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COME SI FACEVA IL PANE

“ Na criscintera”, quando si era fatto precedentemente il pane, si poneva “u criscenti”, cioè un po' di pasta lievitata. Prima di iniziare il lavoro, si “cinciva a testa” con un fazzoletto triangolare (“u cincituri”) e, fatto un segno di croce, recitava il Credo per tre volte. Si “cirniva” la farina, si riscaldava l'acqua, si versava la farina “na maidda” e al centro si faceva “a conca” dove si metteva un po' d'acqua calda e vi si scioglieva il lievito. Poi si impastava tutto: si “frasculiava” e ogni tanto si versava un po' d'acqua.

 

“a maidda”

 

Dopo che l'impasto prendeva forma, si “pugniava” (si lavorava lentamente) si metteva una certa quantità di sale e un po' d'acqua calda e si impastava. Questo per tre volte fino ad ottenere un impasto morbido. Si ammucchiava l'impasto tutto da un lato “da maidda” mentre con un po' di farina si puliva l'altra metà. Quindi si “impanava”: si formavano i pani che si ponevano “no liettu” e si coprivano con un telo di cotone, con scialli di lana preriscaldati e “cu i cupirteddi”, larghe bende tessute al telaio con cotone e lana ricavata da calze sdrucite e “sculluti”. Cu “u rascaturi” si prendeva la pasta che rimaneva attaccata “a maidda” e si formavano “cudduruna” e “ucchiuzzi di Santa Lucia”.

Cominciava la lievitazione; durava mezz'ora se la temperatura ambiente era alta o diversamente di più. Intanto si “ardiva u furnu” con “sarminti”, “gruppa di favi” e poi si aggiungevano pezzi di legno più grossi.

“Cu u rastieddu” si muoveva il fuoco da un lato all'altro del forno. Quando esso interamente diventava bianco, si puliva dal fuoco, ormai spento, “cu u scupulu”, bagnato con un po' d'acqua. Poi si prendeva “a pala di lignu” e vi si mettevano sopra, ad uno ad uno i pani. Con un coltello si formava su di essi un segno di croce e si infornavano. Il fuoco rimasto si metteva “n'accupafuocu”. Ogni tanto, dopo aver visto che cominciava “a calari a rosa” (cioè il pane cominciava a indorarsi) si osservava la cottura e quando era pronto, “cu a pala” si toglieva dal forno e si poneva sul ripiano, coperto con un telo per farlo raffreddare lentamente.


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