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NIHIL - Teatro Metastasio, Stabile di Toscana, La Biennale di Venezia
progetto Armando Punzo

Teatro del Parco
Mestre Venezia - 14 febbario 2002

Nihil, nulla e poi? forse ancora il nulla...
Difficile esporre un giudizio sereno e sicuro, raccontare fedelmente e obiettivamente ciò che sulla scena s'è visto, ciò che Armando Punzo ha voluto assieme ai suoi attori raccontarci, comunicarci.

Certo, analizzando il visto sulla scia di interpretazioni personali, schemi o codificazioni suggerite da comunicati stampa o interviste e dichiarazione degli autori forse sarebbe più facile, ma non è detto, perchè difficilmente si può analizzare il nulla: è come concepire lo spazio vuoto, in realtà noi immaginiamo uno spazio che comunque viene avvolto, circondato da pareti, strutture, magari non definite nella certezza, ma tuttavia presenti.
Strutture mentali, frutto dell'immaginazione, dalle consistenze astratte come astratto è il nostro pensiero condito da presenze reali che soggettivamente uniamo al nostro essere effimero e cosa c'è più vicino al nulla se non l'astratta nostra esistenza? le elucubrazioni private della nostra mente? le interpretazioni viziate dalla realtà della nostra essenza? e cosa c'è più vicino al nulla della nostra quotidiana esistenza? Nihil...

E Nihil ci descrive questo vivere quotidiano scomposto in azioni sconnesse, in flash fuori onda, nell'abbattimento delle pareti di stanze inesistenti, nell'interazione complessiva degli attori nell'annullare, cancellare e abbandonare la strada percorsa nel teatro "classico". Vi è palesemente una presa in giro del pubblico in sala nell'esporsi alla risata facile frutto della sua credulità e del potere della scena.

I momenti alti, le citazioni importanti sono gettate lì a caso, sembra... e sembra non vogliano dir nulla, appunto... hanno un inizio improvviso in questa scena dominata nel suo centro da oggetti "sacri" della quotidianità, frigoriferi gettati a terra, un tavolo, delle sedie, panchine, una bara, un armatura che si sfascia, una sorta di lampadario senza luce che segna con il suo dondolare lo scorrere del tempo... ed hanno una fine altrattanto improvvisa che difficilmente lascia spazio ad una possibile sinergia con ciò che s'è visto prima e dopo, estrapolate dalla loro unicità non significano nulla.

Non vi è dubbio: gli attori, tutti, sono risultati affascinanti, provocanti ed esilaranti in determinati istanti, ma oltre a questo nulla più. Forse è proprio questo il significato di ciò che si è visto. Esistiamo solo come personaggi, come burattini anche fuori dalle righe che hanno un preciso ruolo in questa quotidianità che ci circonda, in questa società che ci sovrasta con i suoi luoghi comuni, una società che non ci porta da nessuna parte e che nella sua omologazione produce solo Nihil. (stefano cavagnis)