3.0 TURISMO

 

Premessa

 

La Calabria nel decennio 1990-1999 ha avuto un andamento positivo dei movimenti turistici una volta superato un breve periodo di incertezza nei primi anni del decennio.

Un andamento similare é riscontrabile nel settore alberghiero, anche se per gli stranieri il recupero e l'attivazione di un ciclo virtuoso positivo si é stabilizzato dal 1996. Nell'extralberghiero il comparto ritorna ai valori del '90 fin dal 1993; anche in questo caso turisti provenienti da paesi esteri posticipano di un anno il trend di crescita. Nel settore complementare, tuttavia, si osserva un picco nel '96 comunque, sempre in controtendenza, gli stranieri hanno anticipato di un anno questo valore massimo.

In sintesi, pur in una complessiva tendenza alla crescita, la domanda turistica che ha pernottato nell'extralberghiero calabrese ha determinato una evoluzione più discontinua rispetto a quella registrata nel settore alberghiero.

L'alberghiero produce 4,3 milioni di pernottamenti con circa 900 mila utenti turistici; ciò ha prodotto una permanenza media di 4,9 giornate.

Il trend positivo sottolineato è, quindi, riferibile sia agli esercizi complementari (+10,5% per gli arrivi e +11,5% per le presenze) che a quelli alberghieri (+15,0% per gli arrivi e +19,2% per le presenze) nel breve periodo.

 

Ma anche un'analisi storica di medio e lungo periodo permette di rilevare scostamenti significativi. In effetti sia nel lungo che nel medio periodo si registrano buone performance tanto per gli arrivi che per le presenze.

A fronte dei risultati positivi, alcune interessanti considerazioni emergono dall'analisi della permanenza media condotta incrociando i dati per tipologia ricettiva, provenienza dei turisti e serie storica.

Nel complesso delle strutture ricettive, infatti, il tasso di crescita delle presenze, sul lungo, medio e breve periodo, è stato maggiore dei quello degli arrivi, ciò evidenzia la tendenza all'incremento della permanenza media in regione.

Operando, però, una prima disaggregazione per tipologia ricettiva, si rileva che tale trend si mantiene positivo soltanto per gli esercizi alberghieri, mentre per quelli complementari si verifica un decremento sia sul medio che sul lungo periodo: infatti a un +78,7% degli arrivi corrisponde un +65,9% delle presenze nel confronto con il 1990 e a un +34,4% degli arrivi corrisponde un +29,8% delle presenze nel confronto con il 1995. Tale tendenza alla contrazione del periodo medio di soggiorno sembra invertirsi soltanto a partire dal 1998 quando a un +10,5% degli arrivi corrisponde un +11,5% delle presenze.

Disaggregando i dati precedenti, inoltre, secondo la provenienza, si può constatare che il trend della permanenza media non dipende soltanto dalla tipologia delle strutture ricettive ma anche dalla tipologia di turista. Se non si verificano, infatti, differenziazioni all'interno degli esercizi alberghieri, all'interno di quelli complementari si definisce ancora più chiaramente dove stia il problema legato alla contrazione della permanenza media nel complementare: sono i turisti italiani che sul lungo e medio periodo hanno determinato tale decremento.

Per quanto riguarda i turisti stranieri, in generale, il trend dimostra una loro costante propensione ad allungare il periodo soggiorno; ciò è visibile soprattutto all'interno delle strutture complementari, ove sul lungo periodo l'incremento delle presenze è di oltre il 400% a fronte di un incremento degli arrivi del 268%.

 

Di fatto la Calabria sembra essere la regione italiana che ha rilevato la migliore performance nell'ultimo decennio con un incremento di presenze pari al 66%.

Tale fatto è dovuto ai forti incrementi di arrivi e presenze straniere che si sono rilevati a partire dal 1994, ed in particolare alla crescita degli stranieri negli ultimi due anni. Nel 1998 le presenze complessive sono aumentate del 9% rispetto a quelle dell'anno precedente e nel 1999 di ben il 17%. Si tratta degli aumenti più elevati fra tutte le regioni italiane, con un eccezionale aumento delle presenze straniere che nel 1999 è stato del 65%.

Come gli andamenti del turismo siano legati alle politiche svolte è provato dal fatto che su questa crescita sembra aver influito l'inserimento della destinazione Calabria in alcuni cataloghi del Centro e del Nord Europa che prima non consideravano la regione.

