Breve Storia degli Stati Uniti d'America
Born in the U.S.A.

di Stefano Boccaleri


Il testo e le imamgini contenuti in questa pagina sono interamente opera di Stefano Boccalieri, che mi ha gentilmente concesso di inserirli nel mio sito dedicato a Bruce Springsteen. Si tratta di un breve ma efficace sunto storico, che consente di comprendere meglio alcuni dei temi che hanno ispirato la musica di Bruce, come di molti altri cantanti. L'itinerario si snoda tra musica, letteratura, politica e cultura, e fa capire perchè e come gli Stati Uniti sono divenuti il Paese più potente e più contraddittorio della Terra.
Claudio Pinna


Partiamo un po’ da lontano, da quando i "pellerossa" regnavano nel Nord America e le varie tribù si spartivano territori e cacciagione, quando il primo uomo del vecchio continente metteva piede nel nuovo mondo, quando l’oro e i corpi bruciati degli Incas alimentavano tutta l’Europa dove il "viso pallido" ammazzava i propri fratelli in lunghe e sanguinose guerre.
Geronimo
In Inghilterra un Signore di nome Enrico decideva una mattina di fondare una Chiesa tutta sua, che prendesse ordini direttamente da lui, e in Baviera un giovane devoto al Signore appendeva alla porta della cattedrale, un singolare manifesto di "sciopero" e protesta; le guerre e persecuzioni religiose prendevano largo campo in Europa e queste avevano spinto un piccolo gruppo di pastori inglesi a salpare verso il Nuovo Mondo già colonizzato, su una piccola imbarcazione che chiamarono Mayflower.
Immagine della corsa verso ovest
Si delineavano allora il mondo latino e quello anglosassone con le conseguenti guerre territoriali tra spagnoli e inglesi; questo territorio era nato come territorio di frontiera e continuava a vivere come tale, con continue guerre tra etnie diverse, tra due diverse squadre per spartirsi il campo di gioco. In America del Nord erano arrivati i migliori europei, quelli più dotti, quelli illuminati, si erano ribellati al loro padre oppressore ed avevano formato una forma di governo tanto geniale per quel periodo e per quella terra, quanto incredibile: il federalismo. Era cambiato il direttore d’orchestra per quelle terre, ma la musica rimaneva sempre la stessa: invece di combattere per il colonialismo europeo c’era da colonizzare per la nuova patria, gli Stati Uniti d’America.

Nel vecchio porto di Nuova Amsterdam, poi Nuova York, incominciavano a sbarcare migliaia di uomini e donne irlandesi,inglesi, scozzesi, germanici, spinti fin lì per scappare alla fame e decisi a correre anche loro per un piccolo pezzo di terra da coltivare e far crescere. L’ovest era ormai una grande torta tagliata con metodica precisione per far prendere ad ognuno la propria fetta. Stavano confluendo in un unico fiume vari emissari, provenienti da terre diverse, con culture e tradizioni diverse ma pronti a sfociare tutti insieme nel nuovo grande sogno: la terra promessa, la terra che ogni ragazzo può conquistare da solo, scappando e correndo con le sue gambe, con le tutte le forze necessarie per riuscire a conquistare una terreno fertile, dove iniziare a coltivare patate e grano, costruirsi una casa, accendere la sera il caminetto ed aspettare la cena appena cucinata da sua moglie, vedere crescere i figli ed aspettare che siano abbastanza grandi per potersi sorreggere sulle loro gambe robuste e lasciare che il campo di patate lo continuino ad irrigare loro. Nasceva così, dalle persone che avevano alle spalle tutto quello che ho scritto sopra, il SOGNO AMERICANO.

Il nuovo paese cresceva, si ampliava, combattendo le inevitabili battaglie e lasciando sul campo gli inevitabili martiri, santificati da quei vincitori che avevano "ereditato" i grandi latifondi del sud dagli inglesi ormai cacciati dalla nazione statunitense e ormai dediti alla colonizzazione africana e sud asiatica.Si era diffusa sempre di più allora la moda di comprare in saldo dal negozio dei brittanici un vero affare: uomini prigionieri e vittime delle razzie in Africa, che venivano messi a lavorare nei campi di cotone e di zucchero del nuovo Sud, dove i campi erano sterminati e c’era bisogno di grande manodopera, e queste "nuove scimmie" potevano lavorare senza essere necessariamente istruite.
Pubblicità economica dell'epoca
(La deportazione degli schiavi era iniziata molto tempo prima che la bandiera a stelle e strisce fosse finita e cioè quando gli inglesi avevano ancora la completa proprietà dei campi della Virginia e gli servivano uomini per coltivarli).

