ALCUNE FRASI MOLTO IMPORTANTI

8 aprile 2003 - continua la guerra in IRAQ

 

Se rispettano i templi e gli Dei dei vinti, i vincitori si salveranno. (Eschilo, Agamennone)


Di seguito riporto alcuni passi tratti dal romando "La Pelle" (1949) di Curzio Malaparte.

"Prima della liberazione, avevamo lottato e sofferto per non morire. Ora lottavamo e soffrivamo per vivere. C'è una profonda differenza tra la lotta per non morire e la lotta per vivere. Gli uomini che lottano per non morire serbano la loro dignità, la difendono gelosamente, tutti, uomini, donne, bambini, con ostinazione feroce. Gli uomini non piegavano la fronte. Fuggivano sulle montagne, nei boschi, vivevano nelle caverne, lottavano come lupi contro gli invasori. Lottavano per non morire. Era una lotta nobile, dignitosa, leale. Le donne (...) soffrivano la fame, ma non si vendevano. (...) I popoli d'Europa , prima della liberazione, soffrivano con meravigliosa dignità. Lottavano a fronte alta. Lottavano per non morire. E gli uomini, quando lottano per non morire si aggrappano con la forza della disperazione a (...) l'elemento più nobile e più puro della vita: la dignità, la fierezza, la libertà della propria coscienza. Lottano per salvare la propria anima"

"Ma dopo la liberazione gli uomini avevano dovuto lottare per vivere. E' una cosa umiliante, orribile, è una necessità vergognosa, lottare per vivere. Soltanto per vivere. Soltanto per salvare la propria pelle. (...) E' la lotta contro la fame. (...) Gli uomini sono capaci di qualunque vigliaccheria, per vivere: di tutte le infamie, di tutti i delitti, per vivere."

"Fu il giorno in cui vidi Jack morire, che io compresi finalmente quel che moriva intorno a me e dentro di me. Jack moriva sorridendo e mi guardava. Quando i suoi occhi si spensero, io sentii, per la prima volta nella mia vita, che un essere umano era morto per me."

"Laggiù, fin dove giungeva il mio sguardo, migliaia e migliaia di cadaveri coprivano la terra." (...) "Che cosa sarebbe avvenuto del mondo, di noi tutti, se fra tanti morti non vi fosse stato un Cristo?"

"...Non è vero che Cristo ha salvato il mondo una volta e per sempre. Cristo è morto per insegnarci che ognuno di noi può diventar Cristo."

"L'uomo è una cosa ignobile" dissi. "Non v'è spettacolo più triste, più disgustoso, di un uomo, di un popolo, nel loro trionfo." (...) "Non v'è cosa più schifosa al mondo dell'uomo nella sua gloria."

"Il valore umano dei vinti è superiore a quello dei vincitori. Tutto il mio cristianesimo è in questa certezza." (...) "...Perchè l'uomo è tollerabile, accettabile, soltanto nella miseria e nell'umiliazione. L'uomo nella fortuna, l'uomo seduto sul trono del suo orgoglio, della sua potenza, della sua felicità, l'uomo vestituo dei suoi orpelli e della sua insolenza di vincitore, l'uomo seduto sul Campidoglio, per usare una immagine classica, è uno spettacolo ripugnante."