Nobiltà e Titoli nelle Marche

 

 

Elenco delle Nobiltà, dei Titoli, dei predicati e delle qualifiche delle Famiglie marchigiane, viventi o estinte, con riferimento al singolo decreto originario di concessione e di conferma.

 

 

 

L’elenco aggiornato al 1946 - e quindi comprensivo degli estremi dei provvedimenti di grazia sovrana emessi negli Stati Preunitari, dei provvedimenti nobiliari di grazia sovrana (concessione, rinnovazione, convalida, assenso, abilitazione) emessi dal 1861 al 1946, emanati con Decreto Reale e di cui si conserva copia presso l’Archivio Centrale dello Stato, delle Regie Lettere Patenti di Regio Assenso, invece semplicemente trascritte nel registro della Consulta Araldica a partire dal febbraio 1891 sino al 11.3.1931, data dell’ultima lettera patente - è stato completato, a tutt’oggi, con i provvedimenti nobiliari di Grazia Sovrana elargiti da Sua Maestà il Re Umberto II prima come Re d’Italia (dal 16.5.1946 al 1.6.1946, per 66 provvedimenti in tutto), poi dall’esilio (dal 10.2.1950 al 27.12.1982), e con i provvedimenti di giustizia emessi dal Corpo della Nobiltà Italiana, dall’anno della sua costituzione, voluta da Sua Maestà Umberto II, a tutt’oggi.

I provvedimenti di giustizia trattati con esito favorevole dalla Commissione Araldica per il Lazio, per l’Umbria e le Marche del C.N.I., dal 1957 a tutt’oggi, sono pari a 20. 

A queste precedenti consultazioni sono da aggiungere le disamine effettuate sui titoli italiani pontifici concessi ad italiani dopo il 1870 e sugli elenchi degli ultimi riconoscimenti governativi nobiliari, detti di giustizia, fino al 1946, non comparenti sul Bollettino Ufficiale della Consulta Araldica che ha cessato la sua esistenza col n. 45, edito a Roma nel 1942 dalla Libreria dello Stato, relativo al 21.12.1940.

 

Per le concessioni da parte della Repubblica di San Marino, ove possibile e per ogni singola famiglia, verranno riportati gli estremi del provvedimento.

 

Per le nobiltà decurionali, verrà riportata la città, non sempre coincidente con quella d’origine della famiglia e, ricordiamo, non rappresentante predicato territoriale; se menzionata, in assenza del nome di città, semplicemente la nobiltà, questa sarà indicativa di altra origine, in genere definita generica, o di impossibilità di far riferimento al provvedimento di aggregazione ed, addirittura, alla città relativa. 

Ove possibile, è riportato per ogni singola famiglia l’anno di aggregazione.

Per queste famiglie sono partito dal presupposto che, se non espressamente negata la trasmissibilità nel Regio Pontificio rescritto di assenso all’aggregazione, la nobiltà doveva considerarsi estensibile ai familiari e discendenti, ad infinitum, anche in mancanza della formula esplicita di rito.

Se l’anno di aggregazione al ceto nobile non compare, ciò è legato al fatto che per le famiglie più antiche, spesso risulta indaginoso, se non impossibile, risalire alla consultazione dei registri, verbali di adunanza, libri d’oro ecc. di ogni singola città; per le famiglie di più recente ricezione, comprese dopo la riforma di Leone XII, se non comparisse l’anno di aggregazione, deve presupporsi che il nome citato fosse compreso fra quelli dei Consultori di ogni singola Deputazione Araldica, cosa che, in re ipsa, depone per certa nobiltà. A tal fine ho citato, per ogni singola famiglia e quando rinvenuti, il numero dei Gonfalonieri, dei Consultori e dei Priori annoverati.

Ho omesso i titoli, mai poi riconosciuti dala Consulta Araldica del Regno (se non in qualche eccezione, nei modi e nei tempi previsti, per antico possesso, in particolare i comitali), comparenti nei verbali di adunanza, negli elenchi e registri cittadini ecc. oltre che e nella documentazione, anche ufficiale, proveniente dalla Segretaria di Stato, in quanto trattavasi più di denominazione d’uso, prevalentemente di rispetto, che di diritto reale ricollegabile a brevetto originario di concessione o di modo invalso per rimarcare concretamente la distinzione tra antiche famiglie patrizie e nobili, non più evidente dopo la riforma leonina. Vedi mio scritto precedente.

 

Di ogni singola Famiglia è citata la città di origine (non necessariamente marchigiana, non sempre neanche dello Stato della Chiesa), il numero di Cavalieri avuti nell’Ordine di Malta (di Onore e Devozione o di Giustizia, che saranno rispettivamente indicati con MD e MG) e nell’Ordine di Santo Stefano di Toscana (che sarà indicato come SST) così come riportato dal dottore Carmelo Arnone, uno tra i maggiori storici in scienze araldiche che la storia ricordi, nella sua pubblicazione “Il dizionario della Nobiltà Marchigiana“ che vide la luce negli anni ’50 per i tipi della Industria tipografica Egiziano Venturini di Ancona. Per queste famiglie (considerato che il riferimento viene riportato unicamente a categorie che richiedevano prove nobiliari per l’ingresso e che quindi risulta incontestabile ogni diritto relativo a titolature o predicati), e dai relativi rigorosi processi di ammissione, risultano anche gli estremi di ogni pregresso provvedimento nobiliare.

Qualche rara citazione è stata inoltre introdotta per i soggetti insigniti dell’Ordine della Giarrettiera, dell’Ordine della Croce Stellata di Maria Teresa, dell’Ordine di San Michele di Baviera, dell’ Ordine Piano, dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, dell’Ordine Supremo di Cristo ecc., perchè l’ammissione in questi Ordini o avveniva, se non data per scontata la nobiltà dell’insignito, a seguito di processi nobiliari, o rappresentava, il conferimento di per se, titolo primordiale di Nobiltà per l’insignito. Vedi poi circa l’Ordine Supremo di Cristo e l’Ordine Piano.

Infatti, secondo la dottissima introduzione elaborata dal Marchese Aldo Pezzana Capranica del Grillo ai “ Processi del Sovrano Militare Ordine di Malta “, edito dal Conte Carlo Alberto Bertini Frassoni: “L’ammissione in via di giustizia negli Ordini cavallereschi che richiedevano prove nobiliari, quali in Italia l’Ordine Costantiniano di San Giorgio, L’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, l’Ordine di Santo Stefano di Toscana, oltre il Sovrano Ordine di Malta, è prova del titolo primordiale di nobiltà“. 

Delle recezioni nell’Ordine di Malta, dell’Ordine di Santo Stefano di Toscana e dei SS. Maurizio e Lazzaro, verranno citati solo il numero dei Cavalieri di cui si è rinvenuta prova.

Per la descrizione dello stemma di ogni singola famiglia si ricorda che per quelle passate all’Ordine di Malta, ogni singolo stemma può rinvenirsi presso il Magistero dell’Ordine in Roma, per quelle passate all’Ordine di Santo Stefano di Toscana, presso l’Archivio di Stato di Pisa; per gli stemmi non compresi tra questi sarà di buon ausilio la consultazione del Libro d’Oro della Nobiltà Italiana edito dal Collegio Araldico di Via Santa Maria dell’Anima in Roma prima da F. Pasini Frassoni, poi da C.A. Bertini Frassoni e quindi ancora da R. Colonnello Bertini Frassoni, o l’insuperato Annuario della Nobiltà di G.B. e poi di G. Crollalanza, Pisa e Bari 1879-1905, o ancora l’Enciclopedia Storico Nobiliare diretta da V.Spreti, Milano 1928-1935.

 

Ho riportato - anche se risulta estremamente difficoltoso ricostruire gli elenchi relativi perchè mai pubblicati, quantomeno con la categoria di appartenenza - accanto al nome della famiglia, i conferimenti di onorificenze da parte dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro, Ordine dinastico della Real Casa di Savoia: da ricordare che dal 1831 a tutt’oggi, a seguito delle Regie Magistrali Patenti del 9.12.1831, Re Carlo Alberto di Savoia abolì la distinzione tra i decorati dell’Ordine in virtù della sola Nobiltà e quelli ricevuti per meriti eminenti. L’opera di demolizione delle demarcazioni nobiliari - a nostro modesto avviso devastante per il prestigio dell’Ordine – fu terminata da Vittorio Emanuele II che con RR.LL.PP. del 16.3.1851 trasformò l’Ordine, dall’originario carattere militare-religioso, in Ordine di semplice merito, riconfermando inoltre la soppressione della classe dei Cavalieri di Giustizia con prove di Nobiltà, già deliberata il 4.9.1849.

Parimenti ho riportato accanto al nome di ciascuna famiglia il numero dei Porporati, dei Santi, e dei Beati a ciascuna appartenuti o delle alte cariche (Delegati Apostolici, Auditori di Sacra Rota ecc.) nella gerarchia amministrativa ricoperte, indubbio motivo di merito nello Stato della Chiesa se non addirittura il motivo giustificativo dell’aggregazione, germe stesso della futura nobiltà decurionale.

 

 

Qualora sia stata rinvenuta la concessione, di questa saranno citati gli estremi e la forma di trasmissibilità, senza con ciò voler entrare nel merito della sull’esattezza di una spettanza di un titolo ad un nominativo anzichè ad un altro della stessa famiglia, perchè ciò avrebbe comportato un lungo lavoro di ricerche genealogiche. Per lo stesso motivo il nome di qualche famiglia può risultare ripetuto avendo incontrato difficoltà nell’accertamento dei vari rami e della forma di trasmissibilità del titolo originario. 

Naturalmente dei molti nomi di famiglia comparenti nel seguente elenco, attualmente circa la metà risulteranno estinte o non più conosciute nella città di origine perchè emigrate da tempo; da rimarcare che sopratutto per le nobilitazioni decurionali concesse dopo la riforma di Leone XII, molte famiglie sono all’oscuro o dimentiche di questo, se pur non troppo antico, ma certamente glorioso passato.

Ciò non di meno si son voluti citare gli estremi perchè per queste famiglie i discendenti legittimi potrebbero sempre invocare un riconoscimento ufficiale per giustizia da parte del C.N.I.: come ho ricordato, la Nobiltà non si prescrive!

 

Non sono riportati, se non per poche eccezioni, i titoli concessi come personali, anche se elargiti a famiglie di per se Nobili, in quanto non trasmissibili.

Ricordo al proposito che nella La Repubblica di San Marino, se la concessione del Patriziato la formula della trasmissibilità rappresentava pressochè la regola, la concessione del titolo nobiliare si accompagnava, se non per qualche eccezione, al conferimento rigidamente “ad personam”.

 

Si ricorda che nelle concessioni pontificie raramente vien fatta menzione dello stemma anche perché nei secoli passati, l’uso dello stemma fu completamente libero, non costituendo necessariamente indizio di Nobiltà ma solo un carattere di differenziazione fra una famiglia ed un'altra (stemma di cittadinanza). Gli stemmi familiari di cittadinanza si differenziano dai nobiliari veri e propri per non essere sormontati da corona o, per scopi grafici d’elemento di equilibrio decorativo, da semplice elmo, a visiera necessariamente chiusa, di profilo.

 

“ Nei secoli più recenti gli stemmi diventarono patrimonio esclusivo ed indispensabile della Nobiltà e dei titolati se sormontati da corone; sotto l’influsso delle teorie francesi, piemontesi, ed austriache il Governo Italiano,dopo il 1870, fece oggetto di concessione sovrana , oltre gli stemmi dei titolati, anche quelli di cittadinanza e sottoposti ad autorizzazione governativa quelli già in uso, richiedendo però la prova del possesso pubblico e pacifico di essi per un periodo di 60 anni prima , che fu poi elevato a 150 anni, ed unito ad una distinta civiltà, cioè accompagnato dalla prova che la famiglia, quando la società era divisa in classi, aveva occupato un posto intermedio fra la nobiltà ed il popolo”.Arnone “dizionario della Nobiltà e dei Titoli e degli stemmi delle famiglie marchigiane “.

 

Non verranno volutamente riportati i recenti provvedimenti nobiliari melitensi considerato che, soprattutto negli ultimi tempi, questi, sotto le mentite spoglie di provvedimenti di giustizia, hanno, in realtà, costituito sostanziali provvedimenti di grazia, e quindi, proprio perché tali, invalidi per l’origine e quindi illegittimi. Nella certezza che il tempo saprà far giustizia di questi impostori, e dell’onorabilità dei loro pronubi, si riporta integralmente la risposta fatta dal Commissario del Re, Barone don Antonio Manno, al Nobile Felice Calvi nella prima adunanza delle Commissioni Araldiche al V Congresso Storico Italiano: “ Le cause di Nobiltà, al pari delle cause di Libertà, non si prescrivono mai “.

 

La consultazione delle Regie Lettere Patenti di Regio Assenso si è resa necessaria per spiegare i trapassi legittimi, dei quali non si trova traccia fra gli altri vari provvedimenti di grazia, dei titoli da una famiglia ad un'altra.

 

“ L’assenso costituì una forma di concessione Sovrana, la quale, se per i caratteri si avvicinava alla rinnovazione, però ne differiva, perché la rinnovazione presupponeva un titolo considerato estinto per mancanza di successibili. Mentre l’assenso prevedeva taluni casi di estinzione di titoli pervenuti, per via di successione femminile in una famiglia diversa da quella che aveva avuto la concessione originaria. I casi cui si applicava costituivano un’eccezionale deroga alle norme ordinarie della successione nobiliare del 1926 e del 1927 ed esso poteva essere accordato dal Sovrano in considerazione di speciali circostanze e dei caratteri di importanza dal punto di vista delle memorie che poteva avere la conservazione dei titoli nobiliari in una determinata famiglia. Con detto ordinamento del 1929 le Lettere Patenti di assenso cessarono di costituire una forma a se stante di provvedimenti sovrani di grazia, dato che tutti gli atti del genere avrebbero dovuto essere emanati con un formale decreto reale. Di fatti l’ultima lettera patente di regio assenso citata dal bollettino è dell’11.3.1931”. Arnone, opera citata.

“ Al fine quindi di identificare i trapassi legittimi dei titoli da una famiglia ad un'altra, si rendeva necessaria una raccolta delle Regie Lettere Patenti di assenso rilasciate a tale scopo dai Sovrani dopo la formazione del Regno, raccolta che avrebbe dato la spiegazione di taluni trapassi dei quali non si trova traccia fra gli altri provvedimenti di grazia.

Regie Lettere Patenti (RR.LL.PP.) erano chiamate nel diritto nobiliare italiano la forma meno solenne, ma più riservata, della manifestazione della volontà sovrana sciolta da ogni vincolo e costituente unica fonte legislativa in materia di onori, diretta ad autorizzare l’assunzione, l’uso e la trasmissione di titoli, qualifiche nobiliari, trattamenti e stemmi.

Il vocabolo patente deriva dalle medioevali litterae patentes, consistenti in diplomi regi che erano trasmessi aperti (a distinzione delle litterae clausae) e la cui autenticità veniva comprovata da un sigillo appostovi dalla cancelleria, con i quali il Sovrano rendeva noto a ciascuno (dal latino patere) la sua volontà insindacabile di Principe assoluto, e che quindi aveva valore di legge.

Dal secolo XVI con queste lettere patenti furono concessi dai Sovrani privilegi di varia natura, derivanti dalla larga concezione dei diritti di regalia.