Si incominciava a delineare in brevissimo tempo un nuovo scenario nello stato americano: nel nord sorgevano fabbriche ovunque, grazie alla crescente richiesta europea e alla manodopera di immigrati, scandinavi e irlandesi soprattutto mentre nel sud più adatto climaticamente alla coltivazione della terra, la schiavitù nera ormai era una cosa all’ordine del giorno.
Vecchia capanna per schiavi nei campi del sud
Gli africani incominciavano allora a lavorare duramente per tutto il giorno e per passare il tempo sotto il cocente sole della Virginia cantavano le loro canzoni, le Work Songs; col passare dei giorni le strofe si allungavano e la ritmica diventava corta e melodica, nelle comunità religiose dei centri urbani nasceva il Gospel, mentre la malinconia e la tristezza presero campo nelle campagne (Blue notes): le parole incominciavano a raccontare storie scritte sulle ruvide mani del prigioniero, triste ed in gabbia: nasceva il Blues, la base su cui si regge tutta la musica di oggi.

Manodopera libera e non legata alla terra da una parte e grande quantità di manodopera sotto strettissima sorveglianza (schiavitù) dall’altra, protezionismo economico da una parte e liberismo dall’altra, tendenze politiche federali al Nord e forti riprese autonomistiche nel meridione. Uno scontro era inevitabile e all’alba del 1861 Abramo Lincoln, repubblicano abolizionista, veniva eletto, undici stati del Sud si erano ribellati e, uniti sotto una nuova bandiera, fondarono a Richmond la nuova Confederazione di stati indipendenti: incominciava così la guerra per scindere gli Stati Uniti tra due diverse bandiere. I sudisti erano appoggiati da Francia e Inghilterra, le quali temevano la forte concorrenza delle industrie del Nord, ma malgrado ciò non avevano avuto la meglio. La difficile impresa di unire Nord e Sud dura se vogliamo ancora adesso, ma il conflitto sotto un punto di vista biecamente più basso è servito per rafforzare il commercio in tutta la nazione e per consolidare il potere federale. Si consolidarono le industrie e i campi di cereali nell’Ovest presero a macinare per nutrire gli operai dell’Est, la macchina a vapore incominciava a mettersi in moto per attraversare tutta la nazione e giungere fino in California (conquistata una ventina di anni prima in una guerra contro il Messico).

La ferrovia era diventata il simbolo della nuova vita, dell’avventura verso terre vastissime e vergini all’uomo bianco, simbolo del viaggio verso il nuovo; per questo ferrovia e sogno americano, ferrovia e voglia di scappare dal mondo, lasciarsi alle spalle tutto e ricominciare a vivere, incominciarono a sposarsi ed ad andare a braccetto nella mente di ogni ribelle sognatore.

Icona della terra promessa era il nuovo stato di California, dove l’oro scendeva dai fiumi e in poco tempo cresceva una nuova ricchezza concentrata all’altro lato del paese.

Nell’est continuava a sbarcare nuova gente in cerca di speranza e di lavoro, questa volta sono italiani ed ebrei per lo più usati per duri lavori in fabbrica e sempre nei mestieri più poveri e umili. Gli U.S. erano ormai un ribollente calderone di razze ed etnie differenti con una predominanza dei neri d’america, i figli dei primi deportati africani, che continuavano a lavorare non più come schiavi, ma sempre sotto un forte razzismo bianco. La classe dei ricchi incominciava pian piano a venire a galla, e inevitabilmente rimanevano sul fondo le categorie più povere e sfruttate; nascevano piccoli comitati di protesta ma la loro voce veniva sempre soffocata sul nascere.

Nasceva in concomitanza con l’espansionismo verso il west un grande orgoglio nazionale: la fierezza dell’essere un vero americano che si era conquistato la sua terra e stava lavorando per la sua patria, con questo si delineava ancora di più una decisa linea di demarcazione sociale nella nazione.

Gli Stati Uniti col passare degli anni avevano incrementato la loro politica imperialistica (panamericanismo) che ebbe un lungo strascico per tutto il secolo seguente ponendo le basi per la predominanza americana nel mondo.

