Domande e Risposte sul volontariato di Protezione Civile

 

Chi sono "questi volontari"?
• I volontari sono null'altro dei cittadini che chiedono alle Istituzioni di avere sempre più attenzione e riconosciuta dignità per quello che fanno, verso ciò che sta loro a cuore ... e comunque, il tutto, nell'interesse della collettività.
• Incarnano una dimensione culturale ben precisa che si espande su un arco di intervento molto vasto (anche se non sempre manifesto o ben visibile).
• I volontari sono cittadini "col gusto della vita" cui piace trovarsi tra loro con la comune consapevolezza di sapere che il loro agire è per "qualcosa di buono". Contenti anche di vivere un modo nuovo di ritrovarsi fra loro e per certi versi anche "di tornare a far paese". Esprimono il gusto della loro carica interiore con l'impegno in vari servizi alla comunità e con concreti atti di solidarietà e tutela dell'ambiente e del patrimonio collettivo e privato.
• I volontari di Pr.Civ. in particolare sono cittadini che reclamano presso le Istituzioni l'organizzazione del diritto - dovere di concorrere alla preservazione o - in altri termini - alla "difesa" in senso civile, della popolazione e del territorio (alla stessa stregua della concezione della leva obbligatoria (ora 'solo congelata') applicata per la Difesa in armi della Patria ‡ in definitiva, dopo fucili e carri armati per la difesa dagli oppressori, pale ruspe e quant'altro per la difesa da eventi calamitosi, ecc.). In questa prospettiva/sesnso anche gli investimenti e la spesa dovrebbero raggiungere almeno quelli dello sport e della cultura, poichè il volontariato è portatore di valori ed istanze sicuramente positivi - oltre che di risultati oggettivamente tangibili.
...dopotutto perchè le pubbliche istituzioni spendono soldi "a perdere" -ad es- nello sport? Per far divertire i cittadini? Sperano di vedere il ritorno a suon di coppe e medaglie? > Piuttosto cercheranno di favorire lo sviluppo psico-fisico dei cittadini e l'interiorizzazione dei valori dello sport: il migliorarsi, l'impare a far fatica e sopportarla, l'imparare a vincere e soprattutto a perdere, l'imparare a stare in team e coltivarne lo spirito... quindi -in ultima analisi- perchè il cittadino possa maturare come singolo e l'amminisrazione possa dire di avere "investito" per avere poi un domani una società migliore! E se già questo non è facile in tempi di 'serena normalità', ... non siamo ancora arrivati ad affrontare delle calamità!
• Nel volontariato questi concetti vengono da sè ed in più si sposano con i concetti del lavoro volontario e - rendono sul piano delle intituzioni - una certo ritorno perchè comunque si è nel campo della 'pubblica utilità'.
• Il volontariato si articola su più fronti: da quello tecnico-pratico a quello culturale e motivazionale. Uno slogan potrebbe essere: - vivere la solidarietà ti rende "una vita a colori"! -
...Infatti, l'adoperarsi per "il prossimo" rende a chi fa questa scelta una vita più densa di significato e quindi più vera ed entusiasmante, con notevoli riflessi sulla coscienza personale, fino a un rinnovato umore ed atteggiamenti nei rapporti con gli altri.

