Pubblicità su
AFC Architettura Amica

.

L'ETA' INQUIETA.

ALLA RICERCA DELLA "NUOVA" MODERNITA'.
PROMEMORIA SINTETICO IN FORMA DI DECALOGO.

Tratti essenziali dell'identità dell'architettura contemporanea.

Nelle righe che seguono non c'è un rigoroso rispetto della crononogia, ne della seguenza logica, perché il mondo e i progressi dell'umanità sono assai più complessi di qualsiasi classificazione e pensieri, le relazioni e le idee si divertono a viaggiare nello spazio e nel tempo.

Prologo - Chicago. Dopo il grande incendio del1871.
A partire dai lavori della "scuola" detta di Chicago, nasce l'indipendenza tra struttura portante ed involucro architettonico. Spezzata la millenaria unione, da "quel giorno", l'architettura non potrà più essere la stessa. Liberata dal suo Eden, dov'era obbligata al rispetto ubbidiente delle forze naturali, fu costretta ad aggirarsi sola e senza la primitiva tutela nel mondo nuovo ed ignoto dell'astrazione. E a generare ogni opera nel segno del dubbio.

Decalogo
1- Adolf Loos: Ornamento e delitto. Rifiuto totale dell'ornamento in architettura, come fine e mezzo. Da questo momento in poi l'architettura riacquista la dignità di arte "integrale". Il nuovo domino dell'architettura non è più la facciata e gli "abbellimenti" interni, ma la "sostanza/apparenza" dei muri e degli spazi e delle forme che questi definiscono. (vedi il testo integrale di "Ornamento e delitto"). Ci vorrà molto tempo affinché l'idea si affermi. Molti ancora non se ne sono accorti.

Villa Savoye Le Corbusier2- Le Corbusier 1: Volumi e superfici puri. Ridotta all'osso l'architettura è luce (bianca) e ombre nette (sembrano esclusi persino i mezzitoni). Le fineste sono vuoti (neri, e si confondono con le ombre) e i muri: pieni (rigorosamente bianchi). Ma quanta (malinconica - antica - classica) poesia in Villa Savoye (foto a destra). Con la "promenade architecturale" (passeggiata architettonica) l'architettura scopre se stessa in una forma di salutare stimolante narcisismo, di grande futuro. La nuova architettura è già in debito con il prologo (indipendenza struttura - involucro) e il punto 1 (assenza di ornamento aggiunto). Sullo sfondo si fa strada una prospettiva derivata dal cubismo pittorico: collisione e deformazione delle forme e dei volumi. E' presto, bisogna aspettare ancora. (Attenzione, però! Il nemico Ornamento è già in agguato, assetato di nuovi Delitti.)

3- Opaco, trasparente e nuova finestra. Mies Van der Rohe: spariscono la muratura e le finestre come erano state consegnate dal passato. Ne prendono il posto lastre opache isolate che sostituiscono muri e tetti, e vetrate indipendenti. Padiglione della Germania a Barcellona, 1929 (nella foto). Tra sperimentazioni e tentativi dovrà farsi strada una nuova idea di finestra, fondata su una diversa consapevolezza di un di orizzonte visuale che in parte il muro esclude, come la siepe nell'Infinito leopardiano. Superati i vincoli strutturali che legavano finestra e muro prende forma una nuova relazione in cui il muro è soprattutto cornice di un campo visivo intercettato dalla finestra. Le finestre d'angolo razionaliste sono la prima prova della volontà di mettere in evidenza Mies Van der Rohe padiglione Barcellonal'autonomia tra la struttura e le pareti, quando ancora non erano del tutto chiare le reali potenzialità della nuova situazione.

4- Materia come colore naturale e colore come materia artificiale. Già nel Padiglione di Mies a Barcellona le lastre di marmo assumono l'aspetto di pure superfici colorate prive di massa. E la conseguenza dell'idea di superficie pura che fa perdere consistenza e spessore alla materia. Solo dalla materia levigata e lucidata è possibile ricavare, la pienezza delle proprie qualità estetiche e la bellezza intima e specifica. Pietre, marmi, legni, metalli così trattati rivelano tutta la propria bellezza nell'immateriale dell'estrema superficialità. D'altra parte uno strato di colore fa perdere al supporto ogni proprietà estetica. Il colore, illusione ottica per eccellenza, diventa la materia 'smaterializzata' di se stesso. Altre immagini: 1, 2,

