STRADE DI CITTA'
Home Su archivio MP3 ROMA:roba coatta utility & patch ..e questo sono io..




Strade di città.

E’ sera, un altro giorno é andato, passato inosservato, forse spogliato, e sotto i miei piedi questo asfalto bagnato che emana questo odore che tutto il giorno ho respirato, si, davanti al bar un po' di gente, facce vuote da idiota che non si chiedono mai niente, ormai convinti che la vita sia aspettare la domenica perché c’é la partita, al mio passo attiro il loro sguardo sui miei occhi che arrivano dal basso, un tossico mi chiede qualche soldo per mangiare, ...mmm, o per finirsi d’ammazzare. Strada di città, cemento vivente, frenetica, famelica, intelligente, a volte burla, a volte muta, odia chi l’ha vissuta e poi l’ha venduta, e ci cammino con orgoglio perché sento qualcosa di vivo dentro quel cemento, su questo asfalto piegato dalle macchine ho visto tanto sangue e troppe lacrime sporcate, dalla gente calpestate, ma che la strada le ha viste e non le ha dimenticate ogni cosa già successa, ogni cosa che avverrà é scritta come un libro in questa strada di città. Strada di città... .... ... vai chief !!!

Da una strada di questa città si affianca la voce di Ax, quella lì giusta della Milano mama Passi con effetto racconta i retroscena nella squallida vicenda, avvolte in una nebbia artificiale nuova, e l‘arte dell’ara si scompare sotto una grigia gelida cortina dalla quale, tra spari di armi e sofferenza generale, la violenta voglia di esplodere, spaziare, con colore conquistare un mondo ora fa lo spazio il sogno da realizzare ancora é incredibile da dire il disprezzo di qualcuno che fa finta di non capire, ottuso, rinchiuso in uno spazio, in un perfetto stato logico, da noi considerato come simbolo di libertà, ditemi, ditemi quale? MC Chief ribatte contro qualcosa di poco reale, fatale meccanismo letale, votato all’autodistruzione e l’emme ritorna in azione, con stretto in pugno i sogni di questa mia generazione dal fondo della strada bagliori di una deflagrazione nella notte, il nome di ciascuno appare ovunque, rumore di catene rotte dalla rabbia 31 ed em en’passi blastano la gabbia!! Strada di città! ...vai J Ax!!

La strada é puttana e scopa ma non si fa baciare se vuoi qualcosa da lei la devi pagare lo devi fare ogni giorno per far si che ti rispetti che ti lasci il tuo spazio, spazio per cui molti hanno combattuto con armi diverse ma con un solo scopo con una bombola una tavola con quattro ruote sotto alla ricerca assatanata di una libertà negata fermata da regole da far crollare ed é alto il prezzo da pagare di cui fa parte quello sbirro che guarda ogni cosa che faccio solo in cerca di un motivo per cagarmi il cazzo perché sono dissociato, sono distaccato lui non mi ha capito e mi ha criminalizzato povero schiavo alienato mi invidia la sicurezza che la sua pistola non gli ha dato il prezzo é quell’inetto che mi guarda con disprezzo perché da lui ho un diverso concetto di ghetto, ghetto di cui si sente padrone sguazza nel fango e ne ha fatto un valore, valore per chi non certo per me non certo per chi si batte ogni giorno con impegno, per venire fuori da situazioni brutte e vere che ti hanno già lasciato in faccia il loro segno!! Strada di città!! della mia città! di questa città! (...bella Chief... vai Ax...).







Fotti la censura.

Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!!

Cos’é volgare? Chi é morale? Chi, o cosa, la domanda deve essere posta, chi ha l’onniscienza per definire la decenza, chi decide quello che può corrompere una coscienza, in quali casi bisogna censurare, su quali basi si opera per evitare che arrivi qualcosa all’orecchio della gente, qualcosa che offende, qualcosa di indecente, cos’é la parolaccia? Cos’é il buongusto? Cosa provoca l’offesa, e qual’é il linguaggio giusto? No, nessuno può rispondere lo so, nessuno fa le veci dei principi che io ho. Mi riferisco a quegli sbirri incravattati che mi chiamano scurrile e indignati dal mio parlare chiaro, dal mio dire le cose come stanno, e che di tutto fanno per zittirci, incapaci di capirci, il dissenso é risolto, si chiedono ancora cos’é andato storto, difensori col fiato corto di un perbenismo morto, e comunque inquisitori, a ragione o torto, chiaro, forte e chiaro mi esprimo, se per me sei stronzo, stronzo ti dico, rifiuta i mezzi termini, combatti chi ti oscura, grida la tua rabbia, e fotti la censura!!!

Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!!

