Le Interviste del Boss

Springsteen, il tour sbarca in Europa
di Salvatore Mannironi
da Il Centro, 13-10-2002

Il Boss torna per presentare le canzoni di "The rising", il disco nato dalla tragedia dell'11 settembre Springsteen, il tour sbarca in Europa Domani a Parigi l'anteprima, venerdì il concerto a Bologna
I segreti della serata 11 brani dal nuovo cd e le "sorprese" del '73
di Salvatore Mannironi Gli appelli su Internet sono quasi delle preghiere: "Vi prego, aiutatemi a trovare un biglietto per Rotterdam", scrive un olandese. I 16mila posti della Globe Arena di Stoccolma sono stati venduti in 25 minuti e nelle chat dei fans e dei giornali italiani ci sono valanghe di lettere dei tanti che non hanno fatto neppure in tempo a scoprire le rivendite che i tagliandi erano già spariti. Cose che succedono quando Bruce Springsteen torna a suonare in Europa. Domani sera, al Palasport di Bercy, a Parigi, ci sarà infatti l'anteprima per il Vecchio Continente del "The rising" tour: sette concerti, un antipasto di quella che sarà la tournée europea vera e propria di Bruce e la E Street band, in programma per la prossima primavera. Il Boss arriva a presentare il suo ultimo lavoro, il disco ispirato in gran parte dalla tragedia dell'11 settembre, il primo registrato in studio con i vecchi compagni di strada dai tempi di Born in the Usa (1984), il primo prodotto da Brendan O'Brian (Pearl Jam), un'opera sulla quale in tutto il mondo hanno scritto e detto critici musicali, grandi firme del giornalismo, letterati, politici, filososi e preti. Il concerto italiano è in programma venerdì sera al Palamalaguti di Casalecchio (Bologna, apertura cancelli alle 19): 12mila posti miseri se si tiene conto che, secondo un vecchio calcolo, gli springsteeniani italiani assatanati - ossia quelli che conoscono le canzoni a memoria, hanno in casa tot bootlegs, si mobilitano mesi prima, prendono le ferie e si procurano la baby-sitter (o la nonna) per quella giornata, dannandosi per trovare il biglietto - sono circa 60mila. Se esistessero gli elenchi del pubblico dei concerti, si scoprirebbe che all'interno di quella cifra ruotano quasi sempre gli stessi nomi, fedelissimi che hanno visto il Boss più volte e che, data l'età non più giovanissima, ogni anno si dicono "questa è l'ultima", salvo poi rimettersi in moto appena riparte una tournée. La scaletta del concerto è costruita ovviamente sul nuovo disco. I brani di "The rising" eseguiti ogni sera dalla E Street Band sono 11 su un totale di 23 (negli States si è arrivati fino a 26). La title track apre l'esibizione seguita da Lonesome day; sul terzo brano cominciano le variazioni: nelle ultime 8 serate americane Bruce ha proposto per 3 volte Night, per 3 volte No surrender e per 2 volte The ties that bind; il quarto pezzo potrebbe essere The fuse o Prove it all night o Further on up the road; anche il 5º e il 6º brano variano e gli amanti del periodo di Darkness on the edge of town possono sperare perché potrebbero sentire Something in the night o Candy's room. Il blocco centrale nel tour Usa non è mai cambiato con Empty sky, You're missing, Waitin' on a sunny day, Promised Land (7 concerti su 8), Worlds Apart, Badlands, She's the one (7 su 8) e Mary's place. Il brano successivo è stato quasi sempre Countin' on a miracle (6 su 8), seguito dalla vera sorpresa del concerto; a questo punto, Bruce ha eseguito spessissimo da solo al pianoforte canzoni dei primi due album: a Buffalo ha fatto la rarissima Lost in the flood, a Philadelphia e a Kansas City Incident on 57th street, a Boston e a Chicago For You, a Saint Paul Racing in the street, a Milwaukee addirittura Mary queen of Arkansas, una delle canzoni di Greetings from Asbury park in assoluto meno eseguite dal vivo nella sua lunga carriera. Dopo Into the fire e la pausa arriva il blocco dei bis che invece finora ha subito pochissime variazioni: Ramrod, Born to run, My city of ruins, Born in the Usa e Land of hope and dreams che, come nel tour del 2000, continua a chiudere il concerto. Come si vede dalla setlist-tipo (e per la gioia di gran parte dei fans), Springsteen ignora la sua produzione post-1984, inclusi i brani di The ghost of Tom Joad. La scelta dei pezzi in genere non cambia di molto rispetto ai concerti americani anche se in Europa Bruce a volte cede alla richieste del pubblico (Thunder road su tutte). Quel che resta uguale anche nel sound è la band, i vecchi amici del New Jersey che lo accompagnano da trent'anni sulle strade del rock. (13 ottobre 2002)

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