Quaderni acp - volume 7 - numero: 7.2 Aprile 2000

 

 

Perché leggere ai bambini ad alta voce

 

 Cerasoli Giancarlo

 

E-mail: cercarlo@dada.it

Al congresso di Assisi l’ACP

e il Centro Salute del Bambino si sono impegnati in un nuovo progetto

chiamato “Nati per leggere”. Qui si tratteggiano le motivazioni

scientifiche derivate dalla letteratura che stanno alla base

del progetto. Ai colleghi suggeriamo anche di leggere il volumetto

di Rita Valentino Merletti “Leggere ad alta voce”, edizioni Montari.

È un libro che si legge in due ore ed è molto utile per pediatri e genitori.

 

 

L’editoriale di aprile di Quaderni acp e l’intervento di Rita Valentino Merletti al congresso ACP di Assisi hanno posto l’attenzione sull’aiuto che i pediatri possono fornire alle famiglie nel promuovere la lettura ai bambini di qualsiasi età, sia come strumento di valorizzazione del capitale sociale che come fattore protettivo nei confronti dell’insuccesso scolastico. Si fa riferimento al progetto USA "Reach Out and Read", lanciato dieci anni fa dal "Boston City" Hospital, con l’obiettivo di "utilizzare" i pediatri per aumentare la lettura ai bambini insegnando ai genitori che la lettura fa parte della salute del bambino (Quaderni acp 1999;6:3). In queste pagine si discutono i presupposti e le possibili strategie di questo intervento.

La difficoltà a leggere e scrivere è un problema che colpisce soprattutto i bambini che appartengono a famiglie in condizioni socio economiche svantaggiate e contribuisce ad incrementare il ciclo della povertà. L’incapacità di leggere a scuola è causa di disagio che porta a frustrazione e riduzione dell’autostima e può contribuire ad aumentare il rischio di abbandono scolastico, di disoccupazione, di gravidanze durante l’adolescenza, di comportamenti delinquenziali e, forse, anche di abuso di sostanze (Arch Ped Adolesc Med 1998;152:459).

Molti studi hanno dimostrato l’importanza del contatto precoce dei bambini con la lettura ad alta voce nel favorirne il successo scolastico (Dev Rev. 1994;14:245). I bambini iniziano a confrontarsi con il linguaggio scritto attraverso il quotidiano contatto con la lettura mediato dai loro genitori e da altri adulti. La qualità di queste esperienze precoci influisce sul loro linguaggio e sulla loro capacità di comprendere la lettura di un testo scritto all’ingresso a scuola.

Uno degli stimoli più importanti è il contatto con i libri per l’infanzia. I bambini capiscono presto che le parole stampate comunicano informazioni e quindi sono incuriositi dai libri e dalla loro lettura. Una lettura che si svolge nella famiglia in modo abituale può facilitare la transizione da una educazione intrafamiliare ad una scolastica, caratterizzata da comunicazioni del tipo domanda-risposta. I figli di genitori in condizioni socioeconomiche svantaggiate possiedono meno libri e, soprattutto, mancano di qualcuno che interagisca con loro leggendo, rispetto ai bambini delle famiglie più ricche di risorse umane e finanziarie. È importante quindi rivolgere in primis gli sforzi per promuovere l’apprendimento della lettura e della scrittura a questi bambini.

Una lettura ad alta voce, eseguita in modo interattivo può accrescere l’attenzione, la curiosità e la fantasia dei bambini (Quaderni acp 1999;6:2). Per ovviare alla dichiarata mancanza di tempo di molti genitori si può consigliare loro di dedicare alla lettura almeno il periodo che precede l’addormentamento del bambino, stabilendo così delle precise abitudini per facilitare il sonno.

Durante la lettura i genitori possono rendersi conto dell’interesse, delle espressioni e dei comportamenti dei propri figli molto più che durante il gioco libero. La lettura ripetuta può, inoltre, prevedere percorsi di complessità crescente: dalla semplice definizione degli oggetti rappresentati nel libro, alla classica lettura-racconto, fino alla creazione di favole che il bambino può inventare partendo dai materiali presenti nelle pagine del libro (J Child Lang 1978;5:1).

 

Le ricerche

I pediatri hanno un’opportunità speciale di incoraggiare i comportamenti che migliorano l’abilità dei bambini.

