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IL LAVORO DELLA DONNA

 

Oggi la donna ha gli stessi diritti dell'uomo, ha un ruolo nella società e, in seno alla famiglia, è equiparata al marito: decide assieme a lui, esprime le sue idee, collabora con lui. Fino ad alcuni decenni fa non era così: non sceglieva lei il futuro sposo, perché il matrimonio era “combinato” dalle famiglie, non poteva esprimere idee personali, ma era solo madre e sposa. La donna aveva doveri e non diritti: ubbidienza cieca al marito, al quale, in tempi più remoti, si rivolgeva dando del “vui”, doveva sempre obbedire e sottostare. Tranne che per andare in Chiesa, la donna non usciva mai di casa, anche perché il lavoro la impegnava dal mattino alla sera.

Alzatasi di buon mattino, l'aspettava una grande mole di lavoro: pulire la stalla e andare a buttare “u concimi ‘no concimaru”, preparare il sapone, lavare a mano, andare alla fontana rionale con “quartari e lanceddi” a prendere l'acqua, fare il pane, la pasta, filare la lana, il lino, il cotone e tesserli al telaio, “munnari e cerniri u frummientu”, stirare, rattoppare, cucire biancheria ed indumenti, cucinare.

Tutto questo perché il tenore di vita era ben diverso dal nostro: molte bocche da sfamare e pochi soldi da spendere.

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