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Oh, lustru di luna!
(Siccome la luce della luna è fioca, questo detto si riferisce alle persone
tirchie, avare).
Stari cu aricchi a pannieddu.
(Essere pronti a percepire il più lieve suono).
Circari u pilu ‘na l'uovu.
(Essere pignoli, pettegoli).
Aviri ‘a luna di traviersu - Susirisi cu pedi mancu.
(Entrambi vogliono indicare l'essere particolarmente suscettibili).
Essiri testa di lignu
(Essere testa dura come il legno. Essere caparbi).
...Né ‘nsusu cu l'alli, né ‘nsusu cu i cipuddi.
(Non voler capire nessuna buona ragione).
Un ni vò ne a bruodu ne a sucu.
(Riferito a una persona che si rifiuta decisamente di fare qualcosa).
Aviri u stomacu purritu.
(L'essere molto afflitti o dispiaciuti).
Curcarisi ‘na palla.
(Non voler esprimere alcun parere).
Oh, Signuri scansatininni!... Oh, Dì, liberateci!
(Esclamazione frequente nei pericoli o nel sentire raccontare peripezie
vissute da altri).
Essiri testa ‘na l'aria.
(Essere sognatore, superficiale).
Un n'aviri i piedi ‘nterra.
(Non vivere la realtà).
Tisi, comi i 'nsiti du puorcu.
(Detto di capelli molto lisci e duri).
Aviri u ghiaccu o cuoddu.
(Essere allo stremo delle forze, al limite).
Essiri frusciuni - Essiri frisculuni.
(Essere poco attenti, non equilibrati).
Dari a facci e spini.
(Affaticarsi non guardando difficoltà).
Cusirisi a vucca.
(Sapere, ma non parlare).
U Signuri tu renni.
(Dio te lo ricompensa).
Un essiri né pi Dì né pi Santi.
(Non prendere nessuna decisione o anche essere in fin di vita).
D'ogni erva fari un fasciu.
(Non distinguere il buono dal cattivo, generalizzare).
Fetiri a vucca di latti.
(Essere molto giovane, inesperto).
Aviri u carvunieddu vagnatu.
(Avere coscienza di uno sbaglio commesso e vivere quindi nell'incertezza
che gli altri vengano a scoprirlo).
Pillari u luci cu i manu di l'atri.
(Non assumere responsabilità in una situazione rischiosa “u luci”, ma
indurre nello stesso tempo gli altri a prendere una posizione tale da
risolvere il problema pur scottandosi).
Vuliri a vutti china e a mulleri ‘mriaca.
(Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca; non si può avere
tutto ciò che fa comodo senza accettare le difficoltà relative).
Parrari a mmatula - Parrari o vientu - Parrari o muru.
(Parlare invano).
Guastari u saccu pi fari a sacchina.
(Rovinare qualcosa di grande - “u saccu” - per ricavarne qualcosa di
insignificante - “a sacchina” - una piccola sacca di tela che i contadini
usavano quando andavano in campagna per mettervi il pane, il
companatico, e la bottiglia del vino; al ritorno vi mettevano la verdura, gli
ortaggi o la frutta che avevano raccolto).
Essiri facci di cuoriu.
(“Il cuoriu” è la pelle degli animali conciata; quindi faccia dura
insensibile, cioè faccia tosta).
Essiri a vintitri uri e tri quarti.
(Essere in pessime circostanze o in gravi difficoltà economiche).
Essiri mal'erva.
(Essere poco di buono).
Fari vidiri di chi erva si fa a scupa.
(Farla pagare amaramente).
Aviri l'alli ‘na sacchetta.
(Essere tali da emanare odore sgradevole quale quello dell'aglio. Essere
intrattabili).
Finiri a fietu di carvuni.
(Non sapere più niente di una determinata situazione).
Chioviri a lava pilu.
(Piovere intensamente).
Parrari picca e muzzicari assai.
(Parlare poco ma essere capaci di agire con furbizia, danneggiando gli
altri).
Circari radici pi arruttari.
(Cercare difficoltà, rischi).
Jittari l'ova di l'uocchi.
(Vomitare).
Rumpirisi u cuoddu.
(Vale: perdere la reputazione, la roba ecc.).
Rumpiri l'ova n'o panaru.
(Rovinare un piano preordinato).
