Statua di AristoteleARISTOTELE, l’essenziale

By P. Mussa

Quadro storico di riferimento: Aristotele vive in un mondo profondamente diverso da quello, pur vicino nel tempo, del suo maestro Platone.. Asservimento macedone della Grecia, fine della libertà della polis. e della passione per la politica e nuovi interessi di carattere conoscitivo ed etico.

Vita (Stagira, Macedonia, 384 - Calcide, Eubea, 322 a.C.). Figlio di Nicomaco, medico e amico del re di Macedonia Aminta II.. Frequentò per vent'anni l'Accademia. Poi si recò ad Asso nella Troade, sposò Pizia, nipote e figlia adottiva d’Ermia, tiranno d’Atarneo e insegnò per tre anni; dopo la fine tragica d’Ermia fuggì a Mitilene, nell'isola di Lesbo. Nel 343-342 si venne precettore del giovane Alessandro il Macedone fino alla sua ascesa al trono. Ad Atene, nel 335 fondò il Liceo, (in un bosco dedicato ad Apollo Licio) detto anche Peripato (da perìpatos, passeggiare). Qui compose o portò a termine gran parte delle sue opere. Morto Alessandro (323), fu accusato d’empietà, fuggì e si rifugiò a Calcide, nell'Eubea, dove morì l'anno dopo, in agosto, all'età di sessantadue anni.

Opere: si dividono in essoteriche, destinate al pubblico, di cui ci restano pochi frammenti che costituiscono il cosiddetto "Aristotele perduto" ed esoteriche, per la scuola o acroamatiche (ascoltate), costituiscono il corpus aristotelicum, probabilmente lasciato in eredità a Teofrasto, e, dopo mille peripezie riordinato e pubblicato da Andronico di Rodi. Alcuni scritti, che compaiono nel corpus sotto lo stesso titolo, appartengono ad epoche e fasi differenti.

Organon (opere di logica) - Opere di fisica - Filosofia prima (venendo "dopo i libri della fisica" (in greco: metà ta physikà) fu detta appunto Metafisica. Opere morali e politiche e Opere di retorica e poetica.

Confronto

Platone

Aristotele

La conoscenza

Ha finalità politiche

Disinteressata

Il filosofo

Capo e legislatore

Scienziato, ricercatore, professore

Prevale

Momento politico educativo

Momento conoscitivo scientifico

Le idee

Separate, universali ed eterne. Sono la realtà

Duplicano la realtà, argomento del terzo uomo

Il sapere

Gerarchia delle conoscenze

In un secondo tempo pari dignità gnoseologica per tutte le scienze

I mondi

Il mondo sensibile è un riflesso imperfetto dell’intelligibile

Non c’é separazione tra mondo delle idee universali e il mondo degli oggetti individuali.

La realtà

Mimesi (imitazione) e metessi (partecipazione)

Pari dignità ontologica per tutte le “regioni” della realtà, ciascuna delle quali ha princìpi propri

Metodo del filosofare

Sistema aperto e filosofare problematico con interrogativi e soluzioni. Usa i miti e recupera la sapienza poetica

Sistema chiuso, insieme fisso ed immutabile di verità rigidamente connesse. Speculazione rigorosamente razionale e specialistica

Scienze empiriche e naturali

Non gli interessano, forte interesse per la matematica

Passione per le scienze naturali e fenomeni fisici, pur tenendo in considerazione il metodo poca propensione per la matematica

Schema generale:

La scienza teoretica, ha come scopo il necessario: essa consiste non in una vera constatazione di cose (del che), ma nella scoperta delle condizioni necessarie della loro essenza (del perché); la scienza teoretica, dunque, consiste in una ricerca delle "cause e dei principi primi". Si divide in tre parti:

filosofia prima (il termine metafisica non è aristotelico), che "considera l'essere, il "ciò che è" giacché è quello che è, e le condizioni che gli sono intrinseche".

Eziologia, che studia le quattro cause: formale o forma, materiale o materia, efficiente e finale.

