La storia di Tokenon

 

 

 

 

 

 

 

Era una calda mattina di giugno, io, Angela e Terry

 stavamo giocando in giardino quando un colpo troppo forte

 alla palla la fece finire nel garage;

mentre la cercavamo fra macchine e vecchie cianfrusaglie

Terry ci chiamò: -Angela, Lucrezia, venite a vedere,

c’è qualcosa di strano dietro questo vecchio armadio!

– E’ vero,- dissi io - dai proviamo a spostarlo-

Spingemmo con tutte le nostre forze, l’armadio

anche se abbandonato era pieno di valigie pesantissime

che contenevano chissachè, dopo un po’ finalmente …

-guardate! - disse Angela,-  sembra un passaggio segreto.

Di fronte a noi c’era una specie di cunicolo,

largo non più di 45 cm, e lungo…beh la lunghezza non

riuscivamo a capirla  perché in fondo al cunicolo

 era tutto buio… - e adesso che facciamo? – chiesi guardando

le loro espressioni preoccupate,- non so , - disse Terry

 arrotolandosi una ciocca di capelli sull’indice

(cosa che fa sempre quando è nervosa)

- tutto quel buio là in fondo non promette niente di buono –

- se è solo questo che ti spaventa, allora ho io ciò che ci serve -

  ed estrassi dalla tasca dei jeans

 la torcia che mi aveva regalato papà,

quella con cui mi guarda la gola quando ho la febbre ,

-  allora che ne dite entriamo?

-  Ok  entriamo – mi rispose Angela convinta

- Entriamo – disse Terry a voce  bassa.

Procedevamo camminando di lato

perché il passaggio era troppo stretto,

per terra era pieno di calcinacci che facevano

un gran polverone facendoci tossire in continuazione;

dopo soli 5 minuti la luce della torcia cominciò ad affievolirsi,

 e ben presto si spense del tutto.

- Accidenti e adesso?- imprecai nervosa

-         Oramai non ci conviene girarci, mi sembra di vedere

un chiarore là in fondo – disse Angela,

proseguimmo a tentoni, ad un tratto una luce fortissima ci accecò;

 era bianca poi rossa poi ancora bianca, tutto girava vorticosamente

 intorno a noi, sembrava di essere nel mezzo di un tornado

-         Terryyyyyyyyyyyy, Angela teniamoci forte per mano!!!

 

 

 

Ci risvegliammo in un bosco  proprio di fronte a una montagna,

guardando con più attenzione si riusciva a distinguere

quasi a metà altezza una nuvola di fumo,

probabilmente proveniente da un camino acceso.                        

Decidemmo di incamminarci in quella direzione.

Dopo mezzora di cammino arrivammo ad una casa diroccata ,

dal tetto spiovente sulla porta era disegnato un vampiro

mentre sui vetri completamente dipinti di nero, dei pipistrelli;

“ Che posto spettrale! “esclamai;

 

 

la porta era aperta….  entrammo,

dentro,  la tv era accesa e trasmetteva un vecchio film

in bianco e nero che parlava di vampiri .

Ci guardammo intorno anche se non si vedeva quasi niente

a causa dei vetri scuri...  

c’erano polvere e ragnatele dappertutto

 e grandi quadri raffiguranti degli strani personaggi.

Ad un tratto sentimmo Angela lanciare un urlo.

 -Angela che succede? gridammo io e Terry

 andando di corsa verso di lei

- Mi è sembrato di vedere un vampiro riflesso in quello specchio. -

rispose lei tremando

E ci indicò un enorme specchio

 appoggiato sulla parete di sinistra  

 “aveva gli occhi azzurri “ continuò 

”e denti lunghi e affilati, baffi sottili,

 capelli neri e un mantello nero foderato di rosso”.

Guardammo tutte e tre nello specchio,

in quel momento  l’ombra del vampiro riapparve.

“L’avete visto?”

 “si “risposi io  “Si “ rispose Terry anche lei tremando.

“ SCAPPIAMOOO!”

esclamammo tutte e tre in coro.

Uscimmo velocemente mentre da dentro

mi sembrava di sentire una strana voce in falsetto

che ridacchiava “eh eh eh eh eh eh !

 

Ci fermammo solo quando fummo abbastanza

lontane da quella casa,

-basta- disse Angela buttandosi sul prato,

- non ho più fiato –  ci sdraiammo accanto a lei

per riprendere fiato e per fare il punto della situazione,

-dai ragioniamo – dissi io per tranquillizzarle –

lo sanno tutti che i vampiri non esistono,

 ci siamo solo fatte suggestionare dall’aspetto della casa! -

- e il vampiro nello specchio?- mi chiese Terry

- quello probabilmente era solo un riflesso di luce -

 le risposi, non  tanto convinta, infatti ripensavo ancora

a quello strano ridacchiare ,

 l’avevo sentito davvero o era anche quello

frutto della mia immaginazione?

Una folata di vento gelido mi fece rabbrividire….

eppure eravamo in giugno!.

- Forza -dissi alzandomi,- cerchiamo qualcuno che ci dica

dove siamo e come possiamo tornare a casa.

Davanti a noi c’era  un sentiero, ci incamminammo,

sui lati facevano ombra  immensi alberi secolari,

un uccellino spiccò il volo,

 spaventato da una lucertola verde foglia

che guizzava veloce fra i sassi.

