Conduzione
televisiva: un potere da regolare
L'Areasociale chiede una legge che disciplini le apparizioni in
video dei "soliti noti"
comunicato stampa (Areasociale) - 29 gennaio 2001
Nella trasmissione del programma tv Porta a Porta
di lunedì 29 gennaio, dedicata al possibile ritorno in Italia
dei Savoia, il conduttore Bruno Vespa è sembrato guidare
una sceneggiata preparata in precedenza, nella quale, tra l'altro
ha offerto su un piatto d'argento la possibilità a Vittorio
Emanuele di leggere un testo preparato di lealtà alla repubblica
italiana; ma nella forma puramente cortese d'un riconoscimento al
presidente della repubblica, come presidente anche della sua famiglia,
in quanto famiglia italiana. Il che fotografa solo lo stato di fatto,
non le intenzioni con cui la famiglia Savoia eventualmente rientrerebbe
in Italia. Lo stesso Vespa ha evidenziato, più volte, direttamente
e indirettamente, il senso politico di quella lettura, quale posizione
facilitante per l'avvio d'una pratica di rientro da parte delle
autorità italiane; ha incalzato il ministro della giustizia
Fassino - in chiara situazione preelettorale e contrapponendolo
all'ex ministro del Polo Martino, dichiaratamente favorevole. Lo
ha incalzato ad esprimere la sua posizione dopo la lettura della
dichiarazione Savoia, invitandolo perfino a dare una stima dei tempi
per una risoluzione legislativa rapida della questione. Al punto
da far apparire il lavoro parlamentare di abrogazione d'una norma
costituzionale contraria al ritorno dei Savoia - e malgrado i tentativi
di Fassino di porlo in evidenza - quasi come un intralcio, rispetto
alle evidenze emerse dalla trasmissione.
"Si tratta - afferma Flavio Manieri, membro del Consiglio Nazionale
degli Utenti - d'un ennesimo abuso di posizione dei conduttori televisivi.
Essi non si limitano più a fare informazione, ma si arrogano
un enorme potere d'influenza politica. Facendosi forte della loro
immagine televisiva, essi trasportano in modo condizionante sui
teleschermi problemi che dovrebbero essere trattati alla Camera
e al Senato dalla libera convinzione dei rappresentanti legittimi
dei cittadini. Soprattutto quando i temi sono di rilievo costituzionale,
e toccano la coscienza e la memoria di milioni di italiani, spallate
televisive o richieste di iter urgenti appaiono del tutto fuori
luogo." "Appare necessaria e immediata - riprende Flavio
Manieri - una disposizione di legge che regoli il potere dei conduttori
televisivi e l'asse che li lega ai loro sponsor. Non solo, ma che
limiti la frequenza delle loro apparizioni sul piccolo schermo,
calmierando e distribuendo il loro potenziale d'influenza, perché
non diventi un subdolo pericolo. La nostra democrazia non ha bisogno
di tribuni nati fuori dall'impegno e dalla scelta dei cittadini,
grazie alla rendita privilegiata che offre loro "troppo"
lo schermo tv.
|