Giacomo Balla, Alberi mutilati5-Plasticità astratta e forme libere. Dopo le avvisaglie di respiro modernista di Gaudì - ma si potrebbe mettere in causa anche la genialità di Borromini- all'interno di un panorama tecnologico assolutamente differente e senza precedenti, alcuni tentativi spesso a scala più vasta lasciano percepire la possibilità di un'architettura disancorata dalla verticalità dei muri e, nel complesso, dal sistema compositivo tradizionale basato su muri, tetti, solai ecc. Le prime esperienze moderne in tale direzione sono classificate come espressioniste, con Mendelson, (torre Einstein), Taut. Sarà però verosimilmente, l'astrattismo plastico-dinamico delle opere dei futuristi -non solo Boccioni, con 'Sviluppo di una bottiglia nello spazio' (1912), ad influenzare alcune fra le più interessanti tendenze attuali dell'architettura. Nella foto G. Balla, Alberi mutilati, 1918. Altre immagini: 1, 2,

IRCAM, Parigi, R.Piano6-Tecnologia appropriata. Ne i materiali, ne la tecnologie possono superare certi limiti -intesi in senso lato- di applicazione che gli sono propri. D'altra parte sono disponibili per l'architettura una grande quantità di tecnologie e materiali ed altri si possono reperire in contesti produttivi differenti. I teoria tutto o quasi sembra possibile. In pratica spesso le possibilità si riducono drasticamente in relazione al contesto, alla dimensione dell'opera, al budget e al valore simbolico che si é disposti ad assegnare, ecc. Un approccio corretto al sistema delle risorse effettivamente disponibili, può essere un efficace mezzo per alimentare la creatività anziché deprimerla. Sottovalutare o peggio ignorare questo aspetto è invece la strada più sicura per far fallire o stravolgere in corso d'opera quasi la totalità dei progetti. Volare alto sopra i problemi concreti è un lusso che si possono permettere solo i progetti dichiaratamente utopici o dichiaratamente fuori dall'ordinario (per intendersi: persino la realizzazione della Sydney Opera House ha rischiato di saltare nell'impatto con i problemi di costo e tecnologia). Tutti i preconcetti sono trappole e catene che impediscono al progetto di muovere verso la soluzione più efficace. Tra quelle effettivamente disponibili non esistono materiali o tecnologie buone e cattive a priori. Si deve diffidare dai manicheismi che riguardano i materiali e le tecnologie tradizionali e moderni o innovativi. Tutte le risorse sono buone purché utili ed appropriate ad uno scopo, sia esso tecnico o estetico. Nella foto: facciata in mattoni di terracotta preassemblati in pannelli 'high-tech', IRCAM, Parigi, arch. R.Piano, 1988-90.

Borromini, Pianta Sant'Ivo Sapienza7-Indipendenza spaziale tra interno ed interno. Le superfici interne ed esterne dei "muri" che definiscono un'edificio rappresentano i confini morfo-percettivi di contesti spazio-ambientali differenti. La forma dello spazio interno non va trattata semplicisticamente come il risultato residuale delle scelte compiute per l'esterno -e viceversa-. Le facce interne ed esterne del "muro"-dei solai, delle coperture, ecc.- devono conformarsi liberamente e indipendentemente alle necessità morfologiche e spaziale tanto dell'interno che dell'esterno. Il muro standard, figlio della pigrizia mentale, con le facce interne ed esterne rigidamente parallele è un taboo, inadatto in genere a conseguire tale differenziazione. Non si sostiene che il "muro" a facce parallele vada necessariamente superato, ma che non va adottato meccanicamente come la soluzione tout court.
Disegno a destra: Francesco Borromini, Pianta di Sant'Ivo alla Sapienza, Roma
Altre immagini: 1, 2,