Nel 1920 la nazione usciva dalla vittoria della Prima Guerra Mondiale e si apprestava a vivere un periodo di buona condizione economica, periodo dove tergiversava la musica Jazz, grande movimento musicale che si impossesserà di tutto il novecento. Il Jazz nasceva dalle radici del RagTime, piccolo genere musicale di New Orleans del 1890, fin quando negli stati del sud non si erano formate piccole orchestrine che suonavano nei cortei cittadini prima, e nei locali notturni dopo. Queste piccole orchestrine suonavano al grande ritmo d’intrattenimento del Jazz. La crisi economica del 29 aveva fatto emigrare verso il nord migliaia di persone e anche jazzisti già affermati che insediarono a Chicago la loro nuova patria della musica.

Il Rhytm & Blues invece si era formato dal popolo di colore che era restato ancorato ai campi del sud, e da questo stile musicale vedrà luce la soul music degli anni sessanta.
Suonatore di blues
Proprio nella "Windy City" incominciava il nuovo movimento del jazz post depressione, caratterizzato dal movimento di massa e dalla ballabilità dello Swing. Dopo la seconda guerra si formava il Be Bop, sicuramente meno divertente e commerciale dello swing trovava nei sui massimi esponenti Parker e Gillespie; il bop era spasmodicamente accelerato e trasudava di energia spontanea allo stato puro, era l’apice del sentimento Jazz. Il Cool jazz di Miles Davis e Sten Getz era un genere più colto e raffinato che si avvicinava sempre più agli ambienti bianchi. Il genere cambiava di decennio in decennio, fino ad arrivare al Free jazz degli anni sessanta e alla Fusion degli ottanta e novanta.

Nel lontano Ovest invece gli strumenti più piccoli e più facili da portare nelle vecchie carovane erano il violino, la chitarra e l’armonica a bocca, strumenti facili da suonare con poche e semplici note: nasceva a poco a poco la musica Country e Folk, dove molto spesso erano i testi pieni di poesia, di sogni e speranze dei cantanti viaggiatori e coltivatori di terra a predominare sulle note strimpellate con le corde e soffiate con la bocca.

Come già detto la prosperità del dopoguerra faceva viaggiare l’America su una robusta nave spinta da un forte vento: si era alzato così il tasso di benessere e le esportazioni andavano bene, molto bene. Forse troppo bene: nel 1929 una grande sovrapproduzione e mancanza di esportazione a causa della crisi post bellica europea, aveva causato una serie di avvenimenti a catena che sconvolgevano come mai prima d’ora l’intero paese. Gravi catastrofi anche climatiche modificavano la vita nei campi del centro ovest, migliaia di contadini erano costretti a lasciare la propria terra perché incoltivabile, in mano alle grosse banche che se ne appropriavano e meccanizzavano la produzione nei campi, abbassando la richiesta di manodopera. Migliaia di contadini senza lavoro si riversava in questo modo verso le bellezze dell’Ovest, nei verdi campi della California in cerca di un lavoro nei campi, l’esercito degli Okies (termine dispregiativo) scendeva lungo le strade delle piccole città californiane crescendo ai margini della socità e aspettando un lavoro ai bordi delle strade, denutriti, affamati ed furoreggianti, mentre dall’altra parte gli abitanti della zona odiavano questi sporchi zingari venuti a strappargli il lavoro ed a rubare nei loro negozi. L’odio cresceva sempre di più e crebbero diversi quartieri molto poveri e in miseria, costretti a vivere per strada ed a guardarsi sempre alle spalle. Nella costa atlantica la caduta della borsa fece perdere a tutti almeno il 60% dei risparmi, lasciando 2 famiglie su 3 sul lastrico, costretti a dormire in fabbrica per assicurarsi un pezzo di pane.
La locandina del film di J. Ford "Furore"
La situazione era critica ed i vinti erano sempre di più, erano sempre in crescita le persone che si lasciavano andare, che non credevano più nella loro bandiera e nei sogni che avevano sognato per il loro futuro; nasceva la Loose nation, la nazione persa, quella dei perdenti d’America. La voce di questi uomini era cantata dalla chitarra di Whoody Guthrie, primo padre dei veri (e falsi) cantautori di oggi, profeta di speranza in mezzo a uomini che non avevano più nulla, con una chitarra e un’armonica cantava il disagio che vedeva vicino a se, in ogni luogo, da ogni parte. Iniziava con lui una stirpe di artisti che coniugavano nelle loro note l’impegno civile, la poesia e la bella musica. Con i romanzi di John Steinbeck e Dos Passos i libri parlavano al mondo dei poveri americani, di quelli che non avevano nemmeno più la voce per urlare.
Woody Guthrie
La bandiera a stelle e strisce venne ripulita da Roosvelt col New Deal, miracolo di rinascita economica nazionale; la grande depressione lasciava però cicatrici indelebili nella fisionomia americana ed i gradini della scala sociale erano sempre più alti e marcati.