Ora il sentiero si divideva in tanti piccoli viottoli

tortuosi e ghiaiosi,

 un piccolo ruscello che scendeva dalla montagna

accompagnava uno di quei viottoli nel suo percorso,

 scegliemmo quello;

L’aria era frizzantina e salubre udivamo la voce del vento

fra le fronde degli alberi, il cinguettio degli uccelli,

lo scroscio lieve del ruscello, il rombo lontano di un aereo.

Sarebbe stato un posto incantevole se non fosse stato

per quella strana casa….  eravamo quasi convinte

di esserci immaginato tutto quando incrociammo un cartello

Territorio del Conte Dracula

ALLA LARGA!

 

 

 

 

non ci spaventammo troppo del  cartello

perché avevamo già fatto la conoscenza del “Conte Dracula”. 

Continuammo a camminare, una lumaca procedeva

lentamente davanti a noi, la oltrepassammo salutandola;

cartelli come il precedente si ripetevano ad intervalli regolari.

Finalmente arrivammo ad una casetta,

una casa normale per fortuna, con tendine colorate alle finestre

 e un delizioso profumo  di pollo arrosto.

Mi avvicinai per suonare il campanello

 ma anche qui la porta era solo accostata,

bussammo leggermente ed entrammo.

L’uomo seduto davanti al pollo arrosto

 non si accorse subito di noi,

a giudicare dai capelli un po’grigi doveva avere circa 50 anni,

indossava una camicia a quadri,

pantaloni verdi e un gilet marrone;

 Non stava mangiando, guardava il piatto

con un’espressione assente,

 sembrava quasi che stesse piangendo.

Ad un tratto si accorse di noi,- buongiorno ragazze,

posso fare qualcosa per voi? – ci chiese gentilmente

-Mi chiamo Lucrezia,-  io Angela - ed io Terry - ci presentammo.

-         Piacere, io sono Tokenon, - disse lui

- stavo per pranzare volete farmi compagnia?-

Eravamo affamate e non ce lo facemmo ripetere due volte,

praticamente divorammo il pollo con le patate;

Lui invece non toccò cibo, e diede la sua parte a Lola

 una simpatica cagnolina che viveva con lui.

- C’è qualcosa che ti preoccupa Tokenon?-

gli chiese mentre lo aiutavamo a sparecchiare,

- Purtroppo si ragazze , ma sedetevi vi racconterò tutto. -

 “Questo posto sembra felice invece c’è una terribile

 maledizione,infatti ogni mese uno di noi diventa preda

del Conte Dracula , solo bevendo il nostro sangue

lui può rimanere immortale, 

oggi col mio computer sono riuscito a calcolare

 chi  sarà la preda di stanotte, e sono proprio io!!!

Vi prego aiutatemi!”.

 

Seconda parte

 

 

 

 

Ora c’era silenzio, si sentiva solo il ticchettio dell’orologio

ed il crepitio del fuoco nel camino,

il vecchietto si alzò e preparò il caffè…

nella stanza se ne sentiva l’aroma,

 intanto ognuna di noi cercava una soluzione

 per aiutare il nostro amico, ad un tratto esclamai :

: “Tokenon , so come aiutarti!”.

mentre eravamo in casa del Conte ,la tv trasmetteva

un vecchio film sui vampiri e c’era una scena

in cui un vampiro aveva annusato una treccia d’aglio

 e dopo aver lanciato un urlo disumano,

 era rimasto paralizzato, il primo raggio di luce dell’alba

 lo aveva  fatto sciogliere

trasformandolo in una pozza d’acqua .”

“Purtroppo la vostra idea non funzionerà,

 il Conte sa che per lui l’aglio è come un veleno

e allora va in giro con una molletta sul naso 

c he non si toglie mai! “ci disse Tokenon.

“ Però ora che mi avete  dato l’idea potremmo fare così……”

      

 

La stessa notte, mentre l’orologio sul campanile faceva scoccare

le  24, la finestra della cucina di Tokenon  si  aprì e una figura

misteriosa entrò nella stanza, tutto era immerso nel buio il Conte

si diresse silenzioso fino al letto di Tokenon  e si piegò

per morderlo, ma mentre i suoi canini appuntiti penetravano

nel collo,  Dracula iniziò a sentirsi immobilizzare… in quel momento

si accese la luce e noi e  Tokenon  entrammo, Dracula

era immobile piegato sul letto di Tokenon e stava mordendo…

TRENTA CHILI DI AGLIO!!!

Infatti al posto del nostro amico nel letto c’era un fantoccio

riempito completamente di aglio. La luce nella stanza  aveva fatto

il resto e Dracula si stava liquefacendo.

Tutta la Transilvania fece festa e ci ringraziò

ma noi eravamo preoccupate, infatti non sapevamo

come eravamo arrivate in quel posto dal nostro garage,

e soprattutto non sapevamo come tornare a casa!!!!!!!

Il  vecchietto però era un grande scienziato e per mostrarci

la sua gratitudine ci regalò una macchina spaziale che ci avrebbe

riportate in  pochi  istanti nella nostra casa.

Purtroppo però ci disse che avremmo dimenticato tutto.

Eravamo già pronte nella macchina spaziale quando……

apparve un mini-draculino ed esclamò :

“Non è importante come si viene al mondo, quello

che è importante è ciò che si diventa nella vita, quindi

non importa se sono un vampiro io voglio essere buono,

non come mio padre “

Tutti applaudirono e noi stringemmo la mano a

Draculino

e tornammo a casa e, come potete vedere …

non ricordiamo più nulla “ eheheheeh”

 

                                                                            

 

 

 

   Fine

 

 

  

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