OGGETTI | |
Silver Armlet | Summon Ramuh Materia |
Il paese era ridotto davvero male e parlando
con la gente era triste ascoltare le loro storie, così non ci fermammo molto e ci
dirigemmo verso la funivia che ci avrebbe condotto al Gold Saucer; prima di salire, Barret
fu assalito dai ricordi del suo amico Dyne. Il Gold Saucer era unimmensa struttura
costruita per il divertimento e qualsiasi cosa era a pagamento, persino il Save Point
allingresso, con la differenza che la valuta riconosciuta era solo quella locale (i
famigerati GP); pagammo lingresso e decidemmo di dividerci e Aeris venne con me.
Esplorando lintera struttura scoprimmo che anche i soldati della Shinra stavano
cercando Sephiroth e, passando dal Wonder Square, ci imbattemmo in uno strano personaggio,
una sorta di indovino, che insistette per unirsi a noi (Cait Sith). Ma il vero problema ci
attendeva al Battle Square: cadaveri disseminato ogni dove, qualcuno con unarma a
proiettili; non poteva essere stato Sephiroth, questa volta. Cercammo spiegazioni
nellunico sopravvissuto e improvvisamente apparve il proprietario del posto, Dio e
ci accusò della carneficina. Cait Sith ci spronò a un tentativo di fuga, ma finimmo
subito tra le mani degli uomini di Dio che, invocato tre enormi mostri meccanici, ci
costrinsero alla resa, richiudendoci nelle prigioni alla base del Gold Saucer. Qui
incontrammo finalmente Barret, che forse ci doveva qualche spiegazione; possibile che era
stato capace di un simile gesto? Non seppe convincerci e fuggì via; cercammo di sapere
qualcosa esaminando il cadavere e parlando al tipo che osservava, ma ci decidemmo infine a
proseguire verso la cancellata a sud, per entrare nel caseggiato a est. Lì Barret,
finalmente, ci spiegò quello che aveva passato; era ancora giovane quando North Corel era
stata rasa al suolo e sentiva parte di quella responsabilità. Lo rincuorammo, poi
tornammo nellarea precedente e, esaminato il cadavere della guardia, ci venne
qualche sospetto; attraversammo il cancello e, dopo aver chiesto informazioni al tale che
incontrammo, proseguimmo verso destra (le altre direzione, come pure laltra uscita
portano nel deserto; nel caso vi perdiate, apparirà un furgoncino che vi porterà
indietro, se la risposta che gli darete sarà la prima ndXAM). Finalmente incontrammo nel
cimitero delle auto la causa di tutta quella distruzione: Dyne,
il vecchio amico di Barret. Parlò a Barret di Eleanor e Marlene, poi decise di attaccarlo
e non potemmo in alcun modo intervenire. Purtroppo lo scontro fu violento e Barret non
poté fare a meno di ucciderlo, così tornammo alla roulotte di Mr. Coates, che mi offrì
di diventare dei fantini di chocobo, in cambio della libertà. Accettai, che potevo fare?
Sullascensore mi venne spiegato il regolamento e nella stanza successiva, dopo aver
raccolto il Summon Materia (Ramuh), mi preparai alla corsa. Quando fui pronto lo dissi a
Ester e la gara ebbe inizio.
Controllare il chocobo non era così semplice (tasto A per aumentare la velocità, B per rallentare, C per lo scatto, ASSIST per cambiare la modalità, TARGET+PAGDOWN per far salire il Dash Meter, CAMERA+PAGUP per velocizzare il passo); scattando troppo spesso, la fatica dellanimale si faceva sentire ed ero costretto a fargli prendere fiato. Ma alla fine la vittoria arrivò (non doveste farcela, optate per il controllo automatico tramite il tasto ASSIST e prima o poi vincerete) e come premio ottenni una Buggy, che ci avrebbe permesso di attraversare il deserto come i corsi dacqua che ci si sarebbero parati davanti (tasto C per salire a bordo, tasto B per scendere, poi i soliti, tenendo presente che la buggy non permette di evitare i nemici ndXAM). Balzammo sullauto e ci dirigemmo a sud, verso il villaggio di Gongaga.