Fiona / Mauro Covacich

2005 (c) Einaudi - p. 242

 

La storia in breve:

il protagonista, Sandro, lavora per una tv per la gestione di un reality show sulla falsariga del Grande Fratello. Maggiore la dose di sesso e violenza, maggiore l'eco di stampa e critica, maggiore l'audience. Nella vita privata è sposato con una docente universitaria, Lena: i due hanno adottato Fiona (proveniente da Haiti e in precedenza abbandonata da una donna italiana, Maura). Ma Fiona non parla e non si relaziona con i nuovi genitori. Sandro nel tempo libero prepara ordigni da far esplodere nei supermercati (insomma come Unabomber). Le tre vite finiranno con l’intrecciarsi.

Commento:

Un romanzo che non concede tregua al lettore, non tanto per il ritmo né per una tensione particolare, quanto per il suo essere specchio (deformante certo, ma forse proprio per questo ancor più "Specchio") di un mondo disperato, nichilistico in maniera strisciante ed angosciato. Ti lascia un senso di povertà morale e spirituale tale da concedere pochi sprazzi ai dubbi ed alla speranza (forse solo nel finale semiaperto).

Il protagonista è un antieroe che nella sua normale anormalità (per via del lavoro televisivo) nasconde a chi gli sta accanto un pensiero molto vicino alla graduale autodistruzione.

Non posso valutare quanto, dal punto di vista psichiatrico, sia fedele la rappresentazione di Sandro (che alterna bisogni di disperato affetto a una lucida follia distruttiva): mi pare comunque significativo che l'artificiosità letteraria del personaggio nel suo esprimersi e autoanalizzarsi nei pensieri e nelle azioni, sia, diversamente che in altri romanzi, giustificata e sublimata dalla condizione particolare del personaggio stesso.

Nella sua chirurgica descrizione di ambienti e di oggetti, l'Autore si rivela più caustico che ironico: l'esasperazione non tocca i toni della commedia ma del dramma.

Per quanto non tutto della storia sia esplicito all'inizio, al lettore basta poco per metterne insieme i pezzi. Gli sarà invece difficile farlo, nel chiudere il libro, con l'animo del protagonista.

Il rischio di affrontare temi logori come quelli della tv spazzatura e quelli della cronaca attuale è di appiattire la scrittura sugli oggetti rappresentati: non è il caso dell'Autore in questa prova.

Meno convincente mi è sembrata la parte riguardante i sogni di Sandro. Inoltre la presenza di alcuni piccoli slittamenti dallo stretto ordine cronologico mi è parsa sintomo di un’insicurezza dell'Autore nei confronti della tenuta della propria storia.

Stralci:

Io, per l'apocalisse, sarei attrezzato. Per il sole che si spegne, la gente che intasa le autostrade, i notiziari che impazziscono, i fedeli che prendono l'ultima comunione sferzati dal vento di cenere, per tutto questo sarei pronto. Proverei un enorme sollievo. Solo che non ci sarà nessuna apocalisse e il mondo procederà ancora lentissimo nella sua orbita ovale, lasciando me e un numero piuttosto alto di generazioni successive nella condizione lusinghiera, di dover decidere per il proprio futuro.

[pag. 134 - è Sandro che pensa in questo modo]

L'essere umano condivide il 90% della mappa genetica del grano. Del grano, capisci? Le cose che ci distinguono sono solo dettagli, domicilio, diploma, forma delle orecchie, lunghezza del femore. Ma sotto poi, le cose che diciamo, le cose che facciamo, le cose che desideriamo, quelle sono tutte uguali.

[pag. 149 - è il professor Alberto che parla con Sandro: il professore, ignaro della vera personalità di Sandro, è in qualche modo l'alter ego di Sandro, o meglio la sua versione "normale": ha un sapore amaro pensare che le sue parole espongano la tesi: siamo tutti uguali, ossia uguali , se mi è permesso forzare la situazione, a Sandro!!!]