4.0 POTENZIAMENTO ED UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE

 

Premessa

 

Il potenziamento e l’utilizzazione delle risorse idriche del territorio della Comunità, si concretizzano nella realizzazione di un programma per l’adozione di una serie di provvedimenti mirati allo sviluppo di tutte le attività presenti e di quelle che potenzialmente potrebbero sorgere in un prossimo futuro.

Per conoscere le attuali esigenze dei singoli comuni, ci si è avvalsi di indagini conoscitive condotte sul territorio anche se non di semplice reperibilità.

L'indagine per il completamento ha consentito di conoscere l’attuale consistenza dei servizi idrico - sanitari che insieme alle previsioni di vari piani ha permesso di determinare le necessità future in ogni campo

Quindi, in sostanza, si è partiti dalla consis­tenza attuale della popolazione; degli acquedotti (sorgenti, adduttrici, serbatoi, reti di distribuzione urbana, impianti privati); delle fognature (reti fognarie, allacciamenti privati, impianti di depura­zione gestiti e non gestiti); dei rifiuti solidi (quantità prodotta, sistemi di smaltimento esistenti); impianti industriali; uso agricolo della acqua; uso energetico ecc.

L’aggiornamento deve rappresentare sempre uno studio di massima per la risoluzione del problema del potenzia­mento e della utilizzazione delle risorse idriche; dovrà necessariamente essere seguito da indagini ap­profondite sulle necessità idriche dei vari centri comuni­tari e che vengono soddisfatte con le migliori soluzioni tecniche ed economiche.

In dettaglio sono esaminate singolarmente le varie tematiche per illustrare l’attuale  consistenza in termini di fabbisogno idrico.


4.1 Popolazione

 

L'evoluzione della po­polazione di tutta la comunità e riferita fino all'anno 1999, mostra che nel pe­riodo 1982-1991 c’è stato un decremento di circa 1300 unità, poiché da 47.400 abi­tanti del 1982 si è passati a 46.088 abitanti nel 1991, ma tale tendenza alla diminuizione si rovesciava anche se non in maniera sostanziale nell’anno 1999; infatti si rileva un numero di abitanti pari ad 46.627 unità. Quest’ultimo dato però non deve trarre in inganno poiché la tendenza è sempre al ribasso escludendo il solo caso della popolazione di S. Giovanni in Fiore dove la tendenza è opposta, anche se in misura poco sensibile.

L’evoluzione della popolazione, è influenzata da numerosi fattori molto diversi tra loro e condizionati dalla persistente instabili­tà politica, sociale ed economica (emigrazione, regresso industriale, disoccupazione, rientri degli emigrati, controllo delle nascite, aumento medio del tenore di vita, stretta economica); è molto dub­bia la determinazione delle variazioni delle popo­lazioni con i metodi usuali matematici di estrapolazione nel tempo e quindi le conclusioni a cui si arriva con i rilievi parziali hanno un valore relativo che oscilla e varia continuamente.

Le previsioni per l'approvviggionamento idrico delle popolazioni sono ancora riferite all’anno 2016 epoca di riferimento del PS/26 – Progetto Speciale 26 – già menzionato nel Piano di Sviluppo redatto precedentemente.

Quest’ultimo prevedeva un incremento della popolazione per l’anno 2016 di circa 4000 unità, ma i dati oggi raccolti dimostrano esattamente il contrario, anche se in anticipo di quindici anni, la tendenza, come già detto è al decremento sconvolgendo nettamente così le precedenti previsioni

 

 

4.2 Sorgenti

 

Le sorgenti che alimentano gli acquedotti a servizio dei centri abitati. della Comunità Montana Silana sono numerosissime e risultano gran parte registrate negli schemi idrici del Piano Regolato­re Generale Acquedotti con le quote di sgorgo, le portate e gli abitanti a cui sono destinate.

Alcune di queste, riportate nella tabella delle principali sorgenti ed illustrate nella carta allegata, di cui si è già fatto menzione precedentemente, non sono registrate nell'elenco delle Sorgenti Italiane del Servizio Idrografico, a meno che non lo siano con nomi diversi difficilmente individuabili.

 

 

4.3 Adduttrici

 

I dati attuali sugli acquedotti a servizio dei paesi della Comunità, dimostrano che tutti i comuni hanno a disposizione ed in esercizio degli acquedotti che, con. adduttrici più o meno efficienti, con una migliore distribuzione temporale di alimentazione delle reti di distribuzione, soddisfano sufficientemente i consumi attuali, con un deficit minimo rispetto al fabbisogno idrico e variabile da comune a comune.

Dunque le maggiori portate richieste per il futuro, dovranno essere garantite da adduttrici potenziate con raddoppi o con radicali sostituzioni.

