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Gloria Bardi
Giustizia
e impunità
Interviste a Antonio Di Pietro e Marco Travaglio
Dal libro:
Una lettera al Presidente Ciampi
degli avvocati del Foro di Savona
ed il commento di Marco Travaglio
Ill.mo Signor
Presidente della Repubblica
Palazzo del Quirinale
Roma
Quali avvocati del Foro di Savona, convinti assertori del principio di legalità,
inteso quale eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge – principio
che, necessariamente presuppone l’Indipendenza e l’autonomia della magistratura
– sentiamo il dovere morale e professionale di prendere netta posizione sul
disegno di legge in tema di “legittimo sospetto”, evidentemente predisposto ed
attivato, oltre ogni logica e lecita misura, ad personam, come
significativamente riconosciuto, tra gli altri, dall’On. Carlo Taormina, già
sottosegretario nell’attuale Governo, in una recente intervista rilasciata a “La
Stampa”. Frase altamente significativa di tale intervento È stata: “fare in
fretta per battere i Giudici di Milano... bisogna impedire la condanna di due
innocenti: Berlusconi e Previti”.
Tralasciando ogni considerazione di merito in ordine al disegno di legge come
proposto e come frutto dell’affrettata – a tacer d’altro – approvazione al
Senato, va sottolineato il tema della palese violazione dell’articolo 72 della
nostra Carta Costituzionale, sia sotto il profilo della inesistenza dei
requisiti di urgenza, sia comunque sotto il profilo della mancanza di una
rituale dichiarazione al riguardo.
È inaccettabile in uno Stato di diritto il tentativo (che è sotto gli occhi di
tutti) di chi esercita il potere politico-istituzionale, fra l’altro in
posizione di particolare preminenza, di sottrarsi al controllo di legalità cui è
istituzionalmente preposto e tenuto il Potere Giudiziario, attaccando, peraltro
rozzamente, quei Magistrati che, esercitando correttamente la loro funzione,
osino perseguire anche i potenti.
Se questo palese tentativo avesse successo, se si dovesse constatare che ai
“potenti di turno” ed a chi gode della loro protezione, è consentito di
sottrarsi al controllo di legalità, di sottrarsi alla giurisdizione del Giudice
naturale se non gradito, di sottrarsi addirittura al processo (ché questo
accadrebbe attraverso la reiterazione di domande di remissione, se il disegno di
legge in questione fosse malauguratamente approvato e promulgato), se si dovesse
constatare ancora che l’alta funzione legislativa dei rappresentanti dell’intera
collettività nazionale può essere piegata alla tutela di interessi particolari,
ne sarebbe irrimediabilmente leso il principio della eguaglianza di tutti
davanti alla legge e scossa la fiducia dei Cittadini nelle istituzioni
democratiche.
Nella nostra qualità di avvocati, impegnati quotidianamente nella difesa dei
diritti e per il conseguimento della giustizia nel caso concreto, con l’unico
strumento della argomentazione giuridica, sentiamo il dovere, professionale e
morale, in questo momento particolare, di esprimere la nostra forte
preoccupazione per questo stato di cose che ci allarma ed insieme esprimere il
convincimento che la Costituzione della Repubblica sia – e debba continuare ad
essere – punto di riferimento e guida essenziale ed insostituibile e la nostra
fiducia nel Presidente della Repubblica, che della Costituzione e dei principi
dell’autonomia e della indipendenza della Magistratura e dell’eguaglianza di
tutti davanti alla legge in essa affermati, è il supremo garante.
Con il massimo ossequio.
Alassio-Savona, lÏ 23 agosto 2002
F.to Avvocati Claudio Bottelli, Angelo Preve, Emanuela Preve, Giampiero Mentil,
Nazzareno Siccardi, Gian Carlo Salomone, Gianluigi Bruzzone, E. Stefano Carrara
Sutour, Silvio Carrara Sutour, Giorgio Cangiano, Franco Vazio, Giannantonio
Chiavelli, Vittorio Varalli, Silvana Biamonti, Daniela Rosano, Giovanni Russo,
Alberto Russo, Marco Russo, Marino Morixe, Franco Aglietto, Sergio Aquilino,
Monica Becchino, Mauro Mazzi, Angelo Luciano Germano, Giuliano Germano, Pietro
Beltrametti, Attilio Beltrametti, Francesco Bruno.
il commento di Marco Travaglio
Questo è un documento importante per quello che dice, ma soprattutto perché
firmato da avvocati e quindi è l’ennesima dimostrazione che in questo momento
non è in corso una guerra tra giudici e avvocati o tra giudici e politici, ma è
in corso una guerra di alcuni imputati contro la Magistratura, contro
l’Avvocatura che vuole vincere i processi dentro le aule e non in Parlamento e
contro i Cittadini che pretendono la legge uguale per tutti. Speriamo che Ciampi
di lettere come questa ne riceva tante.
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