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Lanternini
per tutti
un libro di Enzo Costa
dal libro: "lanternini" scelti
GAGLIARDI L’INDIPENDENTE (7/7/2000)
Circa gli insulti tecnici di Berlusconi a Zoff, Alberto Gagliardi, indipendente
di Forza Italia (nel senso che indipendentemente da ciò che dice Berlusca, lui
condivide), ha dichiarato: “Era lui (Berlusca, ndr) che faceva la squadra quando
il Milan vinceva gli scudetti”. Quando invece li perdeva, chi diavolo la faceva?
Ecco alcune ipotesi: 1- il fratello Paolo; 2- Teocoli travestito da Galliani; 3-
Galliani; 4- il Gabibbo; 5- le Veline; 6- Mengacci; 7- Veltroni; 8- (l’ipotesi
più agghiacciante) Alberto Gagliardi.
LISCIA O GRIFFATA? (28/7/2000)
Può darsi che la scelta di affidare al designer Pininfarina il restyling di gru
ed elevatori portuali risponda a esigenze di funzionalità e non di mero
ghirigoro decorativo: non me ne intendo, ergo non lo so. So però che
l’ossessione per la griffe ci ammorba. So che più gli oggetti sono di massa e
più li si infiocchetta con firme d’autore. So che la banalissima bottiglia di
plastica della mia acqua minerale è griffata Giugiaro. Tracannandola a
garganella, rifulgo di eleganza esclusiva.
BANCASCIUGA (29/7/2000)
Con la tivù accesa in un’altra stanza, ho intrasentito (omologo sonoro di
intravisto) che in non so quale spiaggia ligure non so quale banca fornisce ai
bagnanti uno sportello via Internet. Quanti di voi disertavano il bagnasciuga
perché carente di una cassa di risparmio? Viziare il potenziale cliente per
accalappiarlo meglio è la nuova frontiera del marketing. Ma voi esigete
l’impossibile: uscite sdegnati da una filiale bancaria di città perché priva di
angolo piscina con sdraio e ombrelloni.
RITIRATE PATRIOTTICHE (28/9/2000)
“Il tricolore lo metta nel cesso!” intimava poche secessioni fa Bossi a una
cittadina veneziana che aveva osato esporre la bandiera italiana in piena
sceneggiata padana. Ora leggo che da domani An, in un empito di patriottismo,
terrà a Genova la “Festa Tricolore”: rammento ai leghisti genovesi che la nuova
linea ri-polista impone loro un certo aplomb. Non sia mai che, bazzicando la
Festa, per un riflesso pavloviano prelevino un vessillo e lo depongano nel più
vicino vespasiano.
EAU DE G8 (29/11/2000)
Dopo i profumi all’estratto di stilista, ecco quello all’aroma di vertice
mondiale: non chiedetemi perché, ma il G8 avrà una sua fragranza griffata. Come
si chiamerà? “G n.8”, sul modello “Chanel n.5”, suona retrò. Più trendy rifarsi
ai vari “Arrogance” o “Egoiste”: se il premier ospitante sarà Rutelli,
“Uliviste” è d’uopo. Altrimenti vada per “Piduiste-Intolérance”, alla doppia
essenza berlusco-storaciana. In alternativa, “Antagoniste”, per l’uomo a cui non
si deve proibire mai (don Gallo).
L’INTELLETTUALE (16/1/2001)
“Quando a Londra vivevano nelle caverne, il Centro Storico di Genova erano gli
Stati Uniti del mondo”: parola non di Le Goff ma di Biasotti, alla festa per la
chitarra di De André. Dunque, per dire, la Magna Charta o è una bufala oppure fu
istoriata in una grotta, mentre Shakespeare (spazio un po’ nei secoli) non era
un grande drammaturgo ma un troglodita coi reumatismi (nelle caverne londinesi,
sai che umido!). Scoprire che alla guida della Regione c’è un intellettuale,
conforta.
IL TETTO VUOTO E LA MOGLIE IN LINEA (20/3/2001)
Siamo fatti così: vogliamo il tetto vuoto (di antenne) e la moglie in linea.
Ergo, l’annunciata installazione di ripetitori per cellulari a Genova (tra le
rassicurazioni di alcuni ricercatori e l’allarme di altri) scatenerà rivolte.
Come se la proliferazione delle antenne non dipendesse dalla diffusione di massa
dei telefonini. Ma si può godere lo “sviluppo” senza pagarne i costi? A
difendere noi cellularòmani dall’elettrosmog verrà il Gabibbo. Lo lancerà Ezio
Greggio, noto testimonial Wind.
