«Una grande capacità della professoressa Bartoletti è quella di rendere e comunicare una vastissima gamma di sentimenti attraverso un continuo fluire di immagini e colori». Dalla Premessa di Paolo Cioni

«L’autrice ha affidato ai significanti naturali la sua produzione di perle e si è fatta guscio ed involucro per coltivarle a lungo dentro di sé e poi partorirle in modo fulmineo; e fulminante è l’effetto che provoca nel lettore l’intensità del reale dei colori che le perle emettono: la stessa vita è assimilata al colore e la stessa scrittura è per l’autrice una terra colorata e non è più nera come la depressione. Emerge da ogni perla un segno del disegno dell’autrice, un disegno costruito nell’Altrove e dunque non predefinito e che solo dopo le 19 perle scritte si rivela come progetto per un’altra vita. Si tratta di una vita dopo la morte, di una vita che è da intendersi come il post-depressione; si tratta di un tempo scandito dal segno della scrittura. In questo progetto, l’autrice chiede aiuto all’Amore, «ad un amore pulito, libero e selvaggio», come scrive nella perla n. 18, ad un amore che sostiene con lo sguardo e che ripara dalla solitudine, perché la battaglia da vincere è difficile». Dal saggio conclusivo di Alessandro Guidi

*Stella Bartoletti è nata a Firenze, ove si è laureata in Filosofia Morale con Cesare Vasoli. Nella sua formazione creativa ed espressiva, importante l’incontro con Sylvano Bussotti e l’amicizia con Mino Maccari, continuata sino alla morte del maestro. Attualmente, insegna storia e filosofia nei licei. Ha collaborato con «Paese Sera». Tra le sue pubblicazioni, segnaliamo: Guida alla lettura di Emmanuel Mounier (Edizioni Cinque Lune 1976).