Banche armate alla
guerra - di Simone Falanca Un libro di Simone Falanca Di Maria Carrozza «Ciò che conta non è il medium ma la
sostanza. Le immagini riprese da un ragazzo palestinese di Jenin possono essere
più autorevoli di una notizia d'agenzia». Parola del ventitreenne giornalista
cagliaritano Simone Falanca e chiave di lettura del libro "Banche
armate alla guerra - l'intrigo politico-finanziario dietro la Guerra Infinita",
edito dai Fratelli Frilli Editori per la collana 'In Movimento'. Ho costruito un sistema di riferimenti incrociati: per essere sicuro di ogni informazione da inserire, tutte i dati in materia devono coincidere sulla stessa versione dei fatti. Così si diventa inattaccabili, a prova di querela. Le mie fonti sono sicure quanto quelle dei grandi mezzi d'informazione. L'importante è raccogliere più punti di vista possibili e non prendere per vero nulla al cento per cento. Meglio avere l'eccesso d'informazioni che averne una ben confezionata, fintamente controllata. Questa è una regola della 'società dell'informazione', una comunità molto decentrata, rizomatica. La parola descrive un reticolo d'informazioni non lineare, ma disegnato come un albero con lunghe radici. Alla società dell'informazione aderisce il mediattivismo, un movimento che nasce dal basso, senza padroni. Non si diventa ricchi, ma si sperimentano cose nuove. In Italia uno dei pionieri del mediattivismo è Beppe Grillo. Per fare un altro esempio si può citare il sito Megachip di Giulietto Chiesa. Ma in rete operano anche degli insospettabili come Sbancor, un esperto di finanza che lavora a Roma con una grossa banca. Sbancor è stato uno dei primi ad ipotizzare la deflazione negli Usa, la crisi in Argentina e ora parla di una probabile deflazione in Giappone. Simone Falanca ha pubblicato il suo libro con la casa editrice genovese Frilli. Ho voluto avere a che fare con un editore diverso da Berlusconi, ma con una buona distribuzione e ora il mio libro si trova in tutte le più grandi città d'Italia. "Banche armate alla guerra" è stato un diesel come vendite. Dopo la prima stampa (1600 copie), con la seconda se ne sono aggiunte altre ottocento. All'inizio non ne parlava nessuno. Le prime recensioni sono state quelle della "Nuova Sardegna" e del "Corriere delle Alpi". Ma sono ancora più contento che intorno al libro si sia creato un passaparola incredibile'. |