Moby a Roma: un po’ di retroscena.

Tour italiano di Moby, fenomeno musicale degli ultimi 18 mesi!

Saccheggiato per spot pubblicitari vari, il nipote di Melville, che di recente ha rifiutato di comparire nel film di Madonna, a Roma rischia di non fare molta gente! Così il promoter nazionale decide di spostare lo show dal Palaghiaccio di Marino, dove originariamente avrebbe dovuto tenersi, al Palacisalfa, Roma EUR, un palazzetto che a stiparle può ospitare 2500 persone!

La produzione di Moby non è da sottovalutare: tre begli autoarticolati di materiali audio e luci e 3 bus a due piani: la fisica vuole che dentro al Palacisalfa sarà improbabile farceli stare! Così il promoter nazionale mi dirotta sulla data di Roma solamente, essendo quella di Milano, al Palavobis, molto più tranquilla e potendo esser5e la stessa affidata ad un qualsiasi direttore di produzione anche all’ultimo minuto!

Parto per Roma il giorno precedente il concerto: martedì 28 novembre: Eurostar delle 8,30 da Parma! Su un treno pieno di uomini d’affari lombardi (viene da Bergamo!) si arriva a Roma addirittura in anticipo attorno al mezzogiorno! Taxi per l’hotel Shangri-là, a due passi dal Palacisalfa, e. fatto il check in in hotel primo sopraluogo al Palacisalfa con i responsabili romani.

La temperatura è deliziosamente diversa da quella della nostra bassa padana: mangiamo un boccone addirittura all’aperto. Sotto un piacevolissimo sole !

Alle 4 primo contatto col direttore di produzione di Moby da Milano: gli suggerisco di appendere direttamente parte delle loro luci sui tralicci del Palacisalfa, ma le obiezioni sono molte! Mi convinco sempre di più di andare incontro, l’indomani, ad una giornata difficile e stressante dove bisogna tentare di conciliare l’inconciliabile, di far entrare una produzione da grandi spazi in uno spazio che non la contiene! E me ne vado in albergo non poco preoccupato!

Alle 18 e trenta una telefonata sempre del direttore di produzione mi testimonia una certa qual volontà di non complicarsi la vita anche da parte loro: l’inizio dei lavori la mattina dopo è spostato dalle 8 previste alle 10: "Arriveremo alle 10, appenderemo un po’ di luci alla struttura esistente, e faremo il concerto"……parole più tranquillizzanti di così non ne potevo sentire!

In effetti il giorno dopo la giornata inizia e procede piana e tutto fila liscio come l’oglio! Tutti sono molto rilassati, dalle cuoche, le prime ad entrare in azione al mattino, agli autisti: e con un po’ di gentilezza e di manfrine riusciamo a lasciare tutti i 6 veicoli all’interno del Palacisalfa, dove mai era successo!

La sera il locale è stipato all’inverosimile: alle 8, puntuale, il gruppo spalla, Titan, inizia: non sono un gran che!

Alle 9 e mezzo dovrebbe partire Moby, ma il cambio di palco tra i due artisti va un po’ più per le lunghe del previsto: alle 9 e quaranta parcte una lunga intro registrata, la band a poco a poco entra in azione, il pezzo è tirato, travolgente, e, dopo qualche minuto Moby entra in scena: è un ragazzino minuto e col cranio rasato sopra un viso pallido e scarno: ma emana energia!

Il piccoletto salta, si agita, impugna l’asta del microfono come fosse una lancia, e scaglia ondate della sua voce, un po’ dylaniana, nell’impianto! Al secondo pezzo sale sul palco un terzetto d’archi: violino, viola e violoncello, nelle mani di tre ragazzette bruttine, una di colore alta e grossa, una orientale con gli occhiali e una biondina "americana di poche generazioni", che riescono a creare notevoli impasti sonori e qualche momento di vera poesia!

Il Palacisalfa è stipato all’inverosimile: la gente balla e si diverte! Io non conosco le canzoni di Moby, ma il pubblico si, molto bene: nei brani lenti la gente canta in coro e si accendono i cerini!

La cosa che mi colpisce di più sono le luci: davvero belle! E pensare che non tutto il materiale è riuscito ad entrare nel Palacisalfa, ma sono estremamente di buon gusto: giocate più che altro su toni di verde chiaro, azzurri, violetti e lavanda…..i fari computerizzati disegnano alchimie liquide sulle quinte, i seguipersona avvolgono gli artisti nel loro raggio circolare.

A sinistra del palco si sono ricavati i camerini e soprattutto il catering: i tavoli dove si è anche cenato sono riparati dalla vista del pubblico solo dalla torre di casse dell’impianto di amplificazione, ma in effetti gli artisti più importanti mangiano prima dell’apertura delle porte al pubblico: porte che peraltro vengono aperte piuttosto presto: alle sette! Così in tutta la zona vicino al palco si diffonde un buon profumo di cibo: soprattutto di curry!

Le porte vengono aperte piuttosto presto: alle sette: ma il pubblico romano è abituato a muoversi tardi e la grossa ondata di afflusso c’è solo quando già i Titans stanno suonando!

In effetti Moby ha un seguito femminile di fans abbastanza nutrito, ma il Palacisalfa è abbastanza difendibile: c’è un lungo corridoio tra il cancello dìingresso e lo strappo dei biglietti, e tutto attorno impianti sportivi di un club privato: durante tutta la giornata i fans sono rimasti fuori! Ma dopo il concerto c’è ressa davanti alle transenne: alle fanciulle più carine è stato dato il pass "after show", che da loro diritto ad accedere alla zona camerini dopo il concerto quando venga dato il via! Ma Moby e la sua band il giorno dopo hanno un "day off", uno dei rari giorni liberi del lunghissimo tour, e si è loro organizzato un dopo concerto in un locale di tendenza: così tutti si preparano in fretta e salgono sul bus, pronto ad attenderli col motore acceso: solo un ultimo strascico di coda davanti alla portiera del bus e poi ….. il caso è archiviato!

Ora bisogna far ricaricare i tre grossi tir di materiali, e per fare ciò diventa necessario aprirsi una strada con gli spazzettoni sul pavimento lastricato di cartacce, bicchieri di plastica ecc., ma ormai nessun inconveniente può più succedere: i facchini di Roma sono i migliori d’Italia e il ricarico sarà più veloce del solito!

Me ne vado in hotel con la soddisfazione di essere riuscito, con un po’ di strategie, a far stare un grosso concerto dove tutti dicevano che non poteva stare: e sono le tre di notte: meglio dormire in fretta: voglio riuscire a prendere l’Inter City di mezzogiorno per trovare la carrozza ristorante e mangiare in treno!

Un altro concerto in archivio.