Immanuel
Kant: L’essenziale
di P. Mussa
PAROLE
CHIAVE: critica estetica intuizione intelletto ragione
noumeno fenomeno imperativo bello sublime…
VITA (1724 - 1804) Nato a Königsberg. Padre sellaio.
Educazione religiosa austera (Pietismo, dalla madre).
Studi: Al Collegium Fridricianum,
(illuminismo) teologia, filosofia, matematica, fisica all'Università di
Königsberg. Poi libera docenza (guadagni esigui), lezioni private e molte opere
su argomenti vari.
1770 Cattedra a Königsberg di
"logica e metafisica" con la dissertazione De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis. Molto
metodico: gli abitanti di Königsberg regolavano gli orologi sulla sua
passeggiata quotidiana.
1781 - 1788: Critica della ragion pura, Prolegomeni ad ogni futura metafisica che
vorrà presentarsi come scienza (versione semplificata della Critica), seconda edizione della Critica della ragion pura con importanti
modifiche (1787). Critica della ragione
pratica, (1878 sulla morale). Critica
del Giudizio, (sui sentimenti).
1793 Federico Guglielmo II gli
ordina di non trattare argomenti religiosi (La
religione nei limiti della semplice ragione). Kant ubbidisce fino alla
morte del sovrano.
1795 Per la pace perpetua, (federazione di tutti gli Stati contro la
guerra).
1804 A poco a poco il suo spirito
si spegne. L’epitaffio: “Un cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro
di me”.
PIETISMO:
movimento mistico-religioso
in polemica
contro l’indifferentismo
morale in cui era caduto il protestantesimo stesso.
Fondato da PHILIPP JAKOB
SPENER (1635-1705),
promotore di conferenze, in cui si commentava la Bibbia e si discutevano
problemi religiosi.
Studio della
Bibbia,sacerdozio dei laici (preparazione
biblico-edificativa dei pastori, predicazione
edificante e rinuncia alle
sterili dispute
dottrinali), preferenza
all'azione piuttosto
che alla
teoria,. interesse
per i problemi sociali,
assistenziali, pedagogici.
Principali realizzazioni:
centro universitario
di Halle,
scuole per i poveri,
orfanotrofio, libreria,
tipografia e scuola tecnica.
Il nome
di "pietisti"
venne dato
dapprima a chi pratica
le più austere virtù
cristiane poi ai "bigotti.
Storia universale della natura e teoria
del cielo
(1705): formazione dell'universo a partire da una nebulosa primitiva, secondo
le leggi della meccanica newtoniana, "teoria di Kant-Laplace".
L'ordine delle leggi dell'universo implica l'esistenza di un ordinatore e
quindi di Dio. Ciò non significa che si debba ricorrere a Dio nella spiegazione
dei fenomeni naturali. Dio ha creato la materia e le leggi naturali, per
spiegare ogni altro fenomeno: causalità meccanica e gravitazione.
Appendice sugli abitanti dei corpi
celesti: “assurdo negare che altri pianeti oltre al nostro siano
abitati". Il corpo è un elemento che limita la ragione e la spiritualità,
un essere è tanto più perfetto quanto più si trova lontano dal Sole…
Sogni di un visionario chiariti con i
sogni della metafisica (1765), prendendo spunto dalle fantasticherie
dell'occultista svedese Swedenborg, attacca la metafisica del suo tempo,
facendo un parallelo fra i sogni dei visionari e quelli dei metafisici. La
metafisica "di cui la sorte ha voluto che mi innamorassi" diventerà
scienza dei limiti della ragione. I problemi che la metafisica dovrà trattare
sono quelli entro i confini dell'esperienza umana. "Merito della saggezza
sta nello scegliere, tra gli innumerevoli problemi che si presentano, quelli la
cui soluzione sta a cuore all'uomo".
De mundi sensibilis atque intelligibilis
forma et principiis (dissertazione per la nomina a professore ordinario di "logica e
metafisica").
La conoscenza
sensibile
(intuizione) è dovuta alla passività o
ricettività del soggetto: fa vedere le cose così come ci appaiono, i fenomeni, le cose come si manifestano a noi e non come sono in sé.
La conoscenza sensibile avviene nello spazio e nel tempo, forme della sensibilità.
