PIRAMIDI
Luca Donini and The Future Orchestra

NAWA (L.Donini)
RAIN - RAINFALL (L.Donini)
PIRAMIDI (L.Donini)
ALAYA (L.Donini)
SERENADE (S.Rachmaninov)
COLIBRÌ (L.Donini)
RAFT (L.Donini)
GENETRY (M.Marcassa)
INLAY (L.Donini)
WALK (L.Donini)
PIRAMIDI - Take Two (L.Donini)
Sferzanti scie di luce tagliano la quiete della penombra in questa stanza, irrompono senza sosta fra le fessure dei balconi in questo afoso giorno di luglio. Mi fermo a pensare a cosa è racchiuso al di là di quella finestra. Sembra luce pura, una luce che inebria come le note della musica che si irradia negli spazi illimitati di questo buio incompleto. Fisso ancora un po’ lo sguardo su quei punti di luce, quindi chiudo gli occhi e mi faccio guidare dalle armonie di Colibrì. Non è difficile avvicinarsi a questo nuova arrangiamento di Luca Donini, le voci suadenti di Karin Mensah, Isabella Dall'Olio e quella classica di Elena Borin non lasciano scampo in questo nuovo CD Piramidi. È una musica che mi stordisce sempre più quasi a preludio di un sogno che presto mi avvolgerà.
L'effetto di queste note, di questa musica è il caratteristico afflusso di emozioni, tinte e fragranze offerte da numerose e continue vibrazioni polidirezionali. Mi trovo in un mondo impuro tra il sacro e il profano, tra regole e schemi propri del jazz e le metriche orientali e i ritmi e gli stili che nascono a ridosso dei fiumi sacri. Tra richiami haendeliani e omaggi ellingtoniani ciò che conta sono i cambiamenti in atto nel musicista, la vincita di un'inerzia primordiale che ci racchiude in uno spirito bluesy o in un abito classico: la musica è divertimento e comunicazione.
Inizia così, dolcemente nell'attesa, come preludio al viaggio, una preparazione della strada che di lì a poco dovrò percorrere. Ecco una rivisitazione di Serenade di Rachmaninov, e prima ancora Nawa, Rain - Rainfall, Piramidi e Alaya.
Luca Donini (tenor and Soprano Saxes, Arranger and Conductor);

Mario Marcassa (Double Bass);

David Cremoni (Electric and acoustic guitars);

Emilio Pizzoccoli (Drums)

Queste voci, guidate mirabilmente dal Luca Donini Quartet e dalla Future Orchestra, si fanno sempre più suadenti nel caldo della foschia che sembra penetrare nella stanza, il loro profumo lentamente cede il posto alle sonorità dei tamburi degli African Brothers e all'eco ipnotico del didgeridoo di Luca Xodo. Ecco, in un effetto catartico, farsi avanti Raft che ci conduce per mano ancora più addentro al sogno.
Fuori, oltre il balcone, oltre i muri bianchi prendono forma nuovi mondi, dipinti col pennello. Nuove storie di mondi arabeggianti, vecchi vicoli del Cairo, l'interno di case e palazzi di gente araba, i nuovi insediamenti. Café, mercati e bazar ti attendono alla svolta di uno stretto cunicolo: c'è qualche souvenir delle piramidi o della Sfinge, ma queste sono le uniche immagini regalate ai cliché dei turisti, sembrano le uniche concessioni di Donini in questo Piramidi: solo il titolo e nulla più, in tutta l'orchestra non è presente nessuno strumento tipo dell'antico Egitto o del folklore "del posto"…
In questi luoghi si alternano luci e ombre, suoni, rumori e silenzi, viviamo in un mondo a noi contemporaneo, viviamo la quotidianità della vita, nella quale passato e futuro si fondo in un presente inafferrabile, sonorità e ritmi arcaici, musica classica, ma anche rock e blues si sente arrivare dai locali oltre le finestre.
Con Genetry il sogno prende forma. Inlay, eseguita da Diego Modenini, è una pausa jazz tra un inizio ed una fine arrangiate sugli stilemi della musica classica nella stretta ombra perpendicolare di una casbah di Algeri, o della moschea di Sipahsalar a Teheran.
Questi mondi continuano, si alternano, ritornano, ora è la volta di Piramidi - Take Two, si sormontano, si replicano. Ecco un altro giardino, ed ora le voci del mercato, siamo di nuovo a Nawa; da una bancarella all'altra sembra di essere in uno dei quartieri nuovi di Tel Aviv, o fra i banchi di Rialto a Venezia, o in un migliaio di altri mercati: tutti assieme…
Ci spostiamo nella contaminazione più assoluta di un mondo poliforme dove convivono, contemporaneamente, forme, stili, razze e secoli di storia. Una sedimentazione familiare, comune, tutto è lì a pochi metri uno dall'altro: in quell'angolo un gruppo di aborigeni, o di africani o di indigeni, a loro fianco il coro femminile gregoriano Lendinariae Consort.
Sembra tutto un sogno, sicuramente lo è, forse un'utopia onirica, o forse è una realtà poco lontana.
Piramidi di Luca Donini è sicuramente uno dei migliori esempi di "inquinamento" musicale. In un periodo nel quale la world music è ovunque, nel quale la contaminazione è sinonimo di prelievo e riadattamento ai propri canoni metrici, questo lavoro è un passo oltre. Tutti mantengono la loro identità in un'equa armonia fra le parti. Non vi è spazio in Piramidi per pindarici voli in singola elevazione di questo o quello strumento, tutti si alternano e si evidenziano nella logica della necessità di comunicare, ognuno a suo modo in una lingua, però, comune a tutti: la musica.
Un'anabasi costante accompagna le vibrazioni proprie di quest'ultimo singolare lavoro di Luca Donini e della Future Orchestra. (stefano cavagnis)
Valter Ciancaglia (Flute & Piccolo);

Elena Borin (Clarinet and Classical Voice);

Oscar Pagliarini, Elena Ducoli & Claudio Berlini (Alto Sax);

Franco Stevanello (Tenor Sax);

Lorenzo Cavicchioli & Franco Stevanello (Tenor Sax);

Claudio Castellari (Baritone Sax);

Gastone Bortoloso, Gabriele Bolcato & Gianfranco Zuppni (Trumpet);

Aimone Aio, Giuseppe Todaro & Battista Cagnoni (T-Bones);

Giacomo Scanavini (Bass T-Bones);

Paolo Birro (Piano);

Diego Modenini (Piano);

Marco Saoncella & African Brothers (Percussions);

Alessandro Carbonare (Clarinet);

Luca Xodo (Didgeridoo);

Isabella Dall'Olio, Karin Mensah (Voice);

Lendinariae Consort (Female Gregorian Choir)


Contatti: Splasc(H) Records www.ijm.it/splasc(H) - senzacca@iol.it
Luca Donini Quartet www.lucadoniniquartet.it - lucadonini@libero.it

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