Il termine patente fu adottato in Francia, da dove passò in Piemonte. Nel Regno di Sardegna (Piemonte, Liguria, Sardegna,) le lettere patenti furono regolate dal Codice Sardo del 1837 che prescriveva la procedura per la loro formazione. Esse dovevano portare la firma del Re, la controfirma del Capo del Dicastero che le sottoponeva alla firma sovrana, il visto di due ministri e del Controllore Generale, i quali dovevano prima esaminarle, e, trovandovi delle difficoltà a darvi corso, potevano restituirle al Re. In oltre le lettere dovevano essere interinate, ossia registrate dai Senati e dalla Camera dei Conti, i quali potevano sospenderne la registrazione e fare le opportune rimostranze, nel caso che esse non fossero, al loro parere, conformi al Regio Servizio.

Esse corrispondevano ai moderni decreti reali e servivano a concedere, fra gli altri diritti di regalia, titoli nobiliari, qualifiche, trattamenti, stemmi, o ne autorizzavano i trapassi e le modificazioni.

Negli altri stati preunitari italiani non si faceva uso del termine Lettere Patenti, ma si adoperava quello di Privilegio o Diploma, firmato dal Sovrano, e di Breve negli Stati della Chiesa, il quale però veniva rilasciato in nome del Pontefice a firma del Cardinale Segretario dei Brevi Apostolici fino al 29.6.1908, e successivamente dal Cardinale Segretario di Stato, e di Chirografo se scritto tutto di pugno dal Pontefice o dal Sovrano.

Appare così nella legislazione italiana questa nuova forma (ma come si è visto, antica nel Regno Sardo) di manifestazione della volontà Sovrana, che si concretava nelle Lettere Patenti, senza che queste fossero precedute da apposito Decreto Reale, come avveniva per tutte le altre forme di provvedimenti di grazia. L’assenso regio, infatti, già esisteva in Piemonte fin da prima dell’abolizione della feudalità, e chiamatasi Abilitazione, Gradimento, Licenza.

Col nome di Beneplacito venne accordato anche dopo il 1860 e fino al regolamento del 1896.

Si hanno così due tipi di Lettere Patenti, l’uno derivativo come documento comprovante l’avvenuta emanazione di un decreto reale di concessione, conferma, rinnovazione e riconoscimento di titoli nobiliari, qualifiche e stemmi.; l’altro come manifestazione originaria a se stante della volontà sovrana, nei casi di beneplacito o di assenso, senza che essa assumesse la forma del Decreto Sovrano.

In oltre mentre i Decreti Reali, giusta l’art. 30, venivano conservati in originale presso la Consulta Araldica e trascritti in un apposito registro presso l’Archivio di Stato di Roma, le Lettere Patenti venivano solo trascritte nell’apposito registro della Consulta, mancando così per esse quella forma di maggiore solennità ed importanza attribuita ai decreti, per il fatto della loro trascrizione nell’Archivio di Stato.

L’anzidetto Assenso, che fu usato con larghezza di criteri tanto da consentire il trapasso di titoli anche fra famiglie non legate da vincoli di parentela entro il sesto grado della successione nobiliare, e talvolta soltanto da vincoli di affinità, doveva trovare poi larga applicazione per effetto del R.D. 16.8.1926 N.1489, modificato dal R.D. 16.5.1927 N. 1091, sullo statuto successorio.

L’ordinamento nobiliare 21.1.1929 N. 61 stabilì, all’Art.6, che i provvedimenti nobiliari, secondo la loro natura di atti Sovrani di grazia o di atti governativi di giustizia, sarebbero stati emanati mediante Decreto Reale o per decreto del Capo del Governo; All’Art. 9 che alla persona in favore della quale era stato emanato un decreto Reale veniva spedito un diploma in forma di R.R. L.L. P.P. sottofirmate dal Capo del Governo, trascritte a cura del Cancelliere in speciale registro presso la Consulta Araldica, e all’Art. 10 definì l’assenso come l’atto col quale il Re prestava il proprio consenso ai provvedimenti indicati negli articoli 59, 60 e 65 dello stesso ordinamento”.  Arnone, Riv. Ar., marzo-aprile, 1951. 

 

Le più antiche famiglie nobili o titolate, non comparendo né come oggetto di provvedimenti nobiliari di Sovrana Grazia durante il Periodo del Regno d’Italia né come oggetto di Regie Lettere Patenti, trovano il loro posto nei riconoscimenti governativi di giustizia e quindi nell’Elenco Ufficiale del 1921, del 1933 e del 1937. Tali Elenchi Ufficiali erano per gran parte comprensivi anche delle numerose nobilitazioni decurionali avvenute sotto Leone XII, poi pubblicate nella Rivista Araldica tra il 1950 ed il 1957 a cura del Conte Carlo Augusto Bertini Frassoni.

 

L’elenco d’appresso è stato completato consultando l’enumerazione dei titoli nobiliari pontifici emessi dal Sovrano Pontefice dal 1870 a tutto il 1950 anche se, a seguito del Concordato con la Santa Sede, il Regio Decreto del 10.7.1930 N.974, con l’Art.6, estendeva l’autorizzazione all’uso nel Regno dei titoli nobiliari e stemmi pontifici concessi a cittadini dello Stato della Città del Vaticano. “Questo perchè per lunghi anni tali titoli non furono riconosciuti dal Governo italiano, crandosi così un imbarazzante situazione per gli insigniti, che, pur avendone diritto, non potevano usarne nel Regno. Questa situazione che si trascinava dal 1870 non poteva sfuggire al lungimirante occhio del Duce, che, nell’intrapresa opera di riordinamento interno, amministrativo, e legislativo, volle anche sistemare questa questione. Infatti in un adunanza dell’ottobre 1924, il Consiglio dei Ministri, presa in esame la cosa, deliberava di autorizzare l’uso nel Regno dei titoli stessi, previa istanza degli interessati “. Dott. Gemma Martinuzzi, Titoli di Nobiltà, 1930. 

Tale ultima consultazione si è resa necessaria, nonostante la premessa che avrebbe fatto presupporre che ogni singolo nominativo risultasse nell’elenco delle Regie Lettere Patenti, comprensive degli assensi all’uso nel Regno, perché non poche famiglie, vuoi per estinzione, vuoi per noncuranza o altro, non si erano preoccupate di chiedere al Governo Italiano l’autorizzazione.

 

Le fonti per i titoli nobiliari pontifici si rifanno principalmente a tre studi: il primo di G.d’Erri, “Elenco dei titoli pontifici conferiti dopo il 20.9.1870” sino al 1912, anno della pubblicazione e da me già citato in altro scritto; il secondo di G. Martinuzzi “ Titoli di Nobiltà concessi dai Sommi Pontefici dopo il 1870 ed autorizzati all’uso nel Regno “ e comprendente,sino al 1929, 76 famiglie per un totale di 89 concessioni; il terzo dell’ Arnone “ Titoli nobiliari pontifici concessi ad Italiani dopo il 1870 “, comprendente anche famiglie non autorizzate all’uso, per mancanza di richiesta al Governo Italiano o famiglie decorate del titolo di nobile, non per diretta concessione del Sovrano Pontefice, ma in dipendenza dell’essere gli insigniti decorati dell’Onorificienza di Commendatore , Commendatore con placca (con annessa Nobiltà personale) e Cavaliere di Gran Croce (con annessa Nobiltà trasmissibile) dell’Ordine Piano , sino al 1950.

Da rimarcare che prima del Concordato del 1929 tali onorificenze dell’Ordine Piano venivano concesse unicamente a persone già in possesso nobiltà come riconoscimento e riconferma della nobiltà stessa “ … che era ritenuta qualità e non titolo “.  Solo dopo il 1929 “… adattandosi i Pontefici ai criteri moderni di considerare titolo quello di Nobile da potersi conferire e quindi avulso dallo stato precedente di Nobiltà, furono le decorazioni stesse conferite a non nobili ….”                          rendendo così la Nobiltà collegata alle gerarchie dell’Ordine Piano non solo personale ma addirittura trasmissibile.

A tal proposito l’Arnone come commento di prefazione alla precedente opera citata: “ Difatti solo ai Camerieri Segreti di Spada e Cappa ed agli Ufficiali Superiori della Guardia Nobile, che per l’ammissione a tali cariche devono provare la Nobiltà della loro famiglia, venivano conferite in passato le onorificenze dell’Ordine Piano, mentre ai Camerieri d’Onore di Spada e Cappa ed agli Ufficiali dei Corpi Armati Pontifici, pei quali non occorre la prova della Nobiltà, erano conferite le onorificenze degli Ordini Pontifici di San Gregorio Magno o di San Silvestro. E’ consuetudine poi dei Pontefici di conferire, assieme alla nomina a Comandante della Guardia Nobile, la Gran Croce dell’Ordine Piano ed il Collare dell’Ordine Supremo del Cristo.

Tale travisamento di cose determinò una inflazione di Nobili derivante dalla decorazione dell’Ordine Piano (sia pure, per la maggior Parte, solo a carattere personale), che fu molto ricercata da Ministri ed alti funzionari del Governo Italiano (vedi ad esempio Luigi Federzoni, Costanzo Ciano, Araldo di Crollalanza, Dino Grandi, Francesco Maria Taliani de Marchio ecc.) e richiesta in sostituzione di altre onorificenze pontificie anche di grado superiore, e fu certamente causa determinante dell’abolizione, sancita con breve 11.11.1939, del regnante Pontefice Pio XII della Nobiltà annessa all’Ordine stesso, il quale era finito con l’essere ritenuto superiore all’Ordine Supremo del Cristo, che non apporta la Nobiltà.

Comunque la raccolta consente di trarre la deduzione che i Pontefici hanno, nella maggior parte dei casi, effettuato la concessione dei titoli a persone già provviste della Nobiltà civica o di altri titoli, sia pure appartenenti a rami cadetti, e che, contrariamente alla opinione comune, i titoli pontifici possono essere poggiati, oltre che sul cognome, anche su predicati onorifici a carattere religioso (nome di Santi) come si rivela specialmente dai titoli concessi dopo il 1870 a non italiani “. 

 

Superbo contributo alla stesura dell’elencazione è stato dato dalla ricerca effettuata dal Conte Carlo Augusto Bertini Frassoni sui documenti esistenti nell’Archivio Segreto vaticano (compilati dai Cardinali Legati o dai Prelati Delegati in seguito al Motu Proprio di Pio VII del 6.7.1816 ed alla Circolare riservata, ai medesimi inviata, del 14.5.1823) e del S.M. Ordine di Malta (Memorie trasmesse dalle Città comprese nei limiti del Gran Priorato di Roma del S.Ordine Gerosolimitano in risposta ai quesiti proposti dalla Nobile Deputazione della Veneranda Lingua d’Italia per il Rotolo da presentarsi al Capitolo Generale nell’anno 1776) relativamente all’ordinamento della Nobiltà nello Stato Pontificio sino al 1828 (Pubblicati sulla Rivista Araldica negli anni dal 1924 al 1930 e sull’introvabile “La Nobiltà nello Stato Pontificio”, dello stesso autore).

I nomi delle famiglie comparenti in questi elenchi saranno contrassegnate con il simbolo (§) e, come già usato dal Conte Bertini Frassoni, con simbologia X verranno indicate le famiglie la cui antichità di aggregazione è anteriore al 1532.  

Indi dalle successive ricerche (pubblicate nella Rivista Araldica dal 1950 in poi) circa l’elenco dei cognomi delle famiglie aggregate al Ceto Nobile in ogni Legazione e Delegazione dello Stato, dal 1828 al 1866, in seguito al Motu Proprio di Leone XII del 21.12.1827 con le trasformazioni della amministrazione pubblica ivi disposte.

Altrettanto dicasi per gli studi redatti dall’Istituto di Storia ed Economia e Sociologia dell’Università di Ancona; dall’Istituto di Storia medioevale e moderna dell’Università di Macerata; dal dipartimento delle scienze storiche dell’Università di Perugia; dall’Istituto Metodologico, Metodico e Statistico dell’Università di Urbino; dalla consultazione del catalogo delle famiglie Patrizie e Nobili della città di Tolentino redatto dalla Deputazione nominata in forza dell’art. 219 del Sovrano Motu Proprio 21.12.1827 e del Venerato Dispaccio di Segreteria di Stato del 21.2.1828; dagli elenchi dei Deputati a riformare gli Statuti, dei Priori estratti e gli Oratori del Consiglio di Cernita o Credenza del XV e XVI secolo; dagli atti del XXXII Convegno di Studi Maceratesi per l’elenco dei Consiglieri Numerari per il Consiglio Generale in terra Ducale di Civitanova; dagli elenchi delle famiglie che costituirono la Nobiltà di Reggimento di Recanati; Elenco delle famiglie di Iesi azioniste della Cassa di Risparmio del Prof. Giovanni Annibaldi; dal dizionario degli uomini illustri di Ancona di F.Lancellotti; l’elenco delle concessioni della Repubblica di San Marino.

Qualche colorita notizia ulteriore su alcune famiglie è tratta da una pubblicazione dell’Arnone sul “Patriziato e la Nobiltà Anconetana” stilato per le onoranze del Patriziato Anconetano in occasione dell’insediamento a Delegato Apostolico Straordinario della città, Monsignor Giovanni dei Marchesi Rusconi, nel 1847.  

 

Per predicati territoriali feudali e per altre notizie circa le famiglie marchigiane che quivi risultassero mancanti, prego far riferimento al mio precedente scritto “Titoli, Nobiltà e predicati territoriali marchigiani“. Tale mio lavoro serve anche a riempire le lacune lasciate dai diversi compilatori che mi hanno preceduto - compresi gli Elenchi Ufficiali del Regno d’Italia di cui sopra -, lacune che si spiegano perchè o le famiglie trascuravano di far riconoscere tutti i loro predicati, oppure perchè le varie Commissioni Regionali, e poi la Consulta Araldica presso il Ministero degli Interni, tennero presente soltanto il più noto, reputando forse inutile occuparsi degli altri.

Ho pertanto notato tutti quei predicati (oltre a quelli ufficialmente riconosciuti e risultanti dal Dizionario dei Predicati della Nobiltà Italiana curato dalla Consulta Araldica del Regno ed edito sotto l’alto patronato della Presidenza del Consiglio dei Ministri), che dai miei studi è risultato si posseggano (o siano stati posseduti da famiglie oggi estinte) virtualmente dalle famiglie nominate.

Giova ricordare, a proposito dei predicati feudali, che molti predicati sentonsi ripetere con due titoli differenti, come pure un identico titolo con lo stesso predicato può sentirsi attribuito a famiglie diverse.

Il primo fatto si spiega tanto perchè i Sovrani attribuirono allo stesso feudo diversi titoli, quanto per trattarsi di diversi paesi feudali omonimi, situati in territori diversi. Al secondo fatto si da ragione perchè il Sovrano accordò un titolo a chi gli piacque, senza tener conto del diritto altrui: diritto cui, in caso di protesta, non potè negar ragione, producendo così che due famiglie distinte si trovassero riconosciute nel diritto ad usare uno stesso titolo, o uno stesso predicato.

Ho ricordato anche quei predicati che sebbene provenienti da paesi ubicati in altre province italiane o all’estero, sono usati da famiglie marchigiane o in questa regione domiciliate.

 

Ho contemplato, nelle titolature e nei predicati, soltanto le famiglie private e non le Case Sovrane, perchè nelle famiglie di origine sovrana, il conferimento dei titoli ai membri di esse non ha mai seguito le norme generali di successione; in oltre è difficile confondere nelle storie il nome di un Principe di Casa Sovrana che giustamente si accompagna ad un titolo ed al predicato.     

 

Gioverà ricordare le fonti legislative riguardanti la feudalità e la regolamentazione della Nobiltà nello Stato della Chiesa:

 

1) Bolla di Innocenzo IV del 20.6.1355.

2) Bolla di Paolo II del 1.3.1467.

3) Bolla di Innocenzo VIII del 7.5.1492.

4) Bolla di Pio IV del 17.11.1565.

4) Bolla di Pio V del 16.1.1566.

