Lettera aperta.
Preoccupati del destino
cui va incontro l'Isola Tiberina, luogo unico per storia e
suggestione nel centro di Roma e parte del Patrimonio dell'umanità,
chiediamo spiegazioni alle pubbliche autorità per quanto segue:
- Perché il Comune
di Roma ha statuito una "modifica parziale"
della delibera che quindici anni fa istituì il Museo
Storico dell'Isola Tiberina e designò il Palazzo
Pierleoni Caetani come sua sede, per destinare il vetusto
monumento a un ambulatorio dell'Ospedale Israelitico che
si era trasferito trent'anni fa nei suoi nuovi locali
della Magliana?
- Perché il Palazzo
Pierleoni Caetani è occupato dall'ambulatorio,
succursale dell'Ospedale della Magliana, senza rispettare
le norme di sicurezza vigenti e a soli venti metri dal
grande Ospedale Fatebenefratelli?
- Perché un privato
che, in concorrenza col Comune di Roma, ha acquistato una
porzione di 300 metri quadrati sita al pianterreno del
Palazzo ha potuto contrastare la volontà del Comune di
Roma, impugnando il Piano di Recupero dell'Isola Tiberina
che designa il Palazzo Pierleoni Caetani come sede del
museo?
- Perché il Comune
di Roma non ha ribadito il Piano di Recupero dell'Isola
Tiberina quando il suo annullamento a causa di un cavillo
legale è stato superato?Perché il privato, negato dal
Comune il permesso di ristrutturare i locali una volta
della Rome-New York Art Foundation, ha potuto
stravolgerli grazie ad un ordine della Soprintendenza ai
Monumenti, mentre proprio questo stesso organismo
ha dovuto richiamarlo per aver segato le catene delle
volte, per aver costruito una canna fumaria e per aver
sostituito l'antica porta che si affaccia su Piazza S.
Bartolomeo con una lastra di metallo?
- Con quale
autorizzazione il privato è potuto intervenire su una
cantina del Palazzo Pierleoni Caetani, svuotandola dei
sedimenti e dei detriti secolari che funzionavano come
baluardo alla base della Torre Caetana, forse
compromettendone la stabilità?
- Perché il Comune
di Roma e la Regione Lazio hanno allocato cinque miliardi
e mezzo dai fondi del Giubileo -sotto la voce accoglienza-
per il restauro del Palazzo Pierleoni Caetani, non per il
museo, ma per un ambulatorio che occupa senza titolo il
monumento?
- Perché il sindaco,
motu proprio, ha bloccato lo sfratto dell'ambulatorio che
invece era stato disposto dalla ripartizione del
Patrimonio, per occupazione senza titolo e per morosità
di fitto che ammontava a quattro miliardi di lire?
- Perché il sindaco
per risolvere la "questione", invece di seguire
i pareri dell'Avvocatura del Comune di Roma riguardo agli
obblighi di difendere un monumento nazionale, vincolato e
di proprietà del Comune, ha voluto nominare una
commissione composta dai rappresentanti dall'Ospedale
Israelitico e dell'Associazione Museo Storico dell'Isola
Tiberina?
- Se l'ambulatorio
rappresenta un interesse di parte e l'Associazione Museo
Storico dell'Isola Tiberina è un sodalizio senza scopo
di lucro, nato per coadiuvare il Comune nella
realizzazione del Museo, perché il Sindaco si atteggia a
Salomone, mentre il "bambino", cioè il Palazzo
Pierleoni Caetani è proprio suo, ossia del pubblico, e
non è invece né dell'ambulatorio, né dell'Associazione?
Chiediamo il rispetto di una cosa pubblica e la degna gestione
della ricchissima memoria storica dell'Isola Tiberina.
Il Museo prevede la celebrazione di questa storia bimillenare che
va dal Tempio di Esculapio, alla Rome-New York Art Foundation e
comprende personaggi di interesse universale come la contessa
Matilde di Canossa, papa Gregorio VII, Anacleto II (il papa del
ghetto), Rahere l'inglese, l'imperatore Ottone III, S. Adalberto,
S. Giovanni di Dio e Margaret Fuller.
Lo stesso Palazzo Pierleoni Caetani fa parte dei contenuti del
Museo perché nasce sulle fondamenta del Tempio di Esculapio, ha
visto i Caetani succedere ai Pierleoni, diventa monastero
francescano per tre secoli e poi concesso per novant'anni all'Ospedale
Israelitico.
Il Museo, illustrando l'antica e proficua simbiosi tra la comunità
Israelitica e la vita di Roma valorizzerebbe la storia dell'isola
e aprirebbe una finestra su questi fatti storici e fascinosi.
In ragione della legge n°241 chiediamo risposte pubbliche alle
domande sopra elencate.