Usiologia, che studia il principio o l'essenza delle cose, ciò che permane al di là del mutare della cosa e n’è fondamento (in greco ousía, in latino substantia, da cui "sostanza")

Ontologia o studio dell’essere (to on) in quanto essere (accidente; categorie, vero, atto e potenza)

Teologia, che studia le sostanze divine: il primo motore immobile, i motori dei cieli e l'intelletto attivo, realtà che insieme possiedono esistenza propria e non sono soggette, in quanto prive di materia, ad alcuna forma di mutamento.

 fisica che "si occupa di esseri non separati dalla materia né immobili"

e matematica, scienza di ciò che è immutabile ma che non ha un'esistenza propria.

Le scienze pratiche, che hanno per oggetto il possibile. Studiano l'agire umano (pràxis) in quanto rivolto a realizzare un fine: le scienze pratiche hanno per oggetto non quello che è necessario, ma ciò che può essere diverso, quella sfera cioè della realtà in cui l'uomo di volta in volta opera in vista di fini. Esse sono

l'etica: studio dell'agire umano in vista della realizzazione di un fine e dei modi con cui i fini stessi si coordinano e si armonizzano in vista del fine ultimo (la realizzazione del bene e quindi della felicità)

La politica: l'uomo, come "animale politico", realizza se stesso nella vita sociale, infatti "il bene è degno di essere amato anche per un solo uomo, ma è più bello e divino quando sia per nazioni e Stati. Il bene ottimo apparterrà quindi alla scienza suprema e per eccellenza direttrice delle opere: e tale appare essere la politica"

e la retorica: arte del convincere e dunque lo studio delle tecniche della convinzione.

Le scienze poietiche. come le scienze pratiche, non concernono le cause e i principi primi ma riguardano le azioni volte alla produzione (pòiesis, da poièin = fare) di qualcosa, che non era in natura, ma è dovuta ad un atto creativo (alla tèchne = arte), mentre le scienze pratiche riguardano l'azione in se stessa (morale e politica).

Approfondimenti

Le categorie caratteristiche fondamentali e strutturali dell’essere, determinazioni generalissime che ogni essere ha e non può non avere. Esse sono: la sostanza, la qualità, la quantità, la relazione, l’agire, il subire, il dove (il luogo), il quando (il tempo), l’avere, ossia lo stato (ad esempio "porta le scarpe") e il giacere, essere in una certa situazione (ad esempio "sta seduto"). Dal punto di vista ontologico le categorie sono i generi supremi dell’essere, dal punto di vista logico sono i predicati primi entro cui rientrano o si collocano tutti gli altri predicati possibili.  Di tutte le categorie la più importante è la sostanza, poiché tutte le altre, in qualche modo, la presuppongono. Il termine "essere", riferito alle categorie, pur non essendo univoco, cioè avente un medesimo significato, non è neppure "equivoco" od "omonimo" (uso di uno stesso termine per designare cose aventi significati diversi). Ha una molteplicità di significati uniti fra di loro da un comune riferimento alla sostanza.

 

Busto di aristotele?La sostanza è alla base dello studio dell’essere Il matematico spoglia le cose di tutte le qualità sensibili (peso, leggerezza, ecc.) per ridurle alla quantità, cioè al numero e alle forme geometriche. Il fisico astrae da tutte le qualità che non si riducono al movimento, poiché egli intende considerare solo l’essere in movimento Allo stesso modo deve procedere la filosofia, la quale deve ridurre tutti i molteplici significati della parola essere ad un significato unico e fondamentale, giacché deve considerare l’essere, non come quantità né come movimento, ma proprio e solo in quanto essere. .

Il matematico e il fisico stabiliscono certi princìpi generali o assiomi che concernono per l’appunto la specifica natura del loro oggetto e valgono a definire quest’oggetto, distinguendolo da quello delle altre scienze.

La filosofia ha un principio o assioma fondamentale, che è il principio di non-contraddizione, che Aristotele esprime in due modi:

Logico: "È impossibile che la stessa cosa insieme inerisca e non inerisca alla medesima cosa e secondo il medesimo rispetto".

Ontologico: "È impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia"

La sostanza è l’equivalente ontologico del principio logico di non-contraddizione.