Essiri spata e cutieddu - Essiri du faci n'a ‘na visazza.
(Entrambi voglio significare disaccordo, inimicizia).
Essiri pani piersu.
(Essere buono a nulla).
Disiari u juornu u pani, a notti a roba.
(Essere povero in canna).
Aviri un diavulu pi capiddu.
(Essere molto adirati).
Un essiri né pa testa né pa cuda.
(Non volere o non sapere ragionare).
Signali ca...
(E' segnale che... si usa per giustificare una situazione poco chiara o il
comportamento di una persona).
Roma ‘na ca si fici ‘non juornu - Roma ‘na ca si fici tutta na ‘na vota.
(Per un impresa è necessario sempre tempo).
Comi veni si cunta...
(Agisci e poi si vedrà).
U sceccu i porta, u sceccu si mancia...
(Usufruire di una cosa che si è regalata).
Faciti beni e puorci...
(Qualsiasi bene fatto a chi non lo merita e vano).
Né l'acqua u vagna, né u vientu asciuca.
(Essere insensibile).
Acqua davanti e vientu darria.
(Imprecazione).
Chiossà i vuci ca i nuci.
(Le apparenze sono più appariscenti della realtà insignificante).
Amuri ié, un iè vruodu di ciciri.
(Si dice scherzosamente alle coppie di fidanzati).
Tuccari u cielu cu un ietu.
(Illudersi di aver raggiunto un qualcosa che rende felici).
Taliari cu a cuda di l'uocchiu.
(Sbirciare).
Mittirisi a cuda menzu i gammi.
(Diventare remissivi per paura di disagio).
Strinciri a cudera.
(Mettere a freno chi agisce con eccesso).
Essiri cu du pedi na na scarpa.
(Vivere una situazione angosciosa senza possibilità di soluzione).
Tirari vrasci o so cudduruni
(Cercare di fare sempre i propri interessi).
Un essiri né sceccu, né arcipreti.
(Lasciare un'opera a metà, non raggiungendo lo scopo vero).
U cielu i ittà e a terra apparà.
(Non avere nessun conforto, nessun aiuto).
Pistari a cuda.
(Lo si dice quando una persona si adira, perde le staffe facilmente).
Fari ittari i vudedda.
(Provocare la suscettibilità, provare avversione, stizza).
Aviri u cuoriu duru.
(Avere faccia tosta).
Aviri un uossu duru di rusicari.
(Affrontare una situazione difficile, una persona che non si arrende
facilmente).
Chista ié a zita: orva, scianca e jimmiruta.
(Dicasi di una situazione o di persona che presenta molti difetti).
Strinciri a curria.
(Tirare le redini, fare economia).
Iucarisi a cammisa.
(Tentare il tutto per tutto).
Dari un cuorpu o chirchiu e un cuorpu o timpagnu.
(In una situazione particolare dare ragione un po' all'uno, un po'
all'altro).
Darisi u zappuni nò pedi.
(Tradirsi o danneggiarsi con le proprie mani).
Teniri pi un pilu.
(Si dice quando vi è una certa tensione nervosa per cui si arriva
all'estremo limite).
Teniri u cannileri.
(Anticamente, quando una coppia di fidanzati usciva, doveva essere
accompagnata da qualcuno che veniva considerato colui che gli teneva la
candela).
Stari o iuocu.
(Sapersi adattare ad una speciale situazione).
Tiratu pi dienti.
(Agire per forza maggiore, non spontaneamente, senza entusiasmo).
Truzzari a lancedda cu u muru.
(E' vano mettersi contro i più forti, perché si pagano sempre le
conseguenze).
Pillarisi di punta.
(Provare rabbia interiore ed essere portato a fare determinate azioni).
Un putiri trasiri pà porta e trasiri pa finestra.
(Cercare una via diversa, se non è possibile usare quella principale).
Parrari quantu un jiudici poviru.
(Parlare molto).
Accattari a gatta no saccu.
(Comprare qualcosa senza rendersene conto, senza averla vista).
Fillu da gaddina nigura.
(Essere trattati meglio degli altri).
Fari u gadduzzu.
(Voler primeggiare, pensare di essere superiore).
Fari di un pilu un travu.
(Esagerare).
Fari furriari comi na strummula.
(Girare sempre come una trottola).
Farisilla cazi cazi.
(Avere molta paura).
Vidiri i surci virdi.