5) Bolla di Pio V del 29.3.1567.

6) Bolla di Pio V del 1.6.1568.

7) Bolla di Gregorio VIII del 27.5.1572.

8) Bolla di Sisto V del 1.6.1585.

9) Bolla di Sisto V del 18.3.1586.

10) Bolla di Gregorio XIV del 19.12.1590.

11) Bolla di Gregorio XIV del 10.9.1591.

12) Bolla di Innocenzo IX del 4.11.1591.

13) Bolla di Clemente VIII del 25.6.1596.

14) Bolla di Paolo V del 29.3.1606.

14) Bolla di Urbano VIII del 30.3.1624.

15) Bolla di Urbano VIII del 15.12.1630.

16) Bolla di Urbano VIII del 13.9.1631.

17) Bolla di Urbano VIII del 14.8.1641.

18) Bolla di Urbano VIII del 9.4.1642.

19) Bolla di Urbano VIII del 7.6.1644.

20) Bolla di Innocenzo X del 13.11.1644.

21) Bolla di Alessandro VII del 5.11.1660.

22) Bolla di Alessandro VII del 1.2.1661.

23) Bolla di Clemente IX del 3.4.1669.

24) Breve di Clemente IX  del 15.5.1671.

25) Chirografo di Innocenzo XI del 18.2.1689.

26) Bolla di Innocenzo XII del 17.6.1697.

27) Chirografo di Clemente XI del 1.10.1704.

28) Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726.

29) Bolla di Benedetto XIV del 12.6.1748.

30) Chirografo di Benedetto XIV del 13.7.1748.

31) Chirografo di Clemente XIII del 16.1.1768.

32) Consulta Straordinaria per gli Stati Romani del 24.7.1809.

33) Delegato Apostolico Rivarola del 13.5.1814.

34) ProSegretario di Stato del 30.7.1814.

35) Motu Proprio di Pio VII del 6.7.1816.

36) Motu Proprio di Leone XII del 21.12.1827.

 

D’estrema importanza il Motu Proprio di Leone XII con il quale fu riformata l’amministrazione dello Stato per le importanti implicazioni in campo nobiliare in particolare agli articoli 214, 215, 216 e 217 nei quali era prevista oltre alla trasformazione della gestione delle città con reggenza trasformata in due soli ceti (Nobile e Civico, rimanendo abolita la distinzione fra Patrizio e Nobile) anche la prerogativa di nuove ammissioni, nonché di aggregazioni, riservata direttamente alla Sovrana Santità. Nella documentazione ufficiale dopo il 1827 pertanto i Patrizi in quasi tutte le città della regione assunsero per consuetudine il titolo di Conte ed i titoli nobiliari, qualunque fosse stata la forma di trasmissibilità nella concessione, venivano assunti da tutti i membri della stessa famiglia.

Ciò spiega perchè eventuali elenchi dell’epoca compilati nelle varie Delegazioni e Legazioni pontificie non fanno menzione del titolo di Patrizio, “ma qualifica Conti i membri delle antiche famiglie già appartenenti al Patriziato, e chiama Nobili tanto i discendenti dei Patrizi, ascritti alla magistratura civica dopo il 1827, quanto coloro che appartenevano già al ceto Nobile, o che pur provenendo dal ceto cittadino, venivano ascritti dopo la data stessa al Ceto Nobile per nomina pontificia, in seguito a proposta dell’amministrazione civica e col parere favorevole della Deputazione Araldica locale”. Carmelo Arnone, Il Patriziato e la Nobiltà Anconetana nel 1847, Riv. Aral.      

 

            Di notevole interesse per l’attuale studio la bolla di Urbano VIII che permetteva ai Nobili anconetani di esercitare l’arte della lana e della seta, nonchè la negoziazione di alcune merci, senza pregiudizio per la condizione nobiliare; la bolla di Alessandro VII che confermava l’aggregazione al patriziato fermano di alcune persone fatta dal Cardinale Chigi, solo dopo esborso di somme, “numerata Pecunia“, per consentire al Comune di Fermo di pagare i suoi debiti; la bolla di Clemente IX che stabiliva che l’esercizio dell’arte serica non rappresentava pregiudizio per la Nobiltà pesarese; il chirografo di Benedetto XIV che stabilisce dimezzata la tassazione per la spedizione delle concessione di titoli marchionali per la Marca Fermana; il chirografo di Clemente XIII che parimenti riduce della metà le tasse per la spedizione della concessione, oltre che per i titoli marchionali, anche per i comitali – e parrebbe estesa anche alla tassazione sul gioco del lotto - e per di più devolvendo il privilegio alle famiglie dell’Umbria, della Marca Lauretana ed Anconitana.

Altrettanto dicasi per il Breve di Benedetto XIII indirizzato alla città di Urbino in cui  “ limitata e ristretta restasse in avvenire la facoltà del di lei Consiglio e Magistrato , in modo che aggregar più non potesse all’ordine dei Nobili alcuna nuova Famiglia senza la preventiva espressa approvazione pontificia “.

 

L’apparente discordanza nel genere dei riferimenti alle varie famiglie, alcuni al maschile altri al femminile, (originaria, Conte; Patrizia, Barone, ecc.), è legata al fatto che per i titoli si sott’intende: decorata del titolo di .., usando l’antica terminologia, in luogo di quella ufficiale, poi assunta dalla Consulta Araldica.

Per l’antica denominazione di Montaboddo, s’intende la città attuale di Ostra; per Cupramontana, l’attuale Ripatransone; per Humana l’attuale Numana; per Montolmo, l’attuale Pausola e per Castel Durante, già Castel delle Ripe, l’attuale Urbania.

 

Le famiglie contrassegnate con asterisco (*), si presumono estinte. La mancanza di asterisco non esclude l’estinzione dell’agnazione maschile, ma solo che di questa non si è riscontrata prova. L’estinzione ha nei secoli falcidiato la Nobiltà, tanto che i legittimi, certi discendenti delle famiglie, un tempo nobili, possono considerare una sorta di miracolo la loro attuale sopravvivenza: e non trattasi di iperbole se si considera, ad esempio, che a Sant’Angelo in Vado, negli anni che vanno dal 1730 al 1770, cioè in meno di cinquanta anni, si erano spente ben oltre trenta famiglie; a Recanati, delle trentatre Famiglie Nobili che avevano partecipato alla riforma delle leggi statutarie nel 1421 e che figuravano come esercenti nel Bussolo del Reggimento nel 1460, giunti nel 1750, ne erano sopravvissute solamente dodici.

Solo la presenza, e per di più attiva, della Fons Honorum, con la concessione di nuovi titoli nobiliari (e non certo di Nobiltà che non può rappresentare oggetto di concessione), primum movens di nuova futura Nobiltà, può garantire il ricambio, oltre che la sopravvivenza, di questo ceto che per oltre un millennio ha rappresentato un indispensabile ed ambito riferimento di confronto nel tessuto sociale, un insostituibile elemento di equilibrio amministrativo. Fons Honorum che, in re ipsa, non potrà mai essere repubblicana.

 

Ci si scusa sin da ora per l’operato che non ha la pretesa di rivestire un elenco completo della Nobiltà, dei Titoli, dei Predicati e delle qualifiche nobiliari delle famiglie marchigiane, anche se, avendo consultato quanto sopra: ”Le fonti storiche della moderna Nobiltà italiana possono dirsi, per prudenza, nella quasi totalità raccolte e rese pubbliche, e lo studioso è messo in grado di determinare per ogni famiglia la data di concessione o di riconoscimento dei titoli e qualifiche goduti, indicazioni queste che sono incomplete e talvolta non esatte, nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1921, di grande valore, compilato dallo Zucchi ed edito dal Bocca, Torino, 1922, detto volgarmente Libro bianco, e che mancano del tutto nell’Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana approvato con R.D. 7.9.1933 e Supplemento per gli anni 1934-36, approvato con R.D. 1.2.1937, editi dalla Libreria dello Stato, chiamati volgarmente Libro rosso, o Libro dei portieri di albergo, perchè, specialmente ad uso di quelli d’America, erano stati appositamente compilati, come ne fa fede il fatto che per ogni singolo nominativo dei componenti una famiglia, è indicato il titolo a lui spettante, ma senza alcun altra notizia”. Carmelo Arnone, prefazione alla pubblicazione sugli ultimi riconoscimenti governativi italiani, Riv.Aral., giugno- luglio, 1953.

 

 

 

 

 

 

 

                            Elenco delle Famiglie

 

                                      A

 

Abati, di San Severino.

Abati (o Abbati), Patrizia di Pesaro: il nome di Alessandro compare nell’elenco del primo grado di Nobiltà (Gonfalonieri) inviato il 5.9.1776 come risposta ai quesiti formulati dal S.Ordine Gerosolimitano per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Abati Olivieri, di Fossombrone, SST 2.

Abati Olivieri ( degli Abbati Olivieri Giordani), Patrizia di Pesaro: il nome di Annibale compare nell’elenco del primo grado di Nobiltà (Gonfalonieri) inviato il 5.9.1776 come risposta ai quesiti formulati dal S.Ordine Gerosolimitano per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Acciaiuoli (oAcciajuoli), origine di Firenze. Patrizia di Ancona; Nobile di Senigallia per aggregazione del Senatore Niccola. (§).

Accoramboni, originaria di Tolentino.

Accorretti, originaria di Filottrano, Patrizia di Macerata: Francesco è Credenziere nel 1776. Nobile di Filottrano. Nobile di Cingoli; Marchese concessione 1803. D.M. di riconoscimento del 24.8.1938.

Accorretti Gentilonj Palmucci, Nobile di Macerata: Giovanni è Consultore nella seduta della Deputazione Araldica il 16.12.1841 e nel 1858.

Accorsoli o Accursoli (degli), Nobili di Cagli. Vivo (?) Maestro delle Cerimonie di S.S. Eugenio IV. Giacomo Dianesio famulo delle LL.SS. Sisto IV, Innocenzo VIII, Alessandro VI. Mario Gajo Archiatra Pontificio di Clemente VII. Ordine dello Speron D’Oro (?) 1 (cavalier Annibale, XVI secolo).

Achillei, di San Severino.

Acqua, originaria di Osimo, Nobili di Osimo ab immemorabile, Patrizia di Spoleto per aggregazione del 1777. D M di riconoscimento del 18.1.1925. Nobiltà di Firenze concessa da Lorenzo de Medici il 18.8.1487 (non riconosciuta); titolo comitale concesso da S.S. Clemente XIII il 9.7.1762. (non riconosciuto). Vanta un Vescovo di Spoleto. Cavalieri dei SS. Maurizio e lazzaro 1 nel XVIII secolo. X.

Acquacotta, Nobile di Matelica: Francesco ricopre la Nobile Magistratura nella seconda metà del XVIII secolo.

Acquaticci, originaria di Treia, Nobile di Treia.

Acquaviva, Nobile di Cagli. Fregiata di Nobiltà Magnatizia ab immemorabile. Ugolino nel 1067 Vescovo di Cagli.

Acursini, di Acquapendente, Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Priamo, li 1590.

Adami, Patrizia di Fermo; MG 2 (Annibale, 1748; Filippo, 1787); SST 4 ( Ludovico, 1616; Anton Vincenzo, 1659; Giuseppe Luigi, 1665; +?).

Agli (degli), di Ancona, per domiciliazione di Stefano, giudice Corte di Appello nel 1847; Patrizia fiorentina per consuetudine. MG 1 (Raffaele, 1615).

Agnelli, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 ( vedi prefazione).       

Agnelli, originaria di Montalto, Nobile di Montalto. Giorgio ricopre le Massime Magistrature nella prima metà del ‘700 ed il suo nome compare nell’elenco delle Famiglie Patrizie redatto il 21.7.1776.

Agnelli, originaria di Benevento, Nobile di Ripatransone per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 12.7.1856 nella persona di Odoardo.

Agostini, Nobile di Cagli , come da elenco relativo a censimento della Nobiltà civica generosa inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. il 14.7.1776 dal segretario comunale G.A.Gilij.

Agostini, Nobile di Sassoferrato per aggregazione del 16.8.1848 nella persona di Francesco, Vescovo di Nocera.

Agostini Zamperoli, Nobile di Cagli. Ortensio siede nella Deputazione Araldica nel 1852 (?).

Agostinucci, Nobile di Pennabilli per aggregazione di Monsignor Crispino, Vescovo di Pennabilli, del 5.1.1850.

Agostinucci, originaria di Urbino, Nobile di San Leo per Sovrano Pontificio assenso all’ aggregazione del 24.11.1849 nella persona di Mons. Crispino Vescovo di Montefeltre; Nobile di Fossombrone per aggregazione di Monsignor Crispino del 12.3.1851.

Alaleona, originaria di Macerata, Patrizia di Macerata: Gaspare è Riformatore nella seconda metà del XVIII secolo. (§).

Alavolini, di Fano, concessione del titolo di Patrizio da parte della Repubblica di San Marino nella persona del Conte Gregorio in data 19.9.1769 e del Conte Orazio in data 24.10.1728. Ordine dei SS.Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, li 11.6.1574.

Albani, originaria dell’Albania; domiciliata ad Urbino ab immemorabili. Nobile di Urbino:  Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). MG 1.

Albani, Nobile di Pesaro, concessione del titolo di Patrizio da parte della Repubblica di San Marino nella persona di Carlo in data 14.9.1670.

Alberani, Nobile di San Leo per rescritto di assenso all’aggregazione del 31.5.1856 nella persona del Reverendissimo Maestro Vescovo di Montefeltre.

Alberghetti o Alborghetti, originaria di Ravenna. Nobile di Camerino; Nobile di San Severino; Nobile di Ravenna.

Albergotti, originaria di Arezzo, Patrizia di Montalto, di Urbino, di Arezzo, di Firenze, di Orvieto,   di Rieti, di Cesena, di Spoleo, di Ravenna, di Frosinone; Marchese di Polino per concessione imperiale del del 1626; Barone di Polonia per concessione del 1623 ( non riconosciuto ). Conte di Melaci e Barone di Pettano, titoli annessi al Feudo di Polino ( titoli non riconosciuti ). D.M. di riconoscimento del 20.7.1933 e 18.4.1934.

Alberici, originaria di Recanati, Nobile di Recanati  come risultante dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo. Famiglia risalente al XIV secolo, estinta nel seicento, (*).

Alberici, originaria di Roma, Nobile di Fabriano per aggregazione di Monsignor Pietro nel 1737. (§).

Albertini, originaria di Cagli. Nobile di Cagli, come da elenco relativo a censimento della Nobiltà civica generosa inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. il 14.7.1776 dal segretario comunale G.A.Gilij.

Albertini Tiranni, originaria di Cagli. Nobile di Urbania. Erede dell’estinta Famiglia Tiranni, già considerata di antica Nobiltà ad Urbania nella seconda metà del XVII secolo. Vedi precedente.

Albertucci Boccasini, Nobile di Urbania. Antonio siede nella Deputazione Araldica il 4.12.1858.

Albini, di Fabriano, Nobile di Ostra per aggregazione del 11.7.1846.

Albini Riccioli, originaria di Saludecio, Nobile di Urbino.

Alborghetti, Nobile di San Severino per aggregazione di Giuseppe del 28.12.1840.

Alemanni, originaria di Recanati, Nobile di Recanati: Famiglia antichissima, risalente al XIII secolo, che ha ricoperto le massime Nobili Magistrature civiche nel XIV e XV secolo come risultante da elenco di censimento della Nobiltà redatto il 12.8.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta ed inviato al Gran Priorato di Roma. MG 1 (1574). Estinta nella seconda metà del seicento. (*).

Alessandri, Nobile di Ancona. (§). X

Alessandri, di Urbino.

Alessandrini, di Pesaro.