Chi può venire a far parte del Gruppo? Cosa offre il Gruppo?
• Qualunque cittadino/a maggiorenne della CEE (dai 16 anni con firma genitori) che risieda o abiti in zona e dimostri fattivamente di voler condividere lo spirito e participare alle attività in essere.
• Il gruppo permette impegni a vari livelli. Oltre alla formazione ed all'addestramento di base, si va poi ad attività schematizzabili in esterne (sul campo) ed interne (preparative e manutentive) che vanno dalla ricognizione all'intervento diretto (quello operato in prima persona) ed indiretto (es con le attività di preparazione di materiali e mezzi la cui messa a punto e predisposizione potrà permettere anche ad altri di operare efficacemente su scenari remoti (realisticamente non raggiungibili da tutti). Tutto ciò è vissuto con spirito di squadra in un clima di reciproco rispetto dei volontari e dell'apporto che ognuno può fornire...
In particolare -anche per chiarire il corretto clima e "il ciò" che ogni cittadino può apportare quale volontario-, vale la pena citare ad esempio, proprio le attività di manutenzione e preparazione perchè - sebbene poco visibili - sono invece fondamentali per una efficiente reattività dell'intero gruppo. Il fatto che sul 'teatro delle operazioni' vengano impiegati materiali e mezzi curati preventivamente da chi poi magari non sarà fisicamente presente in quei luoghi, può comunque - ed a ragione - far ritenere a quest'ultimi di sentirsi comunque "parte" dell'intervento proprio in virtù delle azioni preparative effettuate (...e che anzi, sarebbe talvolta meglio definire come 'sforzi', dato l'alto livello di impegno e dedizione prodotti da vari volontari nel sistemare mezzi ed equipaggiamenti). L'efficacia ottenuta sul campo è dunque anche frutto del contributo e del supporto pre attuato da coloro che si dedicano (anche) alla preparazione ed alla manutenzione. Infatti, proprio come in una staffetta, è necessario avere un team affiatato con chi percorre le prime frazioni (preparazione interna) e poi altri in grado di raccogliere il testimone (mezzi in piena efficienza) ed arrivare al traguardo dell'operatività (attività esterna) a sollievo di situazioni calamitose o altro tipo di servizio con la migliore efficacia possibile.
In definitiva, l'apporto di ogni cittadino, per quanto nelle sue possibilità, sia con partecipazione diretta e/o indiretta alle attività del Gruppo, permette vicendevolmente a tutti membri del Gruppo di 'entrare assieme in molti orizzonti'. Ciò sarà ancor più vero con l'auspicata apertura al nascente coordinamento provinciale (...) che ci permetterà di ampliare le prospettive ed essere più presenti ed integrati nella realtà della solidarietà sempre più mondiale e senza confini.
• Il Gruppo è anche "porta di ingresso" agevolante per missioni con la Pr.Civ. regionale e nazionale.


Che effetto potrà avere la creazione del gruppo unico in Valtravaglia?
• Un più marcato "fermento" per un'iniziativa di "progresso sociale".
• L'impegno dei ns 3 comuni sancisce degno riconocimento di alcuni diritti e concetti sul piano ideale e politico, mentre sul piano pratico è un riconoscimento di una realtà già esistente e dell'impegno profuso fino ad oggi dagli attuali volontari e soprattutto agli ideali positivi che rappresentano.
Questo atto di considerazione della cosa nel suo complesso conferisce nuova dignità e marcato riconoscimento al gruppo esistente e spalanca le porte ad altri cittadini mettendo in nuova luce la realtà odierna. Permetterà a tutti quei cittadini che vorrano aggregarsi ed operare concretamente con comuni ideali di solidaretà e tutela ambientale nel contesto di una corretta stima della popolazione e riconoscimento delle amministrazioni.