La conoscenza
intellettuale ci
permette di cogliere le cose così come sono, i noumeni (dal greco noein, "pensare"),
ad esempio il concetto di "possibilità", di "necessità" e
simili. Nella Critica della ragione pura riprenderà
l’argomento e dichiarerà impossibile poter cogliere, grazie alla conoscenza
intellettuale, le cose così come sono. Gli errori della metafisica tradizionale
derivano dal "gioco illusionistico" di confondere conoscenza
intellettuale e conoscenza sensibile.
ALTRI SCRITTI
NON CRITICI
Kant
e l'Illuminismo (1784) Illuminismo significa diventare maggiorenni dal punto
di vista della ragione, imparare a pensare con la propria testa. Per
trasformare la società conta l'autonomia intellettuale dell'individuo (non
basta il miglioramento delle istituzioni proposto dagli illuministi). La
libertà civile trova il suo perno nella libertà di pensiero e di stampa.
Kant
e la pace in
“Per la pace perpetua” (1795 Sull'insegna di un oste
olandese era dipinto un cimitero, con la scritta "Alla pace eterna"…)
Per promuovere la pace bisogna costituire una federazione di tutti gli Stati. Avere la
forma repubblicana e respingere la guerra come strumento per dirimere le controversie
fra le nazioni; in caso di conflitto lo si sottopone all'arbitrato di un parlamento comune. Diritto cosmopolitico: uno straniero non va trattato da nemico nel territorio di
un altro stato.
CRITICA
DELLA RAGIONE PURA “Su che cosa si fonda il rapporto tra la
rappresentazione in noi e l’oggetto?”
Dottrina degli elementi: Indagine sugli
elementi della conoscenza. |
1)Estetica trascendentale: Sensibilità e relative materia (fenomeni) e forme a priori
(spazio e tempo) |
Fondamento della matematica |
||||
2)Logica trascendentale |
2.1) Analitica trascendentale |
2.1.1) Analitica dei concetti (categorie) 2.1.2) Analitica dei princìpi (applicare le categorie ai concetti)) |
Fonda la fisica |
|||
2.2) Dialettica trascendentale Ragione idee (Dio mondo e anima) |
Fonda
la metafisica |
|||||
Dottrina del metodo |
Metodo della conoscenza: la filosofia come
scienza del limite. – Argomento che non tratteremo |
|||||
La conoscenza scientifica consta di proposizioni o di
giudizi (soggetto e predicato). Nelle filosofie precedenti ci sono due tipi di giudizi:
Filosofie precedenti |
Giudizio |
Soggetto e predicato |
Esempi |
Ampia le conoscenze? |
A priori? |
Razionalismo (La scienza si ricava con la deduzione) |
Analitico: |
Il predicato è contenuto nel soggetto |
"ogni
corpo è esteso” “il bene è buono” |
No: non aggiunge nulla al soggetto |
Sì |
Empirismo (La scienza deriva induttivamente dall’esperienza) |
Sintetico: |
Il predicato non è implicito nel soggetto |
"ogni
corpo è pesante" “il tavolo e rotondo” |
Si aggiunge qualcosa al soggetto |
No |
La scienza, per essere conoscenza valida, deve basarsi su un terzo tipo
di giudizi: sintetici a priori,
Matematica:
Il giudizio 5+7=12 è
sintetico a priori. Il 5 o il 5+7 non contiene a priori il 12, bisogna contare
e il risultato, è per sempre valido per tutte le menti.
Geometria: "la linea retta è la
più breve tra due punti". Il concetto di "linea più breve" non è
ricavabile da quello di "linea retta".
Anche in fisica e metafisica, vi sono giudizi "sintetici a priori" (ad es.
"il mondo deve avere un primo inizio").
Rivoluzione
copernicana: Fino
ad allora era il soggetto a dover ruotare intorno all'oggetto, a , prenderne
atto: Kant invece suppone che il soggetto
condizioni l'oggetto, che gli aggiunga qualcosa mentre lo conosce (spazio,
tempo e categorie).
Dottrina del senso e della sensibilità, dal greco
"aisthesis", sensazione studia le forme della sensibilità, il modo in
cui l'uomo riceve le sensazioni ed ottiene una conoscenza sensibile.
La sensazione è una semplice modificazione
(un tempo si diceva affezione) che il soggetto subisce, passivamente, ad opera
dell'oggetto.
La sensibilità è la facoltà di ricevere le
sensazioni.