(Affrontare situazioni impossibili, inaudite, tragiche).
Fari un viaggiu e du survizza.
(Approfittare dell'occasione per sbrigare due faccende
contemporaneamente).
Essiri d'a stessa pasta.
(Avere lo stesso carattere).
Un essiri farina du to saccu.
(Dire qualcosa che non è frutto di ragionamento proprio, ma di altri).
Aviri setti viti cumi i gatti.
(Essere molto fortunati).
Cadiri addritta comi i gatti.
(Non riconoscere i propri difetti, cercare di avere ragione a tutti i costi).
Arrivari all'uossu.
(Arrivare al limite estremo).
Comi veni si cunta - Cumi arrinnesci è bona.
(Azzardare, senza preoccuparsi della riuscita).
Liccari a sarda.
(Indica lo stato di miseria per cui di doveva risparmiare e non mangiare a
sufficienza).
Essiri comi i sardi ‘na patedda.
(Non essere comodi).
Vidiri i stiddi di minziuornu.
(Affrontare situazioni impossibili).
Stallari u parrari.
(Interrompere una persona mentre parla).
Sarvannu i beddi facci.
(Espressione di rito quando si citava un vocabolo non comune allora -
sedere, piedi, ecc... - ...escludendo le persone presenti).
Essiri cumi acieddu ‘ncapu a rama.
(Essere in una posizione di insicurezza).
Stari comi u vermi ‘no tumazzu.
(Condurre una vita agiata, di lusso).
Un putiri stuiari mancu i scarpi.
(Lo si diceva affrontando persone cui una più virtuosa rispetto all'altra).
A surda - A muta.
(Agire nascostamente).
Fari a morti du surciu.
(Morire miseramente, come il topo).
Fincirisi uorvu, surdu e mutu.
(Fare finta di essere ciechi, sordi e muti, cioè non impantanarsi in
situazioni complicate).
Nesciri l'ugna.
(Essere un tipo aggressivo).
Vagnarisi prima che chiovi.
(Preoccuparsi prima che qualcosa avvenga).
Iri all'ugna di piedi.
(Dicasi di qualche cibo particolarmente gustoso).
Stari pi ummira.
(Non partecipare, non agire).
Vanedda ca un spunta.
(Una strada che non ha uscita; problema che non si può risolvere).
Viniri a viersu.
(Far comodo).
Di unni viegnu, viegnu du mulinu.
(Era un'espressione che ripetevano i padri ai figli quando c'era “schiaguru
di lignati”).
Essiri comi u mierchiri mienzu a simana.
(Essere impiccioni).
Aviri vuci ‘ncapitulu.
(Essere influenti, potenti).
Votala ca s'abbruscia.
(Cercare di cambiare discorso o di imbrogliare, quando ci si trova in una
situazione imbarazzante).
Vutari u suli cu a luna.
(Cambiare la realtà).
Mittiri cu i spaddi o muru.
(Costringere).
Mittiri a siestu.
(Mettere in riga).
Dari i numeri.
(Non ragionare).
Scippari l'uocchi.
(Provocare gli altri).
Un vidiri di l'uocchi.
(Non rispondere delle proprie azioni).
Spullari a Cristu e vestiri a Maria.
(Privare i poveri per dare ai ricchi).
Sgriddari l'uocchi.
(Sgranare gli occhi).
Purtari acqua o mulinu.
(Agevolare la situazione; fare gli interessi propri o di qualcuno).
Un lassarisi passari na musca pu nasu.
(Non farsi prendere mai in giro).
A tiempu arrubbatu.
(Fare qualcosa nei ritagli di tempo).
Pillari schiatu.
(Rilassarsi, respirare).
Pillarisi u jitu cu tutta a manu.
(Approfittare della bontà di qualcuno).
Pillari i cimi di l'aria.
(Adirarsi molto).
Pillarisinni assai du chianu.
(Approfittare di una situazione favorevole).
Aviri i vacchi a mala banna.
(Se le mucche e le pecore si trovavano in una zona arida, o in pericolo per
motivi vari, il proprietario era nervoso, scostante, malinconico. Questa
frase si dice infatti a persone che sembrano o sono scorbutiche).
Bedda di faccia e ladia di cori.
(Dicasi di persona che ha lineamenti delicati, grazia nei modi, ma veleno
nel cuore).
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