Gli Stati Uniti entravano in una seconda guerra mondiale con grande vigore e forza economica e ne uscivano ancora una volta da vincitori, con l’inquietante presenza dell’alleato "nemico" sovietico.

Il dopoguerra era vissuto in america nuovamente come periodo di ricchezza economica e freschezza, dalla forte commercializzazione del Rhytm & Blues nasceva il rock ‘n’ roll, nel 1952 da una canzone di Bill Haley and his Comets, si balla e si aprono i Drive - In, la gente viaggiava, leggeva e soprattutto si voleva sentire libera: nasceva in questi anni il più gran romanzo di metà secolo, pietra miliare del movimento dei fiori che si svilupperà di lì a poco nel paese, e cioè Sulla Strada di Jack Kerouac che avrà fortissime influenze nel mondo culturale americano.

Sotto il profilo musicale si può vedere in maniera più chiara lo scenario politico dell’epoca: profonde divisioni razziali che separano in modo netto due popoli di cultura e radici differenti, da un lato i bianchi del rock ‘n ‘ roll e dall’altro lato i neri del blues.
On the road negli anni 50
Dalla seconda guerra si delineava uno scenario mondiale diviso tra Occidente americano e Oriente Sovietico pronti a poter cominciare la guerra dei nervi, la guerra fredda, caratterizzata da piccole ostilità tra le due superpotenze nei vari angoli del mondo, pronti ad appoggiare una o l’altra nazione: come la guerra di Corea del ’50, il Laos e, in parte più segreta e non diretta, il Vietnam. Venivano firmati il Patto Atlantico (1949) e il Patto di Varsavia (1955) e nasceva il mondo delle Due Nazioni.

Gli Stati Uniti ormai puntavano al controllo del sud est asiatico e cercavano di aiutare militarmente i piccoli governi anticomunisti delle zone e di intervenire nei continui focolai di guerre civili, come nel Laos.

Nel 1962 scendevano in campo in aiuto del governo coloniale francese in Vietnam: iniziava per gli U.S. la più grande perdita militare e umana del secolo. Un anno prima appoggiavano gli esuli cubani a cercare di rientrare nella loro isola: Cuba, Baia dei Porci, il giorno seguente (1° Maggio) Castro si insediava a L’Avana.

La guerra in Indocina era ormai nel pieno dei sui giorni e scoppiavano alla fine degli anni sessanta e nei primi settanta migliaia di movimenti di protesta contro la e le guerre in generale, proteste pacifiste, rivoluzioni senza armi, combattute coi fiori. Si moltiplicavano gruppi di giovani che si riunivano in libere comunità indipendenti; la beat generation si riscopriva in questi anni con artisti come Ginsberg e Borroughs anche se il termine coniato da Kerouac faceva riferimento ad un periodo storico completamente diverso. Lo stesso Kerouac moriva nel 1969, stesso anno in cui veniva proiettato per la prima volta il film Easy Rider.
Jack Kerouac
Erano anche gli anni delle rivolte nere: la minoranza che da sempre si sentiva schiacciata dal razzismo bianco emergeva prepotentemente con Malcom X e, in seguito, con Martin Luther King; la loro rabbia era arrivata al culmine e il governo era stato costretto a prendere drastiche decisioni, aprendo al mondo nero quasi tutte le porte dei bianchi, anche e soprattutto negli stati del sud della nazione.
Malcom X
Un giovane del Minnesota, Bob Dylan, impugnava la chitarra suonando le stesse note cantate da Woody Guhtrie anni prima, e le sue poesie entravano nelle orecchie di giovani di tutte le età, assumendo un valore politico e di difesa delle libertà; Robert Zimmerman (il suo nome all’anagrafe) cantava un’intera generazione. Canzoni come "Blowin’ in the wind", "The time they are a-changin’" hanno rappresentato quei giorni e rimarranno sempre incise nelle pagine dei libri di storia per raccontarli.

