Reggio Calabria e la sua Provincia una Storia Millenaria

 

Reggio nel XVIII secolo: la natura si ribella!

 Il secolo XVIII era stato, per la Calabria e per la città di Reggio, se­gnato da una terribile successione di sciagure e calamità naturali: Ia pestilenza del 1743. La carestia del biennio 1763-1764 e, soprattutto,il tremendo terremoto del 1783.

E pensare che il secolo stesso si era aperto con quella che sembrava essere una nuova fase per il Sud e la Calabria. Infatti dopo un breve periodo (1707-1734) di dominazione austriaca, della quale nessuno si accorse in maniera significativa. gli Spagnoli tornarono nel Sud Italia e sul trono di Napoli si insediò Carlo, figlio di Filippo ed Elisabetta di Borbone.

Pare che questo sovrano fosse alquanto  innovatore ed illuminato. Per quel che riguarda la Calabria. le riforme di Carlo si fecero sentire e la regione ebbe un periodo di crescita ordinata grazie all’istituzione del Catasto Generale (che introdusse un sistema fiscale di tipo moderno), ed a quella del Supremo Tribunale del Commercio Inoltre il potenziamento della flotta mercantile permise uno sviluppo considerevole dei traffici di alcuni porti meridionali, tra cui quello di Reggio. Erano anni di grande fermento ed a Napoli le idee riformatrici ed illuministe trovavano un terreno oltremodo fertile.

Le sciagure che si susseguirono, che culminarono nel terremoto del 1783, inflissero un duro colpo a quanto di positivo era stato fatto in Calabria. sul fronte dello sviluppo sociale, politico ed economico.L'intervento dello Stato borbonico, in occasione del sisma, fu, nel complesso tempestivo ed efficiente, almeno per quanto riguarda­va i soccorsi.

  Tuttavia Reggio che riportò grandi devastazioni ma un numero di morti, tutto sommato, limitato (un centinaio di vittime), per una serie di lungaggini burocratiche e di opposi­zioni allo schema della ricostruzione che ledeva interessi e alterava la struttura urbana medievale e sei-settecentesca. rimase a lungo vittima del degrado, tant’è che nel 1811 i segni del terremoto erano ancora evidentissimi agli occhi di Pietro Colletta, Intendente del nuovo regime francese in Calabria meridionale. 

Ma procediamo con ordine: tra Ia fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo la Calabria non era immune dai sommovimenti politici che infiammavano l’Europa.In seguito alla conquista del potere da parte di Napoleone Bonaparte in Francia, la Rivoluzione francese divenne tin fenomeno europeo. Ferdinando IV di Borbone. che nel 1759 era succeduto a Carlo, fu costretto dall’in­calzare degli eserciti francesi, guidati da Championnet, a rifugiarsi in Sicilia. A Napoli il 22 gennaio del 1799, venne proclamata la repubblica e tra i 22 firmatari dell’atto di decadenza della monarchia vi era anche un reggi­no, Giuseppe Logoteta. La reazione che Ferdinando IV, rifugiatosi con la corte a Palermo, affidò al Cardinale calabrese Fabrizio Ruffo, fu accanita e forte anche degli aiuti massicci portati dalla flotta inglese al comando di Orazio Nelson. Infine Napoli venne riconquistata dalle Truppe “sanfediste”. Gli storici ricordano, nella piazza Mer­cato, una feroce esecuzione dei “giaco­bini” catturati, tra cui i reggini Agamennone Spanò e Giuseppe Logoteta.

Il 14 febbraio del 1806 le truppe francesi occupavano nuovamente Napoli e insediavano sul trono Giuseppe, fratello di Napoleone. La Calabria si oppose in modo irriducibile a questa nuova dominazione e altrettanto spietata fu la repressione da parte dei Francesi anche dopo la nomina a vicerè di Gioacchino Murat. II Congresso di Vienna (1815) riporto i Borbone nel Sud Italia e Ferdinando IV i insediò col titolo di Ferdinando I delle Due Sicilie mentre Murat veniva giustiziato nel castello di Pizzo.