VENTO D’AFRICO

di Cesare Pavel Berlenghi

dall’opera "Le colline lontane (dei fiori del male)

 


In quell’angolo di specchi accartocciati

Ventre dell’oceano    Delta del mare

Calice d’ebbrezza      Il sole pomeridiano

Meridiano di spaziosi incontri

                            Casuali  

D’ogni razza          D’ogni colore

                                D’ogni età

L’odor di sale marino volo di gabbiano

Il fiore velato di Sarah la finnica

Propellenti momenti, ricordo:

Peperoncino nel minestrone

Bistrot prepara reti

Mi racconta di viaggi

Della pesca al pescespada

Verso Gibilterra

Veniva un vento d’Africo

Sirena della savana

Un singhiozzo

Interrotto. Cozzo

Contro il mozzo dell’ombelico

Vedo nel retrovisore immagine capovolta

Volta celeste d’insaziabile desio.

Ora mi sento un ruggito

Rumore di leone

Come vette imbiancate

I vellutati fianchi della finnica

Mi sfiancano

Il vento d’Africo

Mi solletica

Le membra abbrustolite

Sudate

Acide d’ormoni

Di vita ubriaca

I suoi zoccoli rubati da un granchio.