Vivo dove per vendere saponette bisogna mostrare una serie di culi e di tette, dove per soldi anche la moralità si vende, ed ecco cos’é volgare, cos’é che mi offende, ma per la strada c’è rabbia, qualcosa si muove, qualcosa di violento, qualcosa di irruento, qualcosa di cui faccio parte, e di cui fa parte anche il mio modo di parlare, non mi si deve bloccare ...con questa merda di segnale, Art. 31 trasgredire nel dire, Art.31 due parole per agire contro il sistema d’immagazzinazione di pensiero per distinguere ciò che é occultazione del vero, la censura mi blocca ...per ogni vaffanculo un tappo sulla bocca, si, vengo travisato ignorante, inferiore considerato, perché spesso ho osato, ma non c’é niente di più immediato, e che a quello che dico dia più significato, ascolta bene il senso di queste parole, sarò pesante si, ma quando ci vuole ci vuole, allora fotti chi lo combatte perché ne ha paura ...fanculo!! Fotti la censura!!

Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!!

Io sono volgare, io sono immorale, sono certamente un individuo da evitare? No, non ne sono sicuro, anzi di chi lo dice io me ne batto il culo di queste persone che non si possono toccare, insultare, criticare, contrastare, censurare, perchè al loro parlare han dedicato la vita, e la loro volgarità é volgarità costituita, fotti chi vuol dire sempre quello che gli viene in mente e se ne frega di ascoltare la risposta di chi mi sente, noi Art.31 nuovo modo di espressione non possiamo confinarci in una falsa educazione che ci é imposta, non proposta, messa dove si mette una supposta, ci impegniamo per divulgare quelle idee nuove che fanno male a chi rifiuta questa cultura e che procura una dura cura proprio a quella legislatura che decide la fattura dei prodotti di rottura e che é tutta una montatura per difendere la dittatura degli insegnanti di una cultura che definiamo spazzatura, e allora fotti quella fasciatura scura, che ti opprime che ti incula, entra nella linea dura fotti la fottuta censura!!

Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti, fotti, fotti, fotti, fotti. Fotti la censura!! Fotti la fottuta censura.





Cantico errante di due DJ notturni.



(Base e graffi di DJ Jad)







Legge del taglione.

Due del pomeriggio, la sveglia suona, mi sveglio la testa mi fa male, ormai é normale, ho poca fame mangio qualcosa con lo scopo di gustarmi meglio la sigaretta che fumerò dopo, mi metto qualcosa scendo, scendo ho freddo alla testa dalla tasca il mio cappello prendo, vado verso la fermata del bus dormendo mi devo svegliare, il volume del Walkman aumento, che palle questo bus non passa mai no, no, Cologno Monzese periferia di Milano lo so un mezzo ogni ora é già tanto mi siedo, aspetto tanto tempo. Passano due tipi in motorino, li guardo, sssccchh! La marmitta fa un casino bastardo, facce color merda da lampada UVA, capelli lunghi e oleosi con la C-O-D-A, quello che guida mi guarda storto tira uno sputo e mi manca di un pelo, per un secondo rimango stupito, allibito poi non resisto al suo invito e gli mostro il terzo dito, mi vedono, tornano indietro all’istante con quel loro mezzo assordante, scendono, vengono verso di me, penso sono fatto ...DJ stacco. Sei fottuto! adesso son cazzi sai? Sei fottuto! adesso son cazzi sai?

Secondo atto della storia ascolta il fatto che ti narro esatto, com’é successo in questo cesso di quartiere sciatto, mi alzo di scatto, e mi preparo all’impatto, mi sono già addosso, mi difendo come posso, si mettono uno dietro e uno davanti, classica tecnica da conigli, mi esplode un dolore caldo nel labbro e sento in bocca quel sapore dolciastro, altri tre o quattro colpi in testa e mi si annebbia la mente e la mia rabbia s’accende, non vedo più niente, non sento più niente, un altro colpo, ma nemmeno più so se lo prendo o lo do, non riesco più a muovere un braccio alzo un ginocchio di scatto i gioielli di famiglia di uno dei due schiaccio urla! l’altro stacca dal motorino la catena non lo vedo neanche e me la pesta diretta sulla schiena, cado sull’asfalto, piovono calci sulla mia faccia, il tacco di uno stivale la testa in terra mi schiaccia, provo a rialzarmi ma non ho speranza, a quanto pare non ne ho ancora abbastanza, perdo sangue in abbondanza, ma non ha importanza non gliela voglio dare vinta é questa la sostanza. Ma ormai é finita, e fieri se ne vanno, li guardo dal basso e giuro a me stesso che la pagheranno, legge del taglione, penso mentre mi rialzo, loro erano in due tornerò con altri quattro, e questa é la mia morale, come un quadro ti dipingo in rima una situazione reale, la mia. Ragionaci tu, io ti do la mia opinione niente di più, non sono un esempio di virtù e di virtù non parlo tanto, canto solo la mia vita e questo é quanto. Questo é quanto!! Questo é quanto!! Questo é quanto!! Questo é quanto!!... Questo é quanto!!









