NATURAL CODE

Ettore Martin Quartet

  Con Ettore Martin ci eravamo lasciati in un caldo giorno di giugno dello scorso anno in un bar di Venezia. Avevamo scambiato due battute rapide su un concerto dal vivo della Ettore Martin Organ Reunion (Mauro "Otto" Ottolini, Oscar Marchioni, Enzo Carpentieri) e sul loro lavoro: il CD Soul Streets, un buon prodotto creato in una magica armonia.

Poi due chiacchiere da bar affiancati dalla sua splendida calma e cortesia che lo contraddistinguono anche sul palco quando lascia esplodere tutte le energie in un'affascinante fusione con il suo sax tenore, un suono dolce e puro come pochi altri, profondo … non lascia alcun dubbio, avvolge e convince.

Poi, come sempre accade nella vita d'oggi, ci si perde ognuno in milioni di strade diverse… ed eccolo di nuovo di fronte a me. Sembra quasi ieri il nostro ultimo incontro. Mi saluta lui per primo, rimango un attimo immobile, non me l'aspettavo, non accade spesso… Deve suonare con la Lydian Sound Orchestra al Nord-Est Jazz-Fest al Centro Candiani.

Una battuta veloce perché, ripeto, non me l'aspettavo. Ero nuovamente rimasto colpito dalla sua cortesia e semplicità. Mi ha invitato a tenermi in contatto perché voleva farmi ascoltare il suo ultimo lavoro Natural code

Natural code …lascia senza parole. Una purezza di suono e di emozioni che forse possono lasciare spiazzati. Un lavoro che sceglie una strada inversa rispetto alla logica comune della contaminazione. Difficile? Forse sì per chi non è abituato ad ascoltare. Difficile da comprendere, forse, anche per chi ascolta quotidianamente jazz, magari quello classico. Forse ad un primo approccio appare pure "stonato" rispetto a Soul streets. Ma ascoltatelo attentamente nello stridere delle sue controversie. Vi accorgerete che tutto ha un suo ordine in un chiave di lettura forse inusuale, quasi disarmonica.

Sì, perché in Natural code c'è l'abbandono totale della sezione armonica: non vi è più l'organo o un pianoforte a far da trait d'union fra le varie componenti del quartetto… ognuna è libera di correlarsi alle altre e al mondo esterno così come vuole, o almeno sembra…

Sembra che per Ettore Martin, Guido Bombardieri (sax alto e soprano, clarinetto basso), Piero Leveratto (bass) e Mauro Beggio (drums) non vi siamo briglie.

Sembra che siano tutti liberi di raccontare come vogliono la loro idea di musica jazz, ma non solo…; sembra che ognuno abbia a disposizione un tempo infinito per esporre le proprie verità, i proprio corollari, i propri assunti e teoremi, ma è solo un'illusione…

Tutti e quattro si alternano in un equilibrio superiore, senza lasciar spazio a improvvisazioni estemporanee troppo ridondanti, limitando all'essenza dell'armonia propria dei loro strumenti il compito di creare sinergie decifrabili e comprensibili.

Un inseguirsi di dati e concetti senza sosta, in un contrappunto meravigliosamente puro e confuso allo stesso tempo, in cui le voci si sormontano, prendono il sopravvento, si impongono singolarmente sugli altri, quindi si appartano per confabulare in duetti stretti senza lasciar spazio o respiro a niente e a nessuno: sembra vogliano far prevalere la loro idea su quella degli altri, proprio come dei bravi jaseur seduti ad un tavolo d'osteria con un'ottima bottiglia di vino rosso e impegnati a discutere e a contraddirsi su tutto: dai Little Steps quotidiani al Primo bacio, dalla Next Door che si aprirà lì davanti fino ai massimi sistemi… per poi giungere, alla fine della bottiglia alla soluzione che tutti quanti possediamo le nostre verità indiscutibili, imprescindibili.

Ettore Martin nelle righe introduttive al suo CD Natural code ci dice che "la musica è un codice che la natura ci ha dato e che consente di andare oltre il linguaggio parlato o scritto", e ancora, che può "comunicare sensazioni, suggerire immagini, evocare ricordi a chiunque ed ovunque nel mondo". Per Ettore l'incontro col jazz è un passo obbligato per ogni musicista perché è la ricerca del "proprio" suono nella pratica dell'improvvisazione, perché è un'urgenza irrinunciabile per conoscere meglio se stessi e meglio proporsi agli altri…

Credo non occorra aggiungere altro in un'epoca in cui l'omologazione a stereotipi già preconfezionati è la regola e dove il dialogo è divenuto un'utopia…

Natural code può essere inteso come un'opera difficile solo da chi non ha la capacità o la voglia - che è ancora peggio - di ascoltare… Certamente non è un'opera facile da comprendere soprattutto ad un ascolto superficiale, anche perché ci dice che non porta nulla di nuovo, ma solo un nuovo codice per analizzare qualcosa che già ci gira attorno. (stefano cavagnis)

Ettore Martin / sax tenore

Guido Bombardieri / sax alto e soprano, clarinetto basso

Piero Leveratto / bass

Mauro Beggio / drums

Per contatti: Ettore Martin - Contrà Catena 25 - 36100 Vicenza. E-mail e.martin@libero.it

Natural Code è prodotto da Abeat Records - www.abeatrecords.com - e distribuito da I.R.D., via S.G.B. De la Salle 4, Milano

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