Non stiamo creando un inutile "un doppione"? ...non ci sono già i VVFF?
• Sono due cose diverse e complementari (...e che potrebbero "tranquillamente" essere una sola se la legge lo consentisse! I volontari si stanno comunque già proponendo da tempo in questo senso perchè questa 'sinergia' si avveri e si affermi).
• Siamo cittadini che hanno realizzato nel loro mente che "lo Stato" non può arrivare ovunque con le sole forze che è in grado di schierare. Comparati ad altri paesi europei, i ns VVFF sono troppo pochi! Ciò, nemmeno se tutti pagassero correttamente le tasse! Fatto che al di là di ragionevoli diritti e situazioni migliorabili, non esime nessuno dal pensare che "tutto mi è dovuto" solo perchè "ho pagato le tasse". I volontari sono dunque convinti - al contrario di altri - che ci si deve impegnare subito ed in prima persona per tutelare e migliorare la propria nazione senza aspettare 'fantomatici salvatori' capaci di formulare qualche magica ricetta!
• Quali volontari, si vuole marcatamente precisare la complementarietà del ns ruolo rispetto alle forze professionali istituzionalmente preposte nei vari campi di intervento. Ossia, per esempio, non ci vogliamo certo sostituire ai VVFF - ma piuttosto coadiuvarli - (per quanto a loro discrezione saremo ritenuti capaci) nella misura più agevole ed efficace nell'intento di risolvere un evento per il quale siamo preparati.
Al contempo si ottiene il risultato di preservare il più a lungo possibile, fresche e pronte delle forze decisamente più qualificate (i VVFF appunto) per altri possibili scenari (magari più gravi) che si dovessero verificare da un'altra parte contemporaneamente all'evento che i volontari stanno fronteggiando con appropriata competenza in un dato luogo e sul quale essi non sarebbero abbastanza qualificati o attrezzati per poter intervenire in maniera conveniente. Sono i casi di di alcune situazioni (spesso frequenti) di varia portata e specificità citabili quali esempi: dalla disinfestazione da calabroni e vespe fino a situazioni più marcatamente estese ed impegnative quali gli incendi boschivi, dove l'intervento massiccio di vari gruppi di volontari (tra cui il ns) permette di preservare e sollevare i VVFF da pesanti ore di intervento a tutto vantaggio della sicurezza di altre zone urbane che resterebbero altrimenti pericolosamente sguarnite. Questo "risparmiare certi lavori" ai VVFF significa in concreto garantire la continuità del loro presidio sul territorio; fatto che alla fine si traduce a tutto vantaggio di una maggiore sicurezza della popolazione. E' bello pensare in umiltà e coscienza che tale risultato è frutto anche del ns contributo e ciò, oltre a darci una certa consolazione, è anche il nostro modo (quali cittadini) di aiutare lo collettività ed al contempo mostrare stima e gratitudine a chi ogni giorno si prodiga - non senza rischi - per la sicurezza di tutti.