Alessandrini Finaguerra, originaria di Matelica, Nobile di Iesi. Nobile di Matelica: Carlo ricopre la Nobile Magistratura nella seconda metà del XVIII secolo. Vedi Finaguerra. (§).

Alessandroni ed Alessandroni Cermatori, originaria di Ancona, Nobile di Numana.

Aletti (o Aletij), originaria di Ragusa, Nobile di Osimo. Pietro è nipote di Monsignor Sthy, Segretario dei Brevi.

Alli, di Ancona, SST 2.

Almerici, Patrizia di Pesaro: il nome di Gianfrancesco figura nell’elenco del censimento della Nobiltà Generosa inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato. MG 2.

Almerighi o Almerici, di Pesaro, concessione del titolo di Patrizio da parte della Repubblica di San Marino in data 25.1.1757 nella persona del Conte Almerico; Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Claudio, li 1578. MG 1.

Aloisi o Alovisi, Nobile di San Severino: Antonio e Giuseppe, Capitano emerito d’Infanteria, risultano nell’elenco di censimento della Nobiltà tra le Famiglie Consolari e Regolatorie redatto il 19.7.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta.

Alovisi Caccialupi, Nobile di San Severino.

Altemps, originaria della Contea di Hohoenems in Svezia (Voralberg, Austria) domiciliata a Roma, Patrizia Napolitana, Patrizia di Fermo, Duca, Don.. MD 1 nella persona del Duca Don Alessandro. (§). X.

Altieri, originaria di Roma, Nobile di Ancona; Nobile Romano, Coscritto, Principe Di Oriolo, Principe di Viano, Duca di Monterano, Patrizio Veneto e Genovese.  (§).

Altini, originaria di Fossombrone. Nobile di Fabriano: Alessandro è Gonfaloniere dal 1838 al 1843 e Membro della Deputazione Araldica nella seduta del 7.7.1855.

Aluppi, originaria di Cagli, Nobile di Cagli. Frà Giacomo eccelso predicatore dei Frati Minori nel XV secolo. Beatrice il 24.11.1646 sposa Battista Biscaccianti di Gubbio e Cavaliere di SST. (*).

Alvitreti, originaria di Ascoli, Patrizia di Ascoli; Marchese del Marino, Concessione 28.8.1749; MG 2.  (§). X.

Amaddio, originaria di Tolentino, Nobile di Tolentino. Giuseppe risulta ricoprire l’Ufficio di Consigliere di I Grado al 22.7.1776 nell’elenco censuario della Nobiltà, oggi conservato nell’archivio dello S.M.O.M..

Amadori (degli), Nobile di Urbino per aggregazione di Girolamo Venanzio, dimorante a Porto Gruaro per rescritto di assenso del 26.8.1840.

Amati, di Urbino, concessione del titolo di Patrizio nella persona di Gio. Battista da parte della Repubblica di San Marino in data 28.8.1836.

Amatori, di Iesi, concessione del titolo di Patrizio da parte della Repubblica di San Marino in data 27.3.1899 nella persona di Amatore.

Ammadio, Patrizi di Tolentino. Il Cav. Vincenzo figura nel catalogo redatto nel 1828 dalla Delegazione Araldica della città di Tolentino[P1] [P2] .

Ambrosi, originaria di Ascoli, Patrizia di Ascoli. (§). X.

Ambrosi, originaria di Ascoli. Nobile di Ascoli. (§).

Ambrosini, Nobile di Pennabilli per aggregazione di Monsignor Michele, Canonico di Santa Maria ad Martyres, del 3.9.1856. Da Notare che altro Ambrosini già siedeva nella Deputazione Araldica il 5.12.1850. Trattasi quindi di altro ramo o di altra famiglia omonima.

Ambrosi Rosati Sacconi, originaria di Ascoli, Patrizia di Ascoli; Marchese di Cavaceppo con decreto di concessione del 1794, Nobile di Senigallia.

Amiani, originaria di Fano, Nobile di Fano: il nome della famiglia, qualificata Patrizia, è incluso nell’elenco, tutt’ora conservato negli archivi dello S.M.O.M., compilato dal Gonfaloniere di Fano allo scopo di censire la Nobiltà Generosa ed inviato al Gran Priorato di Roma il 19.7.1776.

Amiani Alavolini, nobile di Fano: il nome della famiglia, annovarata tra i secondi Priori, risulta nell’elenco inviato al Gran Priorato di Roma a firma del Segretario D. Pescelaccia il 19.7.1776 e compilato dal Gonfaloniere di Fano allo scopo di censire la Nobiltà Generosa. SST 1 (Gregorio nella seconda metà del XVIII secolo).

Amici, Patrizia di Macerata: Bartolomeo senior ricopre le massime Nobili Magistrature civiche come risultante da elenco di censimento della Nobiltà redatto nel 1776 su richiesta dello S.M.O.M. ed inviato al Gran Priorato di Roma;  Bartolomeo junior è Anziano della Deputazione Araldica il 16.12.1841 e il 9.2.1850.

Amici, domiciliata a Monsampietreangeli, Delegazione di Fermo. Nobile di Ascoli. (§).

Amici, originaria di Visso, Nobile di Ancona.

Amici, Nobile di Ancona per aggregazione del 12.1.1853 nella persona del Delegato Apostolico Monsignor Camillo e suoi Familiari. Nobile di Foligno per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 1.10.1847, nella persona di Mons. Camillo. Nobile di Camerino per aggregazione del 5.12.1849 sempre nella persona di Monsignor Camillo, Commissario Straordinario Pontificio per le Marche. Nobile di Cingoli per aggregazione del 1850. Nobile di Osimo per aggregazione del 1850. Nobile di Fermo per aggregazione del 1850. Nobile di Iesi per aggregazione del 1853. Nobile di Fabriano per aggregazione del 15.3.1854, sempre e tutte aggregazioni nella persona di Monsignor Camillo Commissario Straordinario Pontificio per le Marche e Delegato Apostolico di Ancona.

Amici, originaria di Bologna, domiciliata in Macerata. Nobile di San Leo per aggregazione del 3.6.1835 nella persona di Luigi, Ispettore Economico Militare.

Amici Pasquini, originaria di Senigallia. Nobile di Senigallia. Enrico siede nella Deputazione Araldica nel 1843 ed il 15.10.1857.

Ancajani Giannini, di Senigallia, concessione del titolo di Patrizio da parte della Repubblica di San Marino in data 13.8.1860 nella persona di Luigi.

Ancona, il Vescovo pro tempore: Conte di Numana.

Anderlini, Nobile di Iesi. (§).

Andosilla, Nobile di Matelica: il Marchese Serafino ricopre la Nobile Magistratura nella seconda metà del XVIII secolo. Marchese, Patrizio Romano. (§).

Andrea (d’), nobile di Norcia per aggregazione di Monsignor (?), Arcivescovo di Melitene.

Andrea (d’) Monti, Nobile di Senigallia per aggregazione del Canonico ? il 16.7.1839 (personale).

Andreoli, originaria di Sassoferrato. Nobile di Sassoferrato per aggregazione del 1.4.1843 nella persona di Luigi, Presidente del Tribunale di Frosinone.

Andreoli, originaria di Milano da dove fu esiliata nel 1476 per la congiura contro Galeazzo Sforza. Passata alle dipendenze di Federico da Montefeltro divenne castellano della fortezza di Gubbio. Nomina di Conte Palatino (personale) nel 1556. Nobile di Sant’Angelo in Vado. Nobile di Urbino, Patrizia di Gubbio. Marchese di Sovico. D.M. di rinnovazione del 12.9.1935.e 15.5.1939.

Angelelli (oAngeleli), originaria di Bologna. Marchese; Nobile di Senigallia per aggregazione del Senatore Giuseppe componente il Senato locale alla seconda metà del XVIII secolo. (§).

Angelelli, originaria di Recanari. Nobile di Recanati come risultante dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo. Estintasi prima della metà del XVIII secolo nei Benvenuti. Vedi. (*).

Angeli, Patrizia di Pesaro: il nome di Giampaolo figura nell’elenco del censimento della Nobiltà Generosa inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato.

Angeli, Nobile di Cingoli; Nobile di Todi.

Angeli (o Angelj), Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). Concessione del titolo di Patrizio da parte della Repubblica di San Marino in data 27.4.1766 nella persona di Benedetto.

Angeli, Nobile di Iesi. Angelo, Anziano della Deputazione Araldica nel 1846.

Angelini, originaria di Pennabilli. Nobile di Pennabilli per aggregazione dell’Arcidiacono Don Sebastiano del 2.5.1846, nonchè di Don Pietro e Giov. Maria di lui fratelli.

Angelini, Nobile di Fossombrone. Il nome della Famiglia risulta nel volume, conservato negli archivi dello S.M.O.M.,compilato nella seconda metà del XVIII secolo per stabilire un nuovo piano per i processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Angelini, Nobile di Ascoli per aggregazione del 2.8.1845 nelle persone di Mons. Domenico, Commissario Apostolico di Loreto, e di Monsignor Giuseppe, nipote del precedente.

Angelini, domiciliata ad Ascoli, Nobile di Montalto per aggregazione del 13.1.1834 nella persona dell’avvocato Gennaro e suoi familiari. La famiglia si trasferì ad Ascoli, poi nel 1938 a Roma., a palazzo Spinola, Arco della Ciambella 34.

Angelis (de), originaria di Ancarano, Patrizia di Ascoli, Nobile di Fermo. Francesco è Deputato della Delegazione Araldica nel 1844.

Angelita, originaria di Recanati, Nobile di Recanati come risultante dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo. Casato risalente al XV secolo, estinta nella seconda metà del settecento. (*).

Angeloni, originaria di Urbino, Nobile di Urbino: Abbondio è Deputato della Delegazione Araldica nel 1847 e Giuseppe il 9.6.1854 .

Angelucci, Patrizia di Macerata: Ottavio è Credenziere nel 1776. (§).

Anibali, Patrizia di Ascoli. (§). X.

Anselmi, originaria di Arcevia, Nobile di Arcevia.

Antaldi, originaria di Urbino, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). Nobile di Pesaro, Marchese per concessione di Augusto III, Re di Polonia, nel 1741. Concessione del titolo di Patrizio della Repubblica di San Marino in data 18.12.1823 nella persona del Marchese Antaldo. SST 1.

Antamoro, originaria di Roma. Nobile di Montalto; Patrizia Romana, Patrizia di Orvieto; Conte per concessione del 1721. D.M. di riconoscimento del 20.4.1942.

Antelminelli Castracane, vedi Castracane degli Antelminelli.

Antici, originaria di Recanati. Nobile di Recanati:  Famiglia antichissima che ha ricoperto le massime Nobili Magistrature civiche nel XIV e XV secolo come risultante dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo e dall’elenco di censimento della Nobiltà redatto il 12.8.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta ed inviato al Gran Priorato di Roma; Giuseppe è ricopre la carica di Dittatore nella seconda metà del XVIII secolo. Nobile di Ancona; Marchese per concessione del 1637 del Duca di Parma. MG 1 (Roberto, 1610);  MD 1(1630). SST 1.

Antici Mattei di Giove, originaria di Recanati, domiciliata in Roma. Nobile Romana, Coscritta, Nobile di Recanati; Nobile di Ancona; Nobile di Tolentino; Nobile di Filottrano, Nobile di Rieti, Nobile di Norcia; Marchese per concessione del 1637; Marchese di Pescia, Conte di Castel San Pietro (1249); Principe e Nobile dei Principi; Duca di Giove per estinzione della linea Canonici Mattei. Conte Palatino Imperiale (1269), MD 1 (nella persona di Don Guido).

Antinori, originaria di Perugia, Nobile di Urbino per aggregazione di Pietro del 28.6.1854; Marchese Di Castel San Pietro Aquae Ortus, di Fabro e Salci; Nobile di Perugia. D.M. di riconoscimento del 6.3.1939.

Antolini, originaria di Sarnano. Nobile di Ostra; Nobile di Cingoli.

Antona Traversi (Grismondi), originaria del Piemonte, dimorante a Milano, Patrizia di San Marino per concessione del 28.8.1875 nella persona di Giovanni. D.M. di riconoscimento del 28.11.1938 e RR.LL.PP del 4.4.1939.

Antonelli, Nobile di Senigallia. Angiolo ricopre la Suprema Magistratura nella seconda metà del XVIII secolo. (§).

Antonelli, originaria di Sonnino, Nobile di Macerata per aggregazione di Monsignor Giacomo del 22.7.1839; Nobile di Fabriano per aggregazione del Cardinale Giacomo Delegato Apostolico di Macerata il 22.1.1842.

Antonelli Vita, di Pesaro; Conte. 

Antonini, originaria di Ostra; Nobile di Ostra. Ulisse, Anziano della Deputazione Araldica nel 1847.

Antonini, di Ascoli. MD 1 (1696). (*)

Antonucci (Lucidi), originaria di Subiaco, Nobile di San Leo per Sovrano Apostolico assenso all’aggregazione del 23.10.1841, Nobile di Pennabilli per aggregazione del 31.3.1841 nella persona di Mons. Antonio Benedetto, Vescovo di Montefeltre. Patrizia di San Marino.

Antonucci, Nobile di Ancona per aggregazione del 12.12.1851 nella persona di Antonio Benedetto, Vescovo di Ancona, e familiari.

Apodei, di Norcia, Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Apodeo, li 1578.

Apolloni, Nobile di Macerata per aggregazione del 27.7.1859 di Monsignor Achille, Preside di Macerata.

Aquilini, Nobile di Urbino. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Fulvio, li 1588.

Arcangeli, Nobile di Pesaro, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). SST 1.

Ardizi, Patrizia di Pesaro: il nome di Gaspare compare nell’elenco del primo grado di Nobiltà (Gonfalonieri) inviato il 5.9.1776 come risposta ai quesiti formulati dal S.Ordine Gerosolimitano per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Ardizi di Fossombrone;  SST 1.

Arduini, di Pesaro. Marchese.

Arduini di Urbino. SST 2.

Aretini Sillani, Nobile di Sassoferrato per Sovrano Pontificio rescritto di assenso all’aggregazione del 20.8.1842 nella persona di Monsignor Guglielmo, Vescovo di Terracina.

Armanni , di San Severino.

Armari, di Sant’Agata Feltria, concessione del titolo di Patrizio della Repubblica di San Marino in data 13.3.1859 nella persona del dottore Angelo.

Armaroli, originaria di Macerata, Nobile di Osimo per aggregazione del 1834. Concessione del titolo di Patrizio da Parte della Repubblica di San Marino in data 16.12.1821 nella persona del (Conte?) Leopoldo.

Armellini, originaria di Urbino, Patrizia di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). Don Pasquale è Deputato nella Delegazione Araldica del 1847 ed il dottore Francesco nel 1851.       

Armenzani, originaria di Sassoferrato, Nobile di Sassoferrato.

Armenzani o Armezzani, originaria di Serra San Quirico.

Aronne, Nobile di Force per aggregazione del 1857 (per Force non risulta riconosciuta l’esistenza dei requisiti per la definizione di città nobile); Nobile di Montalto per aggregazione del 4.5.1847 nella persona del Vescovo Eleonoro.

Arpi, Nobile di Fabriano per aggregazione di Monsignor Giuseppe del 8.3.1837; Nobile di Matelica per aggregazione sempre di Monsignor Giuseppe del 16.2.1838.

Arpini, originaria di Ascoli, Patrizia di Ascoli. Emilio è Deputato della Delegazione Araldica nel 1844. (§). X.

Arrilli, di Senigallia, concessione del titolo di Patrizio da parte della Repubblica di San Marino in data 24.4.1740 nelle persone di Felice e Gaspare.

