AICaMEMORIA DI TREN’TANNI  DEL CATECHISMO DEI BAMBINI

di Giovanni Catti

 

 

 

Sono trascorsi trent’anni da quel giovedì 31 maggio 1973, solennità dell'Ascensione del Signore, quando venne alla luce "il catechismo dei bambini".  Lo presentò una lettera del presidente della Conferenza episcopale italiana (prot.n. 540/73); "Questa pubblicazione "Catechismo per la vita cristiana - 2. Il Catechismo dei bambini" è stata autorizzata dal Consiglio permanente della C.E.I. su proposta della Commissione per la dottrina della fede e la catechesi. Il testo è stato preparato per la consultazione e la sperimentazione, secondo i criteri approvati dalla IX Assemblea generale".

 

"Catechismus" è voce di latino cristiano, usata nella prospettiva del porgere gli orecchi alla voce del Signore Iddio, e alle sue gesta, e di abbracciare strettamente tutto quanto sia compreso nella fede, per istruire la mente senza gravare sulla memoria: "Breviter complexa fidei, ut mentem instruat nec oneret memoriam" (AGOSTINO Sermone 213). Sopra tale struttura continua la costruzione dei catechismi con segni naturali e con segni convenzionali, con suoni e con silenzi, con parole dette e con parole scritte, e poi in età moderna con la stampa a caratteri mobili e con l’applicazione della elettricità agli strumenti della comunicazione sociale.

 

Una voce di armonia imitativa, come "bambo" ..diventa poi parola accolta da letterati: "Scendeva dalla soglia di uno di quegli usci… La sua andatura era affaticata....Ma non era solo il suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà....Portava essa in collo una bambina....".  Manzoni ne "I promessi sposi" ci offre l'intuizione della "bambina" a quindi

del "bambino", da determinare poi esattamente secondo l'anagrafe, l'ammissione ai Sacramenti o l'iscrizione alle scuole.

 

Il Catechismo dei bambini (=Cdb) trae la sua origine prima di tutto dal modo usato nella Bibbia per parlare di bambine e di bambini,  da quanto è detto in questo modo nella Bibbia a proposito di bambine e di bambini. Rivelazione e ragione sono in consonanza e in convergenza per il riconoscimento della eminente dignità di ogni bambina e di ogni bambino, da rispettare nei patti e nelle consuetudini.

 

Quindi il Cdb trae la sua origine dalla divina condiscendenza: dalla parola divenuta simile alla nostra parola in tutto, fuorché nella infedeltà, e specialmente dall'arte del narrare, del racconto dell'alleanza, della convenzione, del patto. Molte volte un'analisi del testo biblico ci segnala  un suo orientamento verso una mente infantile, con un linguaggio universale: destinato a tutte le persone, a incominciare dagl'infanti.

 

II Cdb è intimamente in rapporto con la Bibbia, e il rapporto si dimostra apertamente nell'incontro con Gesù nella Bibbia. Nella sua intraprendenza, l'altissimo, onnipotente e buon Signore si rivela, rivela il proprio progetto, di allearsi con bambine e bambini, di venire a stare con loro, di stringerli a sé con un patto: in Gesù.

 

La inclusione di bambine e bambini nell'unico patto è segnalata dal Battesimo, e la idea di un catechismo di bambine e bambini è confortata dalle ragioni più alte del Battesimo degl'infanti. "L'uso di battezzare anche i bambini piccoli esisteva già nell'epoca neotestamentaria e divenne prassi generale con l'affermarsi della Chiesa di massa. Certo l'impegno personale connesso con il

Battesimo può perdere valore se diviene possibile solo parecchi anni dopo. D'altra parte il Battesimo dei bambini è una così chiara testimonianza dell'amore preveniente di Dio che la Chiesa non vi rinuncia. Con ciò essa si assume l'obbligo di vegliare perché i battezzati siano aiutati a guidati a camminare veramente per la via intrapresa con il Battesimo".

 

Un Autore protestante svolge  in questo modo la voce "sacramenti" in Christliche Religion (Frankfurt a.M.-Hamburg 1957),  nella prospettiva aperta da O.CULLMANN in Le baptéme des enfants et la doctrine biblique du baptéme (Neuchatel 1948). Nel Cdb si riflettono queste suggestioni, a incominciare dalla idea dell'amore proveniente da Dio, e preveniente nei confronti degl'infanti. Essa diventa motivo di predicazione e d'istruzione,di cura d'anime e di celebrazione della Eucaristia: doveri della Chiesa verso i suoi mèmbri, perché diritti di questi mèmbri, fin dal principio della loro esistenza.

 

Questa Chiesa, pellegrina in Gerusalemme, in Antiochia, in Roma, è pellegrina nella casa, e si può dire domestica. In essa i genitori sonoper le loro figlie e per i loro figli i primi annunziatori della fede. La Costituzione conciliare Lumen gentium  li dice "praecones", più che "magistri": gioiosi e autorevoli come un preconio pasquale. Di qui viene l'idea di un catechismo domestico, della sua consistenza in tutto quanto si oda, si veda, si gusti si odori, si tocchi nella casa. Il Cdb segna il passaggio a un catechismo domestico, e dunque capace di offrire un sustrato di conoscenza di fatti, di persone, di messaggi della Bibbia. Il buon odore di casa e di Bibbia prelude al gusto di un'ulteriore catechesi, mediante un altro catechismo (vedi F. COMASTRI , Testo diocesano e proposte di integrazione quanto alla parte storica in Atti del congresso catechistico diocesano tenuto in Bologna nei giorni 16,17 e 18 novembre 1909, Bologna 1910), munito di formule appropriate, non adatte a un primo avvicinamento.