Sembra, anche, che le ultime rilevazioni abbiano un allargato il campo delle strutture censite, con ovvi effetti anche sul risultato. Si ha una conferma, comunque, della grande rilevanza che il comparto del turismo ha per la Calabria.

 

Concludendo questo breve quadro sull'andamento complessivo del turismo calabrese, a voler trovare qualcosa che possa essere definito come punto critico, è possibile individuare una priorità d'intervento assai chiara e circoscritta: si tratta di migliorare l'offerta rivolta ai turisti italiani soprattutto per quanto riguarda le strutture   complementari. Il problema, tuttavia, non interferisce macroscopicamente sul trend regionale che resta complessivamente molto positiva.

La Calabria è la quindicesima regione in Italia per presenze turistiche e la quinta del Mezzogiorno d'Italia (Sud + isole). I confronto tra le regioni italiane attraverso un indice di turisticità territoriale (popolazione residente/presenze turistiche sul distretto) sposta la Calabria nelle bassi posizioni posizione: precede Lombardia, Sicilia, Basilicata, Puglia, Piemonte e Mouse. La densità turistica per chilometro quadrato (arrivi turistici/Km2) evidenza come la Calabria sia nettamente sotto la meda nazionale, collocandosi in diciassettesima posizione.

Allo stesso tempo, l'indice di sfruttamento territoriale mostra la Calabria come un territorio a bassissimo impatto, posizionandosi come diciassettesima regione Italiana.

Il parallelo tra questi ratio evidenza il territorio regionale come un area che può essere ulteriormente fruita da un punto di vista turistico, avendo una bassa densità turistica e di sfruttamento rispetto al dato nazionale. E, indubbio, che stiamo parlando dei dati statisticamente rilevati, che non considerano il sommerso ed  il non rilevato che come vedremo hanno un ruolo altamente caratterizzante. La Calabria, quindi, ha una immagine importante, qualificata e qualificante ed un territorio ancora capace, se sfruttato sapientemente e con criteri di sostenibilità turistica, di accogliere ulteriori flussi turistici.

 

 

 

 

 

 


3.1 Le tendenze turistiche

 

Nel caso della Calabria si può parlare, nel corso del decennio, di un vero e proprio processo di avvio dello sviluppo turistico come testimonia il raffronto fra l'incremento di presenze delle varie regioni italiane nel periodo.

La Calabria presenta l'incremento maggiore fra tutte le regioni italiane per il movimento degli stranieri, si colloca al terzo posto per il movimento degli italiani e complessivamente mantiene questa posizione dopo Marche e Mouse, che presentano, appunto, forti incrementi del movimento dei nazionali.

 

Ovviamente in termini di variazioni in valori assoluti la posizione della Calabria si colloca al decimo posto dopo le grandi regioni turistiche, ma precedendo altre significative regioni quali la provincia autonoma di Trento, la Sardegna, Lombardia ed il Friuli Venezia Giulia.

 

L'analisi, sia nel breve che nel medio e lungo periodo, tra la Calabria, il Mezzogiorno e l'Italia evidenzia come il trend di crescita regionale sia stato tendenzialmente superiore rispetto a quello prodotto nelle due macro-aree usate come termine di paragone. Soprattutto negli ultimi anni la differenza si è fortemente accresciuta a favore della Calabria.

Nel settore alberghiero, nei primi anni del decennio analizzato, la Calabria aveva il "passo" dell'Italia e del Mezzogiorno; ma alla fine degli anni Novanta, sotto la spinta di un ritrovato vigore, il trend locale è stato superiore a quello nazionale, riuscendo a trainare l'intero flusso turistico del Sud Italia. Di contro, il mercato complementare nazionale, specialmente negli ulti anni, si è sviluppato in modo più veloce; tuttavia la crescita del comparto in regione si è contraddistinta seguendo la tendenza dell'intero Paese, mentre le altre regioni del Mezzogiorno non hanno seguito questo sviluppo.

La domanda turistica regionale si caratterizza per una bassa presenza di flussi provenienti dai paesi esteri. Infatti, a fronte di un 42% di turisti stranieri in Italia, il 12% dei turisti in Calabria non è italiano. In pratica, su dieci persone che scelgono la Calabria come propria destinazione turistica, soltanto una è straniera, mentre a livello nazionale, ogni dieci turisti, quattro provengono dall'estero.