Arsilli, originaria di Senigallia, Nobile di Senigallia. Paladino è aggregato con sovrano rescritto di assenso del 16.7.1839. Vedi anche Mercuri Arsilli.

Asclepi, Patrizia di Macerata. Antonio ricopre l’Alta Nobile Magistratura civica nel 1770. Vedi Troili Asclepi.

Ascoli Piceno, la Cattedrale di: Signore di Maltignano.

Ascoli Piceno, il Vescovo pro tempore, Principe; Signore di Ancarano; Conte Palatino.

Aspri, Nobile di Camerino. Ordine dei Collanisti nel XIX secolo. (§).

Asquini, originaria di Fagagna di Udine. Nobile di Ancona con aggregazione del 22.2.1837. Monsignor Asquini porporato nell’ XIX secolo.

Assitti, Nobile di Senigallia: Vincenzo è Consigliere Nobile nel Senato civico nella seconda metà del XVIII secolo.

Atti, originaria di Fossombrone, Nobile di Fossombrone. SST 1 (Francesco, 1666. Quarti materni di Felicia Felici di Cagli). (*).

Augusti, originaria di Bergamo, trasferitasi a Senigallia nel 1510. Nobile di Senigallia: il Conte Alessandro ricopre le massime Nobili Magistrature civiche come risultante da elenco redatto nel 1776 su richiesta dello S.M.O.M. ed inviato al Gran Priorato di Roma;  Sigismondo siede nella Deputazione Araldica il 15.10.1857. Conte per concessione di Augusto II, Re di Polonia, del 1722; concessione del titolo di Patrizio di San Marino in data 21.5.1719 nella persona di Alessandro. D.M. di riconoscimento del 25.9.1904 e 6.6.1908.

Augusti Mercuri Arsilli, Nobile di Senigallia; Conte; Patrizia di San Marino (vedi Arsilli).

Aureli (o Aurelij), Patrizia di Fermo. Prove di Nobiltà Generosa risultanti da processo depositato presso la Cancelleria Arcivescovile.

Aurispa, originaria di Montefortino, Patrizia di Macerata: l’Avvocato Pirro Aurispa è Entrante di Magistrato nel 1776. (§).

Avalos, originaria di Napoli. Patrizia di Ancona; Marchese della Pescara e Vasto. (§).

Avveduti, Nobile di Fano: il nome della Famiglia, annoverata tra le non esercenti, risulta nell’elenco di censimento della Nobiltà Generosa compilato dal Gonfaloniere in carica, inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. a firma del Seg. D. Pescelaccia il 19.7.1776. SST 1 (Alessandro, Priore nella provincia dell’Umbria nella seconda metà del XVIII secolo).

Azzi, di Fossombrone, Nobile; SST 1.

Azzolino, originaria di Firenze, Fermo. Patrizia di Fermo; Marchese. Concessione del titolo di Patrizio di San Marino in data 24.4.1842 nella persona del (Conte?) Pompeo. Più Porporati sotto Sisto IV, Sisto V ed Innocenzo X. MD 2 (1655, 1795). (§). X.

 

B

 

Baccarini, originaria di Monsanvito, Nobile di Corinaldo.

Baccarini de Grandis, originaria di Monsanvito, residente a Fano. Nobile di Corinaldo. D.M. di riconoscimento del 23.8.1939

Baccili, originaria di Fermo, Patrizia di Fermo. (§).

Badia, Nobile di Pesaro per aggregazione del 4.12.1852 del Monsignor Pasquale, Delegato Apostolico di Urbino e Pesaro (respinta l’aggregazione dei familiari); Nobile di Urbino per aggregazione del 7.8.1852; Nobile di Senigallia per aggregazione del 14.2.1852; Nobile di Pergola per aggregazione sempre di Monsignor Pasquale, del 28.5.1853; Nobile di Cagli per aggregazione del 28.6.1854; Nobile di Fossombrone per aggregazione di Monsignor Pasquale del 18.4.1855.

Baiardi (o Bajardi), Nobile di Urbania. Aggregazione, unitamente ai familiari, in ossequio alla persona di Monsignor Bagljardi, Vescovo della città, nella seconda metà del XVII secolo.

Balanti, di Pesaro.

Baldassini, originaria di Pesaro; Nobile di Pesaro. Il nome di Alessandro è compreso nel novero delle Famiglie Patrizie nell’elenco censuario della Nobiltà Generosa inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato. Nobile di Iesi. Un Vescovo nella persona di Monsignor Ubaldo. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Tomaso, li 1578. SST 2 (?).  X.

Baldassini Castelli Goze, originaria di Pesaro, Terni, Gubbio; Nobile di Pesaro (1721), Nobile di Senigallia (fine secolo XV), Nobile di Ascoli (1656), Nobile di Gubbio (reintegrazione del 1672), Patrizia di Modena (1775). Marchese di Castelforte e Marchese del S.R.I. per successione Castelli (Famiglia feudale ternana); concessione del titolo di Conte del 3.3.1677 da parte del Duca di Parma. Il cognome Gozze deriva da un ramo pesarese della celebre famiglia ragusea. D.M. del 1909.

Baldeschi Guglielmi Balleani, originaria di Perugia; Nobile dei Marchesi, Conte per successione Balleani e Guglielmi per concessione del XVII secolo. Il cognome Guglielmi Balleani deriva da disposizione testamentaria in favore del Conte Aurelio Federico Baldeschi da parte di un prozio Guglielmi Balleani. R.D. 12.10.1913. MD 1.

Baldi, di Urbino.

Baldini, originaria di Sant’Arcangelo, Nobile di Urbino; Nobile di Sant’Angelo in Vado; Patrizia di Rimini, Patrizia di San Marino; Conte Palatino.  

Baldini, Nobile di Sassoferrato per aggregazione del 1847.

Baldini, Patrizia di Rimini.

Baldoni, originaria di Monte Carotto; Nobile di Montalto.

Balducci, Patrizia di Tolentino: Pietro risulta nell’elenco delle famiglie che ricoprono l’Ufficio di Consigliere di I Grado Nobile al 22.7.1776.

Balducci, Nobile di Pesaro: il nome di Leonardo è compreso nel novero delle Famiglie con Nobiltà di II grado (Priori) nell’elenco censuario della Nobiltà inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato.

Baleani Guglielmi, Nobile di Osimo per aggregazione del 1851.

Balestra, Nobile di Tolentino. Vedi catalogo delle famiglie nobili del 1828 redatto dalla Deputazione Araldica locale.

Balestrieri, di Ancona; MG 1 ( Antonio,1628 ). SST 2.

Ballatroni, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente Nobile Magistratura nel 1497, estinta nella prima metà del settecento (*).

Ballucci, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente Nobile Magistratura nella seconda metà del quattrocento, estinta nella prima metà del settecento (*).

Baluffi, originaria di Ancona; Nobile di Camerino per aggregazione del 1843; Nobile di Treja per aggregazione del 13.9.1843 nella persona di Monsignor Gaetano, Arcivescovo di Camerino. Nobile di Imola per aggregazione del 4.4.1857 nella persona del Cardinale Gaetano, Vescovo della Città, e familiari.

Banci, di Pesaro.

Bandini, originaria di Camerino; Patrizia di Camerino, Patrizia di Macerata, Marchese di Lanciano e Rustano per concessione di Benedetto XIV del 30.5.1735; concessione del titolo di Patrizio di San Marino in data 15.10.1741 nella persona del Marchese Alessandro. Ordine della Croce Stellata di Maria Teresa, ovvero della Crociera, 1 (Elisabetta, 1807). MG 3 (Melchiorre, 1436; Giuseppe, 1795; Giuseppe, 1807). MD 2 (1724, 1748). (§). X. (*).

Barattiani, originaria di Filottrano; Nobile di Filottrano.

Barberini, originaria di Roma, residente a Roma, dimorante a Iesi; Nobile Romano, Coscritto, Principe di Palestrina, Signore di Monte Castel San Pietro, Signore di Capranica Prenestina, Patrizia di Genova, Patrizia di Ferrara, Patrizia Fiorentina, Nobile di Corneto, Nobile dei Marchesi di Castel Romano. D.M. di riconoscimento 15.6.1892. RR.LL.PP.di assenso del 28.6.1892 nella persona di Sacchetti Nobile dei Marchesi Luigi di Urbano ad assumere maritali nomine il titolo di Principe di Palestrina e Signore di Monte Castel San Pietro e di Capranica Prenestina già riconosciuti alla moglie Donna Maria Barberini, ed ampliamento dello stemma. Provvedimento di grazia sovrana di concessione di Principe annesso al titolo rinnovatogli di Duca di Termoli, con dizione unica di Principe e Duca di Termoli, nella persona di Don Augusto Barberini dei Principi di Palestrina il 5.9.1942.

Barcellini, Nobile di Fossombrone.

Barduagni di Pesaro.

Bargagnati, originaria di Fabriano; Nobile di Fabriano: Giuseppe è Consigliere Nobile nell’Alta Magistratura nella seconda metà del XVIII secolo.

Barignani, Patrizia di Pesaro: il nome di Paolo compare nell’elenco del primo grado di Nobiltà (Gonfalonieri) inviato il 5.9.1776 come risposta ai quesiti formulati dal S.Ordine Gerosolimitano per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Barilari, originaria di Comacchio; Patrizia di San Marino per concessione del 22.1.1861 nella persona del Cavalier Pacifico, Nobile di Pesaro.

Barili, Nobile di Ancona. Monsignor Don Lorenzo nato il 1.12.1801, Primicerio della Cattedrale di Ancona, fu creato Cardinale il 13.3.1868.

Barlocci, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente Nobile Magistratura nella seconda metà del ‘400, estinta nella prima metà del ‘700 (*).

Barlocci Pani, Nobile di Recanati: Filippo ha ricoperto la Nobile Magistratura civica di Dittatore come risultante da elenco di censimento della Nobiltà redatto il 12.8.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta ed inviato al Gran Priorato di Roma.

Barnicchi, Patrizia di Macerata: Giuseppe è Entrante di Magistrato nella seconda metà del XVIII secolo. (§). X.

Barocci, di Urbino.

Baron (o Baron Narducci o Baron Narducci Boccaccio, da difficoltà di interpretazione grafica non è ben comprensibile se Baron rappresenti il titolo o un nome particolarmente singolare), Patrizia di Macerata: Camillo è Gonfaloniere nel 16.12.1841, il 10.1.1842 ed il 9.2.1850.

Barontini, Nobile di Osimo. Guido è Arciprete ed unico superstite della famiglia.  X (*).

Bartelli, di San Severino.

Bartolazzi, originaria di Montolmo, Nobile di Cingoli. D.M. di riconoscimento del 9.7.1937. MD 2 nelle persone di Andrea e Pietro Paolo.

Bartolazzi di Urbino.

Bartoli, Nobile di Cingoli. Francesco risulta registrato nel Primario Ordine dei Gonfalonieri nei verbali comunali del 1533 conservati presso la Segreteria Priorale (dopo gli Statuti pubblicati dal Cardinale di Ravenna Benedetto Accorti, Legato della Marca).

Bartoli, di Urbino.

Bartoli, originaria di Norcia, Nobile di Norcia. Giuseppe è Consultore della Deputazione Araldica civica nel 1843.

Bartolini, originaria di Territella o Torritella. Nobile di Pennabilli per aggregazione di Don Biagio, Don Pietro e loro nipote Luigi del 1.5.1857.

Bartolini, di Castelfidardo. Nobile di Loreto come risultante da certificazione rilasciata dal Gonfaloniere di Loreto il 12.11.1828 in occasione della richiesta di elevazione a rango di città di Castelfidardo riferentesi a Domenico.

Bartolomei, Nobile di Urbino per aggregazione del dottore Liborio con recritto del 22.12.1847.

Bartoloni, originaria di Iesi, Montecarotto. Nobile di Iesi. Altro ramo aggiuge cognome Calaj, famiglia nobile di Gualdo Tadino, per disposizione testamentaria del nonno materno.

Bartoloni, Nobile di Pennabilli per aggregazione di Domenico del 23.1.1842.

Bartolucci, originaria di Pennabilli. Nobile di Pennabilli. Demetrio è Deputato nella Delegazione Araldica del 1850.

Bartolucci Godolini, originaria di Sant’Elpidio a Mare; Nobile di Fermo, Marchese di Castelletta per concessione del 1831.

Baruti, originaria di Ancona; Patrizia di Ancona. (§).

Barzanini (o Barzarini o Barzanini Guidi), Nobile di Pesaro: i nomi di Silvestro e di Domenico sono compresi nel novero delle Famiglie con Nobiltà di II grado (Priori) nell’elenco censuario della Nobiltà inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato.

Barzi, di Sant’Angelo in Vado. Nobile di Sant’Angelo in Vado: Notizie tratte da “La Nobiltà nello Stato Pontificio” di C.A. Bertini Frassoni, pagina 323. Ascendenti di casa Marcolini, vedi anche Mosca Barzi.

Bascarini o Boscarini, originaria di Cattolica; Nobile di Pesaro.

Bastiani, Patrizia di Ascoli. (§).

Bastoni, Nobile di Ascoli; Giuseppe è Deputato della Delegazione Araldica il 20.3.1847. MG2. (§). X.

Basvecchi, Nobile di Recanati, Nobile di Norcia.

Battagia, originaria di Norcia, Nobile di Norcia. Vincenzo è Consultore nella Deputazione Araldica civica nel 1843.

Battaglia, originaria di Senigallia; Nobile di Senigallia per aggregazione di Gio. Batta, domiciliato a Cingoli, del 1857. Nobile di Cingoli.

Battaglini, di Pesaro.

Battari, Nobile di Osimo; Conte.

Battelli, originaria di Gubbio; Nobile di Fossombrone. Il nome della Famiglia risulta nel volume, conservato negli archivi dello S.M.O.M.,compilato nella seconda metà del XVIII secolo per stabilire un nuovo piano per i processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione. Conte.

Battibocca, originaria di Camerino, residente a San Severino e Roma. Patrizia di Camerino per riconoscimento del 12.8.1909. Conte per concessione pontificia del 30.5.1922 da parte di Benedetto XV e conferma per breve di Pio XI il 6.6.1924. D.M. di autorizzazione all’uso del 10.6.1926 e RR.LL.PP. del 18.11.1926. MD 3 nelle persone di Venanzio (1959), Tommaso (1959) e Raffaele. (§).  

Battiferri, di Urbino.

Baviera, originaria di Senigallia. Patrizia di Pesaro (1720): il nome di Crescentino compare nell’elenco del primo grado di Nobiltà (Gonfalonieri) inviato il 5.9.1776 come risposta ai quesiti formulati dal S.Ordine Gerosolimitano per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione. Nobile di Ancona (1672). Nobile di Senigallia dal 1489: sempre Crescentino ricopre le massime Nobili Magistrature civiche come risultante da elenco redatto il 12.7.1776 su richiesta dello S.M.O.M. ed inviato al Gran Priorato di Roma. Nobile di Montalto (1664-1706), Nobile di Todi (1702), Marchese per antico uso e Marchese di Montalto Roero (Asti) per concessione del Duca di Savoia del 15.1.1665. Patrizia di San Marino per concessione del 10.7.1718 nelle persone dei Marchesi Lodovico Giovanni ed Enrico. Conte Palatino (1560). Patrizia di Modena (1782-1786). Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Francesco Maria, li 1589.

Baviera Benedetti, Nobile di Senigallia: Francesco siede nella Deputazione Araldica nel 1843.

Becilli o Baccili, di Urbino, Patrizia di Fermo. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Baldo, li 20.1.1606.

Bedini, originaria di Senigallia Nobile di Senigallia per aggregazione di Monsignor Gaetano del 2.10.1847. Nobile di Ostra per aggregazione del 1847 sempre nella persona di Monsignor Gaetano, Internunzio Pontificio alla Corte del Brasile.