L’intuizione è la conoscenza immediata
degli oggetti. È empirica quando sono concretamente
presenti le sensazioni, pura se si riferisce solo a
spazio e tempo.
Il fenomeno è l'oggetto dell'intuizione
sensibile quale appare a noi e non come è in sé. Nulla ci vieta di pensare che,
se avessimo altri sensi, le cose ci apparirebbero in maniera diversa. La sua materia consiste nelle sensazioni ed è a posteriori. La sua forma
è a priori e consisterà nelle intuizioni pure dello spazio (forma del senso con cui percepiamo gli oggetti esterni) e
del tempo (senso interno),.modi e funzioni di cogliere sensibilmente
le cose. Non è detto che altri esseri colgano il mondo secondo altre forme.
Geometria
e aritmetica
sono valide perché si fondano sulle forme a priori della nostra sensibilità,
hanno universalità e necessità giacché lo spazio e il tempo sono
"strutture" di tutti gli uomini allo stesso modo. Come volevasi dimostrare
Mediante le sensazioni, gli oggetti ci sono dati; mediante
l'intelletto essi sono pensati. Entrambe le facoltà ci sono indispensabili:
l'intelletto non può intuire (conoscere sensibilmente) né i sensi possono
pensare.
2) LOGICA
TRASCENDENTALE
Kant vuole condurre un inventario delle forme a priori
dell’intelletto per mostrare la possibilità di una scienza della natura
sintetica a priori.
2.1)
ANALITICA TRASCENDENTALE.
Studio degli elementi della conoscenza pura
dell’intelletto,
2.1.1)
Analitica dei concetti (Studia l'intelletto, i concetti e le
categorie.)
Per Kant |
leggi della mente |
Sono 12 una per ogni forma di giudizio |
divise in 4 gruppi: (quantità, qualità, relazione e modalità) Unità Realtà Inerenza
Possibilità Pluralità Negazione Causalità Esistenza Totalità Limitazione
Comunanza Necessità |
|
Per Aristotele |
leggi dell'essere |
Sono 10 |
Divise in Sostanza, e Accidenti
(qualità, quantità, relazione, azione, passione, dove, quando, avere,
giacere) |
|
Deduzione trascendentale
La nostra conoscenza scientifica è valida? Su che si basa
la validità delle categorie ovvero del nostro modo di pensare le cose?
Quando il soggetto, coglie con i sensi gli oggetti,
li spazializza e li temporalizza, quando li pensa, li ordina secondo le
categorie, modi propri del pensiero umano. Le categorie sono le condizioni alle
quali è possibile che qualcosa venga pensato come oggetto di esperienza.
L’oggetto, tradizionalmente concepito
come un qualcosa che è opposto al soggetto, presuppone, al contrario, proprio
il soggetto.
Pensare qualcosa è possibile solo se la molteplicità delle
intuizioni sensibili viene unita in una sola rappresentazione: l’Io Penso o Appercezione
Trascendentale.
Pensare è possibile a condizione che la rappresentazione
sia presente all’autocoscienza, condizione
di tutte le rappresentazioni, che vengono unificate appunto da ciò che K chiama
l'Io Penso. (Ad esempio, se dico “La quarta C è un’ottima classe” è come se
dicessi “Io penso che la quarta C sia un’ottima classe).
L'Io Penso è identico in tutti gli uomini.
Le categorie sono universali: non appartengono al singolo
individuo bensì alla conoscenza umana in generale. Esse rendono possibile
l'oggettività del giudizio
Possiamo concludere che è
possibile la costituzione di un mondo oggettivo dell’esperienza ma come si costituiscono effettivamente i giudizi di esperienza
che compongono le scienze della natura?
2.1.2)
Analitica dei principi
come sia possibile
applicare le categorie ai dati sensibili se la categoria è un concetto puro che
non può trovarsi nei fenomeni?
C’è una facoltà intermedia che presenti, da un lato, il
carattere spontaneo proprio dell'intelletto, e dall'altro possa avere per
oggetto rappresentazioni intuitive come la sensibilità: l’ immaginazione.
Immaginazione |
Riproduttiva |
capacità di richiamare alla memoria, di
riprodurre appunto l'immagine di un oggetto non più dato ai sensi |
Produttiva |
Capacità di creare schemi (gli schemi
trascendentali puri, permettono di applicare le categorie ai dati sensibili) |
L'immaginazione produttiva dà origine alle rappresentazioni
intermedie tra la semplice immagine ed il concetto: gli schemi trascendentali, che rendono possibile
collegare tra loro due rappresentazioni empiriche o rappresentazioni e categorie
(Ad esempio una successione o una simultaneità.)