La difficoltà nel conquistare quote di mercato estero è giustificata da una indubbia lontananza dai principali paesi di provenienza, da una problematicità all'accesso, e dalla mobilità in regione. La Calabria è, quindi, percepita come una destinazione lontana, difficilmente accessibile e con gravi problemi di fruibilità interna. In effetti questi sono i fattori che scoraggiano il turismo nel Mezzogiorno d'Italia; tuttavia, in Calabria, la scarsità della domanda straniera resta ancora un fattore negativo superiore alla media di quello riscontrato per il Mezzogiorno.

Su questo aspetto alcuni problemi di immagine incidono in modo decisivo. Proprio per il basso livello del numero di arrivi dei turisti stranieri il loro tasso decennale di crescita risulta notevolmente superiore a quello degli italiani. La forte crescita del turismo straniero in Calabria è comprensibile: all'inizio del decennio il numero dei turisti esteri incideva solo per il 6% e nell'arco del periodo considerato tale incidenza si raddoppiata (arrivi 12,1%). Le stesse osservazioni possono essere riscontrate sia nel settore alberghiero che in quello extralberghiero, ove il trend di crescita è notevole. Si ribadisce, tuttavia, che siamo in presenza di bassi volumi in termini assoluti.

La convinzione che la "destinazione Calabria" sia considerata come meta soltanto dai flussi di turisti che soggiornano nelle sue vicinanze è confermata dal fatto poiché si tratta di turisti che risiedono in Campania, nel Lazio, in Sicilia, nella stessa Calabria e in Puglia

La Calabria è quindi terra di un turismo di prossimità, attraendo flussi turistici provenienti da regioni non lontane. La Lombardia è un caso particolare. Infatti è l'area di provenienza più distante che gioca, per quanto riguarda le presenze, un ruolo effettivamente importante. Infatti se si considera, per esempio, che i flussi di turisti tedeschi compongono soltanto il 6,4% delle presenze complessive e che quelli lombardi coprono l'8,6%, si capisce che in effetti la Lombardia è l'unico territorio effettivamente lontano ad avere una dimensione quantitativamente non trascurabile.

Dovrebbe eventualmente essere valutato quanto flusso di ritorno è presente nel turismo proveniente dalla Lombardia. Con "flusso di ritorno" si intende un movimento turistico composto da ex immigrati o dalla loro famiglia, che "riscoprono" il proprio paese natale.

 

Da notare che se si considerasse il movimento delle seconde case (case in proprietà più alloggi in affitto) non rilevato ufficialmente, aumenterebbe notevolmente l'incidenza delle provenienze dalla Campania.

Come si è sottolineato, nonostante il forte incremento di questi ultimi anni, il turismo in Calabria è caratterizzato dalla scarsa incidenza delle presenze di stranieri. Nel 1999 rappresentano il 14% del totale a fronte di un dato nazionale intorno al 42%. Di questi la maggioranza (64,2%) sono cittadini comunitari, mentre una quota sempre in crescita proviene dai paesi non UE ed europei. Questi ultimi hanno un tasso di permanenza media più alto del complessivo (8 giorni contro i 6,7) e si orientano in modo più consistente verso il settore extralberghiero. Questa caratteristica è giustificata con una politica dei prezzi che orienta i flussi turistici dei paesi emergenti verso strutture a basso costo. Non a caso nei primi dieci paesi esteri per provenienza troviamo la Repubblica Ceca (9%), la Slovacchia (3,5%), e la Polonia (3,1%). Da notare, pertanto, come i cechi ed i polacchi si orientino massicciamente verso forme di ricettività complementari, i primi con un 58,7% ed i secondi con un 32,1%. Detto tutto questo è opportuno ricordare che il 53,1% del mercato estero è composto da paesi di lingua tedesca (42,3% Germania, 10,8% Austria).

 

 

3.2 Le stagionalità

 

La Calabria è la regione d'Italia con il più alto grado di stagionalità. Infatti, il 63,8% degli arrivi ed I'83,8% delle presenze si concentrano nel periodo giugno-settembre. Il confronto con il rispettivo dato complessivo del nostro Paese (arrivi 48,5% e presenze 62,0%) evidenzia quanto la Calabria sia legata al turismo balneare ed estivo; questa destinazione è, infatti, conosciuta prevalentemente per non dire esclusivamente, per questa forma di opportunità vacanziera, mentre gli altri turismi, che permettono la destagionalizzazione, sono poco sviluppati.

