Carlo Montanaro (a
cura di) POTEVANO ESSERE FILM. Il cinema di Elio Bartolini |
" È difficile anche trovare tue biografie Se non sbaglio, sei nato a Codroipo Sbagliato. Sono nato a Conegliano, il 22 aprile 1922; ". Così inizia lintervista, inserita nel libro dal curatore Carlo Montanaro, a Elio Bartolini. Chi è Elio Bartolini? Se lo si ricorda a mente o lo si cerca in qualche dizionario enciclopedico si trovano sue notizie come scrittore, soprattutto, o come uno dei collaboratori di Michelangelo Antonioni e Florestano Vancini in film quali Il Grido, Lavventura e Leclisse con il primo, Le stagioni del nostro amore con il secondo.
Elio Bartolini è molto di più. Certamente come scrittore suoi sono Icaro e Petronio, Due ponti a Caracas, La bellezza dIppolita, Il ghebo, ad esempio , ma anche come uomo di cinema. Come regista ha filmato Laltro Dio nel 1975 e il mediometraggio per la RAI Ragazze di un paese di fabbriche, ma prima di giungere a queste due opere, alle spalle, ha una carriera ventennale in veste di sceneggiatore. Ed è a questi circa ventanni che il libro si rivolge, alla scoperta soprattutto riportando i soggetti inediti di tutte quelle opere pensate e progettate che non hanno visto la luce, che non sono state impresse sulla pellicola. A tutte quelle idee che Potevano essere film.
In questi soggetti, semplici e veloci, che già lasciano immaginare chiaramente le scene e i movimenti degli attori, si scorge un Bartolini storico (da aggiungere che questo suo amore per la storia lha portato a pubblicare numerosi saggi soprattutto di medievalistica), un Bartolini profondo analizzatore della terra e della società in cui vive. Un Elio Bartolini che si sente stretto fra "il non essere mai stato bene cattolico, il non essere mai stato bene comunista, lessere stato sempre comunista con rimpianti cattolici e cattolico con rimpianti comunisti".
Soggetti che, come quelli dei suoi romanzi, prevedono la figura femminile al centro della Storia. Personaggi femminili che si muovono in intrecci narrativi che evincono la situazione, le tensioni socio-culturali del periodo, "identificando scompensi e contraddizioni dal livello più alto a quello, di riflesso, più intimo" e che si pongono come personaggi-testimoni, "come se toccasse solo alla donna, mai come in quel periodo in prima linea nella lotta per lauto-liberazione, offrire le chiavi di lettura, e quindi di progresso, della società" in un periodo assai turbolento della storia italiana. Ma questa scelta non è opera in forma radicale, femminista, bensì allinterno di una palese supremazia genetica della donna sulluomo, "una reale ricerca di autocoscienza che può finire col diventare anche sbalordimento, ubriacatura, disequilibrio, ma sempre in funzione della composizione di relazioni o di un rapporto, mai semplicisticamente per rivendicare lassoluta individualità ed indipendenza riassumibile nellallora famoso slogan io sono mia".
Questa chiave di lettura offerta da Carlo Montanaro per la decodificazione dellopera letteraria e cinematografica di Elio Bartolini, risulta importante nel focalizzare, nella lettura dei testi inediti e della sceneggiatura del film Laltro Dio (presente nel testo anche fra i soggetti inediti), in maniera ottimale i punti di approdo dei soggetti bartoliniani e quindi capire un po meglio la visione della storia dellautore. (s.c.)