Begni, originaria di Pennabilli, Nobile di Pennabilli. Marino è Deputato nella Delegazione Araldica nel 1850 e il 13.3.1857.

Begni, originaria di Pennabilli, Nobile di San Leo.

Belanzoni, originaria di Talacchio, Nobile di Urbino per aggregazione dei fratelli Giovanni Crescentino e Giulio del 29.1.1845.

Belgrado, Nobile di Ripatransone per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 10.1.1848 nella persona di Mons. Carlo, Delegato Apostolico straordinario di Fermo. Nobile di Foligno per Sovrano rescritto di assenso all’aggregazione del 13.8.1845 sempre nella persona di Mons. Carlo, questa volta Delegato Apostolico della Provincia di Perugia.

Beliardi (o Belliardj), originaria di Senigallia, Nobile di Senigallia. Paolo Emilio ricopre la Suprema Magistratura civica nella seconda metà del XVIII secolo.. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1, nella persona di Gabriele, li 1578. (§).

Bellà, Nobile di Pesaro per aggregazione di Monsignor Tancredi il 24.9.1859 “Onde attestargli riconoscenza della città rimaste testè salva dal turbine rivoluzionario”. Nobile di Norcia per aggregazione del medesimo Monsignore, Delegato Apostolico di Spoleto, nel 1853.

Bellelli, Nobile di Ancona.

Bellelli Trionfi, Nobile di Ancona. Agostino compare nell’elenco del 1847 compilato da Mons. Barili, Primicerio della Cattedrale di Ancona e consegnato al Delegato Apostolico in quanto dedicato a Giovanni Maria Mastai Ferretti, all’epoca Pontefice.

Belli, originaria di Pennabilli, Patrizia di San Marino per concessione del 16.9.1858 nelle persone di Filippo, Luigi e Domenico.

Belli, Nobile di Pennabilli, Nobile di Ripatransone per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 13.1.1834 nella persona di Mons. Silvesrto Delegato Apostolico di Fermo. Nobile di Pennabilli per aggregazione del 16.11.1834 di Carlo, domiciliato a Borgo San Sepolcro.

Bellini, Nobile di Osimo. Un Vescovo di Loreto. X

Bellucci, Patrizia di Ascoli. (§). X.

Belluzzi, Patrizia di Pesaro: il nome di Gaetano figura nell’elenco del censimento della Nobiltà Generosa inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato. MG 1.

Benaducci o Benadducci o Benadduci, originaria di Tolentino, Patrizia di Tolentino. Il nome di Serafino, Antonio, Carlantonio e Giuseppe Niccola e Giuseppe Andrea risultano nell’elenco, oggi conservato nell’archivio dello S.M.O.M, delle famiglie che ricoprivano l’Ufficio di Consigliere di I Grado Nobile al 22.7.1776. Il nome della famiglia è riportato per più nominativi nel catalogo redatto nel 1828 dalla Deputazione Araldica locale. D. M. di riconoscimento del 2.9.1915.

Benaducci Benigni Olivieri, ramo della precedente, Patrizia di Tolentino. L’aggiunta del cognome deriva dal matrimonio di Angelo con la Marchesa Giuseppina Benigni Olivieri: autorizzazione con decreto del 11.7.1936.

Benamati, di Pesaro.

Benamati, Nobile di Montalto, Nobile di Gubbio.

Bencioli (poi Pucci), originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente la Nobile Magistratura nelle seconda metà del ‘400, estintasi nel ‘700 (*).

Benedetti, Originaria di Urbania. Nobile di Urbania. Annoverata tra le Famiglie non esercenti perchè dimorante a San Marino già dalla prima metà del XVIII secolo.

Benedetti, di Pesaro, Nobile.

Benedetti, Nobile di Cagli. Benedetto Vicelegato di Romagna (+ 1544). Antonio, attese le di lui prodi militari azioni, fu dal Guidobaldo II il 1.11.1562 esentato, unitamente alla discendenza, dal pagamento di ogni peso. Orazio Senatore in Roma poi Governatore di Fermo e Macerata per volere di S.S. Gregorio XIII. Come da elenco relativo a censimento della Nobiltà civica generosa inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. il 14.7.1776 dal segretario comunale Gilij.

Benedetti, Nobile di Senigallia: Francesco Maria e Pietro ricoprono le massime Nobili Magistrature civiche come risultante da elenco redatto nel 1776 su richiesta dello S.M.O.M. ed inviato al Gran Priorato di Roma.  Luigi Siede nella Deputazione Araldica nel 1838.

Benedetti Forastieri, originaria di Senigallia, Fano; Nobile di Senigallia, Nobile di Fano, Patrizia di San Marino per concessione del 28.3.1866 nella persona del Cavalier Domenico Maria.

Benedetti di Montevecchio, vedi Montevecchio.

Beni, originaria di Tolentino, Nobile di Tolentino.

Beni, Patrizia di San Severino: Cosimo e Valerio, Tenente d’Infanteria, risultano nell’elenco di censimento della Nobiltà tra le Famiglie Consolari e Regolatorie redatto il 19.7.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta. Vedi anche catalogo delle famiglie nobili redatto nel 1828 dalla Deputazione Araldica locale.

Benigni, Patrizia di Camerino per aggregazione del 26.4.1834 nella persona di Monsignor Attone, familiari e posteri. MG 1 (Girolamo, 1700). (§).

Benigni (Vallemani Ghisleri), Nobile di Iesi per aggregazione del 1793. Un Canonico della Cattedrale. Vincenzo di Giuseppe, che aveva in precedenza aggiunto il cognome Vallemani, dalla famiglia marchionale omonima, un cui ramo si era estinto nella sua famiglia, sposando il 27.11.1820 Maria Antonietta dei Marchesi Ghisleri, ultima della sua schiatta, aggiunge ai due precedenti anche questo cognome. Lo stesso Vincenzo è Gonfaloniere e Cavaliere di San Gregorio Magno. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1 (Vincenzo, nel XIX secolo).

Benigni, Nobile di Fabriano: Pietro ricopre l’Alta Magistratura nel XVIII secolo. Nobile di Nocera, Marchese di Capo d’Acqua, per concessione del 1760.

Benigni Olivieri, origine di Fabriano, Nobile di Fabriano; Nobile di Nocera; Marchese di Capo d’Acqua (o Capodacqua, comunque predicato territoriale perchè feudo) con concessione del 1760; provvedimento di rinnovazione del titolo marchionale il 3.6.1937 nella persona di Maria in Lolli.

Benincasa, di Ancona, Patrizia di Ancona; titolo di Marchese. MG 1, MD 5 (1616, 1641, 1642, 1642, 1660). (§). X

Benincasa, di Ascoli, MD 1 (1653). (*)

Bentivoglio, di Fossombrone, Nobile. SST 2 (nel 1688 nella persona di Luigi, + ?).

Benvenuti, originaria di Belvedere, Nobile di Ancona. (§).

Benvenuti, di Cingoli, Nobile. Esuperanzo di Giacomo risulta registrato nel Primario Ordine dei Gonfalonieri nei verbali comunali del 1533 conservati presso la Segreteria Priorale (dopo gli Statuti pubblicati dal Cardinale di Ravenna Benedetto Accorti, Legato della Marca).

Benvenuti, di San Severino.

Benvenuti, Nobile di Osimo, Nobile di Iesi per aggregazione di Giovanni Antonio, Delegato Apostolico della Provincia nel 1823, e familiari domiciliati a Belvedere ed Osimo. (§) X.

Benvenuti Angelelli, originaria di Recanati, Nobile di Recanati come risultante dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo. Famiglia risalente al XIV secolo. Estinta nella prima metà del ‘600 (*).

Benvenuti Conti, di Cingoli, Nobile di Cingoli. Il Nome di Pietro compare nel Catalogo della Nobiltà, redatto nel 1773, ed inviato l’11.8.1776 come risposta ai quesiti formulati dalla Deputazione della Veneranda Lingua d’Italia per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Benvignati, originaria di Ripatransone, Nobile di Ripatransone. Il ramo di Erasmo fu Gaspare domiciliato a Campofilone. (§). X.

Benvignati Ricci, originaria di Ripatransone, Nobile di Ripatransone. (§).

Berardi, Nobile di Cagli. Berardo, Vescovo di Osimo e quindi Cardinale nel 1289. Serafino Colonnello per la Serenissima di Venezia, Francesco battagliere a Milano, Mattia ed Ettore Venturiere nelle battaglie navali contro il Turco, Silla Capitano del Re Cattolico di Fiandra, Pandolfo Capitano al soldo dell’Imperatore in Ungheria, come da elenco relativo a censimento della Nobiltà civica generosa inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. il 14.7.1776 dal segretario comunale G.A.Gilij.

Berardi, originaria di Roma, Nobile di Sant’Angelo in Vado per rescritto di assenso all’aggregazione del 30.3.1846 nella persona del medico Alessandro.

Bernabei, Patrizia di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione posteriore al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione).       

Bernabei, originaria di Ancona, Patrizia di Ancona. Titolo di Conte concesso dal Duca di Mantova nel 1700. Giorgio siede nella Deputazione Araldica di Ancona il 6.12.1851. (§) X.

Bernabei Marangoni, vedi sopra. Giuseppe compare nell’elenco della Nobiltà anconetana redatto dal Primicerio della Cattedrale di Ancona e bibliotecari comunale, nel 1847, donato al Delegato Apostolico, per esaltare il pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti.

Bernabei, Patrizia di Camerino, MG 2 (Mariano, XVII secolo; Giammaria, 1607). SST 1. (§). X. (*).

Bernardi, Nobile di Cingoli. Felice di Tommaso risulta registrato nel Primario Ordine dei Gonfalonieri nei verbali comunali del 1533 conservati presso la Segreteria Priorale (dopo gli Statuti pubblicati dal Cardinale di Ravenna Benedetto Accorti, Legato della Marca).

Bernardini, di Urbino. Conte di Maselta (o Masetta) per concessione del 1503.

Berneri (oBernerj), Patrizia di Ancona. (§).

Bernetti, originaria di Fermo, Patrizia di Fermo, Nobile di Recanati. (§).

Bernetti Evangelista, originaria di Fermo, Conte, Nobile dei Conti, Patrizia di Fermo, Nobile di Recanati, Nobile di Ferrara. D.M. di riconoscimento del 11.10.1938. Giacinto di Alessandro, Nobile dei Conti (mf), Patrizio di Fermo (mf), Nobile di Recanati (mf), Nobile di Ferrara (mf). Riconoscimento Governativo del 25.5.1942. Vedi Evangelista.

Bertacchini, di Fermo, Nobile.

Berti, di Macerata, Patrizia di San Marino per concessione del 13.8.1860 nella persona di Giuseppe.

Bertinelli, di Fossombrone, Nobile di Fossombrone per aggregazione del Dr. Mattia del 30.10.1852. Mattia è Segretario della Deputazione Araldica il 28.3.1855. Aggregazione del 7.11.1855 del Dr. Giovanni e dei fratelli Canonico Don Raffaele, Cav. Gaetano, Avv. Giuseppe, Dr. Gioacchino. Patrizia di San Marino per concessione del 19.9.1832 nella persona di Raffaello.

Bertolazzi, Nobile di Cingoli.

Bertozzi, Patrizia di Fano: il nome della famiglia, qualificata Patrizia, è incluso nell’elenco, tutt’ora conservato negli archivi dello S.M.O.M., compilato dal Gonfaloniere di Fano allo scopo di censire la Nobiltà Generosa ed inviato al Gran Priorato di Roma il 19.7.1776. Conte. MG 2, SST 1.

Bertozzi, dimorante a Fano, vedi precedente. Patrizia di San Marino per concessione del 11.4.1727 nella persona di Francesco.

Bertucci, Nobile di Cingoli. Aggregata al Patriziato civico nel 1603. Il nome di Gio. Battista compare nel Catalogo della Nobiltà, redatto nel 1773, ed inviato l’11.8.1776 come risposta ai quesiti formulati dalla Deputazione della Veneranda Lingua d’Italia per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Bertucci, Nobile di Osimo. Un Gonfaloniere. X.

Bertucci Pizzicanti, Nobile di Camerino per aggregazione del 28.7.1834 nella persona di Antonio domiciliato a Cingoli.

Betti, originaria di Firenze, Nobile di Ancona.

Betti, originaria di Orciano (Pesaro), Nobile di Pesaro.

Bettini, Nobile di Recanati.: Giulio Ignazio e Francesco hanno ricoperto nel Senato civico la dignità di Nobile Priore come risultante da elenco di censimento della Nobiltà redatto il 12.8.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta ed inviato al Gran Priorato di Roma.

Bettini Prosperi, originaria di Pieve di Compresseto di Perugia, trasferitasi a Recanati prima del 1560 Nobile di Recanati per ascrizione del 2.11.1710 nella persona di Giulio Ignazio. D.M. di riconoscimento del 18.12.1928. Per concessione di S.M. Umberto II si è concessa la trasmissione ai discendenti delle figlie di Ermanno del titolo di Nobile. Il cognome Prosperi deriva dal matrimonio di Gaetano con Maria Prosperi figlia del Conte Carlo, Nobile di Città di Castello (autorizzazione del 15.7.1954). MD 1 (Ermanno nel 1957).

Bezzi, originaria del Veneto e passata a Tolentino nel XV secolo, Patrizia di Tolentino per aggregazione del 1732 nella persona di Giovanni. Giuseppe e Candido risultano nell’elenco, oggi conservato nell’archivio dello S.M.O.M, delle famiglie che ricoprivano l’Ufficio di Consigliere di I Grado Nobile al 22.7.1776. Fiduzio compare nel catalogo redatto nel 1828 dalla Deputazione Araldica locale, Giovanni è Deputato della Delegazione Araldica. MG 1.

Bezzi Cervigni, di Tolentino. MD 1, nel 1971 Giovanni Tommaso.

Biacchini, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). 

Biancalana, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). 

Bianchi, Nobile di Ancona, Patrizia di San Marino per concessione del 20.2.1774 nelle persone dei

(Conti?) Lodovico e fratelli. (§).

Bianchi, di Ancona, in possesso di stemma di cittadinanza.

Bianchini, Patrizia di Ascoli. (§). X.

Bianchini, di Fossombrone.

Biancifiori, di Recanati, MD 1 (1611). Estinta nell’agnazione maschile. (*).

Bichi, Patrizia di Ancona. MD 1(Frà Mario è Cavaliere nel 1823). (§).

Bigioli, originaria di San Severino, Nobile di San Severino per aggregazione del 29.1.1853 del pittore Cavalier Filippo.

Billi, originaria di Fossombrone, Nobile di Fossombrone. Il nome della Famiglia, relativamente alla città di Fossombrone, risulta nel volume, conservato negli archivi dello S.M.O.M.,compilato nella seconda metà del XVIII secolo per stabilire un nuovo piano per i processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione. Nobile di Fano.

Billi o Billy, di Pesaro, Nobiltà di origine francese, predicato territoriale feudale: di Sandorno

(feudo lombardo), Patrizia di Pesaro. Raffaele è Deputato nella Delegazione Araldica il 16.9.1854.

Bindi, originaria di Pietracuta, Nobile di San Leo.

Bini Cima, originaria di Assisi (Bini, risalente all’anno mille); Nobile di Cingoli, Nobile di Assisi.

Bini Silvestri, Nobile di Cingoli. Il nome di Pompeo di Filippo, Patrizio di Assisi, compare nel Catalogo della Nobiltà, redatto nel 1773, ed inviato l’11.8.1776 come risposta ai quesiti formulati dalla Deputazione della Veneranda Lingua d’Italia per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione. Giacinto Silvestri, Vescovo di Nepi. MG 1 (Baldassarre Bini, 1750 circa)

Biondi, di Fermo, Patrizia di San Marino per concessione del 7.1.1823 nella persona di Luigi.