Per sostanza Aristotele intende, in primo luogo, l’individuo concreto che funge da soggetto reale di proprietà e da soggetto logico di predicati. E la definisce con il termine t o d e t i, che si può tradurre con "il questo qui"

Ogni sostanza forma un sinolo, cioè un’unione indissolubile di due elementi: uno attivo, la forma (non l’aspetto esteriore ma la natura, la struttura che rende una sostanza ciò che è) e l’altro, la materia, ricettivo (elemento passivo determinato dalla forma il quid o il materiale recettivo che la compone e che funge da sostrato del suo divenire.)

Come forma, la sostanza è l’essenza necessaria di una cosa, la struttura fissa ed immutabile che la definisce e la organizza. Da essa si deve distinguere l’accidente che designa le qualità che una cosa può avere o non avere, senza per questo cessare di essere quella determinata cosa o sostanza: tutto ciò si può tradurre con l’affermazione "è possibile, ma non necessario".

Dottrina delle quattro cause. Il divenire si attua attraverso quattro cause, specificazioni della sostanza:

La causa materiale è la materia, cioè il materiale di cui è costituita una determinata cosa: per esempio il bronzo è la causa della statua.

La causa formale è la forma il modello di una cosa: per esempio la natura razionale è la causa dell’uomo.

La causa efficiente è ciò che dà inizio al mutamento o alla quiete, ossia ciò che origina qualcosa: per esempio l’autore di una decisione è la causa di essa.

La causa finale è lo scopo cui una cosa tende: per esempio il divenire adulto è il fine del bambino.

Nei processi naturali causa formale, efficiente e finale sono una cosa sola: per esempio la pianta è, insieme, la forma, la causa efficiente e il fine della trasformazione del seme.

Nei processi artificiali le quattro cause possono essere distinte fra di loro, poiché ad esempio un conto è la statua (= causa formale), un conto è l’artista (= causa efficiente), un conto è il compenso o la gloria che si vuole raggiungere tramite essa (= causa finale).

Le cause erano già state intraviste dai pensatori precedenti: ad esempio la causa materiale e quella efficiente erano già state individuate dai fisici, la causa formale dai Pitagorici e da Platone, la causa finale da Anassagora e da Platone. Il torto delle filosofie precedenti è stato quello di aver insistito su una soltanto di quelle cause.

Critica della dottrina delle idee

- Le idee sono la "natura" o l'essenza necessaria di una cosa, cioè la loro forma. Se fossero fuori delle cose come potrebbero esserne causa?

 - Mettere un'idea in corrispondenza ad ogni concetto significa fare pressappoco come chi, dovendo contare alcuni oggetti, credesse di non poterlo fare se non accrescendone il numero. Infatti le idee devono essere in numero maggiore degli stessi oggetti sensibili, poiché deve esserci l'idea non solo delle sostanze singole, ma anche di tutti i loro modi o caratteri. (Le idee sono inutili doppioni, che complicano, anziché semplificare, ciò che devono rendere comprensibile)

- Le cose negative e quelle transitorie corrispondono anch’esse a idee?

- tra l'idea dell'uomo e l'uomo singolo ci dovrebbe essere un'idea (un terzo uomo), e tra questa idea da un lato e l'idea dell'uomo e l'uomo singolo dall'altro, altre idee; secondo un processo di moltiplicazione all'infinito delle idee stesse. (argomento presente anche a Platone)

- le idee, essendo immobili, non spiegano il movimento delle cose sensibili.

L'unione di materia e forma: il sinolo, fa di ciascuna cosa ciò che è. La forma (èidos) separata dalla materia è un'astrazione (oggetto di conoscenza intellettiva); la materia (hýle), spoglia di qualsiasi forma, come materia prima, è inesistente e impensabile: la materia esiste solo in quanto materia o sostrato (hypochèimenon) di una forma. La materia si può anche indicare come ente in potenza; la forma è ente in atto: La coppia potenza-atto, è in corrispondenza alla coppia materia forma.

Ciascun essere si realizza attuando la propria potenzialità; l'atto è anteriore alla potenza (che è inconoscibile finche non si attua):

"sempre si passa da ciò che esiste in potenza a ciò che esiste in atto a causa di qualcosa che esiste in atto". La causa efficiente fa sì che una cosa si attui secondo quello che è il proprio fine (causa finale).