Le regole dell'uso oggettivo delle categorie, essendo tanto
generali da fondare ogni conoscenza, si identificano, in pratica, con le leggi
universali della natura.
Leggi |
Universali |
Trascendentali |
Es. ogni fenomeno ha una durata |
Regole del nostro intelletto universali e
necessarie |
Naturali |
Scoperte empiricamente |
Es l’accelerazione di gravità è pari a… |
Universali e necessarie ma fenomeniche |
Il Fenomeno, la cosa come "appare a
noi", presuppone la cosa "in sé", il noumeno, concetto-limite che ci ricorda che quello che conosciamo
nello spazio e nel tempo non è la realtà in assoluto. L'intelletto non può
conoscere le cose in sé ma solo pensarle come possibili.
2.2)
DIALETTICA TRASCENDENTALE. (La
metafisica è una scienza valida?)
La ragione si spinge al di là dell'esperienza. Il pensiero umano è limitato,
in ambito conoscitivo, all'esperienza. La tendenza ad andare oltre l'esperienza
è naturale e irrefrenabile, non appena
lo spirito vi si avventura, cade in errori
che non possono non essere commessi.
Idee (concetti puri della ragione |
Psicologia |
Anima |
Unifica
i dati del senso interno |
Errore: paralogismo trasformare queste esigenze mentali in
altrettante realtà autonome..Illusione strutturale così forte che non cessa
neppure quando ci rendiamo conto che essa è tale. |
|
Cosmologia |
Mondo |
Unifica i dati del senso esterno |
Errore: antinomie ragionamenti contraddittori |
||
Teologia |
Dio |
Unifica i dati esterni ed interni |
Errore: voler dimostrarne razionalmente
l’esistenza |
||
L'ANIMA. (Psicologia razionale) Chi
afferma l'esistenza dell'anima come qualcosa di reale e diverso dal corpo, cade
in un paralogismo, ragionamento sbagliato che
trasformare l'Io Penso (atto) in una sostanza. La sostanza è una delle
categorie e può applicarsi solo ai dati dell'intuizione sensibile. L'Io Penso è
attività, non dato. Posso conoscermi come fenomeno ma non come “io in se stesso”,
io noumenico.
IL
MONDO. (Cosmologia
razionale) Si riferisce alla totalità dei fenomeni cosmici (di cui noi possiamo
sperimentare solo una parte). Il "mondo" nella sua totalità rimane al
di là di ogni esperienza umana possibile. Quando si fa un discorso sul mondo
nella sua totalità, si cade in antinomie.
Antinomie |
proprie del pensiero
metafisico e del razionalismo |
tipiche
dell'empirismo e della scienza |
(ragionamenti opposti contraddittori e
insolubili) |
Il mondo ha un inizio nel tempo e un limite
nello spazio |
il mondo non ha limiti né nel tempo né nello
spazio |
ogni sostanza composta consta di parti
semplici |
che non vi è nulla di semplice ma tutto è
composto |
|
oltre alla causalità naturale vi è la libertà |
libertà non esiste e tutto è determinato |
|
oltre al mondo, c'è un essere necessario |
non vi è nessun essere necessario |
Il difetto è nella stessa Idea di "mondo", che, essendo al di
là di ogni esperienza possibile, non può fornire alcun criterio per decidere la
verità di una o dell'altra affermazione.
DIO. (Teologia razionale) L'Idea
di Dio è più esattamente un Ideale, il modello supremo di tutte le cose, di
ogni perfezione e realtà. Questa Idea o Ideale ci lascia nella "totale
ignoranza" circa la sua esistenza effettiva
Prove dell’esistenza di Dio (3) |
Ontologica |
Dio, Essere perfettissimo, non può mancare
dell'attributo o perfezione della esistenza |
Salta dal piano della possibilità logica a
quello della realtà ontologica - differenza tra cento talleri (monete) reali
e cento talleri pensati - impossibile e contraddittoria |
Cosmologica |
Se qualcosa esiste, deve esistere anche un
Essere necessario; ma almeno io esisto, quindi… |
Uso improprio del principio di causalità
(partendo dall'esperienza degli esseri contingenti, pretende di innalzarci,
ad un Essere incausato e necessario) |
|
Teleologica |
La bellezza del mondo implica una Mente
suprema, ordinatrice cioè Dio creatore, perfetto e infinito |
L'ordine della natura potrebbe essere una
conseguenza della natura stessa e delle sue leggi immanenti |
Conclusioni:
Non possiamo
dimostrare con certezza l'esistenza di Dio. (Kant
agnostico).