A conferma di tutto questo vi è il dato del mezzogiorno (52,5% arrivi e 69,5% presenze); pur essendo una macro area ad alto grado di concentrazione stagionale, produce valori medi più bassi di quelli calabresi.

 

Anche considerando il bimestre luglio - agosto, il dato della concentrazione stagionale è fortemente caratterizzante: il 42,6% degli arrivi in Calabria ed il 62,5% delle presenze si raccolgono in questo arco temporale. La stessa permanenza media mensile è fortemente influenzata dalla stagionalità.

La forte concentrazione estiva a la dipendenza dal turismo balneare permettono al territorio in esame di "produrre" un tasso di permanenza medio annuo tendenzialmente più elevato di quello nazionale e meridionale.

Ad esclusione del periodo balneare centrale si verifica una permanenza media inferiore a quella ottenuta a livello nazionale o d'area. lì movimento attivato è, infatti, poco vacanziero e centrato sul turismo d'affari.

Durante il periodo giugno-settembre si osserva un forte innalzamento del pernottamento che è tipico del turismo balneare.

 

Per la Calabria è possibile delineare delle macroaree nelle quali si concentra maggiormente la domanda turistica. La quota di mercato più elevata si trova, infatti, nella parte settentrionale della regione corrispondente alla provincia di Cosenza. Essa detiene una quota di mercato di oltre il 39% degli arrivi e di oltre il 34% delle presenze. Ciò è giustificato da alcune caratteristiche di tipo spaziale e morfologico come, per esempio, l'estensione del territorio provinciale che, per dimensioni, rappresenta il comprensorio più grande e anche per la sua specifica conformazione: la provincia di Cosenza, infatti, dispone di due ampie fasce costiere, una sul Tirreno e l'altra sullo Ionio che le conferiscono un vantaggio competitivo rispetto alle altre.


3.3 Le attività turistiche

 

L'industria turistica di un territorio é composta dall'insieme delle attività che producono beni e servizi in grado si soddisfare i bisogni del turista.

Questa offerta di pluriprodotti complessi ed integrati secondo logiche direte, se valutati in base alla loro dipendenza dalla domanda turistica, possono dividersi in “caratteristici” e “non caratteristici”. Intatti, se il consumo turistico è l'elemento origine della produzione allora siamo in presenza di un'offerta prettamente turistica (alberghi, campeggi, stabilimenti balneari, agenzie di viaggio, tour operator etc.>; se, invece, l'aspetto turistico è un fattore di crescita, un elemento non caratterizzante, ma pur sempre importante, si tratta di attività “non caratteristiche” (ristoranti, bar, musei, sale da ballo, piscine pubbliche, spazi cinematografi etc.).

Nel momento in cui questi esercizi, consciamente o inconsapevolmente, si integrano, fanno rete, possiamo parlare di Sistema della accoglienza turistica o Sistema dell'offerta turistica; pertanto, al fine di uno studio territoriale, è opportuno aggregare l'insieme delle attività e delle attrattività, naturali ed antropiche, che sono presenti e caratterizzano un territorio.

Queste considerazioni, applicate a livello regionale, danno vita al Sistema Regionale di Offerta Turistica. Con tale definizione viene, quindi, inteso un insieme di attività di fattori di attrattività che, situati in una regione, siano in grado di proporre un 'offerta turistica articolata ed integrata, attivando un sistema di ospitalità turistica specifica e distintiva che valorizza le risorse imprenditoriali e culturali locali.

In questa logica il prodotto turistico territoriale è composto da un susseguirsi di eterogenee componenti il cui "assemblaggio" avviene per opera del turista, nonché dei diversi operatori I attori che vivono ed operano nella destinazione turistica.

Dall'analisi dei dati Istat emerge che l'offerta turistica calabrese è costituita per oltre il 66% da esercizi alberghieri: sul territorio, infatti, operano un totale di 667 strutture alberghiere contro 312 esercizi complementari.

Se si considera, però, la capacità ricettiva dei due settori si manifesta una tendenza opposta a quella appena enunciata: le strutture extralberghiere sono in grado di fornire, infatti, circa il doppio dei posti letto disponibili nel settore alberghiero.