Nulla possiamo pensare se non abbiamo una materia di cui è fatta la cosa, una forma che definisce la cosa, una causa che fa sì che la cosa si generi, e un fine cui ciascuna cosa tende.

Aristotele nel dipinto La scuola di AteneDio è

Motore immobile: tutto ciò che è in moto è necessario sia mosso da altro ancora. Naturalmente, questo processo non può essere infinito, è necessario che ci sia un principio assolutamente primo e immobile, causa iniziale di ogni movimento possibile..

Atto puro, cioè atto senza potenza, in quanto dire potenza significa dire possibilità di movimento, mentre Dio essendo immobile, non può essere soggetto al divenire.

Sostanza incorporea o pura forma. Non può contenere in sé nessuna materia, perché la materia sta alla potenza come la forma sta all’atto.

Causa finale. Dio muove in quanto come "oggetto d’amore", allo stesso modo in cui l’oggetto amato, pur rimanendo immobile, determina il movimento dell’amante verso di sé. La materia prima, che essendo priva di forme, e quindi desiderosa di esse, tende verso la forma e la perfezione, verso Dio. L’universo è sforzo della materia verso Dio

Pensiero del pensiero. Il pensiero di Dio è rivolto anch’esso alla perfezione e quindi a se stesso

NB) Il Dio di Aristotele non crea il mondo dal nulla, ma si limita ad ordinarlo, inoltre non ama il mondo, è solo amato e non anche amante. (L’amore, anche il più elevato, rivela una deficienza o una mancanza d’essere, Dio è perfetto, quindi non può amare). Ovviamente non è neppure Provvidenza. Dio giustifica il divenire di tutta la realtà (in senso cosmologico, non religioso).

Logica

Più che una scienza accanto alle altre, è lo strumento (òrganon) che deve rendere possibili "ragionamenti corretti" in tutti gli ambiti scientifici. Analizza il linguaggio indipendentemente dal suo contenuto di verità.

I giudizi sono costituiti da soggetto e predicato. Quelli apofantici" (o dichiarativi), sono asserzioni e non comandi o esclamazioni. Sono proposizioni con cui uniamo o disuniamo i concetti.Le proposizioni si distinguono per “qualità” in affermative o negative e per "quantità" (o estensione), in universali, e particolari, dipende dal soggetto (Tutti gli uomini sono liberi – Almeno un uomo è libero). Altri autori oltre a queste due propongono le proposizioni singolari, quando il soggetto è un ente singolo (per esempio: "Tizio è libero").

Il rapporto tra proposizioni universali e particolari risulta dal "quadrato degli opposti", schema, costruito dai logici medioevali, rispettando la dottrina aristotelica.

Quadrato "magico"Osserva e rifletti:

 

 

 

N

 

univers

a

l

E

 

 

D

F

 

G

 

 

 

part

I

c

o

Lare

 

R

M

O

 

 

 

In latino affermo si dice   ADFIRMO

 

Quattro tipi di proposizioni:

A: Universale affermativa (Tutti gli studenti sono diligentissimi)

E: Universale negativa (Nessuna studentessa è distratta)

I : Particolare affermativa (Almeno una studentessa è eccellente)

O: Particolare negativa (Almeno uno studente non è presente )

 

Termini o concetti non sono né veri né falsi, solo le combinazioni o sintesi di essi possono esserlo. Vero o il falso nascono solo con proposizioni e giudizi, quindi “la verità e nel pensiero o nel discorso, non nell’essere o nella cosa” e “la misura della verità è l’essere o la cosa, non il pensiero o il discorso”. Il vero è congiungere ciò che è realmente congiunto e nel disgiungere ciò che è realmente disgiunto e il falso nel congiungere ciò che non è realmente congiunto e nel disgiungere ciò che non è realmente disgiunto.

