NOVITA' EDITORIALE


7293 anni di carcere. 21093 persone condannate. 60319 arrestate. 1614 feriti. 40 morti Dati che non hanno bisogno di alcun commento. Rappresentano il bilancio della spietata repressione contro i lavoratori della terra sul finire degli anni Quaranta nel Mezzogiorno, nella stagione dell'assalto al latifondo per conquistare una riforma agraria dignitosa. Fatti di cui ricorre quest'anno il Cinquantesimo.

"Morire di terra" è un libro che fa rivivere questi episodi dando la parola ai protagonisti. Quelli che andarono sulle terre per occuparle e furono testimoni diretti degli eccidi. Ma anche politici e sindacalisti, a cominciare da Sergio Cofferati Segretario generale della Cgil a storici e osservatori come Nicola Tranfaglia.

Un libro verità che parla dei silenzi inspiegabili, del perché di certe cose atroci, dei "NON CONCEDO", una formula di rito con la quale il Ministro di Grazia e Giustizia dell'epoca teneva al riparo da ogni azione giudiziaria poliziotti e carabinieri accusati di omicidio colposo e di lesioni ai danni di inermi lavoratori, uccisi o feriti dal piombo del Ministro dell'Interno Mario Scelba. Il Ministro di polizia, come lo definivano in molti. Fatti purtroppo dimenticati tra mille, colpevoli disattenzioni.

Melissa, Montescaglioso, Torremaggiore sono i capisaldi di questa lotta; ma sono anche il segno di un tradimento senza pari, di una beffa ai danni del popolo delle campagne del Sud. La “terra ai contadini” fu, infatti, l'inizio della grande migrazione verso le industrie del Nord che prese il via proprio all'indomani della Riforma agraria. Ma ciò è fin troppo noto. Meno noti, anzi sconosciuti sono i retroscena, gli "omissis", i telegrammi di Scelba ai prefetti con i quali il Ministro dava ordini precisi. Disegnava gli scenari di una tremenda reazione destinata ad avere effetti dirompenti sul clima della guerra fredda e ad influire sulla fisionomia di quella società del secondo dopoguerra.

A proposito di Scelba, da questo saggio emerge un profilo inedito del personaggio politico siciliano: un uomo di potere disposto a tutto, pronto a usare la forza della violenza.

Il libro di Rocco De Rosa chiama in causa la politica e pone un interrogativo: se i partiti - dalla DC di De Gasperi al PCI di Togliatti - non hanno male ínterpretato la voglia di terra e di lavoro. Se non l'hanno guidata secondo interessi di parte. Se non hanno illuso migliaia di protagonisti. Se non si sono presi giuoco di un bisogno ineludibile, ieri come oggi: la sicurezza di avere un futuro. Dubbi (o certezze?) che pesano quanto un macigno!

"Morire di terra" è un'analisi della storia di cinquant'anni fa, che lambisce anche il presente.


Rocco DE ROSA è inviato speciale della RAI.

E’ autore di numerosi saggi e opere di narrativa, tra cui:


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