 

Tali dati sono in netto contrasto con i trend nazionali per due ragioni: in primo luogo perché in Italia si verifica una quasi coincidenza tra il numero di strutture alberghiere ed extralberghiere e anche tra il numero di posti letto nel settore alberghiero e quelli disponibili nel settore complementare.

In secondo luogo, in Calabria non solo si verifica una forte disparità tra il numero di strutture alberghiere e quelle complementari a vantaggio delle prime, ma se si considera il numero di posti letto la tendenza addirittura si inverte: poche strutture extralberghiere sono in grado di raccogliere una domanda potenziale più vasta di quanto possono fare gli esercizi alberghieri.

 

Analizzando il posizionamento dell'offerta ricettiva calabrese rispetto a quella italiana, emerge una tendenza alla stabilità per quanto riguarda la quota di mercato riferita al numero degli esercizi calabresi; per la disponibilità di posti letto, invece, il trend è in crescita e sul lungo periodo, considerando i posti letto complessivi, la Calabria ha registrato un aumento di oltre un punto percentuale.

Tale incremento è principalmente imputabile alle performance del settore alberghiero che è passato dal 2,7% del 1990 al 3,5% del 1999 mentre per quello complementare si è registrata una contrazione, modesta per il numero di esercizi (-0,3%) e più importante per i posti letti disponibili (-2%).

Inoltre è possibile analizzare l'andamento in serie storica dei posti letto, disaggregati per tipologia ricettiva, soffermandosi sul trend calabrese rispetto a quello italiano riferito alle stesse tipologie ricettive e allo stesso periodo di tempo.

Per quanto riguarda gli esercizi alberghieri, il trend italiano mostra un'uniforme tendenza all'incremento che nel 1999 tocca un +6,1% rispetto al 1990. La Calabria manifesta un trend analogo ma molto più marcato, nel senso che i tassi di crescita, anno per anno, sono tutti al di sopra della media italiana e giungono ad un +36,1% nel 1999.

Passando al settore complementare, il trend italiano mostra qualche incertezza soprattutto nel biennio 1993-1994 per realizzare, nel 1999, un +16,6% rispetto al 1990, mentre i valori della Calabria si presentano in netta controtendenza al dato nazionale: rispetto al 1990 la Calabria ha prodotto risultati tutti di segno negativo.

 

Gli anni più critici, sotto questo punto di vista, sono il triennio 1993-1995 in cui si è toccato il record negativo di disponibilità di posti letto (-38,5% rispetto al 1990) e il 1999 che presenta una diminuzione di quasi il 10%.

Tuttavia non deve essere scordato che il settore complementare copre il 66,3% dei posti letto presenti in regione e che in modo quasi totalitario è l'offerta della recettività turistica all'area aperta (Campeggi e villaggi turistici) ad assumere un vero ruolo di leadership nel settore.

 

 

3.4 L'offerta alberghiera

 

Per quanto riguarda l'offerta alberghiera, le strutture calabresi sembrano seguire una tendenza differente rispetto a quella nazionale: confrontando, infatti, i dati sui posti letto disponibili in Calabria si registra una più forte concentrazione di esercizi di livello medio (3 stelle) che costituiscono il 60% dell'offerta complessiva contro il 50% del dato italiano. Una diretta conseguenza ditale tendenza è che le altre categorie presentano valori inferiori rispetto ai dati italiani, come per esempio le strutture di alta qualità che incidono sull'offerta calabrese soltanto per lo 0,4% contro l'i ,2% a livello nazionale, ma anche quelle di bassa categoria (2 e 1 stella) che rappresentano rispettivamente il 16,6% e il 3,2% dell'offerta calabrese contro il dato nazionale del 19,1% e del 9,5%.

Un analogo trend si manifesta considerando, invece dei posti letto, il numero degli esercizi.

A livello di indici strutturali si evidenzia una forte differenziazione riguardante la dimensione degli esercizi alberghieri. Rispetto ai 54,2 posti letto per le strutture su scala nazionale, infatti, gli esercizi calabresi sono grandi circa il doppio con 94,6 posti letto per albergo.

I dati sono ancora più chiari se analizzati per categoria: gli esercizi a 4 stelle arrivano ad offrire 208,1 posti letto, quelli a 3 stelle 114,1, contro il dato nazionale rispettivamente di 135,5 e 68,5.