UNO PER CAPELLO (3/4/2001)
Sabato Il Lavoro informava che in una piazza di Marassi un banchetto di Forza
Italia omaggiava gli scolari di un inedito cadeau: un puzzle di Berlusconi in 35
pezzi (uno per capello). Bizzarri, quelli della Reggia delle libertà:
straparlano su tutti i canali (loro) di allarme sicurezza e poi vanno davanti
alle scuole a spacciare materiale elettorale. Per di più, sostanze stupefacenti,
nel senso che un mosaico dell’Unto del Signore lascia attoniti. Urge
proibizionismo: meno tasselli per tutti.
GOVERNARE STANCA (17/7/2001)
Facile criticare i potenti del G8. Ma mettetevi nei loro panni: sono vieppiù
gravati da oneri e responsabilità. Sabato sera l’alacre ministro Scajola era
oberato dall’impegno di applaudire le trop-model sculettanti a Sanremo in
diretta su Raiuno. Insieme a Bottini & Bissolotti (due telecomparse che nel
tempo libero fanno il sindaco e l’assessore) e allo showman Biasotti. Frizzi per
sbaglio l’ha chiamato “Scàjola”. Ma non è per questo che ha sospeso il trattato
di Schengen.
L’IPERCRITICO D’ARTE (24/10/2001)
Pare che sere fa Vittorio Sgarbi abbia in parte cassato la sentenza di condanna
su piazza De Ferrari emessa mesi fa da Vittorio Sgarbi. Il vitalismo
esternatorio dell’ipercritico d’arte è tale che non riesce a starsi dietro: si
rincorre tra un verdetto e l’altro, braccato dai taccuini, e pettinato da Elkann.
Gli gioverebbe un’autoexpertise. L’ho visto al tg del Piemonte lodare il Museo
del Cinema alla Mole: non so se giorni prima l’avesse bocciato. Forse non lo sa
neppure lui.
G8 MARSALATO (6/1/2002)
Un Blob d’inizio anno mi fa ripiombare nell’incubo G8: ecco le solite ma sempre
spaventose immagini dei tiggì, gli inauditi pestaggi polizieschi, la folle
devastazione dei black bloc, la città precipitata nella tragedia, il rumore
della violenza, squarci di un silenzio irreale ancora più angoscioso. Ma spunta
(credo dalla telecamerina di Ghezzi) anche una sequenza mai vista: Berlusconi
che bacchetta un cameriere perché “lo sciacchetrà era marsalato”. Testuale. E
demenziale.
LUMBARD FOOD (6/2/2002)
“Sì alla polenta, no al cous cous”: così i volantini della Lega relativi a una
manifestazione anti-clandestini con annessa distribuzione della pietanza padana
in via Venti. Stavolta era servita in piatti fumanti, la quotidiana razione di
xenofobia offerta dal Carroccio. Ma il Bisunto del Signore, smentendo se stesso,
non aveva reso omaggio alla civiltà islamica? Ostaggio dell’integralismo
gastronomico del Senatur, deve rimangiarsi tutto. Palazzo Chigi val bene una
taragna.
IL RAGAZZO MASSA (21/3/2002)
Colpiva, in un dibattito a Telenord, la telefonata di una mamma angustiata
perché la scuola pubblica era causa(?) della massificazione dei ragazzi in
genere e del figlio in particolare, ormai sull’orlo del comunismo. Nessuno le ha
chiesto: ma è proprio sicura che oggi a omologare i giovani sia l’ideologia di
sinistra (quale, poi?), e non il pensiero unico del profitto che li rende carne
da consumi, target della pubblicità, polli di batteria rimpinzati dal mangime
delle merci?
BAGET PORGE L’ALTRO GANCIO (25/5/2002)
Non stupisce che gli sbadigli della campagna elettorale siano intervallati dalle
furie di don Baget Bozzo: lui declina il cristianesimo in un “porgi l’altro
gancio” (in senso pugilistico) che gonfia l’avversario di epiteti contundenti
(“sindaco fantasma”, “becchino sardo”), se pur buffi (che insulto è mai
“sardo”?). Stupisce solo, per la serie “Da che pulpito”, l’accusa di connivenza
con l’arabo scaricata su Perìcu: chi fu, di grazia, il cappellano del Craxi
filopalestinese di Sigonella?
QUEL GENIO DEL MIO CANE (30/6/2002)
Mangia meno, e cose leggere. Beve parecchio. Evita il sole, prediligendo
l’ombra. Limita il moto alle ore mattutine e serali. Oppone all’afa un ozio
trasognato. Non sto parlando di una persona ma del mio cane. E se si comporta
così, delle due l’una: o è così intelligente da aver afferrato al volo i
consigli anti-caldo dei tiggì, oppure quei consigli sono superflui anche per un
quadrupede. Propendo per la prima ipotesi solo perché, essendo il mio cane, lo
stimo molto.
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