L'età degli acquedotti, per come dichiarato dai Comuni, è variabilissima e va da acquedotti costruiti nel 1908 - cioè quasi un secolo fa - a S. Giovanni in Fiore, a quelli realizzati negli anni 1915 - 1922 - 1934 - 1962 fino agli attuali ultimi interventi.

E' evidente quindi che molte condotte sono ormai obsolete e che bisognerà sostituirle, come è evidente che gli interventi per fornire l’acqua alle popolazioni, sono stati diversi da comune a comune ed effettuati a seconda delle disposizioni di legge e dei finanziamenti.

 

 

4.4 Serbatoi e reti urbane

 

Lo stesso discorso si estende anche per i ser­batoi e per le reti urbane, poiché ogni acquedotto, quando è stato realizzato, è stato sempre e necessa­riamente articolato in sorgenti - adduttrici - ser­batoi e reti urbane, con criteri costruttivi, igie­nici e dimensionali dell'epoca.

 

Ogni comune è dotato di vecchi serbatoi costruiti con strutture murarie dell'epoca, un tempo efficienti ma carenti oggi per requisiti igienici e per capacità d'invaso; ad eccezione di quelli costruiti negli ultimi anni, tutti ge­neralmente risultano deficienti rispetto ai volumi inva­sati e da invasare, specialmente se si riguardano dal punto di vista delle dotazioni idriche per il futuro ed al concetto di dimensionarli in modo da assicurare una riserva d'acqua sufficiente per almeno una gior­nata di massimo consumo estivo.

Questa ipotesi, che oggi è generalmente adot­tata in media da quasi tutte le Amministrazioni che costruiscono e gestiscono acquedotti, comprende naturalmente ed assorbe le funzioni di compenso gior­naliero di capacità antincendio e di riserva per le eventuali interruzioni lungo le condotte adduttrici che non sempre attraversano terreni stabili.

Anche le reti urbane risultano quindi obsolete specialmente le prime, rea­lizzate con tubazioni di acciaio o di ferro zincato e poggiate in terreni aggressivi, oggi si presentano in più punti cedevoli con interventi di ripristino isolati e temporanei.

Gli impianti privati delle vecchie abitazioni, realizzati con sottili tubi di piombo sono ammodernati solo nei vari interventi di ristrutturazione privata.

 

 

4.5 Potenziamento ed utilizzazione delle risorse idriche agricole

 

L'uso dell'acqua nell'agricoltura riguarda prevalentemente l’irrigazione dei campi, l’apporto idrico per il bestiame, oltre che per gli usi civili degli agri­coltori e per le trasformazioni di alcune derrate alimentari. Gli interventi per l'irrigazione non sono stati più indirizzati esclusivamente verso le zone di pianura che un tempo costituivano il solo terreno adatto per la trasformazione ir­rigua, ma anche verso le zone interne collinari e montane ritenute scarsamente produttive e non idonee ad una vera e propria trasformazione agraria, tanto più che erano soggette all'esodo degli agricoltori verso zone industrializzate  o verso altre attività lavorative all'estero.

 

 

 

Ma la crisi economica ed industriale, non solo nel nostro paese, ma anche nei altri paesi europei, con la chiusura di alcune fabbriche avvenuta negli ultimi. anni - e che continua a verificarsi. tuttora - ha determinato il rientro di una parte degli emigrati ed oggi si ha la tendenza a riprendere la vocazione agricola delle nostre campagne ad essere coltivate con un migliore utilizzo del territorio e con il crescente bisogno di prodotti altamente qualitativi.

Per incrementare quindi tali esigenze, occorre potenziare gli impianti di reti irrigue alimentate dai corsi d'acqua e dai laghi esistenti, o crearne dei nuovi mediante l’utilizzo di laghetti collinari, di  vasche d 'accumulo o degli scarichi degli impianti di depurazione.

La consistenza attuale dell'uso agricolo della acqua nel comprensorio della Comunità Montana Silana non è molto sviluppata e si limita solo alla  fornitura di acqua agli orti limitrofi ai centri urbani, con la solo eccezione dei pianori dell'alta Sila dove esiste una rete irrigua che, attraverso l’apporto idrico dei pozzi, dei fiumi e dei laghi, alimenta i campi per la produzio­ne di derrate alimentari molto pregiate (patate, legumi, pomodori) e di erba da foraggio per gli allevamen­ti di bestiame.

Il potenziamento degli impianti esistenti mediante la costruzione di reti irrigue moderne laddove è necessario l’apporto idrico, comporterebbe enormi costi di realizzazione data la forte acclività di alcuni pendii che costringerebbe a realizzare terrazzamenti costosi; in ogni caso la realizzazione di una completa e moderna rete irrigua ha comunque sempre dei costi troppo alti per essere economicamente conveniente rispetto al vantaggio ottenibile in incremento di. produzione e miglioramento del reddito.

