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Architetti designati al Pritzker Architecture Prize 2002

Santiago Calatrava - Spain/Switzerland
Charles Correa - India
Peter Eisenman - United States
Nicholas Grimshaw - Great Britain
Steven Holl - United States
Toyo Ito - Japan
Ricardo Legoretta - Mexico
Daniel Libeskind - Germany
Thom Mayne - United States
Glenn Murcutt - Australia (vincitore)
Jean Nouvel - France
Antoine Predock - United States
Richard Rogers - Great Britain
Bernard Tschumi - United States

Giuria 2002

Chairman : J. Carter Brown
Director emeritus, National Gallery of Art
Chairman, U.S. Commission of Fine Arts - Washington, D.C.
Giovanni Agnelli - Chairman emeritus, Fiat - Torino, Italy
Ada Louise Huxtable - Author and Architectural Critic
New York, New York
Carlos Jimenez - Professor, Rice University School of Architecture - Principal, Carlos Jimenez Studio - Houston, Texas
Jorge Silvetti - Chairman, Department of Architecture Harvard University, Graduate School of Design - Cambridge, Massachusetts
Lord Rothschild - Former Chairman of the Board of Trustees, National Gallery -Former Chairman, National Heritage Memorial Fund - London, England
Executive Director : Bill Lacy
State University of New York at Purchase - Purchase, New York



Glenn Murcutt
Pritzker Architecture Prize 2002

Insignito al Campidoglio, Roma, 29 maggio 2002.


Magney House
1982-1984
C. Fletcher & A. Page House
1997-2000
Ball-Eastaway (Ball Eastway) House
1980-1983
Arthur & Yvonne Boyd
1996-1999
Magney House
1986-1990
Onestamente XS.
Per molti sicuramente una scoperta, Glenn Murcutt, 66 anni, australiano, ha vinto in una rosa di candidati nella quale spiccavano nomi di veri campioni da copertina come Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Toyo Ito, Jean Nouvel, Richard Rogers.
Non è la prima volta, nella storia del Premio Pritzker, che vince un architetto defilato rispetto al sistema delle celebrità dell’architettura. E’ successo almeno una volta nel 1980 con Luis Barragan, ma stavolta è diverso.
Dopo una lunga serie di premiati titolari di grandi studi, delle volte vere multinazionali del progetto, da Foster a Piano a Koolhaas, e rappresentanti indiscutibili dello stars sistem dell’architettura contemporanea, si credeva definitivamente tramontata l’era degli eroi solitari. Si radicava la convinzione frustrante che nel tempo dell’XXL, dell’extra extra large, si fosse azzerato ogni spazio per lo "Small", per il “piccolo e bello”. Che la nuova architettura dovesse passare necessariamente attraverso le reti di computers, competenze e specializzazioni, delle grandi compagnie di progettazione e degli studi associati dai fatturati multimilionari –in euro e dollari, naturalmente-. Dove i confini tra creatività e marketing e tra architetto e manager apparivano sempre più assottigliati. E che conseguentemente il progetto della casa privata fosse una specie di infamia alla quale restavano incatenati i mediocri, mentre ai grandi, sempre più prematuramente consacrati “maestri”, toccava il privilegio dell’architettura maggiore, rappresentata dagli edifici pubblici e dalle sedi delle istituzioni culturali e finanziarie, conquistata negli esiti sovente più che pronosticabili dei grandi concorsi.
Il Pritzker assegnato, dopo ventidue anni, dopo Barragan, ad un’altro architetto poco noto, solitario ed individualista come Glenn Murcutt, che ha uno studio con un solo collaboratore -la moglie architetto-, che ha costruito solo case, tranne un solo edificio a diversa destinazione, che ha costruito solo nel suo paese, quantomeno invita a credere che anche in architettura c’è ancora una terza via di grande qualità, indipendente dai grandi interessi, dalle grandi strutture progettuali, dalle grandi dimensioni, dai grandi budget: indipendente dall’XXL.
Di Glenn Murcutt, il Presidente della giuria del Pritzker 2002, J. Carter Brown ha detto, " Glenn Murcutt occupa un posto unico nel odierno firmamento dell’architettura. In un'età ossessionata dalla celebrità, dove il fascino dei nostri architetti divi che dominano le copertine è sostenuto da copiose pubbliche relazioni. In contrasto totale, il nostro premiato, lavora da solo, agli antipodi di gran parte dell'attenzione architettonica. Intenzionato a dare ad ogni progetto il meglio di se, ha i clienti in lista d’attesa. E’ un innovatore dell’architettura, capace di indirizzare la sua sensibilità per l’ambiente e la località verso le sue opere d’arte totalmente oneste e non appariscenti. Bravo!"

Antonio Cacciola. 24-04-2002


Pritzker Architecture Prize 2001

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