U – 571

(Regia: Jonathan Mostow Cast: Matthew McConaughey, Bill Paxton, Harvey Keitel, Jon Bon Jovi)

Gli U-Boot sono la classe di sottomarini tedeschi che durante la seconda guerra mondiale ingaggiavano epici combattimenti nell’oceano Atlantico lungo le coste franco-inglesi. Furono questi la principale insidia marittima da cui l’Inghilterra dovette difendersi e che riuscì a contrastare solo con l’uso dei radar. Recentemente i servizi segreti hanno reso pubblici alcuni documenti circa una missione condotta da una truppa inglese che riguarda appunto una operazione svolta su uno di questi sottomarini. Le forze marittime tedesche utilizzavano per comunicare tra loro un particolare codice che l’esercito alleato non era riuscito a decodificare e per questo risultava impossibile prevedere le intenzioni e gli spostamenti delle milizie naziste. Solo con un’abile e ben architettata opera di mimetizzazione si riuscì a catturare un sottomarino del reich con a bordo una delle macchine per la codificazione, chiamata Enigma. La trama è la ricostruzione della missione, operazione avvenuta in aperta polemica tra Inghilterra ed America circa la corrispondenza tra fatti reali e vicende narrate. Il nodo dell’indignazione inglese riguarda la nazionalità dell’equipaggio che sugli schermi è americana mentre nelle acque atlantiche fu inglese. Per quanto il film voglia esaltare il gesto compiuto non possiamo non riflettere sul fatto che la paternità di un gesto eroico è comunque un risvolto influente perlomeno sul piano dell’orgoglio nazionale.

L’attore Matthew McConaughey è un ufficiale in seconda della marina americana che assieme all’equipaggio di un sottomarino viene chiamato a compiere uno di quei compiti la cui delicatezza ed importanza vedono il prevalere un categoria di scelte che solo la guerra può rendere comprensibili. Si tratta di camuffare un loro sottomarino (classe S) in un U-boot, entrare nel territorio nemico, catturare un U-boot vero con a bordo l’Enigma e fare ritorno senza che la marina nemica si accorga dello scambio, perché in caso contrario fallirebbe lo scopo dell’operazione. Il pericolo mette alla prova dei marinai fino ad allora abituati a manovre di routine e che invece ora costituiscono l’unica speranza di risollevare una situazione che altrimenti non vedeva via d’uscita. Da normali soldati diventano milizia speciale, obbligata non solo a navigare ma anche ad attaccare ed uccidere nel corpo a corpo, come un assalto richiede. Delicato e pesante sarà la parte di McConaughey che, morto il capitano, dovrà prendere le redini in condizioni proibitive già di per sé, ma che con l’aiuto di un nostromo carico di esperienza come Harvey Keitel porterà a termine con onore. Sotto la guida di due marines il gruppo riesce facilmente a prendere il nemico ed impadronirsi di Enigma, distruggendo il proprio sottomarino dopo avervi portato a bordo l’equipaggio nemico in modo da camuffare l’accaduto come una semplice avaria dovuta ad un siluramento, così inoltre da cancellare ogni traccia della loro presenza in quella zona. Se l’esito del film è da mettere inevitabilmente in conto, perché l’esercito americano non può perdere, le situazioni rendono la fruizione piacevole e interessante. Gli angusti spazi di un sottomarino, se ben ricostruiti, rendono l’oscura sala di un cinema un prolungamento del mezzo stesso e l’equipaggio si arricchisce degli spettatori. Tra immersioni, siluri, pressioni e bombe di profondità ogni attimo è passato nella paura che quelle pareti diventino una tomba metallica seppellita nei fondali del mare, esattamente come la recente vicenda del Kursk ha ampiamente fatto d’esempio.

Davide Dionesalvi

 

Torna alla Home Page