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La qualità del servizio infermieristico ospedaliero Prima fase DEFINIZIONE
DELLE AREE DI SVILUPPO DEL RUOLO DELL’INFERMIERE IN RELAZIONE AL
NUOVO PROFILO PROFESSIONALE
Dall’analisi
svolta ai fini di individuare i fattori di criticità connessi con la nuova
definizione del profilo professionale dell’infermiere (vedi normativa di
riferimento), emergono alcune aree verso le quali risulta necessario orientare
le azioni formative, informative e gestionali, al fine di favorire il corretto
cambiamento del ruolo professionale dei soggetti che svolgono tale attività
all’interno della struttura ospedaliera senese. Come evidenziato in fase di progettazione, i risultati scaturiti da questa fase dell’indagine sono finalizzati esclusivamente all’individuazione dei fattori di criticità connessi al cambiamento, mentre nella successiva fase verranno valutati gli aspetti quantitativi e qualitativi di tali fattori attraverso una ricerca che considera come campione tutto il personale infermieristico della struttura ospedaliera. D’altra parte, i risultati illustrati nel presente rapporto costituiscono la base di partenza per la costruzione e messa a punto dello strumento di rilevazione finalizzato al personale infermieristico. In particolare le
aree del comportamento professionale verso cui orientare l’indagine diffusa,
ritenute critiche per una corretta applicazione ed interpretazione della nuova
figura professionale, fanno riferimento, come descritto in precedenza ai diversi
aspetti della conoscenza, delle capacità
e dell’atteggiamento verso il nuovo ruolo dell’infermiere. In particolare
dai risultati emersi possono essere individuati sinteticamente i seguenti
fattori di criticità verso cui orientare la successiva indagine conoscitiva
estesa. Area delle conoscenze fattori critici emersiDal punto di vista delle conoscenze, dalle interviste effettuate e dall’analisi dei documenti in letteratura emergono almeno tre aspetti legati alla necessità, in termini di conoscenze, che l’attuazione del nuovo profilo professionale dell’infermiere comporta, ed in particolare esse sono: Conoscenza del
nuovo quadro normativo; sembra infatti che non esista una consolidata certezza circa la
conoscenza che il personale infermieristico nel suo insieme ha della nuova
normativa in vigore, piuttosto appare come possibile una conoscenza che deriva
più che da una individuale e accurata analisi della nuova normativa, da una
diffusione spontanea circa i contenuti e le implicazioni che il nuovo assetto
comporta dal punto di vista professionale e operativo; affermazioni di
incertezza circa la consapevolezza dei cambiamenti in atto fornite da quasi
tutti gli intervistati supportano infatti questa ipotesi. Conoscenza del
nuovo potenziale ruolo professionale dell’infermiere interno alla struttura
organizzativa;
emerge in questo caso chiaramente come all’attuazione della nuova normativa
non corrisponde una consolidata conoscenza delle variabili organizzative che
eventualmente dovranno essere considerate nella organizzazione del lavoro
interno ai reparti e del modo in cui i vari ruoli professionali implicati
dovranno equilibrarsi in futuro. Da alcune affermazioni si percepisce la
difficoltà di identificare il nuovo ruolo dell’infermiere professionale sia
rispetto ai colleghi che rispetto ad altre figure quali i medici. In particolare
emerge un potenziale disagio, probabilmente in maniera differente nei diversi
reparti, tra le attribuzioni di responsabilità professionali della nuova figura
professionale e la prassi quotidiana in cui equilibri e relazioni di ruolo
risultano consolidate. Conoscenza
tecniche specifiche; da questo punto di vista
emergono opinioni e riflessioni contrastanti, infatti sembra che l’attuazione
della nuova normativa non implichi, come fattore determinante, la necessità di
un adeguamento delle conoscenze specialistiche dell’infermiere, semmai tale
bisogno emerge nei confronti dei nuovi infermieri alle prime esperienze
professionali (tale aspetto emergerà con maggiore salienza nella successiva
analisi delle capacità). Questo a dimostrare che esiste una percezione
condivisa circa l’adeguatezza della preparazione di base degli infermieri