Ti sto parlando.

Prova questa volta ad ascoltare, ti do un battito giusto per poterlo poterlo fare, ti do mille ragioni per sforzarti di capire, ma se ti tiri indietro, dimmi, cosa ti dovrei dire? Guarda, senti, lascia stare, resta pure lì seduto se quello che dico ti fa tornare su quello che hai bevuto, se quello che passa di qua dice :"ma che suono osceno!", di certo non mi freno tantomeno tremo tremo, ma sereno continuo, spingo la voce all’estremo, scuoto la base per farti capire che posso, volendo, colpirti in pieno, perciò attento al mio intervento lascia cadere i tuoi monu-mentali e prepara la testa all’apprendimento fino a che balli rimuovi tutti i tuoi preconcetti, ascolta la voce veloce di questo mangia spaghetti, ti sto parlando si, attento, ti sto parlando e mentre tu stai ascoltando già qualcuno si sta preparando a criticare tutto tutto tutto tutto quello che dico e che faccio, stupidi stupidi piccoli piccoli succhiatori di ca...ramelle. Di chi é che ha detto che per essere considerato debba essere socialmente impegnato, politicizzato, la voce deve essere libera, a patto che sia comunicativa, mossa con abilità da una mente positiva, ciò vuol dire sapere ascoltare con elasticità, anche se quello che parla presenta, si, molte diversità. Per te che ascolti, e ancora ancora ti chiedi dov’é la direzione giusta verso la quale muovere i tuoi piedi, sei anche tu come quelli che tengono solo al loro piccolo mondo e si tappano gli occhi ignorando tutto quello che gli sta attorno, se non hai intenzione di metterti in coda al botteghino di chi ruba ideali e poi li vende come una moda, ti dico, per una volta, più di tanto non può costare, prova questa volta ad ascoltare.

Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!! Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!! Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!! Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!! Botta, botta risposta adesso mi metto in gioco, e lo so che siamo noi la posta in palio, supero supero ancora la velocità che mi é consentita, do ancora una botta alla gabbia che intorno mi é stata costruita da questa città, ogni giorno più stretta, che ti blocca ti blocca il cervello ma che ti fa camminare in fretta, rifiuto di essere anch’io una di quelle tante facce stanche che hanno chiuso il cuore nella loro 24 ore, sorrido vedendo ciò che si stanno perdendo, anche dove non mi é concesso il mio spazio mi prendo in questa scatola di cemento che si sta stringendo, vivendo. a mio modo vivendo, stringendo. Il mio sentimento, quella scossa vitale che dirige ogni mio movimento tento di darla anche a te in modo veloce, o lento, ma dimmi di che dico dai che ti sta provocando l’impulso di muoverti adesso (...OH...!) é giusto questo? (...SI!...) capisci svelto? (...MI!...) Una parola ti basta per essere meno chiuso in te stesso? (...BHO!...) Butta, butta alle spalle tutto quello che ti fa male, scavati, scavati dentro trova la tu anima tribale, lo so, lo puoi, lo devi fare perché quello che fa muovere me può far muovere anche te, e se siamo ancora distanti la distanza si può accorciare, se provi questa volta ad ascoltare.

Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!! Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!! Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!! Prova questa volta ad ascoltare, ti sto parlando, ascolta, ti sto parlando!!

A patto che il battito batta la mia voce sempre é presente, lascio decidere a te se sia noiosa o divertente più o meno di musica vuota che non ti impegni la testa, non prendersi in giro cercando, cercando la giusta festa, io questi problemi non ho, anche se la festa non c’é, il trucco é che porto la festa, la festa dentro di me, dritto per la mia strada, di quello che faccio sono sicuro, lo dico in un microfono, qualcuno lo scrive su un muro, non basta sapere di essere al mondo per essere vivi ci vuole l’impegno per vivere prova l’ingegno per lasciare un segno di te, un segno che dica che esisti, un segno che sia profondo, abbracciato con forza e con rabbia in questo casino di mondo, ma ogni giorno vedo gente che al suo sogno ha rinunciato, io spero che il mio sogno non vada, non vada sprecato, e posso continuare a sperare se provate questa volta ad ascoltare.











DJ Jad.

Si, si ...allora, qual’é il nome del mio DJ? DJ JAD!! ...non sento il nome del mio DJ!! DJ JAD!! ...chi é il mio DJ? DJ JAD!! JAD! JAD! JAD!

GUARDALO! ASCOLTALO! é inconfondibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é irriducibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é inimitabile! DJ Jad, DJ Jad, DJ Jad dai piatti!

