UNA VIA NATURALE
Lungo i rilievi del savonese dove si possono compiere suggestive escursioni sui
monti e nei boschi, da secoli l'uomo tracciò la via che dal mare portava verso
le pianure piemontesi, oltrepassando le alpi e sviluppando traffici commerciali
e scambi culturali.
ROMA DOMINA
Dall'Oppidum di Savona dei liguri Sabazi pre romani la realtà della Valle
Bormida trova l'antico riferimento storico proprio a Cairo. La conquista del
territorio da parte dei romani risale a Sempronio Gracco: la strada si fece
attrezzata e Cairo diventò stazione romana lungo la via da Vado a Tortona e
all'epoca di Augusto furono eretti i primi ponti della valle. Uno ne conserva
Cairo in località Rocchetta.
UN FAMOSO DOMINIO
Cairo fu signoria dei Del Carretto di cui restano le rovine del Castello su una
collina della città ma che rimase sontuosa e intatta residenza fino al 1827,
quando l'esercito dei Savoia la colpì duramente a cannonate.
I MORI, LE BATTAGLIE, UNA NOBILE
STORIA
Attorno all'anno 1000 si registrarono le invasioni saracene che risalivano
devastando le valli, conventi, chiese ed abitazioni. Su questo periodo
fioriscono delicate leggende, tra cui spicca quella dell'amore fra Adelasia,
figlia dell'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone III, e il giovane Aleramo,
suo scudiero. Adelasia, promessa sposa dal padre a un ricco feudatario, mentre
si preparavano le feste fuggì con Aleramo e insieme si rifugiarono fra i fitti
boschi delle nostre terre, rinunciando per amore ai fasti della corte imperiale.
Matteo Bandello ne scrisse in una sua novella. Adelasia ha dato il nome alla
Riserva Naturale nel territorio di Ferrania, dove anche una vasta grotta una
rocca sono dette di Adelasia. Anselmo figlio di Aleramo fondò il monastero di
S. Quintino in Spigno con molti beni e terreni nel territorio di Cairo. Gli atti
nobili del 1097 testimoniano il dominio degli Aleramici sulle terre di Cairo e
comprendono un atto di donazione del Marchese Bonifacio a favore della Chiesa di
Ferrania.
NOTAI E SIGILLI
Un atto ancora precedente (anno 1080) testimonia di una convenzione stipulata
tra i cittadini di Cairo "tam maiores tam minores" e quelli di Savona
(davanti al Vescovo di Savona Amico) per un patto di mutuo soccorso e per
impedire liti per cause di pascoli o terre.
CANTANO I POETI
Dalla vicina Provenza giungevano al Castello menestrelli e trovatori tra cui
Faiquet de Romans e Peire de la Mula e Palais ed era Signore del cairese Ottone,
figlio di Enrico il Guercio. Famoso visitatore del castello fu anche il poeta
provenzale Rambaldo, che Dante cita nel Purgatorio chiamandolo Arnaldo.
IL POVERELLO E IL DEMONIO
Al Convento Francescano di Ville, del XIII secolo, è legato il passaggio di San
Francesco d'Assisi che nella leggenda popolare ridonò la voce alla figlia del
marchese Ottone: e da qui la ricompensa si trasformò nella fondazione del
Convento. S'intreccia all'episodio un'altra leggenda che narra del diavolo tutto
impegnato a boicottare San Francesco mentre costruiva il Convento con i suoi
fraticelli, con una variante dello stesso demonio "camuffato" da
asino, sempre per contrastare il lavoro del Santo. Tra Cairo e i suoi dintorni
aleggiano da sempre fantastiche storie e leggende tra cui quella di Fra
Reginaldo, piena di prodigi e di misteri.
UNA TERRA CONTESA
Nel 1300 ha inizio il plurisecolare avvicendamento di proprietà, che vede prima
il Marchese di Saluzzo e infine gli Scarampi. Agli albori del 1600 si
intensificano i passaggi di truppe, di soldatesche svizzere, spagnole, francesi
e tedesche, cui si aggiunge lo scoppio della peste nel 1630 che diede luogo alla
caccia alle streghe accusate di portare il contagio con una polvere malefica.
Furono arrestate, torturate, processate e bruciate due donne di Cairo.
CONSEGUENZE GRAVI
In quei secoli bui e guerreggiati a farne le spese fu proprio il Convento e la
sua bella Chiesa di Nostra Signora degli Angeli, già offesi fin dal saccheggio
di Facino Cane e poi ripetutamente devastati tra le contese dei savonesi con i
Savoia, sino alle gravi ferite dei francesi nel 1794 e l'incendio del 1799: il
complesso francescano cadde in rovina fin dal 1805.
LO SPIRITO NON MUORE
Lo spirito vivo dei cairesi ha sempre trovato grandi ragioni di socialità nelle
feste solenni, nei cortei votivi, nelle celebrazioni campestri vivendo con
passione ed entusiasmo, non disgiunto da spirito religioso, il libro aperto
della natura. Proprio da Porta Sottana e dalla trecentesca Porta Soprana si
dipartivano lunghe processioni e festosi cortei, celebrando il raccolto e via
via dedicando alla Maddalena, a San Rocco, a San Lazzaro, a Santa Marta e a
Santa Caterina.
MERCATI E FESTEGGIAMENTI
Tutto aveva il suo culmine nelle fiere che con decreto di Francesco I, nel 1533,
vennero infine regolarmente istituite in Cairo, una a Sant'Andrea e l'altra a
San Lorenzo, oltre a tre mercati settimanali. La natura allegra e cordiale delle
popolazioni si rivelava il pieno al Calendimaggio con balli campestri e la
sistemazione di un albero fiorito in piazza, con mille giochi maliziosi e
allusivi in occasioni di nozze, fidanzamenti, tenzoni e sfide.
UN'EREDITÀ DA NAPOLEONE
Ma Cairo acquistò il suo attuale nome di Cairo Montenotte a ricordo del
passaggio famoso e più vicino a noi del grande Napoleone che con un geniale
blitz strategico militare in un mese sbaragliò eserciti piemontesi e austriaci
passando con la sua Armata lungo le nostre valli.
Tratto da: Guida al territorio di Cairo & Dintorni
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