i due ladroni, il buono e il cattivo ladrone. A quello buono Gesù promette: HODIE MECUM ERIS IN PARADISUM.
E fra lampi e tuoni, fulmini e bagliori, l'ultimo respiro, il grido lancinante scuote la terra, PADRE PERCHE' MI HAI ABBANDONATO? CRISTO E' MORTO.