Per gli alberghi di categoria superiore, invece, la Calabria presenta una tendenza opposta rispetto a quella italiana poiché la dimensione di questi esercizi è notevolmente inferiore a quella nazionale: gli hotel calabresi a 5 stelle, infatti, hanno in media 74 posti letto contro i 179,4 a livello italiano.

 

Tali dati obbligano ad una riflessione importante sulla tipologia edilizia presente sul territorio calabrese e su possibili conseguenze per la salvaguardia dell'ambiente naturale locale.

Esistono, infatti, sul territorio delle realtà difficilmente conciliabili e che potrebbero comportare dei rischi sul lungo e medio periodo: a fronte di un turismo prevalentemente giocato sull'extralberghiero che basa il proprio valore aggiunto sulla qualità dell'ambiente naturale, esiste una struttura alberghiera caratterizzata da rilevanti dimensioni degli immobili, dunque da un altrettanto elevato impatto ambientale, che può ostacolare lo sviluppo sostenibile del turismo sul territorio e la sua corretta gestione.

 

 

3.5 L'offerta extralberghiera

 

L'offerta complementare calabrese è, quasi esclusivamente, associata ai campeggi e ai villaggi turistici. Tale rilevanza si evidenzia anche considerando la composizione interna del settore sul breve, medio e lungo periodo rispetto al trend italiano.

Su scala nazionale, infatti, l'incidenza dei campeggi e dei villaggi turistici, nell'offerta di posti letto del settore complementare, è progressivamente diminuita, dal 78,9% del 1990 al 72,5% del 1999, mentre per la Calabria tale fenomeno non si manifesta in modo altrettanto eclatante e la lieve differenza tra il dato del 1990 (98,1%) e quello del 1999 (97,6%) può essere considerato scarsamente rilevante.

Considerando il numero degli esercizi, si giunge a conclusioni analoghe e, per certi aspetti, la prevalenza della categoria "campeggi e villaggi turistici" è ancora più enfatizzata: a livello calabrese, infatti, quasi il 65% delle strutture complementari sono riconducibili a tale categoria contro il dato italiano del 6,6%, pur essendo entrambi i valori in contrazione se analizzati su base storica.

Altro elemento di diversità rispetto alla situazione italiana è il trend registrato per gli alloggi privati iscritti al R.E.C., anche se numericamente risulta essere un comparto del tutto marginale: l'incidenza, sui posti letto complessivi, è aumentata di oltre il 3% per l'Italia mentre in Calabria è scesa dallo 0,9% del 1990 allo 0,3% del 1999.

 

Analizzando la dimensione degli esercizi complementari, si possono fare considerazioni analoghe a quelle esposte per gli esercizi alberghieri: la dimensione media per tipologia ricettiva è al di sopra dei valori italiani per tutte le categorie ma soprattutto per i campeggi e i villaggi turistici (598,9 posti letto contro i 559,3 a livello italiano) e per gli "altri esercizi" il cui valore è più che doppio di quello italiano. Ciò determina che, complessivamente, il settore extralberghiero presenti una dimensione media di circa 400 posti letto contro il dato italiano di 50,7.

Per quanto riguarda le quote di mercato il trend più evidente per la Calabria è il decremento del peso dei campeggi e dei villaggi turistici sul totale italiano: dal 10,9% del 1990 si è passati al 9,2% del 1999, valore confermato anche dalla quota riferita al numero degli esercizi appartenenti alla medesima categoria.

La variazione registrata in questi nove anni non costituisce un grave problema se la si considera in valore assoluto; diventa, però, un'evoluzione sulla quale riflettere se si tiene conto che i campeggi e i villaggi turistici rappresentano il segmento di offerta principale della regione, il cui andamento può influenzare le performance complessive della struttura ricettiva calabrese.

 

 

3.6 Analisi di breve e lungo periodo

 

Dal confronto dei dati del '99 con quelli dell'anno precedente salta subito all'occhio il grande "salto" delle località montane e, limitatamente al segmento "stranien"', delle località "collinari e di interesse vario". Incrementi o decrementi così vistosi seppur sbalorditivi dal punto di vista della percentuale, non sono poi cosi rari quando i valori assoluti cui si riferiscono sono esigui. Pensiamo infatti ad una zona montana in cui è presente solo uno spartano rifugio od un piccolo ostello e in un anno vi pernottano cinquanta individui. Se l'anno successivo, grazie ad esempio ad un ampliamento della capacità dello stesso esercizio, oppure all'adattamento a foresteria di un paio di case coloniche, pernottano mille individui, abbiamo già un grosso incremento a fronte di valori assoluti ancora modesti.

