"Benefici penitenziari" ai condannati in carcere: a quali condizioni di garanzia civile?

L'I.I.C.A. Areasociale fa le sue proposte al legislatore

comunicato stampa (Areasociale) - 12 ottobre 2000

 

"Senso pratico e senso di umanità – sostiene il prof. Flavio Manieri, direttore dello IICA AREASOCIALE –consigliano (come il governo si appresta a fare, con una prima approvazione al Senato), "benefici penitenziari" per le persone in carcere che hanno compiuto reati minori. Si prevede, dunque, che tornino in circolazione circa 7-8.000 detenuti.
"D’altra parte è noto che la microcriminalità diffusa è quella che influenza maggiormente la vita dei cittadini, con una sensazione di insicurezza, di impotenza, di sostanziale anomia.
" Per senso di opportunità e di umanità dovremmo, dunque, attenderci un gratuito incremento dei reati minori, con buona pace di chi dovrà subirli? E cioè, più spesso, le fasce deboli della popolazione?
"Il legislatore che a nome di tutti noi si prende la responsabilità di mandare a casa (o di espellere) i responsabili di alcuni reati – rimarca il prof. Flavio Manieri -, non può semplicemente scaricarne l’effetto sui più deboli. Troppo facile! E troppo ingiusto! Esso deve poter assicurare alle persone che rimette in libertà, e che restano sul territorio italiano, le condizioni minime per non tornare necessariamente a delinquere. A delinquere per sopravvivere. Deve cioè poter assicurare loro un recapito certo e non solo formale, e un lavoro, grazie al quale possa perfezionarsi l’opera di riabilitazione che il carcere avrebbe dovuto realizzare. Altrimenti più di un cittadino – come risulta dalle nostre rilevazioni - potrebbe vedere in un tale comportamento del governo una resa di fatto e un implicito favoreggiamento del facile delinquere "