Il loro è un ruolo possibile: visitano regolarmente i bambini durante i bilanci di salute assicurando così un’importante continuità nella presa in carico del bambino.

Da loro i genitori si aspettano informazioni e consigli su come migliorare il benessere del bambino ed il suo apprendimento, e non solo su argomenti di natura "organica" (Arch Pediatr Adolesc Med 1998;152:255). Conoscendo i genitori i pediatri possono fornire informazioni per il loro bambino e trasmetterle entro un contesto di relazione interpersonale continuativa che facilita la comprensione e l’acquisizione delle informazioni (Pediatrics 1998;101:12).

Possono rendere le indicazioni date a voce più efficaci consegnando ai genitori anche materiali scritti, ovviamente preparati da esperti in letteratura dell’infanzia.

 

I metodi

Gli studi sulla promozione della lettura a voce alta ai bambini di età variabile tra i sei mesi ed i sei anni, appartenenti a famiglie in condizioni economiche svantaggiate, utilizzano tre diversi metodi, variamente associati tra loro (AJDC. 1991;145:881 Arch Pediatr Adolesc Med.1998;152:459 Pediatrics 1999;103:993).

 

La lettura ad alta voce effettuata da volontari nelle sale d’aspetto dei consultori o degli ambulatori. I volontari seguono un breve corso di formazione che li rende capaci di adattare la lettura all’età del bambino, catturandone l’interesse ed incoraggiandone la partecipazione. Il loro esempio dovrebbe coinvolgere positivamente i genitori, contagiandoli ed inducendoli, una volta tornati a casa, a leggere al bambino il libro donato dal pediatra.

 

I consigli forniti dai pediatri e dalle infermiere durante i bilanci di salute. I pediatri e le infermiere sono coinvolti in un percorso formativo sull’importanza della lettura a voce alta ai bambini. Durante il corso apprendono le strategie per incoraggiare i genitori a leggere ad alta voce ai propri figli, senza pretendere da loro un apprendimento della lettura troppo precoce. I consigli dati sono diversi da genitore a genitore in rapporto alle loro capacità di mettere in pratica i suggerimenti e all’età dei loro bambini. In alcuni casi vengono fornite informazioni, scritte in modo molto semplificato, su come, quando e dove rendere più piacevole per i bambini la lettura ed il contatto con i libri.

 

Il dono del libro per bambini durante le visite pediatriche. I pediatri all’inizio della visita di controllo regalano al bambino un libro usandolo come strumento della valutazione dello sviluppo psicomotorio e del linguaggio. Questi libri illustrati con figure vivaci contengono frasi scritte con un linguaggio semplice, trattano argomenti adeguati all’età dei bambini e sono fatti in modo da favorire l’interazione tra genitore e bambino. Nel caso di genitori provenienti da altri paesi e che parlano comunemente la loro lingua d’origine i libri contengono la traduzione del testo nella lingua del paese di provenienza.

Come indicatore dell’efficacia della strategia proposta è stato utilizzato il criterio delle risposte date dai genitori a distanza di alcuni mesi dall’intervento. L’abitudine nelle famiglie a leggere a voce alta ai bambini è stata considerata presente se i genitori affermavano di avere letto e guardato un libro od un giornale insieme al figlio nelle ventiquattr’ore precedenti l’intervista o almeno tre giorni alla settimana, oppure se avevano segnalato la lettura o il guardare insieme al proprio figlio un libro come una delle tre attività favorite dal bambino. Nei lavori considerati la durata dell’osservazione ha previsto da due a tre visite consecutive. L’intervento significativamente associato all’attitudine a leggere a voce alta in famiglia è risultato l’aver ricevuto un libro durante la visita pediatrica. I genitori che l’avevano ottenuto riferivano da quattro a sei volte più di quelli che non l’avevano avuto, l’interesse dei propri figli verso i libri. L’effetto positivo dell’intervento è mo