Anche il balneare, seppur con valori più normali, ha mostrato una forte crescita durante il periodo esaminato, maggiore l'incremento registrato negli esercizi extralberghieri, pur mantenendo un ruolo subordinato rispetto alla ricettività tradizionale.

 

Comunque complessivamente gli incrementi sono stati del 14,26% per arrivi e del 16,70% per presenze.

E' interessante il confronto fra i movimenti turistici del 1999 e quelli del 1990. Nell'arco di dieci anni gli arrivi sono cresciuti del 46,8% mentre le presenze del 65,7%. Interessante è l'aumento nei comuni capoluogo di provincia così come quelli nelle località marine. Per le medesime ragioni sopra descritte gli incrementi nei capoluoghi di provincia, limitatamente agli esercizi extralberghieri, sono da considerare alla luce dei valori assoluti molto limitati.

 

 

 

3.7 Il dato della Comunità Montana Silana

 

Dopo aver esaminato il fenomeno turismo per l’intera regione Calabria e generalmente per la provincia di Cosenza, vengono forniti alcuni dati relativi alle località appartenenti al territorio della comunità montana secondo fonti dell’ Azienda di Promozione Turistica di Cosenza. Tali dati riguardano solo poche località, poiché tali sono disponibili per il comprensorio in esame; riguardano il movimento di turisti italiani e stranieri presso gli esercizi alberghieri relativamente all’anno 2000.

Infine si riporta l’elenco degli esercizi alberghieri aggiornato al 31/12/2000 presenti sempre nelle località interessate dal seguente studio.


MOVIMENTO TURISTI – ANNO 2000

 

 

LOCALITA’

TURISTI

ITALIANI

STRANIERI

TOTALE

  Arrivi

 Presenze

  Arrivi

  Presenze

  Arrivi

 Presenze

Pedace

Lorica

 

1.031

 

2.715

 

19

 

64

 

1.050

 

2.779

S. Giovanni in F.  Lorica

 

4.247

 

11.310

 

363

 

1.073

 

4.610

 

12.383

Spezzano Sila

Camigliatello

 

23.274

 

56.555

 

391

 

658

 

23.665

 

57.213

Bocchigliero

Celico

Serra Pedace

Spezzano Piccolo

 

13.506

 

 

45.490

 

141

 

452

 

13.647

 

45.951

TOTALI

42.058

116.070

914

2.247

42.972

118.326

 


ESERCIZI ALBERGHIERI AL 31.12.2000

 

Comune

Denominazione

Esercizio albergh.

Stelle

Camere

Letti

Bagni

Bocchigliero

RENZINI

**

23

39

13

Celico

RESID. LA FATTORIA

***

54

96

54

Pedace

IL RUSCELLO

***

12

24

12

   

LA TROTA

**

27

52

27

   

IL CAVALIERE

*

20

38

20

S.Giovanni F.

DEI PINI

***

43

68

42

DINO’S

***

34

64

30

PARK 108

***

28

52

28

PARK S.NICOLA

***

15

30

15

PARK S.NICOLA 1

***

12

16

4

PARK S.NICOLA 2

***

18

24

10

BELVEDERE L.

**

40

75

33

BIAFORA

**

14

25

14

KURSAAL

**

10

18

10

IL PINO

*

11

20

3

Serra Pedace

SILVANA MANSIO

***

23

43

23

Spezzano P.

MAGARA

***

157

362

161

PETITE ETOILE

**

21

39

21

Spezzano Sila

CAMIGLIATELLO

****

38

67

38

SILA

****

36

72

32

AQUILA & EDELWEISS

***

40

80

40

COZZA

***

38

72

38

CRISTALLO

***

52

98

47

LA TANA DEL LUPO

***

9

13

6

LEONETTI

***

33

63

33

LO SCIATORE

***

39

73

31

LO ZAMPILLO

***

21

42

21

SEGUE ELENCO ESERCIZI ALBERGHIERI

 

Comune

Denominazione

Esercizio albergh.

Stelle

Camere

Letti

Bagni

Spezzano Sila

MERANDA

***

80

152

73

TASSO

***

82

154

82

LA BAITA

**

18

36

18

MIRAMONTI

*

16

32

12

 

TOTALI

 

1.064

2.039

991

 

 

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