DJ Jad é il mio DJ, vecchia scuola di Milano, un fulmine nella mano, creatore di queste inconfondibili risonanze, esaltante supporto di tutte le mie assonanze, eccezionale, forte ma non brutale, ha ancora le palle di essere asociale, originale, geniale, gli viene naturale darmi un suono caldo in quest’epoca digitale, sostiene il suo ideale. Ha anni di esperienza e non si é mai venduto, ha un’etica morale radicale, nessuno l’ha mai fottuto perché é ingegnoso, puntiglioso, rabbioso, bellicoso, ed é stiloso. Jad, mano veloce ai piatti e la mia voce veloce segue il tempo che lui scandisce e tutto comprendo e capisco di questo suono urbano che fuoriesce dalle casse, questa é classe!!

GUARDALO! ASCOLTALO! é inconfondibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é irriducibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é inimitabile! DJ Jad, DJ Jad, DJ Jad dai piatti! GUARDALO! ASCOLTALO! é inconfondibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é irriducibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é inimitabile! DJ Jad, DJ Jad, DJ Jad dai piatti!

Allora Jad, ti piace il tuo R-A-P? Mica male! Muovi la mano, muovi la mano, muovi la mano DJ Jad graffia un’altra volta questo tempo, io so che non sei il tipo, quel tipico tipo di tipo che sfrutta il momento, e crea suoni senza sentimento, dammi musica di cemento, di cemento é il tuo spartito, le note sono sette ma il talento é infinito e questo dico a chi la musica ha studiato e il nostro modo di comporre non ha ancora accettato, musicisti con chili di libri alle spalle, che sorridono di noi, come mi stanno sulle palle, perché non sanno che siamo seri, nel testo e nel sonoro, e che spesso siamo più credibili di loro, e a loro Jad fai assaggiare questo basso, vi piaccia o no, succhiatori di cazzo, pensate che basti avere un diploma per essere un artista e non un automa, a me basta questa cassa per ritmare questa lingua barocca, questa grammatica sciocca, ed é tutto ciò che serve per lanciare i miei messaggi, questo più DJ Jad dai piatti che graffia graffia graffia fai sentire, imponiti, imponiti a chi non vuol capire che anche la tua arte va rispettata, perchè é quella di un uomo cresciuto sulla strada.

GUARDALO! ASCOLTALO! é inconfondibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é irriducibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é inimitabile! DJ Jad, DJ Jad, DJ Jad dai piatti! GUARDALO! ASCOLTALO! é inconfondibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é irriducibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é inimitabile! DJ Jad, DJ Jad, DJ Jad dai piatti!

Attenzione c’é da fare una distinzione tra un DJ e un fenomeno da baraccone che salta come una scimmia dietro i piatti, ed é considerato bravo perché graffia con il naso. Stronzate ! Il mio DJ non é questo, fa spettacolo si, ma con i suoni che crea e senti, ascolta quello che viene dal cuore, me ne fotto di come lo chiami, musica o rumore, e di nuovo attenzione richiedo, per parlare di una fascia di persone che rinnego quelli che fanno quella roba che oggi piace ballare, che per gustarla fino in fondo ti devi calare e drogare, a loro dico non mettetevi sul nostro piano, siamo superiori non vi consideriamo, rendetevi conto di che razza di merde siete, ascoltate il mio DJ forse qualcosa imparerete. Hey Jad! Continua a suonare, avanti picchia forte questo ritmo che me lo fa rizzare, lascia fluire libera la tua potenza per abbattere, abbattere, abbattere l’indifferenza della massa ignorante, incurante, irritante e anche quella del pubblico ben pensante, oggi, ora, adesso abbiamo i mezzi, e se usati con capacità nessuno può fermarci, Art.31 la J la A la X, sostenuta con impegno dalla J la A la D, Jad dammi sei battute per spiegare che creare, generare questo battito non é facile, non é che chiunque lo possa fare e mai nessuno come Jad m’ha mai saputo soddisfare, é colui che dietro i piatti non ha uguali Art.31 SENZA RIVALI!!

GUARDALO! ASCOLTALO! é inconfondibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é irriducibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é inimitabile! DJ Jad, DJ Jad, DJ Jad dai piatti! GUARDALO! ASCOLTALO! é inconfondibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é irriducibile! GUARDALO! ASCOLTALO! é inimitabile! ...vai Jad, graffiami questo battito!







Tocca qui.

Ah bene! Art.31 racconta la storia della toccata e fuga, rima confusa, alcolica! Vai J!

