TRIORA

 

 

 

 

 

Di streghe, in Liguria, si è sempre parlato, e un po' dappertutto, dal Ponente al Levante; quelli tra noi che sono nati negli anni '60 o prima, sicuramente ricorderanno di aver sentito i propri genitori parlare di posti da "strie" o di posti dove "se ghe vedde" o "se ghe sente" (per chi non capisce il vernacolo ligure, "streghe", "ci si vede", nel senso che si vedono cose strane, "ci si sente", nel senso che si odono suoni inquietanti).

Perché ci soffermiamo proprio su Triora?

Forse perché Triora è stato il luogo dove il fenomeno "streghe" si è fatto sentire con più forza, o forse perché è l'unico (o uno dei pochissimi) posti dove si può ancora assaporare un'atmosfera "incantata".

Ma procediamo con ordine.

 

LA STORIA

Anno 1587. Il paese di Triora e tutto il suo circondario soffrono per una inaudita carestia: il tempo è balordo, i raccolti magrissimi, il bestiame si ammala e muore. Il Consiglio degli Anziani di Triora, in riunione col Podestà, palesa il sospetto che possa trattarsi di stregoneria; vengono ovviamente fatti dei nomi, e il Podestà è costretto ad informare il Vescovo di Albenga e l'Inquisitore di Genova.

I vicari di quest'ultimo partono alla volta di Triora, vengono arrestate subito diciotto persone, e un'altra trentina in un secondo tempo.

Le accusate, messe alle strette (ed è ben noto come gli inquisitori non procedano con mano leggera, quando si tratta di usare la corda, l'acqua o il fuoco), confessano qualunque cosa, pur di porre termine ai tormenti, e così, in breve tempo, sono ben pochi, in paese, ad essere mondi da accuse.

La situazione è andata troppo oltre; il 13 gennaio 1588, tre Anziani del Consiglio scrivono al Governatore di Genova, lamentando l'operato degli inquisitori; si scrive nella lettera, tra le altre cose, che è stata torturata alla corda tale Isotta Stella, di più di settant'anni, e che un'altra accusata, non potendo più sopportare le sofferenze, si è suicidata gettandosi da una finestra.

I Dogi chiedono spiegazioni al Podestà di Triora, il quale giustifica il comportamento degli inquisitori, sostenendo che sia "necessario liberarsi di tali malefiche"; viene chiamato in causa il Vescovo di Albenga, il quale invia un emissario a Triora; questi riferisce al Vescovo ed al Governatore che gli inquisitori hanno agito con giudizio, che Isotta Stella aveva sì settant'anni ma "era robusta" (si parla all'imperfetto, dato che la poveretta è morta per i tormenti), e si dice che il fuoco ai piedi è stato dato solo a ragazze giovani e forti, e sempre "con misura".

Il Governatore non rimane convinto da tali argomentazioni, e richiama a Genova gli inquisitori. Il processo ha così termine, quelle che non sono morte sotto tortura vengono assolte e la faccenda viene chiusa.

 

TRIORA OGGI

La fotografia che vedete non rende giustizia a Triora. Nessuna immagine stampata lo potrebbe: a Triora bisogna andarci.

Non sapete la strada? Mettetevi sull'Autostrada dei Fiori (la Genova-Ventimiglia, per intenderci), uscite al casello di Arma di Taggia e poi seguite le indicazioni della nostra mappa.

A Triora è possibile visitare un museo etnografico, dove, oltre ad immagini della vita contadina del paese attraverso i secoli, sono anche conservati documenti relativi al triste processo del 1588.

All'estremità del paese, dopo piacevole passeggiata in viuzze strette e buie, incontrando cortili, piazzette, androni coperti e porte vecchissime, si incontra la famosa "Cabotina", ovvero la casa dove pare si riunissero le streghe; oggi la Cabotina è una catapecchia col tetto sfondato ed invasa dalla vegetazione, ma, a pochi passi da essa, una cooperativa di giovani ha aperto un negozio-laboratorio, dove è possibile ammirare ed acquistare dei piccoli capolavori in terracotta; sono gnomi, folletti, coboldi e, ovviamente, streghe.

Quello che una volta faceva paura, oggi stimola l'estro artistico; è un segno dei tempi che cambiano, e non possiamo farci nulla; ma, credetelo, a Triora si respira un'aria antica, perché è come se il tempo, qui, si fosse fermato.

 

Se, prima di andare a Triora di persona, volete viverne una storia attraverso le righe di un racconto, "Una Strana Domenica" è quello che fa per voi. Buona lettura.

 

 

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