Una metafisica
come scienza è
quindi impossibile.
Le tre Idee non possono avere un uso costitutivo come le categorie, cioè non
servono a conoscere alcun oggetto possibile, ma hanno un uso regolativo cioè valgono come "regole" per sistemare i
fenomeni. Le Idee, non valendo come realtà, varranno come principi euristici
(dal greco "eurischein" = scoprire), come condizioni cioè che
impegnano l'uomo nella ricerca, unificando la conoscenza, rafforzano il
pensiero e stimolano la ricerca a continuare per sempre.
CRITICA DELLA
RAGIONE PRATICA (1788) (La ragione è sufficiente da
sola a muovere la volontà ad agire? Esiste una legge morale universale?)
Oltre alla ragione teoretica abbiamo la ragione pratica.
Esiste una legge etica assoluta, che il filosofo non deduce ma può solo
constatare.
principi pratici |
Validità |
Si dividono in |
Formula tipo |
Finalità |
Massime |
valgono
solo soggettivamente |
Un’infinità di raggruppamenti possibili |
Le massime sono anche le formule degli
imperativi |
varia di momento in momento, da persona a
persona |
Imperativi |
principi pratici oggettivi, cioè sono validi
per tutti |
Ipotetici (regole dell'abilità e consigli di prudenza) |
Se …allora devi |
Finalizzati al raggiungimento di obiettivi |
Categorici (leggi morali universali) |
"Tu devi perché devi", "Tu
devi e basta" |
Ordina in modo incondizionato, a prescindere
da qualsiasi scopo |
La legge morale non
può mai dipendere dal suo contenuto concreto, altrimenti si cadrebbe
nell'empirismo o nell'utilitarismo. La legge morale è tale per la sua
intrinseca razionalità, perché comanda di rispettarla proprio in quanto legge
("devi perché devi") e vale universalmente, senza eccezioni.
Formalismo
morale kantiano:
morale non è ciò che si fa, ma l'intenzione con cui lo si fa.
Tre
formulazioni dell’imperativo categorico:
1) "Agisci in modo che la massima della tua volontà
possa valere sempre, al tempo stesso, come principio di una legislazione
universale".
Nella Fondazione della
metafisica dei costumi (1785) due altre formule dell'imperativo categorico:
2) "Agisci in modo da considerare l'umanità, sia nella
tua come nella altrui persona, sempre come fine e mai come semplice
mezzo".
3) "Agisci in modo che la volontà, con la sua massima,
possa considerarsi come universalmente legislatrice rispetto a se stessa".
La vera legge è frutto della nostra stessa razionalità e
dipende quindi da noi: siamo noi stessi
con la nostra volontà e razionalità a dare legge a noi stessi.
Le morali precedenti erano eteronome (ponevano il
fondamento del dovere in principi esterni all'uomo e alla sua ragione: Dio, la
felicità, il piacere, la saggezza ecc.). La morale kantiana è autonoma (chiede
di agire solo per il puro dovere, di attuare la legge della ragione. Da qui
l’esclusione dalla morale di ogni emozione o sentimento (se faccio il bene mi
sento meglio…).
Libertà |
In senso negativo |
"indipendenza dalla legge naturale"
o "indipendenza dai contenuti della legge morale" |
In senso positivo |
è in grado di
determinarsi da sé, di autodeterminarsi |
Tre postulati (proposizioni non dimostrabili) per
giustificare la morale:
Libertà. "Tu devi, quindi
puoi". L'uomo, in quanto fenomeno, si riconosce come determinato e soggetto
alla causalità meccanica; ma come noumeno, si scopre essere intelligibile e
libero in virtù della legge morale.
Immortalità
dell'anima. La
realizzazione della santità implica l'immortalità dell'anima, dobbiamo postulare un mondo dell'aldilà
in cui sia possibile realizzare quello che in questa vita è impossibile. Ciò
non contraddice il carattere disinteressato che della morale: serve pensare che
l'uomo, pur agendo per dovere, possa essere degno di felicità.