Quella sera mi si era avvicinata e mi fissava mentre io bevevo una birra chiara, e si era seduta lì vicino a me, ma non me n’ero accorto perché ero un po' storto, allora stufa d’aspettare lei mi dice:" ...J Ax, approvo come interpreti la globalità multimediale della massa attuale, il tuo modo di operare é al di fuori dal commerciale !...". La guardo con sospetto, ero fuori di brutto:" Che cazzo hai detto?", le rispondo con un rutto, prende s’alza e s’allontana, non era mica male questa pu-pulzella: era bella con un cu-curioso taglio di capelli e delle te-te-te-te-tenere espressioni, non si possono sprecare certe occasioni, per non passare da coglione la inseguo, la fermo, mi scuso e dico:" Senti, vorrei approfondire i tuoi accorgimenti, io e te si potrebbe scoprire dei punti in comune e se vuoi aprire le ga- le ga- le gabbie in cui rinchiudi i tuoi pensieri più astrusi, i desideri più impuri potremo chia-chia-chiacchierare e scoprire tutti i punti biologici che devi toccare!".

Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! !...

Questa tipa attacca a parlare, io continuavo a bere, facevo finta di ascoltare, dopo circa una mezz’ora di stronzate e paroloni mi mette una mano sopra i pantaloni e dice: "...Ho voglia di pene-pene-pene-penetrare all’interno del tuo ego per poterne ricavare l’essenza, la dissidenza, e quel tuo sentimento di reazione violenta...". Le dico:" Senti bella, adesso ti spiego, ho voglia anch’io di penetrare, ma non certo il tuo ego, ma la tua fig-fig-figura di donna inserita nella società moderna. Quali sono i tuoi interessi? Cosa ti piace fare? Quali sono i tuoi progetti per stasera?", "Per essere sincera avrei un appuntamento, un corso di pittura, non posso mancare, stasera ho proprio voglia di usare un pennello, con un pennello in mano mi posso realizzare!" "Senti bella, potevi anche dirlo che avevi solo voglia di prendere il pennello, il corso di pittura puoi anche lasciarlo a casa io ho un pennello, é lungo, largo, forte e bello, lo uso proprio come fossi un vero artista, e con il mio pennello sono un gran professionista!".

Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! !...

Cosi la porto a casa mia lei si siede sul divano e io mi metto in libertà, apre la borsetta, si accende una sigaretta, mi guarda intensamente con la faccia sospetta e dice: "...Guarda, non so cosa tu voglia fare, sono una tipa intellettuale e certe cose non le faccio, un uomo per potermi conquistare deve avere un grande ca-carisma, cerco un maschio con una grande personalità, che sappia sco-vare le mie particolarità, deve essere istruito, intelligente, acuto, a un uomo così darei persino il cu-cuore!...". "Veramente" -le dico- "cio che di te meno mi interessa é il tuo cu-cu-cuore, non é per offendere il tuo cervello ma siamo venuti qui perchè volevi il mio pennello!". Lei mi dice: "...Giusto! Prepara il colore: ho voglia di scoprire qualche nuova posizione ortogonale, mica male però il tuo pennello! Posso toccare?...", "Tocca, tocca pure ma fai piano é delicato, non esagerare é appena appena bagnato...". Ma lei non mi sentiva più e pensava solo a quello, e non ha lasciato tutta la notte il mio pennello!

Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! !...









Solo per te.

Un fiume di parole che non sanno dove andare, ruffiane come un gatto che si fa accarezzare, mi nuotano nella testa e poi mi scendono nella gola e vogliono essere sentite da una persona sola, una persona sola che le sappia capire, che sappia catturare tutto quello che hanno da dire, qualcuno che le prenda per poterle conservare, qualcuno a cui poterle dedicare.

Di certo non importa quanto tempo é durato, ma é sembrato abbastanza, non hai mai pensato a quante cose abbiamo fatto e a quanto si é parlato, e a quante notti in bianco che abbiamo passato, notti di discorsi, notti di stronzate, di sesso e di rimorsi, di litigate, al sapore di birra, nutella e biscotti, di sudore, di letti bagnati e disfatti. Mi piacevi, sai, quando ridevi, mi piaceva anche il modo in cui fottevi e godevi, ma adesso é tutto lontano, finito diciamo, ho avuto un paio di storie da quando non ci sentiamo, sono ritornato alle mie vecchie convinzioni, e le donne le uso solo come svuotacoglioni, girando, parecchio arrapante, con un DJ per amico e un microfono per amante. Ma ricordo quella volta quando il meglio abbiamo dato, alla fino ero distrutto e ti ho cercato, é stato automatico, non lo capisco ancora, non avevo più pensato a te prima di allora, ed é stata quella notte che ho pensato a questo testo, non capivo il motivo, ma sentivo che farlo era giusto perchè ti sono grato di ciò che hai insegnato e di ciò che hai imparato, l’ho creato, e forse non é un granché, ma é fottutamente vero ed é solo per te....solo per te. ...solo per te.