attualmente operativi. Area delle capacità/competenze fattori critici emersiCome descritto in
precedenza afferiscono a quest’area del comportamento professionale, non solo
le capacità tecniche specialistiche ma anche tutti quegli aspetti che potremmo
definire come competenze trasversali quali lavoro di gruppo, capacità
relazionali ecc… Dai risultati dell’indagine emergono comunque alcuni
aspetti di criticità legati al nuovo profilo professionale dell’infermiere,
essi sono: Capacità/competenze
tecnico specialistiche; da questo punto di vista, come accennato in precedenza, emerge
chiaramente la percezione dell’inadeguatezza dell’attuale operatore
infermieristico a svolgere un ruolo maggiormente autonomo e “professionale”
nell’ambito della assistenza ospedaliera, tale inadeguatezza è appunto
riferibile prevalentemente alle capacità professionali dell’infermiere. In
particolare tale aspetto è emerso non come una condizione generalizzabile alla
totalità del personale occupato, ma dipendente da diversi fattori tra i quali
l’organizzazione interna dei reparti e la specificità operativa e funzionale
degli stessi. E’ importante sottolineare che la percezione della potenziale
difficoltà operativa degli infermieri nel nuovo quadro normativo che ne amplia
la sfera di influenza, emerge anche in relazione alla preparazione di base degli
stessi, ovvero rispetto all’attuale processo didattico formativo per
l’accesso a tale professione. Capacità
decisionali;
tale aspetto rappresenta forse uno dei fattori di maggiore criticità che la
normativa in atto comporta, infatti, sia dall’esame della letteratura che
dalle affermazioni esposte dagli intervistati, il principale cambiamento che il
nuovo assetto normativo/professionale comporta, è rappresentato dal passaggio,
anche all’interno dei reparti ospedalieri, da una prassi in cui una figura
professionale (il medico) forniva la totalità delle indicazioni operative ed
un’altra (l’infermiere) aveva un comportamento prettamente operativo, ad un
disegno organizzativo di riequilibrio dei ruoli in cui all'infermiere
professionale spettano decisioni e responsabilità. Da questo punto di vista,
quindi, risulta fondamentale indagare il modo in cui l’infermiere
individualmente o in maniera collegiale risponde a questo cambiamento, anche
perché, come emerge da alcune affermazioni degli intervistati, probabilmente
non esiste e non esisterà un modello che definisce a priori le caratteristiche
del processo decisionale all’interno di un reparto o in riferimento ad un
singolo paziente, mentre risulterà necessario individuare una prassi condivisa
ed accettata da tutto il personale coinvolto, sia medico che infermieristico. Capacità di
lavoro in gruppo; per quanto riguarda questo aspetto, logicamente collegato al
precedente, è emerso dall’indagine come il cambiamento in atto comporterà un
necessario aumento delle capacità di integrazione funzionale tra il personale
infermieristico e non. A tal merito, la criticità rispetto alle competenze di
lavoro di gruppo non sembra riconducibile a comportamenti individuali quali la
capacità di creare un clima positivo o la disponibilità a collaborare, quanto
piuttosto alla capacità di esprimere comportamenti operativi di collegamento
con le altre figure professionali. Altro aspetto emerso nell’ambito delle
capacità di lavoro di gruppo è rappresentato dal potenziale isolamento
professionale che alcuni soggetti potrebbero attuare in risposta ad una
richiesta di cambiamento operativo. Capacità
relazionali;
da questo punto di vista, molto sentito dagli intervistati, emergono ipotesi
contrastanti, infatti mentre per alcuni soggetti l’abolizione del mansionario
e l’attuazione del nuovo profilo professionale non comporterà la necessità
di alcun cambiamento nel fare relazionale dell’infermiere professionale, per
altri emerge come fattore determinante per il successo e l’affermazione della
nuova figura professionale la capacità di impostare una relazione con il
paziente maggiormente professionale e meno legata ad aspetti quali il carattere
o la disponibilità dei singoli. Area
degli atteggiamenti criticità emerse L’area degli
atteggiamenti risulta, nel suo insieme, quella maggiormente coinvolta nel
processo di cambiamento in atto della figura professionale dell’infermiere.
