Sacerdote Giuseppe Coniglio


 

 

Il Sacerdote Giuseppe Coniglio nacque a Castiglione di Sicilia il 29 Dicembre del 1613 dal dottor Antonio e di Maria Di Carlo. Morì tra il 26 ed il 28 Ottobre del 1666.

Il 9 Novembre del 1664 elabora la prima bozza del suo testamento e nomina erede universale la Sua Cappella intitolata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, fatta costruire nella Chiesa Madre qualche tempo prima.

Vincenzo Sardo Sardo, in Castiglione città demaniale e città feudale Pa – 1910 pp. 187 – 188 così scrive: “Il Sac. D. Giuseppe Coniglio, Vicario foraneo, profuse a piene mani capitali e rendite rusticane diverse a questa Chiesa, per accrescere il di lei splendore. Legava particolarmente un capitale di onze 6000 alla cappella dei Santi apostoli Pietro e Paolo, titolari del tempio e protettori della città, con diversi obblighi annessi, per la celebrazione di molte messe a quell’altare, per la manutenzione della comunia dei Cappellani e per solennizzare le feste dei due santi con molto decoro”.

Lo stesso giorno consegna il testamento al Notaio Marco Antonio Leone, e fa presente nello stesso testamento d’aver consegnato al pari del notaio una lista dettagliata all’arciprete d’allora Don Cesare Gioeni.

Sul letto di morte però, assistito dal Padre Spirituale Sacerdote Don Tommaso d’Iesi, cambia il testamento e non potendolo scrivere di proprio pugno, fa compilare a Padre Iesi dei codicilli con le sue ultime volontà. La lista viene consegnata al notaio Marco Antonio Leone il giorno della sua morte, le 6000 onze lasciate in eredità alla sua stessa cappella, fanno un misterioso cambio di rotta, a causa dei codicilli naturalmente, ed il lascito testamentario del 1664 in favore della sua cappella, va a defluire alla Chiesa Madre.

Fu un grande benefattore, lasciò ingenti somme al Monastero delle Benedettine, oggi Istituto Regina Margherita, a causa e per suo volere. Fu istituita su sua indicazione testamentaria la Fedecommissaria dell’eredità Coniglio allora così composta:

1)      Don Cesare Gioeni Arciprete;

2)      Don Nicola Di Carlo -  suo cugino carnale;

3)      Don Vincenzo Di Carlo - cugino carnale e fratello di Don Nicola;

4)      Don Giovanni Coniglio - nipote – in caso di morte o di sua assenza doveva essere supplito da un altro suo nipote – Don Leonardo Coniglio.


L’apertura del testamento

In primis esso Reverendo T. D.  Gioseppe Coniglio ritrovandosi per la di Dio gratia sano di mente, et intelletto. Infermo però di corpo jacendo nel letto; hà determinato fare il presente suo solenne testamento, annullando per lo presente prima, e revocando tutti, e qualsivoglia altritestamenti fatti, donazioni cauta .. mortis e qualsivoglia altra sua disposizione fatta per il passato, quali voli che sij e s’intendano  cassi irriti, e nulli come mai fossero stati fatti; volendo che resti in suo robore et firmitate il presente suo Testamento, et così esso testatore raccomanda l’anima sua immortale Idio alla sua SS.ma Matre Maria S. Micaele Arcangelo S.ti Pietro, e Paolo soi Protettori et a tutta la Corte Celeste, et vuole ordina, e comanda, che il suo corpo quando a Dio piacerà di pigliarsi l’anima sua nella sua Gloria del Santo Paradiso, che si seppellisca nella sua Cappella  di S.ti Pietro e Paolo nuovamente edificata da esso testatore esistente nella Matrice Ecclesia di questa Città di Castiglione sub titulo Sancti Petri, e Pauli. Etc. etc…..

 

Il testamento Coniglio somiglia molto ad un libro, conta infatti 60 pagine circa e fuori di ogni dubbio, è un documento molto interessante per la storia di Castiglione.