Biordi, originaria di Talamello, Nobile di San Leo.

Birchi, originaria di Urbania. Nobile di Urbania. Annoverata tra le Famiglie non esercenti perchè dimorante in Roma dalla prima metà del XVIII secolo.

Birchi, Nobile di Sant’Angelo in Vado.

Bisaccioni, di Iesi, MD 1 (1657), SST 1.

Biscaccianti Della Fonte (detti anche Fonti Biscaccianti), originaria di Gubbio, Nobile di Pesaro per aggregazione del 23.7.1838 nella persona del Marchese Tiberio. Nobile di Senigallia: Tiberio siede nella Deputazione Araldica nel 1838. Nobile di Gubbio. Marchese.

Biscaccianti, originaria di Gubbio, Nobile di Cagli, come da elenco relativo a censimento della Nobiltà civica generosa inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. il 14.7.1776 dal segretario comunale G.A.Gilij. SST 4 ( 3 (?) + Tiberio, 1704). Vedi Aluppi.

Bischi, Nobile di Urbania. Giuseppe siede nella Deputazione Araldica nel 1858.

Biscia, Nobile di Recanati: il Capitano Benedetto ha ricoperto nel Senato civico la dignità di Nobile Priore come risultante da elenco di censimento della Nobiltà redatto il 12.8.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta ed inviato al Gran Priorato di Roma.

Bisleti, Nobile di Ripatransone per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 10.1.1848 nella persona di Mons. Camillo, Vescovo di Ripatransone.

Bisucci, di Pesaro.

Bizzarri, Nobile di Sant’Angelo in Vado. Monsignor Niccolò Vescovo di Forlì e poi alla Dominante (Roma).

Blancatelli, Nobile di Cingoli. Giuliano di Scipione risulta registrato nel Primario Ordine dei Gonfalonieri nei verbali comunali del 1533 conservati presso la Segreteria Priorale.

Blasi, originaria di Osimo, Nobile di Osimo. Patrizia di Macerata per aggregazione dei fratelli Giuseppe, Cesare e Tito del 10.1.1842.

Boccabianca, originaria di Ripatransone, Nobile di Ripatransone. (§). X.

Boccabianca Bellachioma, Nobile di Ripatransone.

Boccacci, Nobile di Cingoli. Rinaldo di Guido, Sebastiano di Gio. Pietro, Camillo di Giovanni e Guido di Sebastiano risultano registrati nel Primario Ordine dei Gonfalonieri nei verbali comunali del 1533 conservati presso la Segreteria Priorale (dopo gli Statuti pubblicati dal Cardinale di Ravenna Benedetto Accorti, Legato della Marca).

Boccaccio, Patrizia di Fano: il nome della Famiglia, annoverata tra le non esercenti, risulta nell’elenco di censimento della Nobiltà Generosa compilato dal Gonfaloniere in carica, inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. a firma del Seg. D. Pescelaccia il 19.7.1776.  Famiglia estinta con Ippolita nella seconda metà del XVIII secolo. SST 5. (*).

Boccamajori, di Ancona, Nobile.

Boccaurati, di San Severino.

Bocchi, originaria di Pennabilli, Nobile di Pennabilli. Il capitano Nicola è Gonfaloniere nel 1850, l’Avvocato Giuseppe il 4.7.1856 ed il 13.3.1857.

Bocci, di Urbino, Nobile di Ancona per aggregazione del 1.2.1851 nella persona di Raffaele, Vescovo di Alatri e Vicario Generale del Cardinale Cadolini, Vescovo di Ancona.

Boffi, di Iesi, MD 1 (1657) Estinta nell’agnazione maschile (*).

Bompiani, di Ancona, Nobile. MG 1.

Bompiani, verosimilmente di origine normanna, Patrizia di Ancona, Nobile di Tivoli. Titolo di Conte con concessione del 21.8.1924 nella figura del Nobile Giorgio. Ric. Gov. 24.6.1941 del titolo comitale (mpr). MG 1 (Giuseppe, 1628), MD 2 nelle persone di Guglielmo, nel 1959 e Valentino Silvio nel 1959. MD 2 nel ramo secondogenito nelle persone di Ludovico e Ferdinando. SST 5.

Bonacci, Nobile di Iesi.

Bonaccorsi o Buonaccorsi o Bonacorsi, originaria di Macerata; Nobile di Ancona, Nobile di Civitacastellana. Patrizia di Macerata: Bonaccorso è Credenziere nella prima metà del XVIII secolo. Titolo di Conte di Castel San Pietro (in Sabina) con concessione del 1751; Patrizia romana, Coscritta. D.M. di riconoscimento del 1.6.1926 nella persona di Corrado. Per il ramo secondogenito riconoscimento del titolo di Patrizio romano e Nobile di Civitacastellana con decreto del 10.10.1901. MG 3 (Simone, 1711; Luigi, 1727; Domenico, 1741), MD 1 (1742). (§).

Bonaccorsi, domiciliata a Roma. Patrizia di Ascoli. (§). X.

Bonaccorsi, Nobile di Pergola. Il Canonico Dottor Giuseppe siede nella Deputazione Araldica nel 1853.

Bonafede (o Bonafedi) , Nobile di Iesi, Patrizia di Fermo. Raffaele è Deputato della Commissione Araldica il 20.8.1857. Monsignor Camillo fu insignito del Patriziato di San Marino (personale) il 19.6.1836. MG 1 (Francesco, vivente nel 1823). (§).

Bonaguerra, Nobile di Camerino. Ordine dei Collanisti nel XIX secolo. (§).

Bonagura, Nobile di Fossombrone. Il nome della Famiglia risulta nel volume, conservato negli archivi dello S.M.O.M.,compilato nella seconda metà del XVIII secolo per stabilire un nuovo piano per i processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Bonaiuti, di Pennabilli, Patrizia di San Marino per concessione del 17.9.1747 nelle persone di Monsignor Cesare Alessandro Giuseppe e fratelli. Contemporanea ulteriore concessione del 17.9.1747 nelle persone di Monsignor Sebastiano e nipoti Antonio, Sebastiano e Giovan Francesco. Ulteriore concessione, personale, a Monsignor Carlo il 20.11.1890.

Bonamici, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente la Nobile Magistratura nel 1497, estinta nella seconda metà del ‘600 (*).

Bonamini, originaria di Bergamo, Patrizia di Pesaro: il nome di Domenico compare nell’elenco del primo grado di Nobiltà (Gonfalonieri) inviato il 5.9.1776 come risposta ai quesiti formulati dal S.Ordine Gerosolimitano per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione. Patrizia di San Marino per concessione del 13.5.1813 nella persona di Francesco.

Bonandrini, Patrizia di Ancona, titolo di Conte di Bacacciana concesso da Pio VI il 1.7.1789; Patrizia di San Marino per concessione del 11.1.1803 nella persona del Conte Giacomo Antonio. Giacomo ultimo della stirpe. (§), (*).

Bonanni, originaria di Ancona, Nobile di Camerino per aggregazione del 7.4.1843. Titolo di Conte con concessione del 1859.

Bonanni, originaria di Matelica, Nobile di Matelica.

Bonanni, Nobile di Fossombrone per aggregazione del dottore Salvatore, Governatore di Fossombrone e poi di Fabriano, del 3.2.1858.

Bonarelli della Colonna, originaria di Ancona; aggiunge il cognome Colonna per concessione di Martino V; Patrizia di Ancona, Conte Palatino nel 1483 dopo che Giacomo era stato Senatore nel 1460 in Roma; con concessione del secolo XV diviene Conte delle Torrette e di Bonpiano; con concessione del 7.3.1692 assume il titolo e predicato di Conte di Castel Bompiano; MG 1 (Guidobaldo,1717), MD 1 (1641), SST 4. (§) X. 

Bonarelli della Rovere, ramo del precedente, già esistente nel 1400, che si trasferì ad Urbino ove assunse il secondo cognome. Patrizia di Ancona, titolo di Conte Palatino e di Marchese di Orciano.

Bonaguri, Nobile di Fossombrone.

Bonaventura, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione).  Connestabile di S.R.C.. Patrizia di San Marino per concessione del 3.5.1705 nella persona di Giovanni Bernardino e del 19.7.1705 nella persona di Emilio.

Bombini (o Bambini) Borgogelli, di Fano, Patrizia di San Marino per concessione del 22.1.1747 nella persona di Giovanni.

Boncleri (o Bonclerici, già de’Rossi) , originaria di Cagli. Nobile di Cagli. Guido Antonio (+ 1484), Vescovo e Consigliere del Duca Federico, cangiò l’originario cognome di De’Rossi in Bonclerici per volontà del Duca, come da elenco relativo a censimento della Nobiltà civica generosa inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. il 14.7.1776 dal segretario comunale G.A.Gilij. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1 (Orazio, 1602).

Boncompagni, originaria di Visso e Bologna, aggregata al Patriziato anconitano prima del matrimonio (1681) di Gregorio II con Ippolita Ludovisi che ultima della sua schiatta impose l’aggiunta del secondo cognome. (§).

Boncompagni Ludovisi, originaria di Visso e Bologna, Nobile di Iesi, Principe di Piombino, Principe del S.R.I., Coscritta, Principe di Venosa, Duca di Sora ed Arce, Duca di Monterotondo, Marchese di Vignola, Marchese di Populonia, Conte di Conza, Patrizio di Ravenna, Patrizio di Bologna, Patrizia Napolitana, Patrizia Veneta, Patrizia di Orvieto, Nobile Romana, Nobile di Foligno, Nobile di Rieti. Trattamento di Don.

Bonderici, di Cagli.

Bonelli, Patrizia di Tolentino. Il nome di Agostino e quello di Antonio Maria risultano nell’elenco, oggi conservato nell’archivio dello S.M.O.M, delle famiglie che ricoprivano l’Ufficio di Consigliere di I Grado Nobile al 22.7.1776. Antonio è Gonfaloniere della città nel 1828.

Bonfigli, originaria di Osimo, Nobile di Osimo. Un Santo: San Bonfigli. Andrea è Gonfaloniere nella seduta della Deputazione Araldica tenutasi il 20.5.1842. A.(?) è Anziano il 3.11.1828. X.

Bonfigliglioli, Nobile di Ancona.

Bongiovanni, di Fermo, SST 1 (1708).

Bongiovanni, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, famiglia risalente al XIII secolo, esercente la Nobile Magistratura tra il ‘400 ed il ‘500 come dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo. Estintasi nel seicento. (*).

Bongrazi, Nobile di Macerata. Francesco è Entrante di Magistrato nel 1776.

Boni, Nobile di Ancona.

Boni, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). Carlo è Deputato nella Delegazione Araldica del 1847, del 1851 ed il 9.6.1854.

Boni, di San Severino, Nobile di San Severino.

Boni, Nobile di Cagli. Giuseppe siede nella Delegazione Araldica nel 1852.

Bonifazi, Nobile di Macerata. Francesco è Entrante di Magistrato nel 1776.

Bonifazi, originaria di Filottrano, Nobile di Filottrano.

Bonini, Patrizia di Fermo per aggregazione del 15.11.1837. Nobile di Camerino, Nobile di Ascoli. Nobile di Montalto. Nobile di Ripatransone per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 21.12.1835 nella persona di Mons. Luigi, Delegato Apostolico di Fermo.

Bonizi, originaria di Tolfa, Nobile di Fabriano per aggregazione di Egidio il 17.1.1838.

Bonomi, Nobile di Ripatransone. (§).

Borghesi, di Fossombrone, Nobile.

Borghi, originaria di Padova, Nobile di Loreto.

 

Borghi, originaria di Sant’Angelo in Vado, Nobile di Sant’Angelo in Vado per aggregazione del 15.12.1849 del dottore Tommaso.

Borghini, Originaria di Pennabilli. Nobile di Pennabilli. Gioacchino siede nella Deputazione Araldica il 5.12.1850.

Borgia (o Borja), origine spagnola, Duca di Camerino, Giovanni ultimo figlio di Papa Alessandro VI.

Borgogelli, originaria di Fano, Patrizia di Fano: il nome della famiglia è incluso nell’elenco, tutt’ora conservato negli archivi dello S.M.O.M., compilato dal Gonfaloniere di Fano allo scopo di censire la Nobiltà Generosa ed inviato al Gran Priorato di Roma il 19.7.1776. Conte Pontificio con concessione 18.7.1924 con breve di Pio XI nella persona di Lorenzo di Guido. R.D. di autorizzazione all’uso nella persona di Lorenzo del 26 (16?).2.1928. RR.LL.PP. di assenso del 20.9.1928. Nobile di Forlì. SST 1 (Francesco nella seconda metà del XVIII secolo).

Borgogelli, Nobile di Urbino: Giuseppe è Deputato nella Delegazione Araldica del 1847 e il 9.6.1854.

Borgogelli Avveduti, originaria di Fano, Patrizia di Fano; aggiunge il cognome Avveduti per R.D. 15.4.1926. SST 4.

Borgogelli Ottaviani, originaria di Fano, Patrizia di Fano. Conte Pontificio con breve di Pio X del 21.2.1914 nella persona di Giovanni Battista. Decreto di riconoscimento del 5.8.1927 e RR.LL.PP. del 18.12.1927. Autorizzazione all’aggiunta del cognopme Ottaviani del 4.2.1929.

Borgogelli Vergili (o Vergilj), Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). Nobile di Fano il nome della Famiglia, annoverata tra le Forastiere ma di Consiglio, risulta nell’elenco di censimento della Nobiltà Generosa compilato dal Gonfaloniere, inviato al Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. a firma del Seg. D. Pescelaccia il 19.7.1776. 

Borgoni, Nobile di Tolentino per aggregazione del 1846.

Borri, originaria di Ascoli. Patrizia di Ascoli.

Boruti, Nobile di Ancona.

Boscarini, originaria di Corinaldo, Nobile di Corinaldo.

Boscarini, Nobile di Sant’Angelo in Vado per aggregazione del 15.12.1849 nella persona del Mons. Gueri Antonio, Vescovo di Urbania e Sant’Angelo in Vado.

Boscarini, originaria di Corinaldo. Nobile di Urbania. Discendenza in linea retta da Niccolò Boscareti, Vicario Imperiale per l’Imperatore Ludovico il Bavaro, Conte del feudo di Boscaretto da cui trasse il nome. Don Gueri Antonio, Arcidiacono, siede nella Deputazione Araldica nel 1858.

Boscarini, Nobile di Pesaro: Domenico è compreso nel novero delle Famiglie con Nobiltà di II grado (Priori) nell’elenco censuario della Nobiltà inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato.

Boscarini Gatti, originaria di Corinaldo, Nobile di Urbania. Niccolò aggiunge il cognome Gatti unendosi in matrimonio con l’ultima dama di tale antica Famiglia, estintasi nel ramo di Gian Battista. Vedi Boscarini di Urbania.

Boschi, originaria di Bologna, Patrizia di Ascoli, Marchese. X.

Bosdari (de), originaria di Ragusa, Patrizia di Ancona, Conte per successione Agucchi Legnani con concessione del 4.7.1753 e provvedimento di rinnovazione, con trasmissibilità ai figli, del 10.3.1895 per matrimonio di Eleonora Agucchi Legnani con Nobile Girolamo de Bosdari; Nobile del S.R.I.. MD 2, nelle persone di Francesco Saverio e di Girolamo, rispettivamente nel 1931 e 1933. Girolamo è Consultore della Deputazione Araldica il 29.6.1823. Sempre Girolamo, Gonfaloniere esercente , ucciso a pugnalate il 23.5.1832 da rivoltosi antipapalini. (§) X.     