Sillogismi: ragionamenti formati da tre giudizi: due premesse (che chiameremo prima e seconda premessa) e una conclusione

In un sillogismo, poi, ci sono tre termini. Noi chiameremo soggetto il soggetto della conclusione, predicato il predicato della conclusione e medio il terzo termine. Osserva attentamente lo schema

 

6medio

 

6predicato

 

1 premessa

Chi è in 3° liceo

È

simpatico

 

2 premessa

Genoveffa

È

In 3° liceo

3medio

Conclusione

Genoveffa

È

simpatica

 

 

52 soggetti

 

5Predicato

 

Il soggetto della conclusione (Genoveffa) è il soggetto del sillogismo e appare anche in una premessa, e così pure il predicato (simpatico/a) Il termine medio (è in 3° liceo) non può far parte della conclusione.

Figure e modi del sillogismo: I termini medi sono sempre solo nelle premesse. Possono essere disposti in quattro modi

1 premessa

 

M

 

 

 

M

 

M

 

 

 

M

2 premessa

 

 

M

 

 

M

 

M

 

 

M

 

 La prima figura , ad esempio, è quella in cui il termine medio funge da soggetto nella 1° premessa e da predicato nella 2° nella seconda il medio funge da predicato in entrambe e così via …

Attraverso queste figure si possono individuare i modi validi, ossia tutte le possibili combinazioni in cui premesse e conclusioni formano un’interferenza corretta. La validità di un sillogismo, tuttavia non se ne garantisce, ovviamente, la verità.

Assiomi: proposizioni, vere di verità intuitiva, che risultano comuni a più scienze, (es. se da due oggetti uguali si sottraggono parti uguali, i resti sono uguali)",sono assiomi il principio di non-contraddizione il principio di identità, (A=A), ed il principio del terzo escluso, secondo cui tra due opposti contraddittori non c’è via di mezzo (A è B o non-B).

Questi principi logici generalissimi pur rappresentando la condizione necessaria di ogni ragionamento, non risultano ancora sufficienti ai fini della costruzione del sapere concreto, in quanto non contengono la causa di nessuna verità particolare.

Definizioni: predicano di un concetto (ad esempio uomo) il suo genere prossimo (ad esempio animale) e la sua differenza specifica (ad esempio ragionevole).

Induzione: procedimento che va dal particolare all’universale, procedimento diverso da quello deduttivo, che va dall’universale al particolare. L’universale raggiunto per via induttiva induzione è completamente sicuro in quanto non possono esaminare tutti i casi particolari, quindi non ha validità assoluta. Le premesse dei sillogismi scientifici, pur tenendo conto dell’esperienza, non possono essere di derivazione soltanto induttiva.

Movimenti: sono di quattro tipi

- generazione e corruzione delle cose individuali, moto "sostanziale" per cui le cose nascono e muoiono.

- mutamento, o alterazione, movimento qualitativo, passaggio da una qualità ad altra

- accrescimento e diminuzione, moto quantitativo, passaggio da piccolo a grande e viceversa

- traslazione, movimento locale è di tre specie: circolare, dal centro verso l’alto e dall’alto verso il centro (del mondo). Il moto circolare è proprio dell’etere, l’elemento che compone i corpi celesti, incorruttibili, gli altri due appartengono alle cose sublunari, soggette a corruzione e generazione. Ogni elemento ha nell’universo un suo luogo naturale. Se una parte di essi è allontanata dal suo luogo naturale (cosa che non può avvenire se non attraverso un moto violento, cioè contrario alla situazione naturale dell’elemento) essa tende a ritornarvi con un moto naturale.

Perché il moto sia possibile è necessario porre cinque principi: materia o sostrato del moto, forma e privazione. Il sostrato passa dalla privazione della forma alla forma. Forma e materia sono cause, la privazione è il principio del mutamento in quanto indica la mancanza di una forma in un soggetto avente già una forma. Ogni movimento, poi comporta una causa efficiente e un fine

Aristotele non conosceva il principio d'inerzia, (scoperto nel '600) e pensava che nel moto il motore dovesse essere a contatto col mosso. Ciò sembrerebbe in contrasto ad es. col fatto che quando lanciamo un oggetto esso continui a muoversi anche dopo aver lasciato la nostra mano… (Per A. l’aria che permette il moto spingendo l’oggetto finche si conserva un po’ di moto e poi l’oggetto cade verso terra, suo luogo naturale)