lto più forte nei confronti dei genitori che hanno un livello di istruzione più basso e vivono più isolati. Ciò può essere dovuto al fatto che per i bambini appartenenti alle famiglie più svantaggiate l’ostacolo maggiore all’interesse per la lettura è costituito proprio dalla mancanza dei libri. Nelle famiglie prese in esame, prima dell’intervento dei pediatri, il numero dei libri per bambini era, infatti, molto scarso in contrasto con la presenza di un buon numero di giocattoli adeguati all’età dei figli. Questo dimostrerebbe come le famiglie in condizioni economiche svantaggiate non ritengano, prima di un’adeguata sollecitazione, i libri importanti per lo sviluppo del bambino. Fornire libri alle famiglie può in questo caso non solo suggerire l’importanza che la lettura ha per una precoce stimolazione del bambino, ma anche e soprattutto dare concretamente i mezzi per affrontare la lettura. Il dono del libro può, inoltre, contribuire a coinvolgere di più la famiglia nell’interesse verso il benessere de

l bambino. È significativo il fatto che il numero di libri per bambini che si ritrova nelle famiglie aumenti significativamente, anche non considerando i libri regalati, dopo che è stato fatto l’intervento di sensibilizzazione da parte dei pediatri. Questo incremento può essere dovuto all’effetto positivo che la lettura ha sulla interazione adulto bambino che gli stessi genitori hanno constatato e che li ha spinti ad aumentare le loro risorse di lettura.

Se analizziamo le famiglie al cui interno è già presente l’abitudine a leggere ai figli, definito con le variabili descritte precedentemente, possiamo rilevare alcune caratteristiche (Pediatrics 1999;103:55). Rispetto alle famiglie dove l’abitudine non è presente esse risultano costituite, in un numero più elevato di casi, da nuclei biparentali formati da persone sposate o che, comunque, vivono insieme stabilmente; i genitori hanno un maggior grado di istruzione e leggono libri almeno qualche giorno alla settimana; nella loro casa vi è un rapporto adulti/bambini elevato, cioè vi sono più adulti che bambini; in casa si parla solo la lingua del paese in cui si risiede e ci sono almeno dieci libri per bambini. Si tratta quindi di famiglie con maggiori disponibilità economiche, come rivelato anche dal maggior numero di libri per bambini posseduti, e con migliori risorse umane e sociali. Ciò induce, ancora una volta, ad orientare lo sforzo verso le famiglie con minori risorse economiche e minore "capitale sociale" e a cercare di migliorare le variabili intrafamiliari più facilmente modificabili (Pediatrics 1998;101:12). Piuttosto che cercare di modificare le caratteristiche demografiche è opportuno cercare di aumentare gli aiuti economici alle famiglie in difficoltà, il numero di libri per bambini presenti nelle case, il numero degli adulti capaci di interagire in maniera positiva con i bambini tramite la lettura o l’utilizzo di libri illustrati, da colorare o da costruire.

 

Il possibile aiuto del pediatra

I pediatri possono avere un ruolo positivo nell’aiutare i bambini a crescere amando i libri e i genitori a trasmettere il piacere della lettura. Le strategie ambulatoriali utilizzate sono particolarmente efficaci nei confronti dei bambini che appartengono a famiglie che hanno meno risorse umane ed economiche, e sono a rischio maggiore di fallimento scolastico.

Già a cinque o sei mesi i bambini mostrano interesse verso le immagini dei libri illustrati e a quell’età i loro genitori sono particolarmente recettivi verso le informazioni fornite sullo sviluppo dei bambini. Questo permette ai pediatri di intervenire precocemente già durante i bilanci di salute del primo anno per fornire consigli appropriati sulla promozione della lettura a voce alta ai bambini e per donare libri adeguati alle famiglie; questo naturalmente non da soli, ma con la sostanziale collaborazione di una rete che li assista in questa operazione che può trovarsi nelle biblioteche per ragazzi, nelle biblioteche scolastiche, in quelle di quartiere, nelle amministrazioni comunali. Il progetto che l’ACP ed il Centro Salute del Bambino stanno studiando con la collaborazione dell’Associazione Italiana Biblioteche nasce da questa necessità di rete.Infatti, qualunque sia il tipo d’intervento scelto per sensibilizzare i genitori alla lettura ad alta voce con i propri figli, è necessario che esso faccia parte di un programma che prevede il coinvolgimento di altri gruppi professionali, quali i maestri ed i bibliotecari e gruppi di volontari. È importante, inoltre, promuovere e rinforzare periodicamente nei bambini l’interesse verso i libri e la lettura.

Per fare questo è necessario che ogni intervento venga progettato insieme agli operatori che possono garantire questa continuità, in particolare con i bibliotecari che lavorano nelle sezioni per l’infanzia.