Bosis (de), originaria di Ancona, Nobile di Ancona. Ferdinando siede nella Deputazione Araldica di Ancona il 6.12.1851. Conte Pontificio per concessione del 22.9.1899, poi autorizzata con provvedimento all’uso nel Regno il 2.6.1927, nella persona di Ferdinando. RR.LL.PP. del 11.11.1927.

Bossi, di Fossombrone.

Bosoni, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente la Nobile Magistratura nel 1497, estinta nella prima metà del ‘600 (*).

Botani, Nobile di Recanati, esercente la Nobile Magistratura nella seconda metà del ‘400, estinta nella seconda metà del ‘600 (*).

Bottaini, di Pesaro.

Bourbon del Monte Santa Maria, Patrizia di Ancona, Nobile di Perugia, Marchese del Monte di Santa Maria con concessione 14.5.1355 dell’Imperatore Carlo IV; Principe di San Faustino con concessione 6.8.1861 di Pio IX e provvedimento di convalida all’uso nel Regno del 24.2.1921. RR.LL.PP. del 31.5.1921. MG1. Commenda di San Gregorio Magno e dei SS. Maurizio e Lazzaro nella persona di Pietro (XIX secolo).

Bourbon del Monte Santa Maria, di Pesaro, Marchese su predicato feudale di Montebaroccio per concessione del Duca di Urbino nella seconda metà del XVI secolo. Nobile di Filottrano. Il Marchese Giovanni siede come Consultore della Delegazione Araldica di Filottrano il 21.6.1858. MG 2: (Mario, 1702; Francesco Maria, 1763), MD 3: (1702, 1741, 1806).

Bracchi, originaria di Montesanvito. Nobile di Osimo.

Bracci, originaria di Fano, Nobile di Fano, Conte con concessione del 28.6.1906.

Bracci, Nobile di Matelica: il Capitano Giambattista ed il signor Giambattista ricoprono la Nobile Magistratura nella seconda metà del XVIII secolo. (§).

Bracci, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente la Nobile Magistratura nel 1497, estintasi nella prima metà del ‘700 (*).

Bracci, di Pesaro.

Bracci Vatielli, Nobile di Matelica con Decreto M. di riconoscimento del 5.9.1926, concessione del titolo di Conte con provvedimento del 31.8.1928.

Bramante, di Urbino.

Bramanti, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente la Nobile Magistratura nel 1497, estintasi in linea mascolina nella prima metà del ‘700 (*).

Brancadori, originaria di Tolentino, Patrizia e Nobile di Tolentino. Il Cardinale Cesare è Arcivescovo di Fermo nel 1828.

Brancadoro, originaria di Fermo, Patrizia di Fermo, Nobile di Fano, Nobile di Orvieto, Conte di Macrio o Macriano per diploma dell’Imperatore Federico II confermato dall’Imperatore Sigismondo nel 1433; Conte Palatino per concessione del 23.4.1433; Marchese già di Rocca Priora. Il Conte Antonio è Deputato della Commissione Araldica il 20.8.1857. Nella relazione alla Santa Sede stilata il 20.7.1823 dal Delegato Apostolico circa le Famiglie Nobili di Fermo, tale Famiglia viene definita “.. che fra l’ordine delle Primarie della Città supera ogni altra contando uomini illustri già sotto il 1250..”.   MD 1 (1883). SST 3 (Guidobaldo, 1606; + ?).

Brancaleoni, originaria di Urbania, Nobile di Urbania.

Brancaleoni, originaria di Urbino, Conte su predicato feudale di Piobeso (non compare nel Dizionario dei Predicati della Nobiltà Italiana) con concessione del 1617.

Brancaleoni, di Cagli, Nobile di Cagli. Latino morto a Perugia nel 1284, eletto Cardinale, assunse il cognome della Madre, sorella di S.S. Nicolò III Orsini. Conte.

Brancaleoni, originaria di Recanati, Nobile di Recanati, esercente la Nobile Magistratura nella seconda metà del ‘400, estintasi in linea maschile nella seconda metà del ‘600.

Brancati, Nobile di Cagli. Brancato è Ambasciatore del Cardinale Giulio della Rovere. Don Giuseppe è Gonfaloniere il 21.7.1845, Gian Giuseppe nel 1852.

Brancuti, di Pesaro.

Brancuti, di Cagli. Nobile di Cagli. Fidentia sposa Mario Marcelli (vedi), Governatore di Trevi. Ascanio Nobile di Perugia dopo il matrimonio con Proserpina Meniconi. Il nome della Famiglia risulta compreso nell’ elenco di censimento della Nobiltà Generosa richiesto dal Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. ed inviato dal segretario comunale di Cagli, Giuseppe A. Gilij, il 14.7.1776.

Brandani, di Urbino.

Brandi, di Urbino.

Brandoni, di Urbino.

Braschi, Nobile di Sassoferrato per aggregazione del 1838.

Braschi Onesti, originaria di Cesena, Nobile di Ancona, Nobile Romano, Nobile di Osimo per aggregazione durante il pontificato dello zio, Pio VII. Duca. Duca di Nemi. (§).

Bricchi, di Cagli, Nobile. Il nome della Famiglia risulta compreso nell’elenco di censimento della Nobiltà Generosa richiesto dal Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. ed inviato dal segretario comunale di Cagli, Giuseppe A. Gilij, il 14.7.1776. Ordine Supremo di Cristo 1 (Fabio, XVI secolo circa)

Brigante Colonna (Angelini), originaria di Tivoli ed Assisi, Nobile di Recanati per aggregazione di Francesco del 31.5.1847. Nobile di Tivoli, Nobile di Assisi. Conte. D.M. di riconoscimento del 14.4.1938.

Briganti Bellini, già Briganti , Nobile di Osimo. X.

Brigi, di Pesaro.

Broccoli, Nobile di San Leo. Lodovico è membro della Deputazione Araldica nel 1844.

Broccoli, originaria di Pennabilli. Nobile di Pennabilli per aggregazione di Pacifico del 2.5.1846.

Broccoli Magnani, Nobile di Pennabilli. Pacifico siede nella Deputazione Araldica il 4.7.1850 ed il 13.3.1857.

Brogli, Nobili di Recanati: Pietro ha ricoperto la massima Nobile Magistratura civica di Priore de’ Priori come risultante da elenco di censimento della Nobiltà redatto il 12.8.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta ed inviato al Gran Priorato di Roma.

Broglio d’Aiano, originaria di Treia, Conte di Ajano, Nobile di Treia.

Broglio Massucci, originaria di Treia, Nobile di Treia.

Broglio Montani, originaria di Treia, Nobile di Treia.

Brollini, Nobile di Fossombrone. Il nome della Famiglia risulta nel volume, conservato negli archivi dello S.M.O.M.,compilato nella seconda metà del XVIII secolo per stabilire un nuovo piano per i processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Brozzi, Nobile di Sant’Angelo in Vado. Nobile di Urbania per aggregazione anteriore alla seconda metà del XVIII secolo. Patrizia di Arezzo, Marchese di Castiglione, Conte di Offredi (i due predicati territoriali sui quali sono appoggiati i titoli, non compaiono sul Dizionario dei Predicati della Nobiltà Italiana). Dimorante ad Arezzo già nella seconda metà del XVIII secolo.

Brunamonti, originaria di Trevi, Nobile di Cingoli.

Brunforte, di Arcevia, Nobile.

Bruni, Nobile di Urbino: Famiglia che gode l’onore del Gonfalonierato nella seconda metà del XVIII secolo per aggregazione precedente al Breve di Benedetto XIII del 22.8.1726 (vedi prefazione). 

Bruni, di San Severino.

Brunori (Querenghi), originaria di Corinaldo, Nobile di Corinaldo.

Bruschetti, Nobile di Camerino. Ordine dei Collanisti nel XIX secolo. (§).

Bruschi, originaria di Sassoferrato, Nobile di Sassoferrato per rescritto di assenso del 10.10.1938 nella persona di Luigi.

Bruti, originaria dell’Albania (Durazzo) e Ripatransone (dal secolo XV). Nobile di Ripatransone. Marchese con concessione del secolo XIX. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavalieri 1 (Liberato, XIX secolo). (§).

Bruti Liberati, ramo del precedente, Nobile di Ripatransone, Marchese.

Bucci, di Pesaro, Nobile.

Bucchi, di Norcia, Nobile di Norcia. Benedetto è Consultore nella Deputazione Araldica civica nel 1843.

Bucchi Accisa, originaria di Norcia, Nobile di Norcia. Vincenzo è Consultore nella Deputazione Araldica locale nel 1843.

Bufarini, Nobile di Ripatransone per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 12.7.1856 nella persona di Mons. Fedele, vescovo di Ripatransone.

Bufarini, Nobile di Tolentino per aggregazione del 9.12.1854 nella persona di Monsignor Paolo, Vescovo di Ripatransone.

Buffa, di Urbino.

Buffi, Nobile di Pesaro: il nome del Dottore Roberto è compreso nel novero delle Famiglie con Nobiltà di II grado (Priori) nell’elenco censuario della Nobiltà inviato nel 1776 da ogni sigola città compresa nei limiti del Gran Priorato di Roma allo S.M.O.M. e nell’archivio dell’Ordine tutt’ora conservato.

Buffoni, di Fossombrone, Nobile di Fossombrone per aggregazione di Andrea (figlio del Conte Luigi Cavaliere di Spada e Cappa di S.S. e della Contessa Maria de Sanctis di Matelica) del 19.12.1835. Conte. Il Conte Luigi è Gonfaloniere il 28.3.1855 ed il 7.1.1858. Patrizia di San Marino per concessione del 18.12.1832 nella persona di Andrea.

Buglioni, originaria di Matelica, Nobile di Matelica.

Bulgarini, originaria di Sant’Elpidio a Mare, Patrizia di Macerata.

Buoni, Nobile di Cagli. Il nome della Famiglia risulta compreso nell’elenco di censimento della Nobiltà Generosa richiesto dal Gran Priorato di Roma dello S.M.O.M. ed inviato dal segretario comunale di Cagli, Giuseppe A. Gilij, il 14.7.1776.

Buosi, Nobile di Sant’Angelo in Vado. Famiglia risultante estinta nell’agnazione mascolina già nella prima metà del XVIII secolo. (*).

Buratelli, Patrizia di Pesaro: il nome di Giulio Cesare compare nell’elenco del primo grado di Nobiltà (Gonfalonieri) inviato il 5.9.1776 come risposta ai quesiti formulati dal S.Ordine Gerosolimitano per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione.

Buratti, originaria di Montecassiano, Nobile di Cingoli: il nome di Nicola compare nel Catalogo della Nobiltà, redatto nel 1773, ed inviato l’11.8.1776 come risposta ai quesiti formulati dalla Deputazione della Veneranda Lingua d’Italia per la compilazione dei processi dei pretendenti al grado di Cavaliere di quella Religione. Nobile di Recanati con aggregazione del 1567 e reintegro nel 1735. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1 nel XVI secolo.

Buratti Simonetti, Nobile di Recanati.

Busca, originaria di Milano, nobile di Fabriano per aggregazione di Monsignor Ignazio nel 1766.

Bussi, originaria di Viterbo, Nobile di Ancona. (§).

Butta, Patrizia di Fermo. Un ramo estinto nella prima metà del XIX secolo con Mariangela. (§). X. (*).

Buttari, Nobile di Osimo. (§) X.

                                   

                                             C

 

Caccia, di Cagli, Patrizia di San Marino per concessione del 22.2.1660 nelle persone di Franco e fratelli.

Caccialupi, originaria di San Severino, Patrizia di San Severino: Gaetano risultanta nell’elenco di censimento della Nobiltà tra le Famiglie Consolari e Regolatorie redatto il 19.7.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta.

Caccialupi Olivieri, originaria di San Severino, Patrizia di San Severino, discendente di Gaetano Aloisi, successione Caccialupi; Conte Palatino Pontificio e Cavaliere Aurato con concessione del del 1521; Protoconte con facoltà di creare altri Conti Palatini; Conte della Truschia, castello presso il Monte San Vicino. Vedi Caccialupi Olivieri Parteguelfa (discendenza da Gio. Battista Parteguelfa).

Cacciamani, di Cagli, Patrizia di San Marino per concessione del 22.11.1845 nella persona di Giuseppe.

Cadolini, originaria di Pallanza, Patrizia di Ancona. Un Vescovo a Cesena nel 1823. (§).

Cagli, Capitolo della Cattedrale di Cagli: Conte di Rocca Leonella e Montegrino. Vedi mio precedente saggio sui predicati territoriali.

Cagnaroni (o Cagnareni), originaria di Tolentino, Nobile di Tolentino. Gaspare il cui nome compare nel catalogo redatto nel 1828 dalla Deputazione Araldica cittadina, era annoverato tra i Patrizi.

Cajani, Nobile di Cagli per aggregazione di Monsignor Bonifazio, Vescovo della città, del 23.11.1842; Nobile di Pergola per aggregazione di Monsignor Bonifazio, Vescovo di Pergola, del 8.10.1842. Nobile di Gualdo Tadino.

Calamari, originaria di Roma, Nobile di Pergola per aggregazione di Alberico del 17.12.1856.

Calcagni, originaria di Recanati, Nobile di Recanati: Famiglia antichissima che ha ricoperto le massime Nobili Magistrature civiche nel XIV e XV secolo  come risultante dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo e da elenco di censimento della Nobiltà redatto il 12.8.1776 su richiesta dell’Ordine di Malta ed inviato al Gran Priorato di Roma. Girolamo è Nobile Priore nella seconda metà del XVIII secolo. Muzio è Anziano nella Deputazione Araldica di Recanati nel 1844. MG 1 (Domenico, 1710).

Calcagnini Estense, famiglia originaria di Rovigo (1150) passata a Ferrara nel XV secolo ove si imparentò con la Casa d’Este. Patrizia di Osimo (XVIII secolo), Conte Palatino (XV secolo), Nobile di Polonia (1536), Patrizia Romana (1596). Conte di Maranello, Fusignano e Cadè (1465), Signore delle Alfonsine (1519), Signore del territorio di Leonino (1519), Signore di Formigine, Corletto, Montale, S. Zenone, Casinaldo, Corlo, Colombaro. Marchese di Fusignano (1605), Marchese di Formigine (1648), Patrizia di Mantova (1444).

Calcagno, originaria di Recanati, verosimilmente altro ramo della precedente sempre di Recanati, passata in Sicilia. Titolo Marchionale nellla persona di Carlo (25.11.1747). Titolo di Barone di Assaro e di Aidone nella persona di Giovanni Filippo (11.1.1641). MG (?). SST (?), Ordine SS. Maurizio e Lazzaro 1 (?).    

Calcalara, Patrizia di Camerino; Ordine della Giarrettiera 1 (Nicola, XIV secolo). MG 1 (Mariano, 1502); SST 2. (§). X. (*).

Calcioni, originaria di Recanati. Patrizia di Recanati come risultante dall’elenco di Deputati alle riforme delle leggi statutarie del 1421, dagli elenchi dei Priori e degli Oratori nel Bussolo del Reggimento compilati nella prima metà del XV secolo. Famiglia risalente al XV secolo, estintasi in linea mascolina nel ‘600 (*).

Caliendi, Nobile di Pennabilli: il Dottore Sebastiano siede nella Deputazione Araldica il 4.7.1856, Pietro il 13.3.1857. Nobile di San Leo per Sovrano Apostolico assenso all’aggregazione del 11.6.1834 nella persona di Monsignor Martino, Vicario Generale della Diocesi; Nobile di Ripatransone per Sovrano Apostolico rescritto di assenso all’aggregazione del 29.8.1842, sempre nella persona di Mons. Martino, questa volta Vescovo di Fossombrone.


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