È importante dunque ristrutturare tutte le prese per irrigazioni attualmente esistenti eliminando tutto ciò che può condurre ad un consumo specifico elevato dell'acqua (perdite, evaporazione, filtrazione): per limitare al minimo le perdite di acqua,  è necessario sostituire i canali in terra a cielo aperto con tubazioni chiuse; ed ancora utilizzare al massimo, gli scarichi degli impianti di depurazione dei liquami domestici o degli scarichi liquidi di allevamento.

Nell’ultimo caso è possibile se ovviamente si realizzano o si tengono in efficienza gli impianti di depurazione, che ora esistono solo in parte o che funzionano molto poco.

 

4.6 Potenziamento ed utilizzazione delle risorse idriche industriali

 

L’uso produttivo dell’acqua per l’industria, è sicuramente poco incidente nel territorio in esame data l'assenza quasi totale di industrie specifiche.

Esistono solo poche e piccole industrie ed attività artigianali. Va menzionata l'industria turistica di Camigliatello Silano e Lorica e le industrie locali di piccole e medie imprese edilizie costituite da operatori locali del settore. Inoltre, nella quasi tota­lità dei paesi esistono una qualche piccola officina meccanica di riparazione auto e vei­coli in genere; esistono mulini e frantoi che un tempo erano azionati dall'acqua dei fiumi o torrenti.

Non esistono progetti nell’immediato futuro di impian­tare nella Comunità industrie di un certo rilievo, ma non si può escludere che non ne sorgano in futuro.

Occorre dunque potenziare l'industria turistica di Camigliatello e di Lorica, anche se  provvedono già da soli gli operatori locali per sviluppare la ricettività estiva ed invernale.

Altro settore di intervento è l'industria boschiva, per la difesa del complesso e ricco patrimonio dei boschi silani; l'industria zootecnica e gli impianti di allevamenti di trote.

Tutto ciò indica la necessità di consumo di una certa quantità d'acqua per uso industriale che può essere reperita facilmente sul posto anche in assenza dei requisiti di potabilità.

 


4.7 Uso energetico delle risorse idriche

 

Le risorse idriche della Calabria sono notevo­li e sono utilizzate in gran parte per produrre ener­gia elettrica, come dimostrano i grossi impianti silani alimentati dai laghi Cecita, Arvo e Ampollino, ancora in fase di potenziamento, e le numerose centra­li idroelettriche che sfruttano i salti dei corsi di acqua maggiori e minori.

Nel comprensorio della Comunità Montana Silana non sono molte le risorse idriche sfruttate a sco­po energetico e si limitano alla centrale sul Cardone a Pedace. Altre piccole centrali sono state costrui­te nel comprensorio sul corso d'acqua Piscatoio a Camigliatello e l'impianto Jacoi sul Garga (sul bacino del Crati) nel territorio di S. Giovanni in Fiore.

Il potenziamento dovrà prevedere la ristrut­turazione delle due pic­cole centrali di Jacoi e di Camigliatello previo un accurato studio per stabilire per quali portate dovrebbero essere maggiorate.

Infine si potrebbero realizzare altre piccole centrali utilizzando i forti dislivelli esistenti tra la quota di sgorgo delle sorgenti che alimentano gli acquedotti di Casali e S. Pietro in Guarano.

 

 

Conclusioni

 

Le notizie fornite del Comuni sono risultate molto scarse e carenti di dati necessari per la compilazione di un programma di potenziamento delle risorse idriche.

Mancano ad esempio le lunghezze ed i diametri delle condotte adduttrici, lo stato di conservazione dei manufatti delle sorgenti e dei serbatoi, la capacità dei serbatoi esistenti ancora oggi, la lunghezza e la età delle condotte costituenti le reti di fogna.

Si può comunque rilevare che le portate disponibili fornite dagli acquedotti di tutti i comuni sono sufficienti a coprire il fabbisogno idrico anche per il futuro, in base alle previsioni fatte prima sull’andamento della popolazione negli anni a venire. Inoltre si è constatato che non tutti i serbatoi hanno la capacità necessaria a garantire una riserva d'acqua sufficiente per un’intera giornata di massimo consumo estivo.

 

Deficienze si sono riscontrate ancora nelle adduttrici per le quali è necessario  prevedere i raddoppi o la sostituzione di. tratti di condotte di diametro e di lunghezza adeguata

Per quanto riguarda la portata di acqua delle sorgenti si può concludere che quando essa è risultata insufficiente, si sono sempre rilevate altre sorgenti che potevano fornire apporti adatti all'integrazione, tanto più che ogni comune ne ha individuato qualcuna che per molti anni ha provveduto ad alimentare la popolazione.

 

 

Presentazione       Indice