F. O. Gehry poltrona cartone ondulato8-Recupero del "volgare". Contaminazione allusiva storica ed etnica. La diversità come risorsa appartiene al nostro tempo esattamente come l'informazione e la comunicazione delle quali è una diretta discendente. L'idea contemporanea di valorizzazione della diversità non sembra più guardare verso l'alto, ma soprattutto verso il basso. La pittura e la scultura, dopo l'ordinario, il quotidiano, il banale è scesa nei vicoli e nei sotterranei, si è appropriata dei muri abbandonati, ha rovistato tra i rifiuti ... è andata a trovare ispirazione la dove l'omologazione non poteva arrivare, anzi proprio nei rifiuti dell'omologazione. La ricerca di nuovi elementi espressivi ha portato l'architettura a guardare con interesse sia l'ingenua banalità dell'edilizia anonima, sia l'edilizia di infimo livello, priva di qualità, mediocre, raccattaticcia, di necessità, sgangherata e disinibita: l'edilizia del chescape, le "frattaglie" del paesaggio urbano. Nel bidone di questa periferia del rifiuto edilizio ufficiale, da dietro l'angolo della strada buona, si sono accumulati però i nuovi termini e le nuove frasi, sgrammaticate rispetto alla lingua buona dell'architettura, originali, spontanee, dirette ed efficaci di una specie di lingua "volgare" -una specie di: parla come mangi- dell'architettura, dove si può persino scoprire la bellezza del caos, dell'incompiuto, dell'instabile, e l'inutilità delle squadrette e del compasso.
Passata l'allegra sbornia del postmodernismo che a sua volta aveva cestinato la cupa e lunga stagione postbellica del "proibizionismo", l'architettura si trova a dover rifare i conti con la storia. Le cosiddette citazioni colte -tranne rari esempi, già icone di un'epoca- sono ormai macerie della produzione di folte schiere dei soliti seguaci delle mode e del successo. Frontoni, colonne, capitelli e timpani e curiose variazioni sul tema sopravvivono ancora solo -ma non è poco- nelle villettopoli e nei ritrovi per banchetti delle periferie senz'anima dell'impero del III millennio. Se occorre, alla "Presenza del Passato" e dell'"esotico" sarà forse meglio affidarsi in maniera molto, molto, meno grossolana e diretta, con leggere allusioni ed evocazioni, come quando in cucina un profumo lieve di una spezie, il gusto delicato di un condimento o una accennata tonalità di colore riescono a richiamare alla mente esperienze passate, epoche e mondi lontani senza sopraffare il "Gusto del Presente".

opera Sol LeWitt9-Critica dell'antropocentrismo. E sperimentazione concettuale. C'è chi si dice convinto che l'antropocentismo e la lunga ombra dell'umanesimo in generale, si traduca in una palla al piede della creatività. Si tratta in effetti di una variante più sbrigativa -meno romantica e più nichilista e moderna- del "classico" dualismo nietzscheano di apollineo e dionisiaco dove solo lo stato dionisiaco è in grado di trasformare l'artista in creatore autentico. Se troppa consapevolezza estetica e troppa umana emozione condizionano la produzione artistica, costringendola a limitare la scoperta di nuove forme si può tentare di aggirare l'ostacolo assoggettando "l'oggetto artistico" a regole non estetiche in senso stretto. I risultati sono sorprendenti per tutti compreso l'autore. A veder le opere Sol LeWitt, di Kosuth, di Eisenman, sembra proprio che il giochino funzioni. Resta il sospetto, però, che l'estetica che si voleva far uscire dalla porta dell'occhio, per affidarla al "Caso", sia rientrata dalla finestra del pensiero dell'artista. In ogni caso è sicuramente un eccellente esercizio che, se al riparo di improvvisazioni e facilonerie, da qualche parte, forse veramente inaspettata e imprevista, conduce.

10- Principio generale di economia. Se tutto quello che fa Madre Natura è dettato dal "risparmio" non c'è motivo perchè non facccia allo stesso modo anche l'uomo. E' molto probabile che la formulazione più generale, semplice e chiara di questo elementare, e ragionevolmente -razionalmente- ineludibile, principio l'abbia data Gugliemo di Occam, filosofo francescano del XIV secolo: "Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora". Come si sa, le traduzioni dal latino o sono belle o sono fedeli, perciò la traduzione è questa: Invano si fa attraverso più cose ciò che può essere fatto con meno. Meditiamo, meditiamo.

02/02 - Antonio Cacciola


inizio

sommario

MAIL

per ricevere la NEWSLETTER clicca qui
PRINCIPALI COLLEGAMENTI DEL SITO
COPERTINA DEL SITO HOMEPAGE - SOMMARIO DEL SITO - appunti - archivio - forum - fotogrammi - gusto - idee - notizie - nuovo - parole - scarti - schede - ricerche e links - le risposte - credits

a.cacciola homepage