Il vuoto: "luogo privato di corpo" non è neppure pensabile. Il luogo, è il limite che circoscrive un corpo, senza corpo non c’è luogo o spazio. Se esistesse il vuoto non sarebbe possibile il movimento degli elementi. Nel vuoto infinito, non esisterebbe infatti né un su, né un giù, le direzioni che permettono ai corpi di orientarsi. Inoltre un corpo che si muove nel vuoto, non incontrando alcuna resistenza, si dovrebbe muovere con una velocità infinita; ciò è impossibile. Se esistesse il vuoto, i corpi dovrebbero restare perennemente fermi.

L’universo è perfetto, finito, unico ed eterno. Comprende i cieli formati dall’etere e il mondo sublunare formato dai quattro elementi. A. spiega la sua perfezione in tre modi: 1) non manca di nulla. 2) è finito (quindi compiuto e non incompiuto o imperfetto) 3) possiede le tre dimensioni (3 è il numero perfetto.

Anime: ogni essere sensibile è sinolo di materia e forma. La forma o atto è il principio di vita e come tale si dice anima. Come forma, l'anima non è sostanza a sé stante ma "atto primo (entelechìa) di un corpo fisico organico avente la vita in potenza". La materia è il corpo. In quanto forma, l'anima non esiste separata dal corpo. L’anima ha tre funzioni: vegetativa (potenza nutritiva e riproduttiva), propria di tutti gli esseri viventi; sensitiva (sensibilità e il movimento) propria degli animali e dell’uomo; e intellettiva che è propria dell’uomo. Le funzioni più elevate possono far le veci delle funzioni inferiori, ma non viceversa: nell’uomo l’anima intellettiva compie anche le funzioni che negli animali sono compiute dall’anima sensitiva e nelle piante da quella vegetativa.

Conoscenza sensibile: propria dell’anima sensitiva. I sensi, sono in potenza rispetto al sentire e la loro potenzialità è attuata da qualcosa che è fuori del soggetto (le sensazioni); per ognuno dei cinque sensi vi è un sensibile proprio (il suono per l'udito, i colori per la vista, ecc.). Le singole e diverse sensazioni trovano il loro principio unificatore nel senso comune (o sentire di sentire) che forma l'immagine dell'oggetto sensibile (phàntasma) e coglie anche quei sensibili comuni che non sono oggetto di un singolo organo di senso ma sono percepibili da più sensi (grandezza, figura, moto, quiete, numero, ecc.). La sensazione si conserva nella memoria ove dall'accostamento di sensazioni diverse nasce l'esperienza della successione temporale. L’immaginazione o fantasia, muovendo dalle sensazioni, costruisce oggetti non presenti ai sensi, immagini quindi di cose reali o irreali.

Conoscenza intellettuale: è propria dell'anima intellettiva o intelletto. Di questa dottrina esistono più di un’interpretazione. L'intelletto è come una tabula rasa su cui nulla è scritto. L'intelligibile in potenza è nelle rappresentazioni sensibili degli oggetti, acquisite attraverso la conoscenza sensibile. L'intelletto attivo: presenta all'intelletto in potenza gli intelligibili contenuti nelle immagini sensibili, libera gli intelligibili che sono presenti nelle immagini sensibili e li rende intelligibili in atto, universali.  Come la luce rende visibili in atto i colori che, senza la luce, sono visibili solo in potenza. L'intelletto attivo è separato, impassibile e senza mescolanza", è "sempre in atto", viene "dal di fuori" ed è "divino".

Virtù, (in greco aretè) consiste nella capacità di attuare pienamente la propria natura (un buon coltello taglia bene). La natura propria dell'uomo è la razionalità, l'uomo virtuoso si realizza come razionalità. Le virtù sono etiche (da èthos, costume, che si attuano entro l'ambito dello stesso mondo degli uomini), o dianoetiche. (della conoscenza intellettuale).

