Dalla prima pagina di LIBERO dell'8 agosto 2001

 

Un libro celebra gli eroi delle tute nere

Di Vittorio Feltri

Sono già diventati eroi e tra qualche anno diranno ai loro bambini dissimulando l'orgoglio: io quel giorno a Genova c'ero. Stampa e televisione hanno riservato ai giottini indaffarati a spaccare tutto le energie e gli spazi dei grandi avvenimenti. I reduci della manifestazione ora progettano manifestazioni all'altezza della loro gloria. I primi raduni di militanti agnolettini si terranno il 20 agosto ad un mese dalla morte di Carlo Giuliani, martire dell'antiglobalizzazione e dell'ecologia: Sarà la giornata della memoria. Non dimenticare il compagno caduto sotto il fuoco vile dei Carabinieri, pericolosi nemici dello Stato e della democrazia. E non dimenticare che il dovere del militante è menare le mani.
Il programma di massima l'hanno annunciato gli stessi fedelissimi di Agnoletto e Casarini: rendere omaggio a Carlo Giuliani sul luogo del supplizio, quindi spedizione in una base Nato, occuparla militarmente, così per non perdere l'abitudine a fare casino. Dalla fase iniziale di riscaldamento, i nostri eroi passeranno al combattimento vero e proprio. Come dire che fino adesso hanno scherzato.
La pubblicistica nazionale si è subito adeguata al nuovo clima: Ora si allinea anche l'editoria, capace di compiere miracoli quando c'è di mezzo la migliore gioventù. La Frilli Editore ha mandato in libreria a tempo di record un instant book dal titolo esplicito: "Le quattro giornate di Genova" (l'importante in questi casi è non indulgere all'enfasi, appunto). Vi si narrano le gesta epiche del popolo di Seattle il quale si è liberato dal giogo della Pubblica Sicurezza, dei CC e della Guardia di Finanza, i cui uomini pretendevano con la violenza di impedire la democratica devastazione della città; mercenari spietati e privi d'ogni scrupolo nell'applicazione della legge e nella esecuzione degli ordini. I valorosi giottini, documenta il volume, non solo hanno resistito alla prepotenza degli aguzzini in uniforme, ma alla fine hanno vinto infliggendo alle bande dello Stato una sonora e umiliante sconfitta. "Le quattro giornate di Genova" sono già storia. Nessuno sottovaluti che circa trecentomila piazzisti della guerriglia, armati di spranghe, pietre, molotov e bastoni chiodati hanno tenuto in scacco sette o ottomila agenti e carabinieri: I numeri esprimono la realtà meglio delle parole. Sette o ottomila agenti e militari contro trecentomila ecoangeli non sono riusciti a vincere; e siccome chi perde paga, giusto che siano trasferiti, processati e incarcerati, magari anche frustati. Si arrangino. Hanno voluto stare dalla parte della legge ? Ne subiscano le conseguenze. La prossima volta si uniscano ai santi antiglobal, li aiutino nella nobile causa di sfasciare e incendiare tutto, anche le auto dei poveri allo scopo di affrancarli dalla schiavitù a quattro cilindri. Avranno onori e commemorazioni e lapidi.
"Le quattro giornate di Genova", vedrete, diventerà presto se non lo è già un prezioso documento utile ai giottini se allegato alla pratica Inps, per ottenere la pensione: La mutua e l'assegno di disoccupazione ce l'hanno già. Per un paio di settimane intanto regnerà la calma. La rivoluzione è chiusa per ferie, e i rivoluzionari si sono trasferiti sotto gli ombrelloni a godersi il meritato riposo del guerriero. Arrivederci al 30 agosto.
Profittiamone per dare un occhiata ai rapporti del Vicinale in cui si lancia l'allarme: le Br pronte a colpire. Uffa. È un anno che Libero, con Renato Farina, lancia inascoltato l'allarme. Vox clamans in deserto. Non c'è da stupirsi che nessuno ci creda e si mobiliti. Negli anni Settanta si accorsero che le Br erano assassini comunisti quando "i compagni che sbagliano" avevano già sequestrato e ucciso Aldo Moro. Fu solo allora, anche per il piacere di entrare nel governo di Solidarietà nazionale, che il Pci e il suo seguito di ammiratori e clienti presero le distanze dai terroristi, trasformandosi con fermezza in diga contro il dilagare della violenza dei loro figli e nipotini.


 
La nostra replica alle parole di Feltri

Sulla prima pagina del quotidiano "LIBERO" di oggi 8 agosto 2001, il direttore Vittorio Feltri dedica l'editoriale alle "Quattro giornate di Genova", (di C. Marradi e R. Bisso, Fratelli Frilli Editori. Genova, pag. 62 lire 3.000) confondendo libertà d'opinione col "Libero Manganello". Senza mezzi termini, l'elegante indossatore d'alta moda e direttore della testata ha accusato l'instant book della Frilli di apologia di reato.
Il libro raccoglie testimonianze a caldo di persone che hanno partecipato alle manifestazioni svoltesi nei quattro giorni di luglio dedicate al G8. Nessuno di loro faceva parte dei "black bloc": Nessuno ha difeso come eroi gli sfasciatori di vetrine e gli incendiari: Nessuno ha proposto medaglie o pensioni di invalidità: Feltri è spiritoso, ma confonde la libertà d'opinione con la calunnia, come d'altra parte ha fatto altre volte. Da osservare, poi, che il tono delle testimonianze del libro è assai meno aspro e concitato di quanto già letto sulla stampa. Persino IL SECOLO XIX di Genova, quotidiano che nessuna persona intelligente potrebbe definire "di sinistra", ha pubblicato più volte parole di persone violentate, giovani donne spogliate e minacciate di stupro, giornalisti ammanettati e suonati come tamburi, o di altri, non più in grado di nuocere perché incarcerati, che hanno subito violenze gratuite sulle quali la magistratura sta indagando. In quei verbali, probabilmente, la crudezza di quanto accaduto è assai più sconcertante per ogni libero pensatore che abbia un minimo di senso della democrazia, sistema politico che, evidentemente, il quotidiano Libero interpreta in modo del tutto particolare.
Gli autori delle "Quattro giornate di Genova" e la Casa Editrice smentiscono che nel libro sia contenuta qualsiasi apologia di reato, contestando integralmente quanto scritto da Feltri e, pur rispettando libertà di cronaca e libertà d'opinione, manifestano il loro dissenso per che evidentemente, sente nostalgia della "libertà di manganello": Non essendo certi che Feltri, dopo aver letto più attentamente il libro, abbia voglia di dare a questa nota lo stesso spazio dedicato al suo editoriale, ci premuriamo di diffonderla tramite Agenzie.
 
Fratelli Frilli Editori - Genova


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