Solo per te, credimi é un fatto strano, dedichiamo, limitiamo questo brano stai attenta, non fraintendere il mio intento: non sto piangendo, sto solo riflettendo. Uso questo ritmo lento come accompagnamento al mio commento, a differenza di quei senza palle che in un componimento piangono perchè han perso la donna, o ciò che chiamano amore. Che cos’é questo amore se non uno scambio di interessi, che pone le fondamenta su una serie di compromessi, già, e tu lo sai bene che questa non é una di quelle cantilene tanto care alla nostra tradizione di italiana sfigata canzone, fatta di smielate spremute di cuore, che quelli come noi fanno solo vomitare. Quelli che hanno preso troppi calci in culo, quel tipo di calci che ti rende il cuore duro, e ti insegna a prendere senza dare, a offendere e ad usare, e poi a picchiare, ed ecco la differenza che ho notato: con te ho preso, ma ho anche dato, e così solo per te sto parlando adesso, solo per te rimo questo pezzo. ...solo per te ...solo per te.

Le cose importanti sono difficili da dire, le parole le rendono stupide e piccole, e poi non sono bravo a descrivere cio che sento, specialmente su questo argomento, mi conosco e so che mi sarei dimenticato di quello che c’é stato il segno ho lasciato una cosa che di fare non mi sarei mai sognato e di cui tempo fa mi sarei vergognato, ma non capita tutti i giorni d’incontrare una tipa che ti ascolta prima di parlare, che ama quello che ami, che odia quello che odi, che non passa la vita davanti allo specchio, che non te la fai in un momento, che non gli frega del tuo aspetto ma che ti guarda dentro e che ha una faccia da gatta quando ti guarda, ma se s’incazza sa essere crudele e bastarda, che in tutto quello che fa é stilosa e originale, che se stai con lei ti fa sentire un po' speciale, che quando si da lo fa con calore, che non scopa mai ma fa solo l’amore, così ecco il mio segno, il mio ricordo ritmato, sputato, su questo giro di basso, e qui lo lascio per ogni volta che lo vorrai sentire ed é solo per te e per chi lo sa capire.





Questo é il nostro stile.

Italiano del cazzo, pizzaiolo mangiaspaghetti vip d’amore, Perry Como, Luciano Pavarotti o sole mio coglione e neppure sai cantare.

Non puoi paragonarci a ciò che hai già sentito, a quelle cose finte che hanno definito il rap, sputtanando così ciò che é grande, quella cultura che per noi é così importante. Fotti i fottuti venduti, i loro padroni, la loro manovra sporca, guerra e disprezzo a quei bastardi astuti, e sulle loro rime io ci piscio sopra. Ascolta adesso questo testo onesto giustamente avverso a chi si é permesso di parlare, di darci contro adesso é il momento di pagare il conto fino in fondo: il giorno é arrivato chi ha aspettato ora deve essere ripagato, il giorno é arrivato per chi é isolato, per chi é imbavagliato, per chi ha sempre lottato. Parto, attacco, spacco, rappo, cerco uno spazio, cerco un contatto non un patto, nessuna condizione alla mia posizione questo e tutto il resto non conta, e tutto il resto é merda. Ritmi diversi testi inversi e perversi, attrezzi per vincere giochi non ancora persi, questo é quello che ho, quello che so, quello che do, quello che chiamo potere del no, muovo il mio passo seguo il tempo di questo basso, penso al sento intenso del fatto che compio e conscio dei rischi che corro continuo, perché so di che parlo e perché so come farlo, é una linea retta é una divisione netta: stai con noi o ci stai contro, scegli alla svelta, se ciò che predico é lecito nessuno lo può dire perché questo é il nostro spazio, e questo é il nostro stile.

Questo é il nostro stile ! Questo é il nostro stile ! Questo é il nostro stile !

Stile: termine noto di cui si abusa, gente chiusa, ottusa, che lo usa e che non ha capito, non l’ha ancora definito, e pensa che tutto sta nel modo in cui rappi, graffi, o sei vestito. Dico qualsiasi coglione con qualche milione può avere due piatti mixare, due bassi rappare di solito tocca ad uno stronzo qualsiasi che sia dotato di una bocca, ma senza umiltà e senza esperienza non sarai mai nessuno, é questa la differenza fra chi lotta con impegno per raggiungere la meta, e chi invece se la mena credendosi un profeta, e mi disprezza mi vuole fottere, ma non sono io il nemico da combattere fidati di me esse-ti-i-elle-e devi averlo di brutto e devi dimostrarlo in tutto. Usalo rappando, parlando, camminando, graffiando, e perché no scopando. Hai pensato a ciò che sei stato in passato, e ti sei accettato, rinnegato, buttato e in che cosa ti sei cambiato? Ti sei disegnato, creato, o hai solo copiato? C’é bisogno di te in questo momento critico, c’é bisogno di chi in questo momento mitico ha inventiva, capacità creativa, e sa prendere un’idea e renderla viva. Negativo o positivo come lo sono io e se non sei così che sia porco il tuo ...sti-elle-e fa questo il mio concetto di pi-a-ci-e verso chi ce l’ha diverso ma ce l’ha non gli posso essere ostile se ha rispetto per noi e per il nostro stile.