Le virtù etiche: "disposizione a scegliere il giusto mezzo adeguato alla nostra natura, quale è determinato dalla ragione, e quale potrebbe determinarlo il saggio". Migliorano con l’esercizio. Esse sono:

V. etiche

Coraggio

Temperanza

Liberalità

Magnanimità

Mansuetudine

La Giustizia è virtù intiera, perfetta

Giusto mezzo tra

Viltà

Intemperanza

Avarizia

Vanità

Irascibilità

Distributiva (beni e onori secondo i meriti)

Commutativa (contratti volontari e involontari)

Temerarietà

Insensibilità

Prodigalità

Umiltà

Indolenza

La giustizia distributiva presiede alla distribuzione, in base ai meriti, degli onori o del denaro o degli altri beni che possono dividersi tra coloro che appartengono alla stessa comunità

La giustizia commutativa presiede ai contratti. Sono contratti volontari la compra, la vendita, il mutuo, il deposito, ecc. Dei contratti involontari alcuni sono fraudolenti, come il furto, il veneficio, il tradimento, la rapina, ecc.

Diritto: è fondato sulla giustizia. Il diritto privato dal Il diritto pubblico concerne la vita associata nello stato; si divide in legittimo (o positivo), diverso nei vari stati e il diritto naturale, valido ovunque, anche se non è sancito da leggi.

Equità: non sempre le leggi prevedono tutto, se la loro applicazione risulta ingiusta vanno corrette utilizzando il diritto naturale.

 Virtù dianoetiche (intellettive) proprie dell’anima razionale.

v. dianoetiche

scienza

arte

saggezza

Intelligenza

Sapienza

Capacità

dimostrativa (Apodittica)

Razionale, produrre oggetti (Techne)

Ragionare e agire sui beni umani

Cogliere i principi primi delle scienze

Cogliere le cose più alte ed universali

Ha per fine

Il necessario e l’eterno

Fine esterno, fuori di sé

Trovare il giusto mezzo etico

Il sapere

scienza + intelligenza

Felicità: Poiché la virtù come attività propria dell’uomo è la stessa felicità, la felicità più alta consisterà nella virtù più alta e la virtù più alta è quella teoretica, che culmina nella sapienza. Il sapiente basta a se stesso e non ha bisogno, per coltivare ed estendere la sua sapienza, di nulla che non abbia in se stesso.

Politica: studia come l'uomo si costituisca in Stato, come realizzi concretamente l'eticità. Lo Stato non è frutto di un contratto tra uomini, ma il fine cui tende naturalmente ogni comunità in cui l'uomo, (che è per natura animale politico), si organizza.

Forme naturali di associazione

Famiglia

Villaggio

Stato

Nasce dai bisogni immediati della vita

Unione di più famiglie finalizzata ad un'utilità meno angusta

Fine cui tendono le associazioni inferiori, pur realizzandosi concretamente solo al termine del processo, è il "prima" che fa essere il "dopo".

 

Tipi di costituzione o governo

Monarchia

Aristocrazia

Politèia

Governo di uno solo

Governo dei migliori

Governo dei più, del ceto medio (non della maggioranza)

Possono degenerare in:

Tirannide

Oligarchia (ricchi)

Democrazia (Governo demagogico)

Politèia in greco ha diversi significati e sfumature: tra gli altri, "vita politica", "governo", "Stato", "repubblica", "governo democratico", "costituzione". La politèia di Platone, era la res publica, la "cosa pubblica". In Aristotele il termine indica la forma di governo o di costituzione per eccellenza, quella in cui sono i più a governare; Una solida ed estesa classe media. non una qualsiasi maggioranza di cittadini, matte al riparo dalla degenerazione della vita politica.

Ripasso per parole chiave

accidente

anima

assiomi

atto

potenza

categorie

causa

classe media

conoscenza

contratti

costituzioni

definizione

dio

diritto

entelechìa

etere

etica

eziologia

felicità

filosofia prima

fisica

giustizia

giusto mezzo

hýle

hypochèimenon

immaginazione

induzione

intelletto attivo

matematica

metafisica

moto

opere

òrganon

perìpatos

politica

principi

Privazione

Proposizioni

Retorica

scienze

senso comune

sillogismo

sinolo

sostrato

tabula rasa

tèchne

universali

usiologia

virtù

etiche

dianoetiche

MATERIA

FORMA

SOSTANZA