Cosa chiedono i volontari? Cosa dovrebbero fare le amministrazioni pubbliche? Cosa comporta l'accordo sul gruppo di valle? Quali implicazioni ci sono dietro?
• Vedere dignitosamente riconosciuti i propri diritti e richieste.
• Stabilire i responsabili (non partitici, motivati e possibilmente residenti in valle, graditi anche ai volontari...) , chiare linee procedurali: es da chi è attivabile il gruppo, cosa accade in caso di emergenza contemporanea > da chi si va prima (gravità, ecc)
• in sostanza si chiede il pieno supporto alle dimensioni del fenomeno (la Pr.Civ. è poliedrica):
• da un lato la dimensione culturale del volontariato ed i suoi valori (una delle poche cose sotto il diretto controllo della funzione pubblica: i capi sono i sindaci > immediato governo)
• un aiuto sostanziale in caso di eventi calamitosi (piccoli e grandi) - anche in termini di condivisione e compartecipazione agli eventi ASSIEME ai cittadini - altrimenti "resti da solo a pigliarti solo critiche!"
• l'accordo travalica le normali vicende amministrative (e gli eventuali "attriti campanlistici" fra vicini): qui si tratta di un "asse orizzontale" - trasversale a tutte le amministrazioni - che deve reggere solidarietà e diritti (quelli dei cittadini ad autotutelarsi e dare una mano in modo organizzato) il tutto in una forma "seria e dignitosa" (con una compartecipazione attiva e convinta senza cercare di "evitare le patate bollenti" dietro a scuse di comodo (...non ho gente, non ho bilancio, siamo un comune piccolo, i "casini" grossi si verificano forse due o tre volte l'anno e comunque "qualcuno(...)verrà", ecc). Si chiede dunque alle Amministrazioni di organizzarsi praticamente per evenienze comuni e non (un incendio che devasta i boschi o il lago che "decide di uscire" coinvolge -chi più chi meno- tutti quanti). Calamità, piccole o estese che siano, non è certo il caso di fare conti di "stretta convenienza o richio calcolato" sui quali fare o no una determinata spesa o 'attività'.
• L'avere un "gruppo di valle" significherà anche il disporre di uno strumento capace di una sempre più viva e concreta manifestazione di solidarietà "anche a popolazioni distanti" e sarà il segno tangibile della effettiva rappresentazione ed espressione della partecipazione e del contributo della gente dei nostri piccoli paesi: una comunità che non debba più sentirsi impotente almeno di fronte alle notizie dei disagi in cui le calamità costringono altre persone ...magari non troppo lontane da noi! Ciò potrà concretizzarsi grazie ad accresciute capacità operative in condizioni di autosufficienza logistica di cui il Gruppo potrà essere dotato, sia grazie alla possibilità di futuri contributi alla forza provinciale e regionale con aliquote di uomini e materiali che dovessero servire su scenari remoti. Attrezzare e "curare" personale della valle che può intervenire anche remotamente su altre zone colpite da calamità è dunque una espressione diretta di fattiva solidarità delle ns popolazioni e che - data la 'complessità' della materia - necessariamente deve passare per le Amministrazioni che le rappresentano.
• Si creerebbe oltretutto una dimensione con opportunità di crescita culturale e relativo progresso sociale
che direttamente "fermenta e fa lievitare" la società migliorandola dal suo interno (positivo circolo vizioso del vivere "una vita a colori").
• Solo delle Pubbliche Amministrazioni e sfruttando le possibili sinergie, sono in grado di strutturare appropriatamente un'occasione del genere e offrire così ai cittadini la possibilità di soddisafre il loro diritto-dovere di intervenire a sollievo di situazioni calamitose e/o di disagio, ecc mettendo a disposizione una struttura organizzata con aree e mezzi adeguati. Infatti, singoli cittadini - per quanto volenterosi - non sarebbero altrimenti facilmente in grado di mettere assieme e dirigire in maniera organizzata "una forza" che deve poter schierare (saltuariamente) un alto nr di uomini e mezzi su un dato scenario per giunta in tempi rapidi - e sapendo catalizzare "il cuore" e le disponibilità del maggior numero di cittadini possibile.
L'alternativa è fatta di sgomento e improvvisazione. Cose non più accettabili nel III millennio.
• L'accordo da pieno titolo di partecipazione alla Pr. Civ. > fino a livello provinciale, regionale e nazionale
• L'accordo eleva la dignità dell'Amministrazione del Comune aderente e di riflesso anche quella dei suoi abitanti sul piano della partecipazione (sebbene le nostre siano tutte realtà di piccoli comuni, pur nei ns limiti, si deve fare il possibile)


SOTTOLINEATURE RIASSUNTIVE:


Il costituire "un corpo di valle" è anche l'espressione di una formula concreta con la quale - da cittadini - chiediamo alle amministrazioni pubbliche una politica più organica per la Pr.Civ. ed il volontariato in genere con spazi di sensibilizzazione sociale verso la popolazione (...coinvolgendo il piano educazionale (scuole ed assessorato alla cultura).
Riteniamo che il costituire "un corpo di valle" sia uno dei frutti reali di una buona politica sensibile al sociale (e volta anche al territorio) nonchè un "con-tributo" dovuto sul piano della solidarietà al prossimo, dei diritti-doveri dei singoli e della dignità delle Istituzioni stesse- ossia una chiara presa di posizione (patrocinio e sostentamento) sull'asse di quei valori irrinunciabili - che una chiara espressione di una politica attenta al progresso sociale non può mancare! Tutto ciò ancor prima della sicurezza (o delle questioni di efficienza operativa) che si può ottenere sui piani dell'operatività dei volontari stessi!


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