Erre-u-emme-o-erre-e Art. 31 questo é il nostro stile, parla di quello che vivi, si, parla di quello che é vero, sii sincero oppure fai a meno di sparare frasi fatte, aria fritta, e cose già ascoltate, rime scontate, metriche copiate dallo stile nero, qualcuno si sbaglia lo chiamano rep questo é rap, e viene dall’Italia: i-ti-a-elle-i-a. Le mie radici, la mia nazione, al cui costume ho dichiarato guerra, ma non dimentico che questa é la mia terra, e questo stivale corrotto al nostro posto qui stile bianco verde e rosso un rima che faccio onore alla nostra bandiera, non una stupida imitazione della cultura nera, attenzione: Milano sta parlando, Art. 31 non sta sentenziando sta solo analizzando. Siamo partiti male col rap commerciale, o poco originale e stupide lotte fratricide fra di noi, divisioni, incomprensioni, pensa alle tue rime fatti i cazzi tuoi! Non ci sono regioni, ne competizioni é il momento di capirci, é il momento di unirci nella rima: alleanza latina. E’ il momento di far scorrere le nostre parole da Milano nella nebbia a Napoli sotto il sole, diversi nel linguaggio ma uguali nel concetto se é giusto ciò che dici me ne frego del dialetto. Siamo latini e lo si deve sentire! Questo é il nostro tempo, e questo é il nostro stile!!

Questo é il nostro stile ! Questo é il nostro stile ! Questo é il nostro stile !







Pifferaio magico.

Attenzione!! ...vi racconterò la storia del pifferaio magico, sentiamo per ordine come andarono le cose.

C’era una città nella valle fatata dove ogni persona era addomesticata a vivere ogni giorno in modo CHE la propria condotta soddisfasse IL RE, in un cielo blu il sole scaldava i prati, pieni di fiori gialli e profumati, le case erano grandi e tutte colorate, calde d’inverno, e FRESCHE D’ESTATE. Per ogni abitante non c’era diversità, secondo i voleri DI SUA MAESTÀ’, la corte decideva il modo di vestire, LA LINGUA DA PARLARE, la musica da sentire, e in questa forzata uniformità non c’era neanche un barlume di libertà: DIVIETO DI CANTARE, DIVIETO DI BALLARE, e nei locali pubblici divieto di pensare, i soli a non piegarsi a questa dittatura un pugno di topi in una fognatura, trasgredivano la legge, attaccavano il sistema sbombolando sui muri il loro emblema. All’inizio erano in pochi ma il gruppo cresceva, dal pugno che erano diventarono una schiera di ratti rappatori graffittari in pieno effetto, e i tubi delle fogne erano il loro ghetto. Ogni Sabato sera, nella foresta, organizzavano un concerto, una jam, una festa, perchè nel bosco un pifferaio li faceva ballare, avrebbero fatto di tutto per sentirlo suonare. Erano ubriachi dalle nove alle sei nato per rappare SEI QUELLO CHE SEI, odiavano la corte, ballavano e bevevano, e il pifferaio magico QUELLO IN CUI CREDEVANO.

Il re era preoccupato per questa agitazione: temeva l’evolversi in sovversione, lui sapeva che i topi erano a conoscenza della crescita costante della loro potenza. Al pifferaio magico io devo parlare, al capo delle guardie disse: VALLO A CATTURARE, così alla corte quella sera entrò un tipo strano che teneva un flauto stretto nella mano. Sua maestà disse alle guardie potete uscire: nessuno deve udire quello che gli voglio dire. Pifferaio magico STAMMI A SENTIRE, io possiedo di tutto e te lo sto per offrire LO SO il talento non ti manca, perchè sprecarlo con quella gentaglia. Sai benissimo anche tu che se lo voglio io diventerai un divo venerato come un dio SCARPE E MAGLIETTE CON SOPRA IL TUO SIMBOLO, DONNE E SOLDI COME SE PIOVESSERO, se questo ti interessa io te lo posso dare, ma prima c’é un favore che mi dovresti fare: con il tuo flauto raduna i topastri, falli divertire, bere, ballare come pazzi. Sarà l’ultima festa per quel marciume perchè li spingerai giù fino al fiume, saranno così ubriachi da non poter più nuotare, ed uno dietro l’altro DOVRANNO ANNEGARE, eliminata quella feccia dalla mia nazione creerò una nuova star della canzone. Il pifferaio magico rispose: VA BENE, e dopo sua altezza gli offrì da bere ma so che poi uscì dalla corte coprendosi il viso per nascondere l’ombra di uno strano sorriso.

