Riwa arts ha sede in Arusha, nel nord
della Tanzania, tappa obbligata per i numerosi turisti che ogni anno
visitano i parchi naturali del Kilimangiaro, del Ngorongoro e del Serengeti.
La cooperativa è sorta per dare un'alternativa al lavoro agricolo ad una
decina di giovani artisti della zona.
Gli introiti della cooperativa vengono utilizzati per l'acquisto dei
materiali e degli attrezzi necessari alla produzione, e il guadagno
suddiviso equamente tra i soci-lavoratori.
i batik, prodotti in modo del tutto artigianale, utilizzando solo cotone
prodotto e filato in Tanzania, ritraggono paesaggi e ambientazioni tipiche,
danzatori, musicisti, donne, rappresentati on un inconfondibile stile
africano.
L'importazione e la commercializzazione di questi batik è frutto della
collaborazione tra Riwa Arts, la Coop. Unicomondo e l' ong C.E.F.A. di
Bologna.
Le
origini dei batik si perdono nella notte dei tempi e, vista la loro grande
diffusione attuale, sembra impossibile rintracciare una zona di origine
certa. Ma è comunque da Giava che questa tecnica inizia ad emergere come
una vera e propria forma d'arte, nella decorazione dei tessuti e dei
coloratissimi sarong indossati dagli abitanti di questi luoghi.
In epoche recenti la tecnica dei batik si è diffusa altre che in molta
parte dell'Asia, anche in Africa orientale (Madagascar, Kenya, Tanzania,
ecc.) dove ha trovato un ambiente ricettivo di artisti che l'hanno
assimilata e interpretata in modo del tutto originale.
questa tecnica di decorazione consiste nel coprire parte del tessuto da
trattare con uno strato di cera su entrambi i lati per poi immergerla
nella tintura in cui riceve una prima colorazione.
Il colore si fissa solo sulle parti esposte, lasciando intatte quelle
ricoperte dalla cera che viene poi
tolta mediante ebollizione. La stofa si
lascia asciugare e successivamente, a seconda del disegno, si coprono
altre aree ripetendo il processo tante volte quanti sono i colori
desiderati.
Alla fine quello che risulta sono coloratissime immagini che ritraggono
paesaggi, temi floreali, scene di vita quotidiana.
Ecco perché la parola batik, nella lingua di Giava significa
"scrivere con la cera".