Esistenza
di Dio. Il
sommo bene implica l'esistenza di Dio, in quanto richiede una Volontà santa e
onnipotente che faccia corrispondere la felicità ai nostri meriti, il che rende moralmente necessario postulare
appunto l'esistenza di Dio.
Da quanto detto, deriva il primato della ragione pratica
sulla ragione pura, in quanto la ragione è riuscita ad ammettere, in quanto è
anche pratica, quelle realtà che non avrebbe mai potuto ammettere nel suo uso
puramente teoretico.
I postulati kantiani
continuano a non valere come conoscenze: se la ragionevole speranza
nell'esistenza di Dio e nell'immortalità dell'anima si trasformasse in una
certezza razionale, la moralità non avrebbe più alcun senso e tanto meno la
nostra libertà, in quanto l'uomo sarebbe una sorta di marionetta.
La
morale non ha bisogno della religione ma potrebbe condurre alla religione (Da
Dio possiamo sperare quel sommo bene che la legge morale ci indica).
CRITICA DEL
GIUDIZIO (1790)
La facoltà del
Giudizio è
intermedia tra il conoscere l’azione morale e non ha valore conoscitivo o
teoretico.
Il sentimento è la facoltà mediante la
quale l'uomo fa esperienza della finalità nella realtà (esclusa dalla prima
Critica sul piano fenomenico e postulata a livello noumenico dalla seconda.
GIUDIZI |
Determinanti |
(r. pura) |
Determinano gli oggetti, li spiegano |
Questo studente è diligente |
Un unico tipo? |
Riflettenti |
(giudizio) |
Riflettono su un oggetto un sentimento |
Ma guarda che bella persona! |
Due tipi: estetici (bello) e teleologici
(finalistici) |
Il giudizio
estetico è
appunto quello che si riferisce al bello e al sublime.
Bello:
non basta che una cosa
piaccia a qualcuno, (è bello per un assassino trucidare le persone?), deve
essere qualcosa che piace nel giudizio di gusto. Gli uomini giudicano il bello
con la facoltà del gusto. (Comune a tutti, non
razionale né pratica)
Una cosa è bella se:
- è oggetto di un puro piacere estetico disinteressato,
"libero e vissuto gioco di armonie formali" non riducibile ad un
determinato schema conoscitivo.
- è oggetto di un piacere universale e necessario (giudizi
basati sul sentimento), su cui tutti debbono convenire. Non si può dire "è
bello per me" ma "è piacevole per me".
Rivoluzione
copernicana estetica. Il bello non è una proprietà delle cose in sé ma il frutto
dell'incontro del nostro spirito con le cose, se la bellezza risiedesse negli oggetti
in sé, essa sarebbe imposta dalla natura e non libera.
Sublime:
è prodotto in noi
dalla percezione di qualcosa di smisurato o di incommensurabile, anch'esso non
è nelle cose di per sé ma nasce nell'uomo.
Sublime |
Matematico |
entità naturali smisuratamente grandi |
Ci opprime, fa male ma affascina: La nostra
piccolezza fisica diventa grandezza intellettuale |
Dinamico |
natura immensamente potente |
All’impotenza del nostro corpo si affianca la
grandezza del nostro spirito |
per cui la vera e propria sublimità è in fondo quella
dell'uomo.
Giudizio
teleologico
(dal greco "telos" = fine, scopo) si riferisce ovviamente alla nostra
tendenza di considerare finalisticamente la natura. Di fronte all'ordine e
all'armonia della natura, noi non possiamo fare a meno di concepire Dio, che
abbia agito con un'intenzione.
In ambito etico, consideriamo la natura organizzata dalla
sapienza di Dio, in modo da rendere possibile la libertà e la moralità
dell'umanità, predisposta finalisticamente alla nostra specie.
L'uomo non è soltanto il fine della natura, ma lo scopo
ultimo di essa sulla terra, in modo che, rispetto a lui, tutte le altre cose
naturali costituiscono un sistema di fini. "Senza l'uomo, il mondo sarebbe
un semplice deserto".
Il finalismo ci ricorda i limiti di una visione
puramente meccanicistica della realtà ma anche l’impossibilità di avere
conoscenze valide se trascendiamo l'orizzonte fenomenico e scientifico.
“Un cielo stellato sopra di
me e la legge morale dentro di me”