Il pifferaio magico aveva un piano, montò sul suo cavallo e galoppò lontano, e città per città si fermava a suonare e in ogni posto i topi faceva ballare. Lo seguirono tutti nel suo viaggio nel paese, tornò alla valle fatata ch’era già passato un mese e dietro lui c’erano topi A NON FINIRE, un numero enorme impossibile da dire. Entrò nella via principale, con il suo strano corteo arrivò al palazzo reale, aiuto aiuto aiuto gridò il re terrorizzato, mi hanno abbattuto, MI HANNO SPODESTATO. Il pifferaio disse scusi maestà se ho regalato ai topi la sua città, ma forse almeno loro sapranno rispettare la libertà di ognuno di fare e di pensare ...attenzione!! ...LA LIBERTÀ’ DI OGNUNO DI FARE E DI PENSARE. ...attenzione!!!

E passato molto tempo e nella valle fatata ora c’é una città dove la gente é abituata a vivere ogni giorno come gli piace nel rispetto E NELLA PACE. Del pifferaio magico nient’altro io so, la sera della conquista a cavallo se ne andò disse ai topi mi dispiace non posso restare ci sono altre città ALTRI PEZZI DA SUONARE.









Nato per rappare.

Io credo che ci si possa riuscire, che si possa cambiare. Questo Art.31 é... uno strano fenomeno. Vediamo di cosa si tratta... basta!! vogliamo la libertà!! ...chiaro il concetto??

Io sono... nato per rappare!! ...nato per rappare...!!! ...nato per rappare...!!! ...nato per rappare...!!!

Dalle stalle alle stelle, dalle stelle alle stalle, per arrivare fino in cima devi avere le palle, di seguire la tua idea, e di non farti deviare dalla linea di tendenza che impedisce di pensare. Convinzione, presa di posizione, imporre i derivati di una tua decisione, rifiutare in assoluto le categorizzazioni per dedurre una scelta dalle tue decisioni ed esplicare i tuoi pensieri fuori da ogni canale, non avere un’etichetta, non essere mai uguale, la cultura é un potere da acquisire, che ti può dare i mezzi per farti capire che l’ignoranza i cui si vive sta chiudendoci la mente, sta spegnendoci la rabbia e fa tacere le coscienze. Se capisci cosa dico, se ti stai per incazzare forse, allora, tu sei un altro...

Nato per rappare! ...nato per rappare...!!! ...nato per rappare...!!! ...nato per rappare...!!!

La musica é un linguaggio, e io vi parlo nella musica, rimando i miei discorsi nella sua struttura mitica, e in un suono incattivito da un DJ con i coglioni, gira un basso che ti fissa i miei concetti nei neuroni, sono un criminale lirico, un terrorista lessico, di un movimento tacito, però del tutto libero. Non uso pistole, non uso cannoni, ma la potenza pura che ho dentro nei polmoni. Camminare, camminare mi da il tempo di pensare, mi offre globalmente ogni soggetto da osservare, avanzare non vuol dire devastare, ma spezzare quelli che mi vogliono fermare, so distinguere chi vale tra una folla di falliti, so parlare con la gente, ho un mare di amici, comprendono i miei dogmi, il mio modo di insegnare, perchè solo i miei fratelli sanno che io sono nato per rappare! ... ...nato per rappare...!!!... ...nato per rappare...!!! ...nato per rappare...!!!

Io non sono costruito, sono vero, credi di potermi fottere, tzze, davvero? Non mi piego, non mi spezzo, questo a volte mi fa male, ma non ingabbio la mia anima di libero animale, io non cambio la mia musica per vendere più dischi come han fatto certi tizi, non so se mi capisci. Aver costanza nella vita é la mia decisione, credere in me stesso la mia religione, propongo innovazioni dialettali, predico violenze lessicali, l’effigie commerciale data al rap non mi tocca, é un rivoltante metodo per chiuderci la bocca, perchè vogliono alienarci, chiuderci nel ghetto, nessuno l’ha detto, no, ma io lo rappo e non accetto questo schifo di emarginazione, la parola é la mia arma di ribellione. La vita, a mio parere, é un frutto da divorare, e più buono é il sapore se lo sai coltivare, e ricordati che se sei vivo é già stato definito uno specifico motivo, perchè tutti abbiamo un muro da rompere, ogni uomo ha una missione da compiere, chi é nato per subire, chi é nato per lottare, chi, come me J Ax, é nato per rappare! ... ...nato per rappare...!!! ... ...nato per rappare...!!! ... ...nato per rappare...!!!...DJ Jad...

---------