Infatti, se è vero che la nuova normativa che descrive il profilo professionale
dell’infermiere si attua a partire dall’abolizione del vecchio mansionario,
è anche vero che in essa non sono previsti nuovi o maggiori compiti per
l’infermiere professionale, piuttosto all’interno dei vari articoli si
definiscono gli ambiti generali della professione in oggetto, le finalità
istituzionali e gli aspetti legati allo sviluppo professionale del singolo e
della categoria. In altre parole, formalmente l’infermiere passa da un disegno
professionale di attinenza a dettami e comportamenti circostanziati ed espliciti
ad una visione normativa più ampia, valida quale quadro di riferimento,
all’interno della quale il modo in cui esprimere i comportamenti del singolo
è il risultato di una mediazione culturale e professionale anche in relazione
ad altri profili professionali. Risulta chiaro quindi che l’atteggiamento e
predisposizione culturale e
motivazionale alla professione rappresentano aspetti di estrema importanza per
un corretto e valido sviluppo della professione stessa. Per quanto
attiene i risultati emersi dalla presente indagine è possibile affermare che il
problema dell’atteggiamento è visto come aspetto saliente da tutti gli
intervistati, così come dall’analisi della letteratura temi come la
responsabilizzazione, lo sviluppo di una cultura professionale, l’integrazione
con il mondo dei professionisti emergono come argomenti al centro
dell’attenzione. Nello specifico
possono essere individuati alcuni aspetti particolarmente sensibili e critici
che descrivono i principali fattori di cambiamento verso cui indirizzare
l’attenzione: Disponibilità
al cambiamento;
in questo caso le opinioni degli intervistati sono contrastanti, infatti, pur
percependo la disponibilità al cambiamento quale fattore essenziale per ogni
ipotesi di sviluppo professionale ed organizzativo, emergono riflessioni di
forte disponibilità da parte della categoria degli infermieri, come pure, in
altri casi, forte resistenze. Certamente ciò dipende dalla mediazione
attraverso gli stessi intervistati che percepiscono la salienza di tale aspetto.
Peraltro, in alcuni casi emerge la necessità di associare alla riflessione
della disponibilità al cambiamento degli infermieri quella delle altre figure
professionali coinvolte ed in particolare dei medici. Atteggiamento
verso l’auto-miglioramento; per quanto riguarda questo aspetto emerge forte la necessità di uno
sviluppo individuale ed organizzativo per migliorare la qualità della
prestazione offerta e per uniformare il livello professionale del personale
occupato. In particolare alcune affermazioni individuano come aspettativa
l’emergenza di un “gruppo leader” che più di altri colleghi sente il
bisogno di un progressivo auto-miglioramento, mentre altri soggetti intervistati
individuano come fondamentale lo sviluppo di una cultura professionale diffusa
orientata verso un comportamento di auto-valutazione e auto-aggiornamento, alla
stessa stregua di altri gruppi professionali (medici, avvocati, professionisti
in genere). Certamente la sostanziale dipendenza che storicamente l’infermiere
ha avuto rispetto ad altri ruoli coinvolti nella cura dei pazienti rappresenta
oggi un fattore di criticità per la piena attuazione della riforma della figura
professionale. Responsabilizzazione;
per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, seppur diffusa la consapevolezza
dell’importanza che questo tema riveste, le riflessioni proposte nel dibattito
culturale e dagli intervistati, più che da annoverare nell’area degli
atteggiamenti professionali dovrebbero essere iscritte all’area della
disciplina giuridica. Infatti, tenendo chiaramente conto della specificità
professionale dell’operato della categoria degli infermieri professionali, il
discorso sulla responsabilizzazione assume un carattere giuridico a causa del
vuoto lasciato da uno strumento normativo come il mansionario che stabiliva
chiaramente, anche in situazioni critiche, il tipo di responsabilità formale da
attribuire all’operato dell’infermiere e a quello del medico. Comunque,
sulla base delle affermazioni degli intervistati, la nuova normativa comporta la
necessità di una presa di coscienza circa questo argomento da parte di tutte le
categorie, prima tra tutte quella degli infermieri verso i quali, seppur in
attesa di nuovi riferimenti disciplinari dal punto di vista della responsabilità
formale circa l’operato dei singoli, emerge la percezione della necessità di
un nuovo atteggiamento professionale anche dal punto di vista della
responsabilità. Considerazioni finaliGli elementi di
riflessione qui riportati rappresentano, in conclusione, il risultato di una
prima indagine conoscitiva. Tali elementi verranno, come descritto in fase di
progettazione utilizzati, oltre che per una prima riflessione circa i fattori di
sviluppo professionale dell’infermiere, per la messa a punto di uno strumento
di rilevazione da somministrare in maniera estesa al personale attualmente in
opera presso la struttura ospedaliera al fine di verificare nel dettaglio gli
aspetti qualitativi e quantitativi delle riflessioni sopra esposte. Ciò vale a
dire che le affermazioni precedenti non sono da considerare quale risultato
definitivo del progetto di ricerca ma il presupposto esplorativo su cui
sviluppare ulteriori approfondimenti.
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