 

Le consuetudini della Chiesa nelle case è fondata sulla consegna tramandata da IRENEO DI LIONE nella Rivelazione e contestazione della falsa gnosi (2,22,4)» con altri padri e Scrittori. "Tutti è venuto a salvare per sua virtù, tutti - dico -, che per mezzo di lui rinascono in Dio: infanti, bambini, fanciulli, giovani e seniores. Per questo è venuto attraverso ogni età: per gl’infanti fatto infante, santificando gl'infanti; fra i bambini bambino, santificando i coetanei, fatto esempio per loro di giustizia e di soggezione; fra i giovani giovane, diventando esempio per i giovani e santificandoli nel Signore. Così anche senior fra i seniores, per essere perfetto maestro fra tutti, non solo quanto alla esposizione della verità, ma anche quanto all'età: santificando insieme anche i seniores, e diventando esempio per loro. E' quindi pervenuto fino alla morte, per essere primogenitus ex mortuis, ipseprimatum tenens in omnibus (Col l,l8), principe della vita, primo di tutti e tutti precedendo".

 

Attraverso l'età della Riforma, l'età moderna e questa contemporanea, esperienze e studi in molti luoghi e molte volte sono a favore della continuità della formazione, a incominciare dalla "Scuola del grembo materno", tratteggiata nella Didactica magna da JAN AMOS KAMINSKI, latinamente COMENIO. E' la continuità garantita da una comunità cristiana. Notiamo L'educazione progressiva o studio del corso della vita di ALBERTINA DE SAUSSURE NECKER. In questa linea è il Catechismo disposto secondo l'ordine delle idee, dovuto alla esperienza e allo studio di ANTONIO ROSMINI SERBATI. "Ogni pensiero serve di materia, ne somministra la materia ad altro pensiero. Questo secondo pensiero non può nascere in modo alcuno, se non dopo che quel primo è nato e gli ha somministrato la materia di bui bisogna". Questi argomenti sono Del principio supremo della metodica e di alcune sue applicazioni in servizio della umana educazione: il trattato rosminiano, uscito postumo in Torino.

 

Il principio, consistente nella graduazione, si ritrova nel Catechismo approntato per l'infanzia da GIOVANNI BATTISTA SCALABRINI. Il magistero di AUGUSTO BARONI fornisce considerazioni sul rapporto fra educazione dell'infanzia e catechesi. Sono considerazioni attente "alla Luce, quella vera, quella che illumina ogni essere umano veniente nel mondo" (Gv 1,8), attente alla Grazia, di fronte a un nascimento da condurre a termine.

 

Molti elementi, molte parti di un catechismo dell'infanzia, insieme con alcuni lineamenti, alcune intuizioni circa l'ordine della loro disposizione, provengono dall'oriente e dall'occidente, dai giorni della prima Chiesa domestica fino ai nostri giorni. Un gruppo di lavoro compone pagine, e le propone a una cerchia di ascolto per integrazioni, correzioni, cancellazioni. Il testo è proposto dalla Commissione per la dottrina della fede al Consiglio permanente della C.E.I., e il Consiglio ne autorizza la pubblicazione, in modo che incominci il suo corso.

 

In alcune Diocesi il Cdb è accolto in riunioni di preghiera e di riflessione, con la presenza di genitori, di educatrici e di educatori dell'infanzia. Notiamo alcuni luoghi, alcune date:

 

nel mese di giugno 1973 a Venezia (22), a Loreto (25);

nel mese di luglio 1973 a Senigallia, a Verona (24);

nel mese di agosto 1973 a Fabriano (1), a san Vito di Cadere (2);

nel mese di settembre 1973 a Venezia (3), a Paderno del Grappa (4), a Pianazze PC (11), a Pistola     (18), a Brescia (19), a Terni (24), a Ferrara (25), a Pordenone (27), a Reggio Emilia (28);

nel mese di ottobre 1973 a prato (1), a Milano (5), a Vignola (24);

nel mese di novembre 1973 a Viterbo  (8), a Spoleto (15), a Forlì (20), a Castelfranco Veneto (21) a Massa Carrara (22), a Terni (27), a Fermo (29);

nel mese di dicembre 1973 a Firenze (8), a Treviso (12), a Milano (18), a Modena (27), a Treviso (28).

 

Si tratta di una prima, parziale consultazione. Essa segnala la opportunità di una sperimentazione, capace di comprendere:

 

1) la situazione locale, riguardo la educazione dell'infanzia;

2) il significato e l'importanza attribuiti alla catechesi della infanzia;

3) le forme di catechesi dell'infanzia realizzate prima e all’infuori del CdB.

 

Con tale comprensione la sperimentazione procederebbe, per comprendere finalmente:

 

4) il significato e l'importanza attribuiti al Cdb;

5) il confronto fra la situazione locale, riguardo la educazione dell'infanzia, e gli effetti della introduzione del Cdb.

 

(N.B. Del gruppo di lavoro fecero parte:

+ padre Silvio Riva, francescano e catecheta,

dott. Anna M. Sarti, madre e psicologa;

+Gianfranco Fregni, presbitero e pastoralista;

Giovanni Catti, presbitero e catecheta)

 

 

 

Bologna, 31 maggio 2003

GIOVANNI CATTI