La chitarra aveva preso prepotentemente la scena musicale statunitense, strumento facile da suonare, pratico e intriso di poesia e forte melodia, ma anche capace di suonare forte e duro per incidere con la forza un legno troppo resistente. Ormai varie forme di musica stavano invadendo l’America, il nuovo Rock seppelliva i lampi del Twist e la canzone d’autore emergeva notevolmente, prendono vita anche in forme più psichedeliche del Rock e della scrittura, dove l’uso di sostanze eccitanti e stupefacenti era obbligatorio per trovare il giusto stimolo artistico.

Gli Stati Uniti non facevano in tempo a scuotersi di dosso le ceneri del Vietnam e dei disordini di piazza che negli anni settanta, iniziati sotto una grave crisi economica, scoppiavano gravi scandali interni come il Watergate e le conseguenti dimissioni di Nixon.

La grande rivoluzione Rock dei Sixties si stava ripercuotendo in questi anni, nascevano varie derivazioni del Rock psichedelico e cantautoriale come l’Hard rock, il Folk rock, il Country rock e soprattutto la scena Glam "niuorchese" dominata dai Velvet Undergound. Dalla scena nera del Rhytm & blues si evolveva un nuovo modo di divertirsi e ballare e cioè la disco music, basata sull’utilizzo delle nuovissime invenzioni tecnologiche nell’ambito musicale con suoni più sintetici e piatti ma pronti a far muovere il corpo di migliaia di persone. La disco avrà una notevole influenza sugli anni ottanta (nei suoni) e novanta (nel genere) che vedranno evolversi la Dance, la Jungle, la Techno e il Drum ‘n’ Bass.

Negli anni ottanta, la grande ripresa economica e la rivalità coi giapponesi, l’elezione di Regan come presidente nazionale, avevano prodotto una grande spinta nazionalistica negli Stati Uniti. Le voci dei "ghetti neri" intanto si cominciava a farsi sempre più insistente e, anche se l’integrazione razziale era stata lunga e faticosa, il loro malessere non continuava a cessare e la loro nuova arma per farsi sentire dal mondo intero era una musica nuova, dove le parole, la valanga di cose che avevano da dire a tutti, erano predominanti, come lunghezza e spessore, sull’intero brano musicale: il Rap prendeva il largo. Negli anni seguenti si evolverà in Hip - Hop, e in Trip - Hop.

Musicalmente gli anni ottanta erano stati il periodo più sperimentale, e diverso, il rock si appiattiva notevolmente e il suono della chitarra lasciava troppo spazio alle tastiere e ai nuovi sintetizzatori; molti sostengono che, per la musica, gli 80 sono anni da buttare, altri che invece erano stati fondamentali per riscoprire il vero rock e per trovare nuove sonorità che senza sperimentazione non si sarebbe mai trovata: dipende solo da che parte si vuol stare.

Intanto nasceva a Seattle una scena del nuovo Rock mondiale che esploderà come una bomba: gruppi come Nirvana, Soundgarden, Mother Love Bone, Pearl Jam fondavano il Grunge, riscoperta del suono più profondo e grezzo che possa uscire dalla chitarra elettrica. Un ritorno anche al Rock più melodico come il Contry rock, soprattutto si sviluppava nel sud, ma è un’altra città il simbolo della nuova musica, dove si univano etnie e razze di tutti gli Stati Uniti e non solo: Los Angeles.
Pearl Jam
Per tutti i motivi citati in questa "breve" storia americana a Los Angeles si sono sviluppate diverse realtà musicali e non; si forma il Crossover mischiando un po’ di Hip - Hop e un po’ di rock - metal, il Rock alternativo e le Indies, ma nasce anche l’emblema della "nuova musica": Beck e Moby.

Sono gli anni novanta, che si aprono per l’America con il conflitto del petrolio, la guerra del Golfo Persico, contro Saddam Hussein. Questi anni sono segnati dal ritorno dell’americano positivo, gli anni della presidenza Clinton e della superpotenza U.S.A. come supervisore assoluto del mondo.

Dove c’è bisogno d’aiuto sarà sempre pronto ad intervenire il popolo americano, sempre pronto ed attento, sempre felice con un sorriso a 36 denti tutti perfetti e bianchissimi, sempre in una condizione fisica a dir poco perfetta, sempre... sempre... sempre però a patto che l’Europa ripaghi in buon modo la bandiera a stelle e strisce, magari bevendo qualche Coca Cola in più al bar.

Stefano Boccaleri